sabato 28 novembre 2020

Maltempo in Sardegna, tre vittime e dispersi nel Nuorese. Crollato ponte tra Osidda e Bitti, allagamenti sull’isola.

 

Il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, ha fatto evacuare per precauzione le famiglie residenti nella parte bassa del paese. "Quantitativi d'acqua superiori di quattro volte rispetto all’uragano Cleopatra nel 2013", che sull'isola uccise 18 persone. Ore di apprensione anche a Galtellì.

Tre persone sono morte in Sardegna a causa del violento nubifragio che nelle ultime ore si è abbattuto sull’isola. Colpita in particolare la provincia di Nuoro, dove è crollato un ponte tra Osidda e Bitti. Proprio a Bitti è stato recuperato dai vigili del fuoco il corpo di un anziano di 90 anni annegato in casa, mentre un allevatore è stato investito da una massa di acqua e fango mentre era a bordo del suo pickup. Sono ancora ignote le generalità della terza vittima, e non è escluso che altri siano rimasti coinvolti, tra cui un’anziana di cui non si hanno più notizie da ore. Come annunciato ieri dall’allerta meteo diramata dalla protezione civile, l’isola è stata colpita da nubifragi e forte vento, fenomeni estremi sempre più frequenti nel nostro Paese a causa del cambiamento climatico. “Bitti è isolata da questa mattina, il sindaco Giuseppe Ciccolini comunica con noi con un ponte radio della Protezione civile”, ha detto Antonio Pasquale Belloi, direttore generale della Protezione civile SardegnaBelloi ha inoltre riferito che “secondo il sindaco, che purtroppo ha vissuto anche l’alluvione del 2013, i quantitativi d’acqua che si sono riversati su Bitti sono superiori di quattro volte rispetto all’uragano Cleopatra“, che sette anni fa uccise 18 persone sull’isola. Evacuati precauzionalmente i comuni di Galtellì, Orosei, Loculi e Onifai, e interrotta per una frana la viabilità sulla SS389 tra Bitti e Orune. Sono almeno 150 gli interventi fatti stamani dai vigili del fuoco in tutta l’isola, mentre il presidente della Regione, Christian Solinas, manifesta in una nota la propria vicinanza alle comunità colpite e il più profondo cordoglio per le vittime, assicurando anche il tempestivo intervento della Regione per il ristoro dei danni. Per la Sardegna anche domani sarà allerta rossa, mentre è stata valutata allerta arancione per alcune zone di Calabria e Puglia.

Nel Nuorese – Ciccolini ha fatto evacuare per precauzione le famiglie residenti in via Brescia, nella parte bassa del paese. Lo stesso quartiere in cui, durante l’alluvione del 2013, era sprofondata un’autobotte dei pompieri. Tante le strade investite da piccole frane o allagamenti intorno a Nuoro, motivo per cui il sindaco Andrea Soddu, invita a non mettersi in viaggio “fino a quando lo stato di allerta non sarà rientrato” sulla “statale 129 (altezza Manasuddas) e la strada statale 131 diramazione centrale nuorese, in direzione Olbia. Sulla 131 Diramazione centrale nuorese, all’altezza di Marreri, la situazione è preoccupante a causa della pioggia e della visibilità ridotta”, ha continuato.

Galtellì – Ore di apprensione anche a Galtellì, uno dei paesi della valle del Cedrino, dove stanno arrivando grosse portate d’acqua dalla diga di Preda Othoni. Il sindaco Giovanni Santo Porcu ha disposto l’evacuazione di 150 persone che vivono nella parte bassa del paese, trasferite in delle strutture comunali. Le previsioni mostrano una situazione ancora difficile nelle prossime ore. “Stiamo monitorando la situazione ma prima di tutto stiamo cercando di tutelare l’ incolumità pubblica, con la speranza che le grosse portate d’acqua in arrivo nel pomeriggio vengano scaricate a mare – ha detto sindaco Porcu – L’auspicio è che la forte mareggiata che arriva dal mare permetta il deflusso delle acque.

Viabilità compromessa – Chiusa al traffico anche la strada statale 389 Buddusò e Correboi dal 76esimo chilometro al 65esimo in località Orune, a Nuoro, a causa di una frana. Chiusa anche la strada statale 129 Trasversale Sarda dal 22esimo chilometro al 32esimo in località Dorgali, a Nuoro. Il traffico viene deviato lungo la viabilità provinciale. Il personale di Anas è sul posto per il ripristino della normale circolazione nel più breve tempo possibile. È stata chiusa anche la strada statale 129 sud Occidentale Sarda in entrambe le direzioni dal 92esimo chilometro al 97esimo in località Guspini, provincia del Medio Campidano. Al momento il traffico viene deviato sulla statale 197 di San Gavino e del Flumini e sulla viabilità provinciale.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/28/maltempo-in-sardegna-tre-vittime-e-dispersi-nel-nuorese-crollato-ponte-tra-osidda-e-bitti-allagamenti-sullisola/6019821/

Parigi, disordini alla Marcia per le libertà.

