lunedì 26 luglio 2021

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Patologie penali. “Mi è venuta un’embolia: colpa dei pm” (Beppe Signori, ex calciatore, Libero, 19.7). A me invece un giorno, per colpa dei pm, venne un’unghia incarnita.

Elettrodomestici. “Il trombettiere Travaglio, senza senso del ridicolo, afferma che la Cartabia ‘non distingue un tribunale da un phon’” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 25.7). Chiedo venia: volevo dire tostapane.

Brrr cha paura/1. “Draghi striglia Conte: o fai come dico io o tutti a casa” (Riformista, 21.7). Tutti a casa, così prendiamo due piccioni con una fava.

Brrr che paura/2. “La guerriglia grillina colpisce pure Cingolani. E lui minaccia l’addio” (Giornale, 19.7). L’unico rischio che corriamo è che la minaccia non venga mantenuta.

Brrr che paura/3. “Se qualcuno vuole minare il lavoro di Draghi si prenderà le sue responsabilità” (Ettore Rosato, coordinatore Iv, 19.7). Ha parlato il noto tutore della stabilità dei governi.

Lo stalker. “Figliuolo aumenta il pressing sulle Regioni: ‘Voglio il numero dei professori No Vax’” (Stampa, 23.7). Li chiama lui uno per uno.

Dovere di cronaca. “Fino a ieri non sapevo niente della pallamano in spiaggia” (Adriano Sofri, Foglio, 23.7). E sono bei problemi.

A grande richiesta. “Con questo governo l’avvocatura è tornata in Parlamento” (on. avv. Francesco Paolo Sisto, FI, sottosegretario alla Giustizia e difensore di Berlusconi nel processo Escort, Dubbio, 21.7). Per vincere i processi che perderebbe in tribunale.

A sua saputa. “Dopo il G8 De Gennaro voleva dimettersi. Dissi no perché già aleggiava lo spettro di Bin Laden” (Claudio Scajola, Riformista, 23.7). Poi si scoprì che era Bin Lader.

Un pesce di nome Zanda. “Riformare le carceri? Prima svuotiamole” (Luigi Zanda, senatore Pd, Riformista, 22.7). I detenuti li mandiamo tutti a casa Zanda.

Forza bavaglio. “I magistrati in servizio che non parlano fanno bene. Fanno invece male, e molto male, i pm che parlano” (Francesco Merlo, Repubblica, 23.7). Peccato non averlo saputo prima: sennò, ai tempi di Berlusconi, Repubblica sarebbe uscita tutti i giorni con dieci pagine bianche.

Astenersi incensurati. “L’invasione delle toghe nella politica: un virus da estirpare” (Emma Bonino, senatrice Più Europa, Riformista, 23.7). Da vecchia alleata di Craxi, Berlusconi, Previti e Dell’Utri, preferisce l’invasione dei delinquenti.

Animal House. “Ovviamente Conte sa che la riforma Cartabia non mette a rischio il processo per la strage di 43 persone (del ponte Morandi, ndr). Perché lo dice allora? Per spaventare e gabbare… È il vero parlar male: dal turpiloquio chiaro di Grillo al turpiloquio oscuro di Conte” (Francesco Merlo, Repubblica, 21.7). Ovviamente la riforma Cartabia mette a rischio tutti i processi, anche per reati precedenti al 2020 grazie al favor rei, come ben sanno gli avvocati difensori del gruppo Autostrade che hanno già annunciato ricorsi per il favor rei. Dal turpiloquio chiaro di Grillo al turpiloquio somaro di Merlo.

Chi non muore si risiede. “Non partecipo a questo gioco al massacro e me ne vado da Più Europa a testa alta prima che mi facciate fuori voi. Non voglio più starci, ma immagino non sia un problema per nessuno… Tenetevi pure il mio seggio parlamentare, è a disposizione, non vi preoccupate” (Emma Bonino, 14.3). “Torno in Più Europa, c’è tanto lavoro da fare insieme” (Emma Bonino, 18.7). Delle due l’una: o nessuno s’era accorto che se ne fosse andata, o qualcuno l’aveva presa sul serio chiedendole indietro il seggio.

È venuto giù l’Armando. “No ai muri contro la riforma. Va messa alla prova prima di bocciarla” (Armando Spataro, ex pm, Corriere della sera, 21.7). Giusto: prima ammazziamo un processo d’appello su due, poi vediamo di nascosto l’effetto che fa.

Robin Hood alla rovescia. “Industria senza risorse. La colpa è del reddito e del welfare elettorale” (Marco Bentivogli, “sindacalista”, Giornale, 21.7). Fate la carità alla povera Confindustria.

Mancava solo lui. “Bertolaso firma i referendum sulla giustizia: ‘Riforma madre di tutte le battaglie’” (Verità, 23.7). Firma anche la massaggiatrice brasiliana?

Premio Sambuca. “Premio Spadolini a Maurizio Molinari” (Repubblica, 22.7). Povero Spadolini, non meritava.

I titoli della settimana/1. “Ora parla Palamara: ‘La mia verità’” (Dubbio, 21.7). Ora?

