sabato 7 marzo 2015

Artocarpus heterophyllus - Jackfruit





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Artocarpus heterophyllus Lam. è una pianta tropicale della famiglia delle Moraceae. È coltivata per il suo frutto, il più grande esistente in natura tra quelli che crescono dagli alberi; in italiano viene chiamato giaca (dal portoghese jaca) o catala (denominazione derivata dall'hindi katahal), ma è anche comunemente usata la denominazione inglese jackfruit.

Distribuzione e habitat

L'albero è originario delle pendici meridionali dell'Himalaya orientale (India). Oggi è diffuso alle basse latitudini in tutto il sudest asiatico, sulla costa settentrionale dell'Australia, sulla costa atlantica del Brasile e, in misura minore, in altre regioni tropicali, inclusi alcuni paesi dell'Africa.

Descrizione

L'albero ha fusto robusto fino a 60 centimetri di diametro e foglie perenni. Il giaco è una pianta cauliflora e monoica, e presenta fiori maschili e femminili separati in diverse infiorescenze nella stessa pianta.
Il frutto è un sincarpo di forma ovale che si origina dallo sviluppo dell'infiorescenza femminile direttamente dal tronco e può superare i 40 cm di diametro e i 30 kg di peso. I singoli frutti del sincarpo derivano dall'ovario dei fiori e circondano ognuno un seme, anch'esso commestibile. Può essere paragonato a un fico gigante. Il colore della buccia matura è giallo scuro, quello della polpa è generalmente giallo carico. Il sapore è un misto di mela e ananas, con retrogusto di vaniglia, delizioso nelle migliori varietà.
Il giaco è un fruttifero tropicale che si è dimostrato resistente anche a vari microclimi subtropicali, come il Sud della Florida, dove le temperature non scendano mai sotto i -1 gradi. Tuttavia anche temperature poco sopra lo zero minano le qualità organolettiche dei frutti, per cui la sua coltivazione non è possibile neanche nelle zone più riparate del bacino del Mediterraneo, dove l'albero potrebbe crescere all'aria aperta, una volta adulto.

Usi

È coltivato principalmente per i frutti consumati in vari paesi del Sud Est asiatico, soprattutto in India. Spesso vengono inscatolati per l'esportazione, disidratrati o fritti sotto forma di chips. In alcuni Stati il succo viene fermentato per ottenere una bevanda alcoolica. I frutti poco maturi invece si possono ridurre a farina per varie specialità esotiche, o anche cucinati come i frutti del cugino "albero del pane" (Artocarpus altilis). Anche i numerosi grossi semi vengono utilizzati per essere cucinati in modo simile alle castagne.

L’invenzione, tutta made in Italy, in grado rende PURA qualsiasi tipo di acqua!

Acqua

E’ per questo che possiamo ancora ritenerci orgogliosi di quello che siamo e del popolo a cui apparteniamo!!!
Adriano Marin, 51 anni, ingegnere elettronico, è stato per lungo tempo dirigente del gruppo Riello per poi decidere di fondatore dell’impresa di consulenze Cross Technology. Dal canto suo, Adriano Marin può vantarsi si aver scoperta qualcosa di eccezionale. Si, è vero, la scoperta è stata anche legata alla casualità ma comunque porta il suo nome e deve esserne fiero!
«La scoperta fu un fatto del tutto casuale, e ci mettemmo due anni per capire quale principio fisico portava a quel risultato». Il sistema, chiamato Wow (Wonderful Water), è stato perfezionato in u secondo momento ed è stato testato a lungo dai laboratori Arpav di Padova, dal Cnr, dall’Università di Pavia e dal Laboratorio per l’energia nucleare applicata, ottenendo tutte le attestazioni necessarie (in questo momento sta certificando i risultati anche il National Physical Laboratory del Regno Unito). Oggi, dopo tanta strada, è finalmente un brevetto mondiale.
L’ultima fase della sperimentazione è a Saluggia, all’interno del sorvegliato deposito di scorie nucleari.  tecnicamente è un separatore di molecole, è stato costruito in versione più grande e dal 23 settembre sta trasformando in acqua purissima 45 mila litri di liquidi radioattivi conservati in due cisterne. Quando, il 5 dicembre, avrà completato il suo lavoro, di tutto quel liquido contaminato resteranno solo dieci litri di concentrato insoluto. Be, è un'invenzione davvero lodevole capace di rappresentare una nuova frontiera!! Acqua pura persino quella radioattiva…Non è certo un traguardo di tutti i giorni e potrebbe davvero essere un incipit per la vittoria di un premio Nobel. Tra l’ altro: meritatissimo!! I nostri complimenti vanno a coloro che con impegno hanno perfezionato questa tecnica purificatrice di acqua. In questo modo e con questo meccanismo potranno essere recuperati milioni e milioni di litri di acqua. IL CHE NON è POCO! La sua lunga sperimentazione servirà a garantire l’ effettivo risultato al fine di rendere PURA per davvero un’acqua che, in alti casi, sarebbe risultata altamente inquinata!!

