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mercoledì 8 settembre 2021

Ruby ter, disposta perizia sulle condizione di Berlusconi. La pm: “È vecchiaia, senza il suo stuolo di medici sarebbe qui a fare il processo”.

 

Di fronte all'ennesima richiesta di legittimo impedimento, il collegio della settima sezione penale di Milano ha deciso per una perizia medico legale sulle condizione di salute del leader di Forza Italia. La procuratrice aggiunta Siciliano: "Lo abbiamo visto scorrazzare in kart nella sua Sardegna, parlare con i leader politici. Se non fosse supportato da una serie di medici infinita e di avvocati sarebbe qui a farsi il processo". L'avvocato: "Negli ultimi tempi diversi episodi di fibrillazione atriale, medici preoccupati".

Serve una perizia medico legale sulle condizione di salute di Silvio Berlusconi per “poter prendere una decisione motivata e ragionata” sul processo Ruby ter. Dopo uno stop di oltre tre mesi, questa è la decisione presa dal collegio della settima sezione penale di Milano, presieduto da Marco Tremolada, di fronte all’ennesima richiesta di un rinvio per motivi di salute presentata martedì dai legali del leader di Forza Italia. Il processo è stato rinviato al 15 settembre per conferire l’incarico ai periti. Quello di Berlusconi è un “quadro di malattia di vecchiaia“, ha spiegato la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano davanti ai giudici, sottolineando che l’imputato “lo abbiamo visto scorrazzare in kart nella sua Sardegna, parlare con i leader politici“. “Se non fosse supportato da una serie di medici infinita e di avvocati sarebbe qui a farsi il processo”, ha detto Siciliano, che sostiene l’accusa con il pm Luca Gaglio. “C’è stato sicuramente un moderato miglioramento nel periodo estivo, che però invece negli ultimi tempi è stato al tempo stesso condizionato da diversi e importanti episodi soprattutto di fibrillazione atriale, che sono quelli che maggiormente preoccupano i medici“, ha sostenuto invece il legale di Berlusconi, Federico Cecconi.

L’istanza di rinvio si basava sulla certificazione medica allegata e l’esito dei controlli a cui si è sottoposto l’ex premier al rientro dalle vacanze a Villa Certosa, in Costa Smeralda. Nelle ultime due settimane per tre volte Berlusconi è andato al San Raffaelelunedì per una visita durata circa 15 minuti con il suo medico personale, il dottor Alberto Zangrillo, il 26 agosto per una serie di analisi che hanno comportato il ricovero per una notte, mentre mercoledì scorso per altri accertamenti durati poche ore. Dal 2016 ad oggi “noi non abbiamo mai chiesto una verifica e un controllo sulle certificazioni”, ha sottolineato la pm Siciliano in Aula. “Le malattie si curano, ma la vecchiaia è una malattia ingravescente”, ha aggiunto, ricordando che il quadro rappresentato dalla difesa prima dell’estate presentava una “gravissima situazione psicologica” del leader di Fi. Nel corso dell’estate, però, le condizioni di Berlusconi apparivano migliorate: “Abbiamo visto che l’imputato Berlusconi stava meglio, lo abbiamo visto scorrazzare in kart nella sua Sardegna, parlare con i leader politici, decidere del nostro futuro e di quello dei nostri figli”, ha sottolineato l’aggiunta, precisando però che a fronte di questo “è arrivata la richiesta di legittimo impedimento” e “nuovi certificati fatti con la telemetria, cioè in una situazione tale che il medico non si è dovuto nemmeno scomodare a visitarlo”.

Quello di Berlusconi è un “quadro di malattia di vecchiaia, costellato da patologie compatibili con la vecchiaia, il quadro di uomo vecchio che nel corso della sua vita ha avuto tante patologie, un uomo molto vecchio, ripeto, con tante piccole fastidiose patologie”, ma che “se non fosse supportato da una serie di medici infinita e di avvocati sarebbe qui a farsi il processo”, ha detto Siciliano, spiegando che, anche sulla base delle relazioni mediche presentate dalla difesa, “questo quadro” non è “tale da costringere 50 persone a rinviare” il processo. L’istanza del leader di Fi, dunque, per l’aggiunta Siciliano e per il pm Luca Gaglio, doveva essere “respinta“.