I titoli della settimana/2. “Il leghista spara. La sinistra ci marcia” (Libero, 22.7). Ah, ecco di chi è la colpa: della sinistra.

I titoli della settimana/3. “Mario è stufo di trattare coi partiti” (Libero, 23.7). Povera stella.

Il titolo della settimana/4. “Noi stiamo con la scienza, non con i partiti” (Pietro Senaldi, Libero, 24.7). Senaldi con la scienza: uahahahahahah.

I titoli della settimana/5. “Quel timor panico di Travaglio e soci di vedere Cartabia sul Colle” (Francesco Damato, Dubbio, 20.7). Ti dirò: più che timor panico, è proprio vomito.

ILFQ

Green pass e Pil, cosa rischia l’Italia se rallenta la campagna vaccinale. - Dino Pesole


 










Le prospettive per l’economia italiana restano incoraggianti ma la ripresa va protetta dai rischi legati alla circolazione delle varianti e dalla frenata delle prime dosi. È prioritario evitare nuovi provvedimenti restrittivi in autunno.

Le prospettive per l’economia italiana restano incoraggianti, tanto che la Banca d’Italia fissa l’asticella per il Pil del 2021 al 5,1%, contro il 4,5% previsto dal governo in aprile, ma non si possono sottovalutare le incognite, che ancora una volta hanno a che fare con la ripresa dei contagi e con l’andamento della campagna vaccinale.

L’attenzione è ora tutta sul “Green pass”.

Approvato in Cdm il decreto su Green pass e nuove restrizioni anti-contagio, scatterà l’obbligo anche in zona bianca di presentare la certificazione verde per spettacoli, viaggi, sport. Una scelta resa necessaria dall’andamento dei contagi, con il chiaro intento di prevenire fin d’ora che in autunno si debba ricorrere a nuovi provvedimenti restrittivi che avrebbero immediate conseguenze sull’economia, ponendo a serio rischio la ripresa. La variante Delta del virus va contrastata con decisione, come mostrano i dati della capitale che ha visto quintuplicarsi i contagi in seguito ai festeggiamenti seguiti alla vittoria della nazionale italiana di calcio ai campionati europei dello scorso 11 luglio.

Il problema è che si è in presenza di un pericolo reale, e come ha spiegato la commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides la variante Delta sarà dominante a fine agosto, e dunque occorre potenziare al massimo la campagna vaccinale che resta l’unico strumento a disposizione per evitare una nuova ondata dei contagi.

Cosa rischiamo se frena la campagna vaccinale?

Il calcolo è presto fatto. Senza green pass e senza un’accelerazione della campagna vaccinale che conduca in autunno all’immunizzazione di gran parte della popolazione, il Governo sarebbe costretto a ricorrere a nuove chiusure, a imporre nuovi limiti alla libertà di circolazione delle persone in coincidenza peraltro con l’avvio dell’anno scolastico.
Gli effetti della variante Delta, peraltro, si sono già evidenziati sul fronte delle prenotazioni con un impatto sull’andamento della stagione turistica. Il turismo è fondamentale per la ripresa, poiché contribuisce per il 13% al Pil.

L’incertezza resta elevata - ha avvertito il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco - e la vaccinazione sta senz’altro contribuendo alla ripresa economica. Potremmo cedere sul terreno decimali, se non punti di Pil, ed è un rischio che va assolutamente scongiurato. Nella situazione fotografata dalla Commissione europea nelle sue recenti stime macroeconomiche del 7 luglio, il Pil del nostro Paese crescerebbe del 5% quest’anno e del 4,2% il prossimo, a patto però che si prosegua a ritmo incessante nella campagna vaccinale.

Pil e riforme.

Arginare l’avanzata della nuova variante del virus è del resto precondizione indispensabile per preparare il terreno (anche in termini di inversione delle aspettative e di ripristino del clima di fiducia di cittadini e imprese) perché le riforme in agenda possano dispiegare a pieno i loro effetti.
Nessuna riforma, anche la migliore e ben strutturata, può produrre risultati nel breve e medio periodo, se non si inserisce in un contesto economico e sociale in grado di valorizzarne a pieno le potenzialità.
Sulla riforma della giustizia, restano distanze all’interno del Governo (in particolare da parte del Movimento 5 Stelle) per quel riguarda i contenuti delle norme approvate lo scorso 9 luglio dal Consiglio dei ministri (la maggior parte degli emendamenti presentati finora si concentra sul tema caldo della prescrizione).

Ma entro fine luglio dovrebbero vedere la luce anche il disegno di legge delega sulla riforma fiscale e la nuova legge sulla concorrenza. Una road map molto impegnativa, che il presidente del Consiglio Mario Draghi giudica indispensabile per accedere non solo ai primi fondi in arrivo dall’Europa (pari a circa 25 miliardi) ma soprattutto le tranche successive del Next Generation Eu.