Travaglio. Vogliamo l'amnesia.


Speriamo di non offendere il dottor Pierdante Piccioni, medico di emergenza di Codogno (Lodi), colpito nel 2013 da un malore che gli ha azzerato 12 anni di memoria e l’ha fatto retrocedere al 2001, cancellando tutto il resto. 
Ma dobbiamo proprio dirlo: non dev’essere poi così male rimuovere tutte le vergogne cui abbiamo assistito nel frattempo.
Anzi, forse sarebbe bene brevettare questo reset mnemonico e considerarlo non più una malattia da curare, ma una salutare terapia collettiva da consigliare ed eventualmente somministrare a chi non vuole assuefarsi al peggio, come sono costretti a fare quelli dalla memoria lunga, che ricordano tutto e non riescono a dimenticare nulla. Sempreché, sia chiaro, nessuno si permetta poi di ricacciarci in testa ciò che con tanta fatica abbiamo cancellato, come i parenti del dottor Pierdante stanno facendo con lui spiegandogli che in quei 12 anni di vuoto Berlusconi ha governato per altri 8, seguito da Monti, Letta e Renzi; che la sua Juventus è finita in Serie B perché s’è scoperto che Moggi e la sua banda truccavano i campionati; che le Torri gemelle sono crollate per mano di al Qaeda e ora al posto di Bush c’è Obama; che ridendo e scherzando ci siamo fatti altre tre guerre, pardon missioni di pace in Afghanistan, in Iraq e in Libia, col risultato che oggi rimpiangiamo Gheddafi e fors’anche Saddam.

   Per il resto siamo sempre lì a farci le pippe sulla riforma della Costituzione, della scuola, della Rai, della PA, del lavoro, della giustizia, e poi il conflitto d’interessi e gli affari di Mediaset, il falso in bilancio, il debito pubblico, la spesa pubblica, la pressione fiscale e l’evasione fiscale, le mazzette, gli scandali, gli inquisiti in Parlamento, la disoccupazione, l’immigrazione, la fuga dei cervelli, le banche in bancarotta, le imprese assistite e le telefonate di B.con i suoi ideologi dell’import-escort. Come i ruminanti che continuano a inghiottire tutto senza mai digerire niente. Perciò chi ha la disgrazia di avere memoria è sopraffatto dalla frustrazione e dalla rassegnazione. Chi invece ha la fortuna di non avercela, ha ancora voglia di lottare, di indignarsi, di protestare: molto meglio così.  Ah, naturalmente a Palazzo Chigi abbiamo un bulletto che tira avanti a furia di decreti e fiducie, disprezza il Parlamento,imbarca voltagabbana per puntellare la maggioranza che non ha, si riscrive la Costituzione da solo, vuole nominarsi due terzi dei deputati e tutti i senatori, fa leggi contro i giudici, devasta lo Statuto dei lavoratori con leggi copiate da Confindustria, insulta i sindacati, scorrazza su aerei ed elicotteri di Stato, candida inquisiti e condannati, si circonda di ministri e soprattutto ministre incapaci. Poi vola ad abbracciare l’amico Putin (il noto democratico i cui oppositori hanno il brutto vizio di continuare a defungere di morte violenta), con cui condivide l’indifferenza ai diritti umani e soprattutto l’allergia alle critiche: infatti proprio ieri e proprio a Mosca ha perfezionato un nuovo genere letterario: la conferenza stampa senza domande.