Silvio Berlusconi ha “ancora necessità di riposo assoluto per evitare” ci sia ancora una “recrudescenza di questi episodi” di fibrillazione atriale cardiaca che sono quelli che più preoccupano il “pool” di medici che lo sta seguendo, ha invece spiegato l’avvocato Cecconi, illustrando ai giudici l’istanza di legittimo impedimento. “Tra il 30 agosto e l’1 settembre ha avuto vari episodi di fibrillazione, uno durato anche più di 9 ore“, ha aggiunto il legale, chiarendo poi che, secondo i medici, non si può escludere la “cronicizzazione” di questi problemi di salute. Stabilire se Berlusconi, per via dei suoi problemi di salute, abbia la capacita di stare in giudizio “è un problema legato proprio a queste situazioni che possono essere destabilizzanti anche perché incominciamo ad avvicinarsi a una serie di fasi processuali, come ad esempio l’interrogatorio, dove la sua presenza è inevitabilmente importante”, ha sostenuto ancora l’avvocato Cecconi.

Lo scorso 26 maggio il Tribunale aveva concesso un lungo rinvio di tre mesi e mezzo, rigettando la richiesta di accusa e difesa di stralciare temporaneamente la posizione di Berlusconi per andare avanti con il dibattimento solo per gli altri 28 imputati, tra cui le molte ‘olgettine‘ accusate di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari riguardo alle serate del ‘bunga-bunga‘. La difesa, comunque, ha già ottenuto lo ‘stralcio’ nel filone processuali sul Ruby ter pendente a Siena. Il processo va avanti dal 2017 senza che ancora si sia conclusa l’istruttoria dell’accusa: mancano due testi convocati dai pm tra cui il ragionier Giuseppe Spinelli, collaboratore fidato di Berlusconi e definito ‘ufficiale pagatore’ delle ragazze ospiti delle “cene eleganti”. Nel frattempo, le imputazioni di falsa testimonianza sono a un passo dalla prescrizione.

“La decisione del Tribunale mi sembra equilibrata a fronte di consulenze tecniche e certificazioni”, è stato il commento dell’avvocato Cecconi, dopo la decisione dei giudici. “È un po’ ondivaga la posizione della Procura, ma lo dico senza nessuna forma di polemica”, ha aggiunto. “Qui – ha proseguito Cecconi – ci sono i consulenti tecnici e poi i medici curanti di altissimo profilo che hanno fatto una fotografia molto asettica che noi doverosamente dovevamo rappresentare al Tribunale. Credo – ha spiegato – che in termini di onestà intellettuale si debba anche apprezzare che questi medici non hanno espresso poi una prognosi così circostanziata in termini di impedimento, ma hanno fatto una fotografia da adesso e quindi trovo che la valutazione, attraverso la quale il tribunale ha risolto questa diatriba, è molto ordinata e corretta”.

ILFQ

sabato 17 luglio 2021

Ecco perché il Green pass è costituzionale e può limitare alcune libertà. - Carlo Melzi d'Eril e Giulio Enea Vigevani

 

La Costituzione tutela la salute come interesse della collettività ed è quindi ammissibile limitare la libertà di chi non si vaccina, ma le cure vanno garantite a tutti.

I punti chiave


Alla sola ipotesi di introdurre anche in Italia il possesso del green pass per consentire l’accesso a stadi, ristoranti e altri luoghi pubblici si è risposto soprattutto con slogan. L’idea è stata liquidata come uno scherzo dal leader della Lega, definita addirittura «raggelante» da Giorgia Meloni, in insanabile contrasto con la libertà individuale «sacra e inviolabile». Dall’altra parte, non manca chi auspica una soluzione del genere come una sorta di giusta punizione per i reprobi che si sono sottratti al dovere etico di vaccinarsi e propone addirittura di far pagare le cure a chi si ammala «per colpa sua».

Tutto ciò distrae da una questione che è, invece, terribilmente seria e davvero merita di essere sottratta alla propaganda, specie ora che la maggioranza degli italiani ha ricevuto almeno la prima dose e quindi una prospettiva del genere diventa assai più concreta.

Quando la campagna vaccinale stava per partire ci eravamo chiesti se lo Stato avrebbe potuto costringere i cittadini alla profilassi. Anche allora, infatti, alcuni si opponevano per principio sventolando il vessillo della libertà, quasi mai però declinandone un significato intellegibile.

Cosa dice la Costituzione.