 

Lacrimogeni, incendiato un cassonetto.


Tafferugli alla "Marcia per le libertà" di Parigi, dove la polizia ha lanciato alcuni lacrimogeni all'arrivo del corteo alla Bastiglia. Decine di migliaia di persone stanno manifestando pacificamente, soltanto all'arrivo del corteo nella piazza un gruppetto ha dato fuoco a un cassonetto dei rifiuti. 

La Marcia è partita da place de la République attorno alle 14, contemporaneamente a quella di Lione, Lille, Nantes, Rennes, Montpellier e almeno una decina di altre città in Francia. E' la protesta contro la legge sulla "sicurezza globale" - e in particolare sull'articolo 24 che vieta di fotografare e filmare poliziotti in azione - ma anche contro le violenze della polizia negli ultimi giorni, dall'evacuazione dei migranti al pestaggio del produttore musicale nero Michel Zecler.

A Parigi, almeno 20.000 agenti sono schierati a protezione di alcune strade piene di negozi e oggi affollate per il primo giorno di riapertura dopo il lockdown.

Per il sindacato di polizia, lo schieramento è insufficiente visti i potenziali rischi di infiltrazione della manifestazione - che arriverà a place de la Bastille - da parte di gilet gialli e black-bloc.

In testa al corteo parigino, in una giornata di sole splendente a Parigi, uno striscione portato da familiari di vittime di violenze della polizia. 

(nella foto: Parigi, disordini a manifestazione per le libertà (Ansa)

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2020/11/28/parigi-disordini-alla-marcia-per-le-liberta-_82ad4930-b303-4cb7-83a8-3e02f48c2487.html


Una cosa è certa: i francesi non si fanno posare la mosca sul naso... il loro pensiero di libertà, a torto o a ragione, lo manifestano sempre, in ogni occasione, sin dai tempi della rivoluzione francese. c.

Galassia cerca di resistere ad enorme buco nero al centro per non essere divorata del tutto.

 

Ci sono buchi neri supermassicci così voraci che possono arrivare ad inghiottire buona parte del materiale presente in un’intera galassia e quindi a distruggerla. I ricercatori hanno scoperto una galassia che sta correndo proprio un pericolo del genere ma che sembra in realtà resistere stoicamente grazie ad una notevole capacità di innescare ancora la crescita delle stelle.
I ricercatori hanno calcolato, utilizzando lo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA), che questa galassia sta infatti formando tantissime stelle ad un ritmo abbastanza veloce, ben 100 stelle delle dimensioni del Sole ogni anno.

I quasar possono non fermare la nascita delle stelle.

Si tratta di una scoperta che mostra che i buchi neri supermassicci attivi, quelli che di solito chiamiamo quasar e che si trovano al centro delle galassie, possono non fermare la nascita delle stelle, una cosa che va contro le previsioni scientifiche attuali, come spiega Allison Kirkpatrick, un assistente professoressa dell’università dell’Arkansas a Lawrence: “Ci sta portando a ripensare le nostre teorie su come si evolvono le galassie”.

Quasar “freddo” scoperto nella galassia CQ4479.

La razza presa in esame, denominata CQ4479, si trova all’enorme distanza di 5, 25 miliardi di anni luce da noi. Al centro di questa galassia gli astronomi hanno individuato un quasar, anzi un tipo speciale scoperto proprio dalla stessa Kirkpatrick che la scienziata denominato “quasar freddo”.
Si tratta di un buco nero supermassiccio attivo che “aspira” materiale circostante, anche intere stelle, ma che non ha ancora consumato tutto il grasso freddo. Questo significa che le stelle intorno ad esso possono ancora arrivare a formarsi e quindi la galassia tutto sommato sopravvive. Si tratta del primo “quasar freddo” analizzato con tale dettaglio.

Il buco nero triplicherà di dimensioni.

