martedì 2 aprile 2019

Caserta, medici e infermieri assenteisti: 28 indagati. Uno era in viaggio all’estero e il figlio timbrava il cartellino.

Caserta, medici e infermieri assenteisti: 28 indagati. Uno era in viaggio all’estero e il figlio timbrava il cartellino

"Qua o ci arrestano a tutti quanti, o stiamo tutti in grazia di Dio. Tanto, come si dice, chi è senza peccato scagli la prima pietra". Parlavano così due dirigenti medici dell’ospedale "San Rocco" di Sessa Aurunca intercettati dai Carabinieri che indagavano sull'assenteismo nella struttura pubblica su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere.

Il dono dell’ubiquità. Essere in viaggio all’estero, ma risultare presente al lavoro: in ospedale. C’è anche questo episodio nella miriade di casi di assenteismo accertati dai Carabinieri che in due anni di indagini hanno filmato medici, infermieri e dipendenti dell’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca (Caserta) mentre sgattaiolavano via da un’uscita secondaria dopo aver timbrato il badge e a volte non rientrare neanche. Alcuni in verità, contando sulla complicità dei colleghi, in corsia o sala operatoria neanche ci arrivavano. Perché in ospedale non ci mettevano piede. Non solo assenteisti: ad ascoltare le intercettazioni i camici bianchi pensavano anche di poterla fare franca nonostante avessero capito che c’era un’indagine in corso dopo un controllo dei militari dell’Arma.
Sono 28 le persone indagate: sedici medici dell’ospedale casertano e due del Policlinico dell’Università Federico II, a Napoli. Gli altri dieci indagati sono dipendenti amministrativi ed infermieri. A 18 indagati è stata applicata dal tribunale la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria del luogo di svolgimento del lavoro, immediatamente prima e subito dopo l’ingresso alla sede lavorativa. In pratica saranno costretti ad andare a lavoro. sono stati raccolti elementi indiziari riguardo al reato associativo per la commissione di truffa e false attestazioni ai danni della Asl di Caserta.
Caserta, medici-infermieri assenteisti, 28 indagati “Uno era in viaggio all’estero, il figlio timbrava”
Volume 90%
L’intercettazione: “Io ho detto e allora l’ospedale rimane vuoto”.Tra i medici esistevano un vero e proprio patto secondo gli inquirenti che contestano l’associazione a delinquere e la truffa aggravata. “Qua o ci arrestano a tutti quanti, o stiamo tutti in grazia di Dio. Tanto, come si dice, chi è senza peccato scagli la prima pietra” dicevano due dirigenti medici. Durante una telefonata – dopo un controllo amministrativo effettuato dai militari dell’Arma – i due camici bianchi ridono e pensano di poterla fare franca, contando sul fatto che molti colleghi sono coinvolti: “Quello dice che si rischia il posto di lavoro… e ho detto, e allora l’ospedale rimane vuoto, ci licenziano a tutti quanti“. Tra i medici sette sono in servizio al reparto di Anestesia, gli altri lavorano Psichiatria, Pediatria e al 118. Le frasi captate dimostrano “il clima di illiceità presente all’interno delle strutture oggetto dell’indagine” e “la spregiudicatezza con cui venivano poste in essere le condotte criminose”.
Per gli indagati obbligo di firma prima e dopo il lavoro. Il danno complessivo alle case dello Stato è stato stimato in 21.406 euro, che sono stati sequestrati sui conti correnti degli indagati. La misura emessa dal gip è stata eseguita in varie località di residenza dei sanitari indagati, a Napoli, Caserta, Carinola, Sessa Aurunca, Mondragone, Cellole, Casagiove, Teano, tutte in provincia di Caserta, e a Gragnano (Napoli). L’inchiesta è iniziata nel febbraio 2017: oltre alle intercettazioni i carabinieri hanno installato telecamere vicino a tutti gli orologi presenti nell’ospedale e vicino all’uscita secondaria  sul retro della struttura che molti usavano per andare via durante l’orario di lavoro. Secondo gli investigatori tra medici esistevano un accordo per timbrare il cartellino ed assentarsi. Anche per tutto l’intero turno. In alcuni casi timbravano e andavano via in altri casi non varcavano neanche la porta dell’ospedale mentre altri colleghi timbravano per loro. Per sei posizioni – fanno sapere i carabinieri – sono stati raccolti elementi indiziari riguardo al reato associativo per la commissione di truffa e false attestazioni ai danni della Asl di Caserta.