Nella nostra Costituzione, dicevamo, la salute non è tutelata solo come diritto fondamentale del singolo ma altresì come interesse della collettività. Ciò consente l’imposizione di un trattamento sanitario se diretto «non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri», come ha stabilito la Corte costituzionale nel 2018.
D’altro canto, la Costituzione stessa consente di introdurre limiti alla libertà di circolazione proprio per motivi di sanità. Intravediamo quindi lo spazio per istituire, per legge, non tanto una prescrizione, un trattamento sanitario obbligatorio, quanto qualcosa che somigli a un onere.

Per chi scatta l’obbligo del vaccino.

Si potrebbe subordinare alla vaccinazione l’esercizio di professioni che impongono il contatto con molte persone, a maggior ragione quando si tratta di persone fragili. Pensiamo a medici, insegnanti, forze dell'ordine.
Alla medesima condizione potrebbe essere sottoposta la partecipazione a eventi o contesti in cui il contagio rischia di diffondersi con rapidità, come concerti, stadi, discoteche e persino ristoranti o mezzi di trasporto pubblico.
Non vedremmo particolari difficoltà a estendere simili limitazioni alla frequentazione di scuole o luoghi di culto, qualora si dimostrasse che appunto si tratta di contesti ove il virus circola in modo più veloce.

E ciò non solo per evitare la diffusione di focolai, ma anche per consentire alle persone che non possono usufruire del vaccino per ragioni di salute – che sarebbero ovviamente esonerate dall'onere del “green pass” – di esercitare quei diritti che altrimenti sarebbero loro preclusi per elementari ragioni di prudenza.

Le condizioni per l’obbligo.

Certo, tutto ciò ad alcune condizioni: che la scienza garantisca, entro i confini in cui può farlo, la sicurezza dei vaccini e la loro indispensabilità per superare la pandemia; che sia diffusa una campagna di capillare informazione circa i molti benefici e i lievi rischi; che sia consentito a chiunque intenda vaccinarsi di farlo.

Questo scrivevamo mesi fa e questo sottoscriviamo oggi quando quelle condizioni che allora auspicavamo sembrano essersi tutte verificate. Sicché non vediamo difficoltà a che il Parlamento introduca limitazioni per chi avrebbe potuto vaccinarsi e ha scelto di non farlo. Ci pare infatti che una simile iniziativa corrisponda a un bilanciamento fra beni giuridici ben orientato dal punto di vista costituzionale. In particolare, di fronte a una pandemia che mette a serio rischio la vita, bene primario in assenza del quale gli altri beni nemmeno esisterebbero, questi ultimi ben possono essere compressi per tutelare il primo.

Vale il principio di ragionevolezza.

Come si opera questo bilanciamento? In base ad alcune regole note, declinate seguendo il principio di ragionevolezza. Possiamo ricordarne alcuni: i beni collettivi possono fare premio su quelli individuali; in base al principio di solidarietà, le persone più deboli debbono essere tutelate; in base a quello di responsabilità, chi si è posto in una posizione di rischio che avrebbe potuto evitare senza difficoltà, può essere, in una certa misura, meno tutelato di chi quella stessa posizione di rischio non ha potuto evitare; infine, situazioni emergenziali possono giustificare una maggiore compressione, per il tempo strettamente necessario, di alcuni diritti fondamentali.

Lo ribadiamo: la legge può limitare, senza comprimerla del tutto, la libertà di movimento e di riunione di chi, potendo vaccinarsi, non l’ha fatto per sua libera scelta, contro l’opinione della comunità scientifica. Ciò, al fine di debellare il virus e garantire l’esercizio pieno di tali libertà alle persone escluse dalla profilassi per motivi di salute.

In quest’ottica qualcuno addirittura ipotizza di escludere dalle cure chi abbia rinunciato alla prevenzione. Non condividiamo una simile soluzione, almeno oggi in cui non esiste una scarsità di risorse tali da imporre scelte drammatiche. Accettare questa impostazione significa porsi su una china pericolosa e in contrasto con l’idea della salute come diritto assoluto, di cui si gode indipendente dalle scelte di vita. All’estremo, infatti, seguendo questa “strada” gli ospedali potrebbero “respingere” chi ha avuto una condotta di vita poco sana, oppure a chi si è messo in pericolo o a chi ha attentato alla propria vita.
E noi preferiamo vivere in un Paese che si prende cura di fumatori obesi, appassionati di sport estremi e aspiranti suicidi.