   Ma non è il bulletto di prima: è uno nuovo. Nel senso che è pure più giovane, dunque minaccia di durare di più. Ieri, per dire, ha detto che la presidente della Camera non deve permettersi di criticare il suo abuso di decreti, perché così “esce dal suo perimetro di intervento istituzionale con valutazioni di merito se fare o no un decreto che non spettano al presidente di un ramo del Parlamento”. Giusto: le donne al potere possono andarci solo se ammaestrate, vedi le sue ministre, altrimenti sono nemiche, oppositrici politiche. Come il sindacalista Maurizio Landini, reo di rappresentare i lavoratori e di non organizzargli la claque alle catene di montaggio: “Non capirei certe contestazioni che ho ricevuto in alcune fabbriche da parte della Fiom se non in base a un disegno politico”. Quindi, se gli operai, anziché fargli la ola e lanciargli i petali di rosa, lo contestano, c’è dietro un complotto politico. Quanto alle opposizioni, ci sono quelle buone e quelle cattive: decide lui, senza peraltro uscire dal suo “perimetro di intervento istituzionale”, anzi: lui può tutto e ha sempre ragione. Le opposizioni buone sono quelle che gli votano tutte le leggi senza batter ciglio (“Berlusconi è il capo del principale partito dell’opposizione”: e pazienza se è il capo del secondo, essendo il primo i 5Stelle). Le cattive sono quelle che si oppongono: “Grillo si marginalizza” e la battaglia della minoranza del Pd per far scegliere i parlamentari dagli elettori è roba “di dettagli”, dunque“incomprensibile”. Ah, naturalmente gli piace molto Denis Verdini, che ha solo cinque rinvii a giudizio per bancarotta, corruzione, truffa allo Stato,finanziamento illecito, associazione per delinquere segreta (la P3) finalizzata a varie mazzette e abusi d’ufficio: “Verdini è un pragmatico, che conosce la prima regola della politica: i rapporti di forza”. Poi, già che c’è, vuol fare anche i palinsesti della Rai: “Rai Uno generalista, su Rai Due l’innovazione e la sperimentazione, su Rai Tre la cultura”. Se avesse un filo di tette, diceva Enzo Biagi, farebbe pure l’annunciatrice. Ma forse parlava di quell’altro.

   No, vabbè, molto meglio dimenticare tutto. Dottor Pier-dante, glielo domandiamo con il massimo rispetto per il suo dramma: ci insegna come si fa? 

Marco Travaglio FQ 6 marzo 2015

Eurogendfor.

Stemma

La Forza di gendarmeria europea (Eurogendfor o EGF) è un’iniziativa multinazionale di cinque Paesi Membri dell'Unione europea (FranciaItaliaPaesi BassiPortogallo e Spagna, ai quali si sono aggiunte la Romania nel 2008 e la Polonia nel 2011) destinata a rafforzare le capacità di gestione delle crisi internazionali fuori dai confini dell'UE. La EGF è un'organizzazione indipendente dall'UE, anche se può operare a seguito di una sua richiesta nell'ambito della Politica estera e di sicurezza comune. La EGF è composta da forze di polizia ad ordinamento militare in grado di intervenire in aree di crisi, sotto l'egida della NATO, dell'ONU, dell'UE, dell'OSCE o di coalizioni costituite "ad hoc" fra diversi Paesi. La EGF in quanto tale non ha pertanto nessun potere di polizia sul territorio degli Stati membri dell'UE, né è destinata a sostituire le forze di polizia nazionali (ad ordinamento civile o militare) degli Stati membri dell'UE o degli Stati partecipanti alla EGF.
In passato, gli Stati membri inviavano proprie forze militari in missione di pace, i caschi blu, i quali erano soldati agli ordini degli eserciti degli Stati membri, al limite di un Paese da questi incaricato del coordinamento militare (fino a ordine contrario).
Il comando del corpo è situato a Vicenza presso la caserma Chinotto, come i reparti del Centro di eccellenza per le Unità di polizia di stabilità (Center of Excellence for Stability Police Units, CoESPU).
Il suo motto è "Lex Paciferat" (La Legge porti la pace).