“Se questa crescita in tandem continuasse sia il buco nero che le stelle che lo circondano triplicherebbero di dimensioni prima che la galassia raggiunga la fine della sua vita”, spiega Kevin Cooke, ricercatore della suddetta università e autore principale della ricerca.
L’eccezionalità di queste osservazioni sta nel fatto che i quasar rappresentano tra gli oggetti più luminosi, oltre che più distanti, dell’universo. A causa del materiale che gira vorticosamente intorno ad essi, infatti, si viene a creare un livello tale di energia, di calore e di luce che quest’ultima eclissa tutto ciò che si trova intorno al buco nero stesso, anche l’intera galassia.

Formazione stellare e cattura del gas freddo possono coesistere.

La teoria attuale dei quasar prevede che questa energia catturi e in parte espella anche il gas freddo che è necessario per la formazione di una stella. Ciò provoca un colpo “letale” per l’intera galassia e ne arresta praticamente la naturale crescita. Tuttavia questo studio mostra che esiste un breve lasso di tempo in cui i due processi (formazione stellare e cattura ed espulsione del gas freddo da parte del buco nero) possono coesistere.
I ricercatori, grazie al telescopio SOFIA, hanno rilevato la luce infrarossa irradiata dalla polvere calda che innesca la formazione delle stelle in questa galassia ed hanno stimato anche la velocità di formazione stellare media degli ultimi 100 milioni di anni.

Si tratta di una fase temporanea e breve.

Si tratta comunque di una fase breve, temporanea e che può essere considerata come la fase iniziale della morte stessa della galassia. Il destino di CQ4479 è infatti segnato: prima o poi cederà agli effetti devastanti del quasar che comincerà ad inghiottire seriamente di tutto, anche i gas che servono per la creazione delle stelle.
Ora i ricercatori vogliono capire se sono molte le galassie che attraversano questa fase prima di “morire”. A tal proposito intendono utilizzare il telescopio James Webb che dovrebbe essere lanciato nello spazio tra pochi anni.

Approfondimenti

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(nella foto: rappresentazione artistica della galassia CQ4479 (credito: NASA/ Daniel Rutter)

Scoperta una galassia fossile nel cuore della Via Lattea.

 

Si chiama Ercole, è il residuo di una collisione di 10 miliardi di anni fa.

C’è una galassia fossile nascosta nel cuore della Via Lattea: si chiama Ercole e le sue stelle rappresentano oggi circa un terzo della massa dell’intero alone della nostra galassia. Ercole potrebbe essere ciò che resta di uno scontro galattico avvenuto circa dieci miliardi di anni fa, quando la Via Lattea era ancora nella sua fase iniziale di formazione.

È quanto emerge dallo studio pubblicato sui Monthly Notices of the Royal Astronomical Society dagli astrofisici coordinati dall’Università di Liverpool John Moores. La ricerca è basata sui dati raccolti dalla campagna osservativa Apogee (Apache Point Observatory Galactic Evolution Experiment) della Sloan Digital Sky Survey (Sdss) per lo studio dell’archeologia della Via Lattea, la cui evoluzione è ricostruita attraverso l’analisi della storia di centinaia di migliaia di sue stelle.

I resti di Ercole, malgrado le sue dimensioni, erano finora sfuggiti agli astronomi, perché ben nascosti nel cuore della Via Lattea. “Per trovare una galassia fossile come questa, abbiamo dovuto esaminare dettagliatamente la composizione chimica e i movimenti di decine di migliaia di stelle”, ha spiegato Ricardo Schiavon, dell’Università di Liverpool, tra gli autori dello studio. “Si tratta di un’analisi particolarmente difficile - ha aggiunto Schiavon - perché le stelle al centro della Via Lattea sono ben nascoste da nubi di polvere interstellare. Apogee ci ha permesso, però, di penetrare questa fitta coltre di polveri, e di vedere più a fondo che mai nel cuore della nostra galassia”.

Separare le stelle della Via Lattea da quelle di Ercole, spiegano gli esperti, è come cercare un ago in un pagliaio. Per Danny Horta, dell’Università di Liverpool, tra i coordinatori, “delle decine di migliaia di stelle che abbiamo esaminato, poche centinaia avevano composizioni chimiche e velocità molto diverse”. Per l’esperto, “si tratta di stelle così diverse che potrebbero provenire solo da un’altra galassia. Studiandole in dettaglio - conclude - potremmo risalire alla posizione e alla storia di questa galassia fossile”.