Questo è quello che è stato fatto fin’ora dal M5S in 9 mesi di governo. - Viviana Vivarelli

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– Legge spazza corrotti
– Legge Reddito di cittadinanza
– Taglio delle pensioni d’oro
– Taglio dei vitalizi
– Aumento pensioni minime
– Pensioni di cittadinanza
– Decreto Sblocca-cantieri
– Decreto emergenze territorio
– Riduzione delle tariffe di gas e luce dal prossimo trimestre
– Rimborso ai cittadini truffati dalle banche
– Progetto Salario minimo orario garantito ai lavoratori
– Decreto Dignità del lavoro
– Fondo milionario per le start-up
– Taglio del 30% delle tariffe INAIL alle imprese
– Riduzione IVA per medie e piccole imprese
– Blocco aumento IVA per i consumatori
– Progetto di taglio del 100% IMU su capannoni per le           imprese
– Blocco trivellazioni
– Sblocco assunzioni Sanità
– Progetto Acqua pubblica
– Incentivi per i veicoli eco-sostenibile
– vietati i pignoramenti della prima casa….
– corrotti immediatamente cacciati dal Movimento
– candidati scelti dalla base
- parte degli emolumenti dei parlamentari dati a un fondo che fa da garanzia alle medie e piccole imprese
Voi che odiate tanto il M5S, cos’è che non vi piace?

UN ESPRESSO AVVELENATO. - Gianluca Ferrara

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In un articolo di questa settimana “L’espresso” ha definito noi parlamentari del Movimento Cinque Stelle: “incapaci”, “umiliati”, “vessati”, “palude”, “gregge fantozziano”, “anime morte”. 
Un attacco durissimo. In realtà, tale virulenza è solo l’ultimo rantolo di un giornalismo servizievole, ma morente, senza più alcuna dignità avvinto ai partiti e ai loro padroni. 
Eppure in un tempo non molto lontano questa testata ha prodotto inchieste davvero interessanti, prima di divenire strumento asservito a quel sistema che vede nel M5S un pericolo mortale. 
E’ evidente che noi siamo l’unica forza politica davvero innovativa, l’unica realtà in grado di sovvertire certe dinamiche consolidate da anni da quella miscela inquietante di massoneria, mafia, potentati economici finanziari e servizi segreti stranieri, falsamente divisi in destra e sinistra. Commetteremo degli errori, ma noi le mani le abbiamo pulite e libere.
Scrivo questa breve riflessione pensando ai miei colleghi del Senato che sento più come familiari che donne e uomini con cui condivido un’esperienza lavorativa così intensa e importante. Persone meravigliose che hanno messo da parte la loro professione e le loro famiglie per servire il Paese attraverso questo strumento a servizio dei cittadini che è il M5s.
A differenza delle menzogne veicolate nell’articolo dell’Espresso che ci descrive come dei trogloditi, il nostro gruppo parlamentare ha il più alto numero di laureati, il “problema” è che siamo stati scelti non da segretari di partito ma dai nostri iscritti. Il nostro “difetto” è che non abbiamo, prima delle elezioni, dovuto stipulare un contratto con cui ci impegnavamo a versare, in caso di elezione, alcune decine di migliaia di euro al proprio partito. Perchè i valenti giornalisti dell’Espresso non fanno un’inchiesta su questa forma di tangente? 
Perchè non hanno scritto che dall’inizio della nostra esperienza parlamentare tagliandoci lo stipendio abbiamo versato quasi 100 milioni di euro al fondo del microcredito che ha generato 16.000 posti di lavoro? Perché, invece, non hanno ricordato, che personaggi quali Matteo Renzi (tanto apprezzati dalla proprietà dell’Espresso) non ci viene quasi mai in quel Senato della Repubblica che voleva abrogare? E’ noto che Renzi è dedito a viaggiare in giro per il mondo tenendo conferenze a pagamento come ex presidente del Consiglio. Eppure io che ho circa il 99% delle presenze il signor Renzi, non l'ho quasi mai visti seduto negli scranni del Senato. 
Renzi e tanti altri lo stipendio lo incassano integralmente, noi “onorevoli nessuno” lo condividiamo con chi vuole creare un’attività o con i colpiti da alluvioni.
Mi sembra inaccettabile che siano scritte certe falsità, offese da giornalisti che ricevano finanziamenti pagati anche da quegli 11 milioni di italiani che ci hanno votato alle elezioni. L’Espresso (ma anche Repubblica entrambi del Gruppo Editoriale Gedi) se ne facesse una ragione serve molto di più per fermarci, perchè “è difficile vincere contro chi non si arrende mai”.