IlSole24Ore

venerdì 26 marzo 2021

B. ricoverato: dall’uveite alla “Spinellite”, diserta l’udienza del Ruby ter. - Gianni Barbacetto

 

Strategia - Non si avvale del “legittimo impedimento” ma evita l’incontro con il “cassiere”.

Prima di tutto la salute. E sulla salute non si scherza. Silvio Berlusconi negli ultimi mesi ha avuto più d’un problema medico, il Covid, il ricovero al San Raffaele per infezione da coronavirus, poi la degenza all’ospedale di Monaco per disturbi cardiaci. Ieri era di nuovo al San Raffaele di Milano. È stato il suo avvocato, Federico Cecconi, a spiegarlo davanti ai giudici che lo devono giudicare, insieme a 28 suoi coimputati, per corruzione giudiziaria nel processo Ruby 3. “Voglio dare atto a verbale che Berlusconi per problematiche di salute è da lunedì mattina ospedalizzato”, dice Cecconi nella grande aula approntata causa Covid nei padiglioni della Fiera di Milano. Ma il difensore ha “deciso di non avanzare istanza di legittimo impedimento”, dunque il processo è proseguito comunque. E nel pomeriggio, a udienza conclusa, il paziente è stato per fortuna dimesso dall’ospedale.

È la difesa a collegare salute e processi, con Cecconi che a fine gennaio dice in aula che è in corso “una sorta di monitoraggio processuale delle condizioni di salute” di Berlusconi. Di udienza in udienza. Ieri mattina, Silvio avrebbe dovuto incontrare in aula un suo fedele dipendente, il ragionier Giuseppe Spinelli, il cassiere personale, il suo portafoglio umano, quello che gli allunga i soldini di cui ha bisogno. E che allungava buste gialline gonfie di banconote da 500 euro a Karima El Mahroug detta Ruby e alle decine di ragazze che affollavano le feste del bunga-bunga ad Arcore. L’incontro non c’è stato. Assente Berlusconi, assente anche il ragionier Spinelli, che ha presentato, lui sì, istanza di legittimo impedimento, chiedendo che la sua testimonianza sia rimandata a una prossima udienza. L’incontro Spinelli-Berlusconi davanti ai giudici non riesce mai a verificarsi. Una volta era l’uveite a tenere lontano Silvio dal processo Ruby. Era l’8 marzo 2013, quando gli occhialoni neri, l’infezione agli occhi, la diagnosi di uveite e il ricovero al reparto D del San Raffaele erano serviti a Silvio per saltare le udienze del primo processo Ruby. Allora i giudici del Tribunale non erano stati teneri e avevano disposto una visita fiscale, che aveva scatenato la più clamorosa delle proteste mai viste a Palazzo di giustizia, con decine di parlamentari che avevano marciato sul Tribunale, avevano tentato di occupare l’aula del processo, fatta però sigillare dal pm Ilda Boccassini, e poi erano sostati a lungo, a favor di telecamera, sulla scalinata davanti al Palazzo. Guarita l’uveite, scatta la spinellite. Silvio e il suo portafoglio non si devono incrociare in aula. Vedremo che cosa succederà nelle prossime udienze e se lo storico incontro finalmente ci sarà. L’ultimo anno è stato duro per tutti, anche per Silvio Berlusconi. Il 9 febbraio 2021, si era mostrato in gran forma a Palazzo Chigi, all’incontro con l’allora presidente incaricato Mario Draghi alle prese con le consultazioni per formare il nuovo governo. Ma è stato un attimo: pochi giorni dopo, sono tornati a prevalere i problemi di salute.

Il 14 gennaio, convocato dalla Procura di Roma per essere sentito come persona informata sui fatti (indagine sull’audio registrato ad Arcore del giudice Amedeo Franco), l’ex presidente del Consiglio non si era potuto presentare perché ricoverato nel Principato di Monaco per aritmia cardiaca. Quello stesso giorno era stato convocato anche a Siena, dove è in corso uno dei tre tronconi del processo Ruby 3. Anche lì era arrivata un’istanza dei legali di Berlusconi che avevano presentato richiesta di legittimo impedimento. Il processo era stato bloccato. Per fortuna, il paziente era stato felicemente dimesso dall’ospedale 24 ore dopo ed era tornato nella sua villa in Costa Azzurra. Poi, il 27 gennaio, il legale dell’ex presidente del Consiglio aveva depositato certificazione medica nella quale diceva ai giudici che il leader di Forza Italia, dopo il Covid e il ricovero per problemi cardiaci, aveva bisogno di “riposo assoluto”. Pandemia e aritmia stanno costringendo Silvio a stare lontano dai tribunali. Ieri è scattata anche la spinellite.