Storia

Il progetto di costituzione di una gendarmeria europea è stato lanciato l'8 ottobre 2003, in occasione della riunione informale tenutasi a Roma dei ministri della Difesa dell'Unione europea nel corso della presidenza italiana, con un decisivo contributo del Ministro della Difesa francese Michèle Alliot-Marie.
La Gendarmeria europea nasce da un trattato firmato il 17 settembre 2004, a Noordwijk, nei Paesi Bassi, fra 5 paesi: Italia,FranciaPaesi BassiSpagna e Portogallo. L'iniziativa è stata illustrata dai ministri della Difesa Antonio Martino (Italia) e Michèle Alliot-Marie (Francia) ai colleghi europei, durante una riunione informale dei ministri della Difesa della Unione.
Il 23 gennaio 2006 è stato inaugurato il quartier generale a Vicenza, divenendo operativa a tutti gli effetti.
Il 18 ottobre 2007 viene firmato il Trattato di Velsen, nei Paesi Bassi, da Stati membri dell'UE dotati di forze di polizia ad ordinamento militare: Francia (Gendarmerie), Spagna (Guardia Civil), Portogallo (Guardia nacional), Paesi Bassi (Marechaussée) e Italia (Arma dei Carabinieri). Il trattato, di 42 articoli, disciplina compiti e poteri della Eurogendfor.
Il Trattato di Velsen è stato ratificato al Senato il 28 aprile 2010 con la legge 84 del 14 maggio 2010.

Impieghi

La forza è stata utilizzata nel 2007 in Bosnia Erzegovina. Nel dicembre 2009 la EGF è ufficialmente impiegata anche in Afghanistan, all'interno della missione ISAF.
Successivamente al Terremoto di Haiti (12 gennaio 2010) un contingente della Gendarmeria europea è stato inviato sull'isolacon 120 Carabinieri, 147 Gendarmi francesi e un plotone spagnolo (23 unità della Guardia Civil).

Struttura

La struttura della EGF richiama quella delle Multinational Specialized Unit (MSU) dell'Arma dei Carabinieri, impiegate in Bosnia, in Kosovo e in Iraq.
Il coordinamento politico-militare della Gendarmeria europea è affidato al Comitato Interministeriale di Alto Livello (CIMIN), con sede a Vicenza (presso la caserma dei carabinieri «Generale Chinotto»), un comitato composto dai Ministri degli Esteri e della Difesa degli Stati membri che aderiscono alla EGF, fornendo uomini e mezzi. Ogni anno uno dei Ministri assume la presidenza di turno del CIMIN.
La EGF non è sottoposta al controllo dei Parlamenti nazionali o del Parlamento europeo, risponde direttamente ai Governi, attraverso il citato CIMIN.
Per il suo dispiegamento operativo e rafforzamento, è richiesta l'unanimità degli Stati membri dell'EGF (non dell'Unione europea).
Durante le operazioni della EGF ogni Stato membro mantiene la propria autonomia decisionale. Gli Stati, quindi, delegano al CIMIN l'indirizzo politico, strategico e militare, mantenendo l'autonomia operativa.
L'ingresso delle forze di polizia all'EGF è subordinato al possesso di un ordinamento militare e devono far parte di uno Stato dell'Unione Europea ovvero candidato all'esserlo. Attualmente i corpi che partecipano alla Forza di gendarmeria europea sono sei più due che però hanno solo il ruolo di supporto.
I corpi di Gendarmeria sono:
Vi sono due corpi che hanno il ruolo di supporto: la Gendarmeria militare della Polonia che ha espresso il 10 ottobre 2006 l'intenzione di entrare a far parte del corpo europeo,e la Viesojo Saugumo Tarnyba della Lituania.
Un futuro allargamento dei paesi membri dell'Unione europea potrebbe facilmente portare anche ad un allargamento dei componenti della Gendarmeria. Tra i paesi non ancora membri, SerbiaMoldaviaBielorussia e Turchia sono dotati di un corpo di Gendarmeria.

Ruolo

La Forza di gendarmeria partecipa a missioni dell'UE, dell'ONU, della NATO, dell'OSCE, alle quali i Ministri scelgono di aderire.
Svolge compiti militari di supporto alle fase iniziali di un conflitto e di transizione, da sola o insieme a forze che eseguono esclusivamente obiettivi militari. La EGF svolge funzioni di polizia e addestramento di un esercito e polizia locali nella fase di ritiro della componente militare.
Nel dettaglio, in base all'art. 4, comma 3 del Trattato di Velsen, i suoi possibili utilizzi comprendono:
  1. condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico;
  2. monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi compresa l'attività d'indagine penale;
  3. assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d'intelligence;
  4. svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti;
  5. proteggere le persone e i beni e mantenere l'ordine in caso di disordini pubblici;
  6. formare gli operatori di polizia secondo gli standard internazionali;
  7. formare gli istruttori, in particolare attraverso programmi di cooperazione.