(Gianluca Ferrara - portavoce M5S in Senato, laureato in Scienze politiche.)

https://www.facebook.com/Gianluca.Ferrara.Saggista/photos/a.360932784031626/1415864211871806/?type=3&theater

Leggi anche l'articolo di "L'Espresso" di Repubblica.it:

http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2019/04/01/news/m5s-onorevole-nessuno-gaffe-1.333135?ref=HEF_RULLO

Agricoltura, il primo eco-diserbante è italiano: “Tutto è nato per salvare le api”. - Silvia Bia

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Si tratta di un composto a base di scarti di malvasia, lana e olio d’oliva scoperto da un team di ricercatori e imprese capitanato da Daniela Ducato, responsabile della filiera “Edizero Architecture for peace”. L’idea, maturata dopo anni di sperimentazioni e ricerche, è nata da un’esigenza molto concreta: salvare le api che morivano a causa degli agenti chimici dei diserbanti tradizionali.

Niente additivi chimici, glifosati e sostanze che avvelenano l’ambiente. Dall’Italia, e in particolare dalla Sardegna, arriva il primo eco-diserbante che promette di sostituire i tradizionali preparati sintetici considerati nocivi per coltivazioni, animali e anche per l’uomo. Il segreto? Un composto a base di scarti di malvasia, lana e olio d’oliva scoperto da un team di ricercatori e imprese capitanato da Daniela Ducato, responsabile della filiera “Edizero Architecture for peace”, che da anni lavora nel campo della bioedilizia e dell’agricoltura con innovazioni a zero impatto sull’ambiente che vanno dall’isolamento termico alle tinture o ai filtri marini.
“Nella realtà di tutti i giorni siamo sedotti da tutto quello che è chimico, ma le soluzioni alternative ci sono e possono dare risultati anche migliori, è soltanto una questione culturale” spiega Daniela Ducato, che con i suoi progetti è stata premiata recentemente in India tra i rappresentanti delle dieci migliori realtà più innovative al mondo. Il problema, chiarisce, “è che non ci rendiamo conto del pericolo delle sostanze che vengono utilizzate con tranquillità per esempio per il trattamento del verde urbano, e che invece nascondono seri rischi per gli animali domestici come cani e gatti, ma anche per i bambini che frequentano i parchi, o per noi stessi che mangiamo determinati prodotti”.
“Non ci rendiamo conto del pericolo delle sostanze usate per il trattamento del verde urbano. Nascondono seri rischi per gli animali domestici e per i bambini”
Una delle ultime trovate della squadra di lavoro messa insieme dall’innovatrice sarda è stato proprio l’eco-diserbante Natural Weed Control, un diserbante completamente naturale prodotto all’interno della filiera Ortolana, primo al mondo nel suo genere e già sperimentato con successo dall’Italia agli Stati Uniti. “Con Ortolana eravamo già impegnati nel campo degli agritessili, in cui utilizziamo prodotti tessili per il risparmio idrico e la rigenerazione del suolo – racconta Ducato – Volevamo fare un passo in più per creare qualcosa di naturale che potesse contribuire alle coltivazioni senza nuocere agli addetti ai lavori e ai consumatori finali, ma soprattutto che potesse essere messo in commercio e risultare competitivo sul mercato”.