IlFattoQuotidiano

giovedì 28 gennaio 2021

Scoperto il 'tallone d'Achille' delle cellule tumorali.

Cellule metastatiche di melanoma (fonte: Julio C. Valencia, NCI Center for Cancer Research, National Cancer Institute, NIH)

 

E' in una modifica a livello genetico, può essere usata come bersaglio per colpire il cancro.


Individuato il tallone d'Achille del cancro: si tratta di una modifica che subiscono a livello genetico le cellule tumorali, detta aneuploidia, che può essere usata come bersaglio per colpire il tumore attraverso alcune molecole.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve ad un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall'università di Tel Aviv, a cui hanno partecipato anche l'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) e l'Università Statale di Milano.

L'aneuploidia è un cambiamento nel numero delle copie di cromosomi: tutte le cellule umane hanno 46 cromosomi, mentre quelle tumorali ne hanno spesso di più o di meno. Finora però questo segno distintivo del cancro non era mai stato sfruttato come bersaglio di cura, perché mancavano gli strumenti per creare dei modelli in vitro di cellule aneuploidi.

"Abbiamo dimostrato che l'aneuploidia, che si trova nel 90% dei tumori solidi e nel 75% di quelli ematologici, può essere di per sé un bersaglio - chiarisce Stefano Santaguida, uno dei ricercatori - Non solo: abbiamo trovato delle molecole, gli inibitori del cosiddetto Sac (spindle assembly checkpoint), capaci di interferire con l'aneuploidia e sfruttarla per mirare e colpire le cellule cancerose".

I ricercatori dello Ieo hanno creato "delle librerie di linee cellulari aneuploidi - spiega Marica Ippolito, del gruppo di ricerca- e dimostrato un'alta dipendenza delle cellule aneuploidi dai geni coinvolti nel corretto funzionamento del Sac, il macchinario cellulare deputato alla divisione cellulare, attraverso cui ogni cellula genera due cellule figlie.

Inibendo il Sac, le cellule aneuploidi muoiono.

Si apre quindi la prospettiva di usare questi inibitori come terapia anticancro". I ricercatori stanno anche cercando di capire se l'aneuploidia c'entri in qualche modo con lo sviluppo di resistenze alla chemioterapia. 

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2021/01/28/scoperto-il-tallone-dachille-delle-cellule-tumorali_8341968d-42cd-44e4-8a9c-391ef30d541c.html

mercoledì 30 dicembre 2020

Carlassare: “La Carta tutela la vita, il vaccino può essere obbligatorio per legge”. - Silvia Truzzi

 

Covid-19 - La pandemia tra diritti e doveri.

Di cosa parliamo quando parliamo di vaccino? Dell’articolo 32 della Costituzione e del diritto alla salute, l’unico caso in cui un diritto viene qualificato come “fondamentale.” Lo aveva sottolineato Lorenza Carlassare, professore emerito di diritto costituzionale a Padova, che all’alba del Fatto aveva guidato i nostri lettori in una lettura ragionata della Carta. Oggi, tornando a parlare di diritto alla salute, la professoressa spiega quali sono i punti cardine da cui partire: “La salute è tutelata nella Carta come diritto fondamentale dell’individuo e come interesse della collettività”. Due sono i riferimenti costituzionali “l’individuo e la collettività: il diritto del primo può cedere, eccezionalmente, soltanto di fronte a un interesse della seconda”.

Così, non sembra esserci dubbio: il vaccino potrebbe essere obbligatorio. C’è chi però sostiene che sarebbe una violazione della libertà dell’individuo.

Il legislatore – nel limitare la libertà individuale, inviolabile secondo l’articolo 13 – si muove entro i margini ben definiti dall’articolo 32: la salute come fondamentale diritto della persona e come libertà di rifiutare ogni trattamento quando non sia in gioco l’interesse della collettività. Della possibilità di rifiutare trattamenti sanitari si è parlato a lungo a proposito del fine vita. Ma la situazione che stiamo vivendo ora riguarda chiaramente l’interesse della comunità.