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2020/11/27/scoperta-una-galassia-fossile-nel-cuore-della-via-lattea_f056b148-9949-4768-a716-80b50c4f4d77.html?fbclid=IwAR1lUgBs_OqiZ_m4w23e0Kb2wCp6AW3U2GCfvMyAohVVJ17jLogud2RpYjc

Materia oscura, pincipio di parità violato? - Giulia Bonelli

 

Immaginiamo che l’intero universo possa riflettersi in un gigante specchio. Anche in questa versione cosmica ‘capovolta’, in linea teorica, tutte le leggi della fisica resterebbero valide. Si tratta di una simmetria nota come principio di parità, che indica appunto la capacità di un fenomeno di ripetersi immutato dopo un’inversione delle coordinate spaziali. I fisici hanno trovato diverse prove della validità cosmica di questo principio. Ad esempio, è stato dimostrato che l’elettromagnetismo funziona allo stesso modo indipendentemente dal fatto che ci si trovi nel sistema originale o in un sistema a specchio in cui tutte le coordinate spaziali sono state capovolte.

Eppure, secondo un nuovo studio condotto dall’High Energy Accelerator Research Organization giapponese e dal Max Planck Institute for Astrophysics tedesco, la violazione della parità potrebbe essere la chiave per comprendere i più grandi misteri del cosmo: la materia e l’energia oscura. Insieme, questi due ineffabili ingredienti costituiscono oltre il 95% dell’universo. Il che significa che tutte le particelle osservate fino a oggi occupano uno scarso 5% della massa e dell’energia conosciute. Tutto il resto è ancora da capire.

La nuova ricerca, pubblicata su Physical Review Letters, afferma che la materia e l’energia oscura potrebbero causare una violazione del principio di parità. Gli scienziati affermano di aver trovato questa violazione nella cosiddetta radiazione cosmica di fondo (o Cmb, dall’inglese cosmic microwave background), ovvero la radiazione elettromagnetica residua prodotta dal Big Bang che ancora oggi permea l’Universo. In particolare, gli autori della ricerca si sono basati su misurazioni della Cmb effettuate dal satellite Planck dell’Esa.

La chiave di tutto è la luce polarizzata ‘intrappolata’ nella radiazione cosmica di fondo. La luce è un’onda elettromagnetica che si propaga. Quando è costituita da onde che oscillano in una direzione preferita, i fisici la definiscono ‘polarizzata’. Per intenderci, la luce che proviene dal Sole non è polarizzata perché è costituita da onde che si propagano in tutte le direzioni. Invece la luce di un arcobaleno è polarizzata perché le sue onde seguono una direzione definita, venendo disperse dalle goccioline d’acqua nell’atmosfera. Allo stesso modo, la luce dello sfondo cosmico a microonde è stata polarizzata quando è stata diffusa dagli elettroni, circa 400.000 anni dopo il Big Bang.

I dati di Planck mostrano che questa luce polarizzata, che ha viaggiato attraverso l’universo per 13,8 miliardi di anni, potrebbe aver interagito con la materia o l’energia oscura, che a sua volta avrebbero fatto ruotare il piano di polarizzazione. In altri termini, avrebbero violato il principio di parità.

Gli autori dello studio parlano di una precisione delle misure del 99,2% – esiste quindi ancora un certo margine di errore. Ma se questi dati fossero confermati, ecco che la violazione di una importante teoria della fisica classica potrebbe aiutare a risolvere l’enigma della materia e dell’energia oscura.


https://www.globalscience.it/24106/materia-oscura-pincipio-di-parita-violato/?fbclid=IwAR2GMcl7sbOIph9-8VPv2kjWudqQaKJyJXEbLpIOGYUCA3Mcn0KEHIgSiRM

Fotana&Gallera hanno finito anche le scuse. - Antonio Padellaro

 