Nel caso del bio-diserbante di Ortolana, tutto è cominciato dalle api. L’idea infatti, maturata dopo anni di sperimentazioni e ricerche, è nata da un’esigenza molto concreta: salvare le api che morivano a causa degli agenti chimici dei diserbanti tradizionali e salvaguardare allo stesso tempo l’agricoltura dagli effetti nocivi delle sostanze. “In Sardegna ci sono moltissimi apicoltori che chiedevano aiuto in quel senso, l’input è arrivato dall’associazione nazionale Città del Miele – racconta l’ideatrice del progetto –. Le api e le farfalle sono le prime a risentire delle conseguenze sui trattamenti del terreno, ma hanno la funzione importantissima di impollinare. Volevamo qualcosa che potesse risolvere il problema senza danneggiare l’equilibrio della natura”.
“Le api e le farfalle sono le prime a risentire delle conseguenze sui trattamenti del terreno, ma hanno la funzione importantissima di impollinare”
risultati hanno richiesto ricerche, studi e confronti con altre realtà che hanno collaborato alla realizzazione del prodotto finale, grazie anche alla sinergia creata da Coldiretti tra i vari attori in campo. Si è arrivati così a un mix virtuoso: dall’ingrediente della Malvasia di Bosa delle cantine Silattari alle macchine dell’azienda Cavalli&Cavalli, fino a Marco Cau, il laboratorio Agritettura e naturalmente alla linea Ortolana, che si occupa di agritessili e di produzioni agricole bio.

Fulcro dell’eco-diserbante è la lana di pecora, a cui si aggiungono scarti di olio d’oliva e altri ingredienti come le eccedenze delle lavorazioni vitivinicole e gli estratti dalla pulizia delle arnie, tra cui propoli o miele. Tutti elementi di scarto insomma, in grado di creare insieme un diserbante al cento per cento naturale che svolge la sua funzione non grazie agli agenti chimici, ma attraverso il vapore e il calore.
“Mettendo insieme questi elementi la pianta intrappola il calore e si secca già dopo due giorni dal trattamento. Inoltre le altre sostanze– chiarisce Ducato – favoriscono un effetto prolungato senza creare problemi al suolo o alterare il suo ph”. A seconda della composizione, il bio-diserbante può essere sfruttato per la protezione di orti, vigneti, frutteti e per il trattamento del verde urbano. E tutto, senza inquinare e con la massima sicurezza di dei consumatori e degli agricoltori, che possono utilizzarlo senza mascherine o protezioni, in quanto tutti gli elementi sono naturali. “Non possiamo permetterci di essere uguali agli altri – continua Ducato – la nostra ‘chimica verde’ deve avere migliori prestazioni di quella tradizionale”.
“Non possiamo permetterci di essere uguali agli altri la nostra ‘chimica verde’ deve avere migliori prestazioni di quella tradizionale”
Le performance del nuovo prodotto ideato dal team di impresericercatori hanno già ricevuto apprezzamenti non solo in Italia, ma anche in Francia e perfino negli Stati Uniti. L’eco-diserbante è stato utilizzato con successo per debellare le erbacce che crescevano incontrastate nelle aree urbane di Cagliari: “Il Comune ha provato di tutto, alla fine hanno chiamato noi e sono stati soddisfatti”.

Ma Sardegna e Italia non sono i soli a fare uso del primo diserbante bio al mondo. In Francia i viticoltori, ancora prima di quelli italiani, hanno già fatto incetta del prodotto e negli Usa l’eco-diserbante è impiegato da Gea Group, leader nella coltivazione di piante farmaceutiche, tra cui la pervinca del Madagascar, che serve per la cura della leucemia. Per ora i macchinari modificati ad hoc per il prodotto sono tre, ma il mercato è destinato a crescere insieme agli impieghi del diserbante, come dimostra l’interesse dimostrato in tutto il mondo per l’innovazione. Uno dei prossimi passi sarà quello dell’utilizzo pensato per le famiglie, magari per la coltivazione di piccoli orti casalinghi. Ma è solo l’inizio. “Nel settore c’è ancora molto da fare – conclude Ducato – Noi abbiamo avuto il ruolo di apripista e non ci tiriamo indietro, siamo fiduciosi che si possa andare sempre più avanti in questa direzione”.