La casa galleggiante ad energia solare 100% riciclabile. - Marta Albè

casa galleggiante ecologica cover
Una casa galleggiante alimentata grazie all'energia solare e riciclabile quasi al 100%. Un sogno? No, qualcosa di più. Si tratta di una vera e propria abitazione di 100 metri quadrati, con un'altezza di 4 metri e un diametro di 12 metri.

Al suo interno c'è tutto lo spazio necessario per vivere comodamente. Questa casa galleggiante è stata realizzata esclusivamente con materiali riciclati e riciclabili, come legno e alluminio. Sul tetto troviamo un impianto fotovoltaico in grado di generare tutta l'energia necessaria alla vita in casa.
L'impianto fotovoltaico è affiancato da lucernari, ma nella struttura, per favorire l'illuminazione naturale, troviamo anche finestre e balconi, che consentono agli ospiti di godere della vista dell'acqua in un paesaggio naturale.
Gli ideatori del progetto hanno creato un sistema sofisticato di micro ventilazione interna in cui l'aria condizionata si accompagna alla ventilazione naturale. L'edificio viene definito come un vero e proprio habitat residenziale a basso consumo.
Il progetto porta il nome di WaterNest 100 ed è stato pensato per risultare flessibile nel design, in modo da adattarsi ad ogni esigenza e da soddisfare diversi usi. Se il proprietario non intende utilizzare l'unità come una casa, ecco che l'abitazione ecologica galleggiante potrebbe essere trasformata facilmente in un ufficio, ma anche in un lounge bar, in un ristorante, in un negozio o in uno spazio espositivo.

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La Terra ha una seconda luna. Esperti: “Possibile teatro di un futuro sbarco”. - Davide Patitucci

La Terra ha una seconda luna. Esperti: “Possibile teatro di un futuro sbarco”

Si chiama “3753 Cruithne”, come un leggendario popolo della Britannia dell’Età del Ferro. Secondo quanto riportato dal sito della Smithsonian Institution Usa, infatti, la bizzarra orbita potrebbe rappresentare un “ideale banco di prova per capire come si è formato ed evoluto il Sistema solare”, plasmato dalla forza di gravità.

La Luna non è l’unico satellite naturale che accompagna la Terra nel suo peregrinare intorno al Sole. Esiste una seconda luna. Un piccolo corpo celeste, del diametro di appena 5 chilometri, che disegna attorno al nostro Pianeta un’orbita simile a un arabesco, talmente bizzarra da arrivare a sfiorare anche quelle di altri due pianeti, Marte e Venere. Si chiama “3753 Cruithne”, come un leggendario popolo della Britannia dell’Età del Ferro.
Gli astronomi conoscono questo piccolo corpo roccioso da più di dieci anni. È stato, infatti, descritto per la prima volta su Nature in uno studio del 1997, a firma degli astronomi Paul Wiegert eKimmo Innanen, della York University in Canada, e Seppo Mikkola, dell’University of Turku in Finlandia. Ma solo di recente gli studiosi hanno iniziato a comprenderne a fondo le caratteristiche. “Questo quasi-satellite si muove in risonanza con la Terra, la cui gravità – spiega su “New Scientist” Martin Connors, astronomo presso l’Athabasca University in Canada, ed esperto di asteroidi – modifica la posizione del corpo celeste come un adulto fa dondolare un bimbo su un’altalena”.
L’orbita di Cruithne è talmente allungata che impiega 770 anni per completare il suo viaggio intorno alla Terra. Per questo, gli esperti preferiscono etichettarlo come “quasi-satellite”. Proprio a causa della sua particolare orbita, diversa da quella ellittica tradizionale, questa seconda luna, però, non è mai visibile dalla Terra, né a occhio nudo, né coi telescopi. E questo riduce notevolmente il suo fascino rispetto al satellite per antonomasia, quello con la “L” maiuscola. Ma non la sua importanza per gli astronomi. Secondo quanto riportato dal sito della Smithsonian Institution Usa, infatti, la bizzarra orbita di questa seconda luna terrestre potrebbe rappresentare un “ideale banco di prova per capire come si è formato ed evoluto il Sistema solare”, plasmato dalla forza di gravità.
Gli asteroidi e gli altri corpi celesti rocciosi simili a Cruithne sono da tempo oggetto di studio da parte di astronomi e planetologi, perché riportano indietro le lancette del Sistema solare fino alle sue origini. In queste ore, ad esempio, la sonda della Nasa “Dawn” incontra il più grande corpo roccioso della cosiddetta “cintura degli asteroidi”, il pianeta nano Cerere. Inoltre, in prospettiva di un futuro sbarco su Marte, tra le tappe intermedie che la Nasa ha in programma di realizzare c’è proprio lo sbarco su un asteroide, o la cattura di uno di questi fossili celesti con una sorta di lazo da “cowboy”, per spingerlo intorno all’orbita della Luna e poterlo così studiare da vicino.
In quest’ottica, anche Cruithne potrebbe essere protagonista di un futuro sbarco, magari come quello della missione Rosetta sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Gli astronomi negli ultimi tempi stanno rivalutando questa mini-luna, la cui forma, secondo le ultime stime, potrebbe essere simile proprio a quella a scamorza della cometa 67P. Il tempo gioca a favore di Cruithne. Secondo i calcoli degli astronomi, questo piccolo e misterioso satellite continuerà a viaggiare per il Sistema solare in compagnia della Terra almeno per altri 8mila anni. Poi, forse, sarà catturato dall’abbraccio gravitazionale di Venere, restituendo così il primato alla Luna.