Non rispondono e scappano. Gli chiedono come sia possibile che a fine novembre le scorte di vaccino antinfluenzale a disposizione dei cittadini lombardi siano spesso introvabili, e loro balbettano, svicolano e se messi alle strette promettono immediate interviste chiarificatrici. Per poi dileguarsi oltre i cristalli del grattacielo della Regione e scomparire per sempre. Il fatto è che assessori e funzionari della giunta di destra non rispondono (giovedì sera all’inviato di Piazza Pulita) perché non sanno cosa diamine dire. E non sanno cosa dire perché la premiata ditta Fontana&Gallera, insieme ai vaccini ha esaurito anche lo stock delle spiegazioni accettabili (in un vortice di camici, cognati e paradisi fiscali). Certo, se proprio non vuoi aspettare inutilmente altre settimane, e forse mesi, in quanto cosiddetto soggetto fragile, per anzianità e patologie varie puoi sempre rivolgerti al benemerito San Raffaele. Dove sarai subito accontentato sborsando 65 euro sull’unghia. Una cifra che spiega nel modo più semplice ed efficace in cosa consista il “virtuoso” modello lombardo, quello che mette in virtuosissima concorrenza la sanità privata con quella pubblica. Dove infatti stravince la prima perché nella seconda il vaccino sarebbe pure gratis, ma purtroppo non c’è. Se tanto ci dà tanto, prepariamoci alla prossima delirante emergenza, quella del vaccino anti-Covid, che una volta validato sarà acquistato e gestito direttamente dallo Stato. Se esso sarà reso obbligatorio è l’interrogativo che appassiona tg e talk. Ma siamo sicuri che il vero problema riguarderà chi non vuole vaccinarsi? E non invece chi vuole vaccinarsi? Perché qualcosa ci dice che di fronte a una richiesta di massa ci sarà qualche Regione, una in particolare, che troverà il modo di far pagare anche questa volta ciò che dovrebbe essere gratuito. E chissà, nel sempre possibile caso di un esaurimento delle scorte, potrebbero pensarci i fan leghisti del caro amico Putin a rifornire del formidabile vaccino Sputnik i poveri lombardi. Che versando 65 euro potranno anche fare da cavia.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/28/fotanagallera-hanno-finito-anche-le-scuse/6019573/

Babbeo Natale. - Marco Travaglio

 

Il premio Coglionevirus del giorno se lo aggiudicano, ex aequo: l’addetto alle pompe funebri che s’è fatto un selfie col pollicione accanto alla bara aperta di Maradona; e gli autori dei cento e più articoli dell’ultima settimana per “difendere” e “salvare il Natale” dal governo dei senzadio che s’inventano il Covid e gli 800 morti al giorno per guastarci le feste. L’apoteosi s’è registrata ieri, dopo che il ministro Boccia ha confermato il coprifuoco alle 22 anche il 25 dicembre e, con una battuta, ha spiegato che “quest’anno non è un’eresia far nascere Gesù Bambino due ore prima”, anticipando la messa di mezzanotte. Apriti cielo. Sedicenti cattolici e noti mangiapreti sono insorti come un sol uomo ergendosi a Defensores Fidei: giù le mani dal compleanno di Gesù. E i giornaloni dietro. “‘Gesù nasca prima’. Caos messa di Natale”, “Boccia sposta Natale” (Giornale). “Boccia vuole stabilire quando nasce Gesù” (Libero). “Boccia surreale: ‘Gesù può nascere due ore prima’” (Verità). “Il caso della messa di Natale: ‘Gesù può nascere prima’” (Messaggero). “Anticipare di qualche ora la messa di Natale: il governo tratta con la Cei” (Repubblica). Poteva mancare l’illuminato parere di Salvini? Non poteva: “A me non sembra normale che un ministro della Repubblica, che si dovrebbe occupare delle emergenze, proponga una nascita anticipata di Gesù Bambino e manchi di rispetto a un Paese legato profondamente ai simboli cattolici”. Il pover’uomo dev’essere davvero convinto che Gesù di Nazareth sia nato alle 24.00 in punto del 25 dicembre di 2020 anni fa sotto il segno del Capricorno. Non sa che quella data è una convenzione priva di qualunque attendibilità storica.

Nei primi due secoli, in Oriente c’era chi celebrava il Natale il 20 maggio, chi il 20 aprile, chi il 17 novembre; e in Occidente chi il 28 marzo, chi il 25 dicembre. Nel IV secolo la Chiesa scelse la data attuale per cristianizzare una festa pagana dell’Impero romano: il Sol Invictus, in onore della dea Mitra vincitrice delle tenebre, coincidente con quello che si pensava essere il solstizio d’inverno (poi anticipato dagli scienziati al 21 dicembre). Ma in Oriente si optò per il 6 gennaio, in uno con l’Epifania. Del resto, se Gesù avesse voluto farci conoscere il giorno del suo compleanno, l’avremmo trovato nei vangeli. Che invece non fanno cenno alla sua data di nascita. Non solo al giorno, ma neppure all’anno. Tant’è che oggi, paradossalmente, gli storici lo collocano tra il 7 e il 4 avanti Cristo. Strano che la Madonna di Medjugorje, con cui Salvini vanta un filo diretto, non gliel’abbia detto. Forse voleva risparmiare al figlio gli auguri e i regali del Cazzaro, tipo i soliti rosari sbaciucchiati. O forse Salvini ha le pile del walkie-talkie scariche.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/28/babbeo-natale/6019544/