Lei ha scritto che ‘la Costituzione rimette la persona al centro del sistema segnando una svolta decisa con il sistema autoritario dove è la collettività, identificata spesso con lo Stato, il valore centrale rispetto al quale il singolo è strumento’. Non vale nel caso dell’epidemia?

L’ultimo comma dell’articolo 32 dice che ‘la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona’. Trattamenti sanitari imposti, ai quali il paziente non abbia consentito, sono rigorosamente vietati. Il trattamento sanitario può essere imposto soltanto quando sia direttamente in gioco l’interesse collettivo: sicuramente legittimo è ogni intervento diretto a prevenire o fermare malattie contagiose che si risolvono in un diretto danno sociale. La vaccinazione è un esempio tipico. Non si può essere costretti a curarsi quando è in pericolo la propria vita, ma non quando la mancanza di cure mette in pericolo la vita di altri.

Il governo per ora pare orientato alla volontarietà: scelta che è stata letta da alcuni come il tentativo di non prevaricare l’arbitrio dei cittadini.

Io credo che il motivo sia pratico: non sappiamo ancora con ragionevole certezza quante dosi saranno disponibili e in quali tempi.

E cosa risponde a chi dice che il vaccino obbligatorio sarebbe un’intromissione dello Stato?

Che sbaglia, per i motivi che ho spiegato prima. La legge può imporre la vaccinazione. Solo la legge naturalmente, nessun atto diverso: la riserva di legge per la limitazione dei diritti individuali è assoluta.

Secondo il dottor Guariniello gli operatori sanitari che rifiutino il vaccino possono essere licenziati in base alla legge sulla sicurezza sul lavoro.

Secondo me medici e infermieri devono vaccinarsi, perché mettono a rischio i pazienti con cui entrano in contatto. In questi mesi abbiamo visto quel che è accaduto nelle rsa e negli ospedali. Credo basti questo. Per consentire trattamenti sanitari imposti, l’interesse della collettività dev’essere anche attuale, come accade oggi con tutta evidenza in questa epidemia mondiale.

Si parla di un possibile obbligo per i dipendenti pubblici e non per quelli del settore privato. Discriminante?

I lavoratori del pubblico, pensiamo alla sanità e alla scuola ma anche alla giustizia, entrano nella stragrande maggioranza a contatto con le persone. La Consulta l’ha spiegato bene: eguaglianza vuol dire trattare in modo uguale situazioni uguali, ma anche trattare in modo diverso situazioni diverse. Se una persona disabile ha un accompagnatore, questo non è un privilegio: il criterio che prevale nel trattare situazioni differenti è quello della ragionevolezza.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/30/la-carta-tutela-la-vita-il-vaccino-puo-essere-obbligatorio-per-legge/6051047/

mercoledì 4 novembre 2020

Stefano Buffagni

 

Ieri abbiamo ascoltato in Aula alla Camera il discorso (delirante) del deputato della Lega Claudio Borghi, il quale sosteneva che per la nostra Costituzione il diritto alla salute non fosse importante come il diritto al lavoro.

Oggi per fortuna ascoltiamo parole di ben altro spessore, quelle del premio Nobel Joseph Stiglitz, che risponde indirettamente alla boutade di Borghi, sottolineando come non esiste ripresa economica senza la salute.

Se non si tutela la salute dei cittadini, come si può pensare di far ripartire la nostra economia?
Da parte delle opposizioni abbiamo assistito in questi mesi ad atteggiamenti davvero irresponsabili, si è cercato di minimizzare l’emergenza e di sfruttare la paura delle persone per fare battaglia politica. Ma questa propaganda becera non ci porterà da nessuna parte.

Come dice lo stesso Stiglitz, è solo riponendo fiducia nella scienza e adottando misure di protezione e coesione sociale che sarà possibile gestire le conseguenze economiche di questa pandemia mondiale.
È quello che sta facendo il Governo italiano, introducendo misure a tutela della salute secondo le indicazioni del comitato scientifico, in linea con le azioni intraprese dagli altri paesi europei, e sostenere economicamente le categorie più colpite dalle restrizioni.
Continuiamo su questa strada: solo se saremo uniti e avremo un atteggiamento responsabile potremo pensare di superare l’emergenza e far ripartire velocemente la nostra economia. 

https://www.facebook.com/sbuffagni/photos/a.553907708008363/3564864283579342/

martedì 20 ottobre 2020

Economia o salute: la scelta più difficile. - Maria Rita Gismondi*

 