In Europa si corre ai ripari

Dalla Francia all’Olanda e alla Spagna, è corsa al green pass per salvare le economie dalle conseguenze di nuovi provvedimenti restrittivi. Se si andasse verso nuove chiusure in piena estate, ne pagherebbe le conseguenze il Pil dell’eurozona in primis, e a cascata anche la nostra economia.
Le stime della Commissione prevedono che l’Unione europea possa tornare ai livelli di crescita antecedenti all’esplodere della pandemia entro la fine del 2022. Ma è evidente che in autunno anche la stima per l’Italia dovrebbe essere rivista al ribasso se fosse necessario varare nuovi provvedimenti restrittivi.

Una certa aleatorietà è insita in tutte le previsioni, ma in questo caso lo scarto tra le stime formulate finora e lo scenario che potrebbe determinarsi in autunno resta ampio. Per la nostra economia ciò significherebbe allungare i tempi per un pieno recupero dei punti di Pil persi nel 2020 (8,9%), con un impatto evidente sul versante dell’occupazione. Ecco perché occorre non solo ricorrere a tutti gli strumenti a disposizione per incrementare il numero delle somministrazioni del vaccino (con annesso il green pass) ma anche attivare una campagna informativa a tappeto che sintetizzi un semplice concetto: la libertà di non vaccinarsi ha dei costi e va tutelata la libertà di non essere infettato da parte di chi si è vaccinato o si accinge a farlo.

IlSole24Ore

EPPUR SI MUOVONO. - Rino Ingarozza

 

Ho visto i filmati, i reportages delle manifestazioni contro il green pass.
Ascoltando i partecipanti nei vari filmati e nelle poche interviste (l'intervistatore di Fanpage è stato offeso ripetutamente e malmenato)
ho capito che più che per il green pass protestavano contro il vaccino.
Protestavano al grido "'originale" di dittatura sanitaria e libertà libertà. Termini veramente originali.
Facendo un po' di cronistoria e partendo dall'inizio abbiamo visto più volte la gente in piazza e man mano le motivazioni cambiavano, venivano aggiornate, con molta confusione, direi.
E allora siamo passati da
"È tutto studiato per far fuori i cinesi"
a "Sono stati i cinesi per far fuori l'occidente"
a "Vogliono dimezzate la popolazione mondiale" a "Vogliono introdurci un microchip per controllarci" (giuro, l'ho sentito più volte) a "Non ce n'è coviddi" a "'è solo un raffreddore" a "la mascherina non serve a niente" a "ci vogliono tenere chiusi in casa"
"Si sono inventati il covid per favorire le case farmaceutiche che producono il vaccino" a "Non si sa cosa c'è dentro il vaccino".
E quindi abbiamo avuto i "no covid"
i "no masch" i "'no vacc" i "no chiusur" i "no apertur" i " no lockdown" i "no green pass" i "'no dittatur sanitar" i "no qualsias cos".
Bene, intanto credo che bisogna fare i complimenti a questi manifestanti perché sanno di tutto. Sanno di medicina (in modo particolare di epidemiologia), sanno di servizi segreti, di strategie, di vaccini, di cure, di politica, ma anche di moda, di cucina, di cinema, di calcio. Sanno di tutto.
Credo che manifestare il proprio dissenso sia una cosa assolutamente lecita e doverosamente accettabile. Quello però che non è accettabile è la protesta comunque. La protesta contro le misure per il covid. Solo e soltanto per il covid. Anche con motivazioni contrastanti tra loro, o, permettetemelo, alcune alquanto ridicole.
Ma voglio anche sorvolare sulle motivazioni, però mi nasce spontanee una domanda, per questi signori:
- in Italia abbiamo avuto le pensioni baby (per alcune categorie privilegiate), la continua crescita del debito pubblico, numerosi condoni per evasori e furbetti vari, aumenti notturni di emolumenti per i Parlamentari nazionali, consiglieri regionali e comunali. Abbiamo avuto Governi disastrosi, aumenti continui dell'età pensionabile, innumerevoli politici colti con le mani nella marmellata, addirittura mafiosi certificati. Abbiamo avuto Berlusconi, Monti, Fornero, Renzi ed ora Draghi. Abbiamo avuto persone che bruciavano il tricolore, che offendevano un popolo, odiatori seriali. Abbiamo avuto e abbiamo pennivendoli venduti che raccontano le loro verità ('quelle che fanno comodo ai loro padroni) e non le verità.
Abbiamo gente che siede in Parlamento da venti trent'anni. Abbiamo avuto Parlamenti che hanno ignorato un voto popolare sul finanziamento pubblico ai partiti, cambiandogli solo il nome.
Abbiamo avuto un personaggio che ha tolto la massima garanzia per i lavoratori e cioè l'articolo 18. Lo stesso personaggio che ha "spergiurato" di abbandonare la politica, in caso di sconfitta nel referendum da lui indetto.
Abbiamo avuto continui aumenti ingiustificati di tutto.
Abbiamo avuto aumenti e ripristini di vitalizi ai condannati.
Tentativi di immunità per le loro porcate.
Abbiamo avuto tutto questo e molto altro.
Allora la domanda è:
DOVE ERAVATE?
Tutti il lockdown? In perenne "'e a me che me ne frega?"
Eppur si muovono.
Rino Ingarozza (26/04/2021 FB)