Ecco come si legge il codice delle uova.



Una guida utile per i consumatori.

Cosa indicano tutte quelle lettere e quei numeri presenti sul guscio delle uova? È importantissimo saperlo, per saper leggere fra le righe delle diciture che troviamo in etichetta. In molte confezioni, ad esempio, leggiamo “uova di galline allevate a terra“, e pensiamo sia un sinonimo di qualità, ma in realtà le galline sono allevate in capannoni chiusi senza accesso all’esterno e con una densità (massima) di 12 per metro quadro. Guidaconsumatore.com spiega come si legge il codice delle uova:
Il primo numero che leggiamo sul guscio delle uova indica il metodo con cui sono state allevate le galline:
“0” sta a significare un allevamento di tipo biologico, ovvero che utilizza mangimi e foraggi provenienti da agricoltura biologica (prodotti senza l’utilizzo di concimi chimici di sintesi e prodotti fitosanitari), integrabili fino al 20% con prodotti tradizionali. Gli animali sono in grado di razzolare liberamente all’aperto: si tratta la tipologia di uova che più si avvicina a quelle prodotte dalle galline “ruspanti” di cascine e fattorie.
“1” corrisponde all’allevamento all’aperto: gli animali possono girare liberi per una parte della giornata, deponendo le uova nei pagliericci oppure sul terreno loro adibito in un ambiente esterno.
“2” è il codice relativo all’allevamento a terra: questa tipologia consente all’animale di muoversi libero, non all’aperto bensì in un ambiente chiuso. Un esempio di allevamento da codice “2” è rappresentato dai grandi capannoni che si trovano nelle campagne; le galline depongono le uova per terra, sulla lettiera o nei nidi.
“3” infine corrisponde all’allevamento a batteria, o in gabbia: gli animali non hanno alcuna libertà di movimento, ma trascorrono la loro vita in gabbie e depongono le uova sul fondo della gabbia stessa. Le densità sono quasi claustrofobiche: in ogni metro quadrato di gabbia possono essere presenti anche 25 animali, ed i posatoi a disposizione per deporre le uova hanno una larghezza di appena 15 centimetri. Possono essere impilati sull’altro sino a 4-6 ordini di gabbie.
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Poi ci sono altre due serie di numeri e lettere:
La seconda combinazione del codice è composta da due lettere che stanno a contrassegnare il Paese d’origine delle uova: “IT” corrisponde ovviamente all’Italia, “PT” al Portogallo, e così via. La terza parte corrisponde al codice Istat del comune dove è situato l’allevamento, immediatamente seguito dalla sigla della provincia (in questo caso, “BS” = Brescia)“.
E infine l’ultimo gruppo:
L’ultima serie di cifre è il numero identificativo dell’allevamento di provenienza delle uova: è un codice univoco che permette di risalire immediatamente e senza ambiguità all’esatta azienda agricola di allevamento. Questo è di fondamentale importanza nel malaugurato caso in cui si verificassero problemi di tipo sanitario“.
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Amori virtuali.



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Amenità.



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