Può arrivare un momento nel quale la scienza deve riconoscere i suoi limiti e deve avere il coraggio di rivedere i propri percorsi. Non sempre un esperimento progettualmente perfetto porta a risultati ottimali. Mi riferisco al momento in cui ci troviamo. Siamo in un punto di stallo, ma non sappiamo qual è il precipizio che ci attende. Forse per la prima volta nella storia dell’uomo ci troviamo a dover scegliere tra la sconfitta di un virus e la distruzione dell’economia con quello che ne deriva: “Se non c’è salute non c’è economia”. Certamente, ma è altrettanto vero che “se non c’è economia, non c’è salute”. Le due affermazioni non hanno bisogno di spiegazione ma di una decisione non facile. Una dichiarazione è stata redatta e firmata a Great Barrington, negli Stati Uniti d’America il 4 ottobre 2020, da parte del dottor Martin Kulldorff, professore di Medicina all’Università di Harvard, biostatistico ed epidemiologo con esperienza nell’individuazione e nel monitoraggio delle epidemie di malattie infettive e nella valutazione della sicurezza dei vaccini, il dottor Sunetra Gupta, professore all’Università di Oxford, epidemiologo con esperienza in immunologia, sviluppo di vaccini e modellazione matematica delle malattie infettive e il dottor Jay Bhattacharya, professore alla Stanford University Medical School, medico, epidemiologo, economista sanitario ed esperto di politica sanitaria pubblica, con particolare attenzione alle malattie infettive e alle popolazioni vulnerabili. In breve sostengono che è arrivato il momento di tutelare i fragili (anziani e malati cronici) ma di aprire ogni attività al resto della popolazione. Dall’altra parte, a maggio, uno studio pubblicato da Nature sosteneva che senza lockdown, fino al 4 maggio, in Italia ci sarebbero stati 600.000 decessi. C’è però da aggiungere che questi dati erano calcolati su tutta la popolazione, compresa la fascia “critica”. Nessuno ha pubblicato proiezioni e modalità per applicare il modello ipotizzato negli Usa. In una situazione nuova per tutti, nessuna ipotesi può essere esclusa, né si può cedere a condizionamenti ideologici. Ciò che è certo è che il vaccino non c’è ancora, che il virus circola, malgrado ogni nostro sforzo, che l’economia agonizza. Dobbiamo rispondere alla domanda: “Cosa fare se lo scenario permane così e potrebbe esserlo per anni?”.

*Maria Rita Gismondo Direttore microbiologia clinica e virologia del “Sacco” di Milano.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/10/20/economia-o-salute-la-scelta-piu-difficile/5972513/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-10-20

lunedì 18 maggio 2020

Azienda Usa, dati positivi da primi test.



Coronavirus, per Moderna un success fase 1 della sperimentazione.

La societa' statunitense di biotecnologia Moderna ha annunciato che i primi risultati della sua sperimentazione sul potenziale vaccino per il coronavirus sono stati "positivi". La 'fase 1' dei test clinici - si spiega - ha mostrato che le persone che si sono sottoposte alla sperimentazione hanno sviluppato anticorpi in modo del tutto simile ai pazienti di Covid-19 che sono guariti.
   
 I livelli di anticorpi rilevati nelle prime otto persone sottoposte ai test clinici con l'mRNA-1273, spiega la societa' Moderna che ha il suo quartier generale in Massachusetts, sono uguali o superiori a quelli riscontrati nei pazienti guariti dal Covid-19. Inoltre il potenziale vaccino avrebbe finora dimostrato di essere "sicuro e ben tollerato", non presentando gravi effetti collaterali. Moderna, che lavora con l'Istituto nazionale delle allergie delle malattie infettive guidato dal virologo Anthony Fauci, avviera' ora la 'fase 2' della sperimentazione e spera di partire con la 'fase 3' nel mese di luglio.

Artrite reumatoide.

