lunedì 26 febbraio 2024

IL MISTERO DELLA SCOMPARSA DEI “VARNA”.

 

Fino a non molto tempo fa, la scienza si era convinta che gli uomini che vivevano in Europa circa 7.000 anni fa erano poco più che dei cavernicoli, che vivevano in capanne. Ora sappiamo che non potevamo essere più lontani dalla realtà. È solo da alcuni decenni che, infatti, in maniera del tutto casuale, venne scoperta una necropoli a Varna, una cittadina portuale e balneare bulgara sul Mar Nero, che conta oggi circa 330.000 abitanti. In quella zona sono state ritrovate circa 294 tombe, risalenti ad almeno 6.600 anni fa. Vale a dire che queste tombe sono almeno 1.400 anni più antiche della datazione comunemente affibbiata alle piramidi di Giza. È difatti la più antica necropoli d’Europa, ed è stata costruita in un periodo in cui, normalmente, si pensava non dovessero esistere delle necropoli. Perché?

Le necropoli altro non sono che gli antichi cimiteri. Ma se esiste un cimitero, ossia un luogo dove un gruppo di persone seppellisce i suoi cari, è ovvio che debba esistere un villaggio o una città in cui quei cari, prima di morire, sono vissuti. Ma era opinione comune che circa 7.000 anni fa in Europa gli umani non vivessero né in villaggi né tantomeno in città. Quindi l’esistenza di una necropoli di almeno 6.600 anni fa smentisce platealmente quello che pensavano gli archeologi. (Va detto che l’insediamento di Varna da cui provenivano quelle salme non è stato ancora ritrovato. Forse si trova interrato chissà dove).

Ma la necropoli di Varna non è un cimitero qualsiasi. Cosa ci si aspetterebbe di trovare in una necropoli così antica, della cosiddetta “età della pietra”? Pelli? Punte di frecce? Asce di pietra? E invece in molte di quelle tombe è stato trovato il più antico tesoro in oro della storia dell’uomo. Bracciali in oro, orecchini in oro, perfino oggetti a carattere sessuale in oro. Nel libro “Il mondo perduto della vecchia Europa – la valle del Danubio – 5.000 – 3.500 A.C.” viene detto che “il peso e il numero di oggetti d’oro trovati nella necropoli di Varna superano più volte il peso combinato e il numero di tutti i reperti d'oro trovati in tutti i siti di scavo dello stesso millennio, 5000-4000 a.C., provenienti da tutto il mondo, compresa la Mesopotamia e l’Egitto”. Avete capito bene. Nello stesso periodo, c’erano più oggetti d’ oro lavorati a Varna che in tutto il resto del mondo messo assieme. Il periodo in cui viveva la cultura Varna, quindi, più che “età della pietra” andrebbe chiamata “età dell’oro”.

La presenza di tanti oggetti d’oro in un numero elevato di tombe, evidenzia che questi oggetti fossero di uso comune per la gente di quel tempo, fino al punto di metterli nelle tombe con i loro morti. Questo indica che quella civiltà di ben 6.600 anni fa aveva un’ottima conoscenza della lavorazione dell’oro. Ma, secondo lo schema che l’archeologia ha avuto finora, quella civiltà in quella zona non avrebbe dovuto avere tale abilità.

Inoltre, non tutte le tombe avevano la stessa quantità di oggetti preziosi. Poche tombe erano stracolme di oro, altre avevano solo alcuni oggetti in oro. Questo vuol dire che esisteva già una società, delle classi sociali, e sicuramente del commercio in oro. La necropoli di Varna lascia supporre che coloro che la costruirono erano molto più vicini ad una civiltà intesa in senso moderno, che non a un gruppo di cacciatori-raccoglitori che lottava per sopravvivere, come si pensava in precedenza. Avevano la loro struttura sociale, il loro credo nei defunti, il loro commercio, il loro senso artistico, esattamente come li abbiamo noi oggi. Tutto questo lascia presupporre l’esistenza di villaggi/città, che non sono ancora stati ritrovati.

Dove sono finiti i villaggi o le città da cui provenivano le persone sepolte nella necropoli di Varna? Non sono stati mai ritrovati. Ma, come abbiamo detto precedentemente, è una ovvietà che se esiste un cimitero, deve esistere almeno un villaggio di grosse dimensioni da cui provenivano i morti. E doveva essere la città/villaggio di gran lunga più ricca e avanzata di qualsiasi altra città del mondo dello stesso periodo di tempo, visto che le loro tombe erano più ricche di quelle di tutto il mondo messo insieme (ovviamente rapportato allo stesso periodo).

Cosa ha spazzato via la misteriosa “Cultura Varna”?

L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

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Blanet: esistono i pianeti che orbitano intorno ai buchi neri? - Angelo Petrone

La possibilità che esistano dei pianeti che orbitano intorno ai buchi neri è concreta.

Nell’infinita vastità dello spazio, dove le leggi della fisica sono sottoposte a prove estreme, si pongono domande che sfidano la nostra comprensione dell’universo. Una di queste domande affascinanti è se potrebbero esistere pianeti che orbitano attorno ai buchi neri. Questa idea potrebbe sembrare al di là della fantasia, ma gli sviluppi recenti nella nostra comprensione dei buchi neri e dei sistemi planetari ci portano a considerarla seriamente. Un buco nero è una regione dello spazio dove la gravità è così intensa che nulla, nemmeno la luce, può sfuggire alla sua attrazione. Tuttavia, ciò non significa che la presenza di un buco nero escluda la possibilità di esistenza di pianeti nelle sue vicinanze. In effetti, la presenza di un buco nero potrebbe persino favorire la formazione di pianeti intorno ad esso. La chiave per comprendere questa possibilità risiede nella cosiddetta “zona abitabile” attorno al buco nero. Questa zona si trova ad una distanza tale dal buco nero che le condizioni permettono la presenza di acqua liquida sulla superficie di un pianeta. Anche se la presenza di un buco nero potrebbe comportare intense radiazioni e turbolenze gravitazionali, una distanza sufficientemente grande potrebbe consentire la formazione e il mantenimento di pianeti in orbite stabili.

Le simulazioni al computer suggeriscono che, in certe circostanze, potrebbe addirittura verificarsi la formazione di pianeti rocciosi o giganti gassosi in orbite stabili intorno ai buchi neri. Questi pianeti potrebbero avere condizioni atmosferiche e climatiche uniche, influenzate dalle particolari caratteristiche del loro ambiente cosmico. Tuttavia, trovare evidenze dirette di pianeti in orbita attorno ai buchi neri rimane una sfida tecnologica significativa. Gli attuali metodi di osservazione astronomica potrebbero non essere sufficientemente sensibili per rilevare tali pianeti, specialmente considerando che potrebbero essere oscurati dalla luminosità del buco nero stesso. Nonostante le sfide, la possibilità di pianeti orbitanti attorno ai buchi neri continua ad intrigare gli astronomi e gli appassionati di astronomia. Questo concetto non solo stimola la nostra immaginazione, ma potrebbe anche offrire nuove prospettive sulla diversità dei sistemi planetari e sull’ampia gamma di condizioni che possono supportare la vita nell’universo. In definitiva, mentre continuiamo a esplorare le profondità dello spazio e a scoprire nuovi misteri dell’universo, la domanda se possano esistere pianeti in orbita attorno ai buchi neri rimane una delle più affascinanti e stimolanti da esplorare.

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