Artrite reumatoide

L'artrite reumatoide è una malattia infiammatoria autoimmune permanente (cronica) che provoca dolore, gonfiore, rigidità e perdita delle funzioni delle articolazioni. Può colpire qualsiasi tipo di articolazione ma ad essere più frequentemente coinvolte sono quelle delle dita delle mani, dei polsi, dei piedi, delle ginocchia e delle caviglie (Video); più raro, è il coinvolgimento di spalle, gomiti e colonna vertebrale (rachide e annessi).
In Italia, il numero di casi di artrite reumatoide presenti nella popolazione generale (prevalenza) è pari a circa lo 0,5% e si stima che i malati siano tra i 200.000 e i 300.000.
È più frequente nelle donne, colpite in misura tre volte superiore agli uomini.
Può manifestarsi a qualsiasi età, ma si verifica più spesso negli adulti e nelle persone anziane: inoltre, nel 70% dei casi la malattia compare tra i 40 e i 60 anni di età.
L’artrite reumatoide può svilupparsi anche nell’infanzia o nell’adolescenza e può essere difficoltoso distinguerla da altre forme reumatiche (problemi di diagnosi differenziale).
L’evoluzione della malattia varia da persona a persona. I disturbi (sintomi) possono comparire in forma graduale, anche nel corso di diverse settimane o di alcuni mesi.
Gran parte dei malati attraversa periodi caratterizzati da disturbi (sintomi) acuti alternati a periodi in cui il dolore è pressoché assente.
Sebbene l’articolazione sia la parte dell’organismo più coinvolta, l’infiammazione può svilupparsi anche in organi interni (come, ad esempio, polmoni, reni, cuore, sistema nervoso, vasi sanguigni, occhi).
Non si conoscono le cause dell’artrite reumatoide. Sembra che possano influire fattori genetici, ambientali o ormonali.


Non esiste una cura (terapia) definitiva per l’artrite reumatoide, ma le terapie disponibili possono ridurre l’infiammazione e il dolore nelle articolazioni, prevenire o rallentare i danni a loro carico, limitare la disabilità e consentire una vita attiva.
L’artrite reumatoide è una malattia che persiste nel tempo (cronica), necessita di terapie prolungate e, in alcuni casi, continuative. Infatti, solo pochi malati giungono a completa guarigione mentre la maggior parte di essi deve curarsi per tempi lunghi.
La terapia va iniziata il più rapidamente possibile, prima che le articolazioni infiammate siano danneggiate in modo permanente.
I medicinali utilizzati possono essere divisi in due grandi gruppi:
  • farmaci sintomatici, adatti ad alleviare i disturbi causati dalla malattia. Includono analgesici, farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) come ibuprofene, naprossene, diclofenac, ketoprofene, i più recenti COX2-inibitori (celecoxib, etoricoxib) e i cortisonici
  • farmaci anti-reumatici modificanti il decorso della malattia, chiamati disease modifying anti-rheumatic drugs (DMARD) nei paesi anglosassoni, migliorano notevolmente i disturbi, la funzionalità delle articolazioni e la qualità di vita della maggior parte dei malati.
    I DMARD utilizzati sono: il metotrexato, la leflunomide, gli antimalarici, la ciclosporina, la sulfasalazina e i sali d’oro.
    Il metotrexato, di solito è il primo farmaco utilizzato. Può produrre effetti indesiderati (effetti collaterali) quali inappetenza, diarrea e mal di testa e può incidere sull’emocromo e sulla funzionalità epatica. Questi parametri durante la cura dovrebbero essere controllati regolarmente attraverso le analisi del sangue. Più raramente, il metotrexato può provocare disturbi a livello respiratorio.
    La terapia con DMARD richiede alcuni mesi per manifestare la sua efficacia ed è importante continuare a prendere regolarmente il farmaco prescritto anche se in un primo momento sembri non fare effetto. A volte, è necessario provare due o tre tipi di DMARD prima di trovare quello più adatto
Farmaci biologici
Negli ultimi anni la cura dell’artrite reumatoide si avvale dell’uso di farmaci biologici, medicinali che agiscono specificatamente su alcune molecole prodotte da cellule del sistema immunitario. Sono somministrati qualora le terapie convenzionali non si siano dimostrate efficaci. Le cure approvate dalle agenzie del farmaco sono: adalimumab, anakinra, etanercept, infliximab, abatacetp e rituximab. In alcuni casi, tali medicinali sono prescritti da soli ma, in genere, per ottenere una maggior efficacia, sono somministrati contemporaneamente al metotrexato.
Gli effetti indesiderati (effetti collaterali) di solito sono lievi e consistono in reazioni della pelle nella zona delle iniezioni, febbre e mal di testa. Raramente, si è verificata la riattivazione di un’infezione tubercolare già esistente.
La cura (terapia) ideale dell’artrite reumatoide richiede un approccio multispecialistico, con la collaborazione tra reumatologi, medici di medicina generale, ortopedici, fisiatri, psicologi.