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martedì 25 agosto 2020

Santanchè-La Russa, il reale punto debole di Giorgia Meloni. - Andrea Scanzi

Daniela Santanché, fotomontaggi su Twitter per l'abito alla Scala ...
Il vero problema politico di Giorgia Meloni, oltre a un tristissimo (per lei) appiattimento sui temi del mal sopportato alleato Salvini, è la classe dirigente. Al netto di esponenti preparati e amministratori capaci, Fratelli d’Italia – che continua a salire nei sondaggi – appare troppo spesso un coacervo di nostalgici fascisti, capibastone improponibili e personaggi diversamente immacolati. Per capire la penuria di figure credibili interne al partito, basta poi pensare ai volti che la Meloni deve diuturnamente mandare in tivù quando non può – o non vuole – andarci lei. Chi sono (al mattino e al pomeriggio: quasi mai in prima serata) gli onnipresenti catodici meloniani? Facile: Ignazio La Russa e Daniela Santanchè. E già questo, oltre a essere malinconico (per la Meloni), è tremendo (per noi): se la “nuova destra” deve convincere nel 2020 gli elettori con carampane (politicamente parlando) di tal levatura, tanto vale darsi fuoco tutti con la Diavolina.
Ignazio & Daniela sono da sempre legati, avendo la seconda esordito in politica come collaboratrice personale del primo. Daniela, nata (nel 1961) Garnero e ancora Santanchè sebbene divorziata da tempo, è ai margini del dibattito da sempre. Perfino quando – ebbene sì, lo è stata! – era sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. Vantava però al tempo un cipiglio da guerrigliera del piccolo schermo: sorta di Ghedini al femminile, andava da Santoro come una Giovanna d’Arco disposta a tutto pur di difendere il Capo. Quel Capo che criticava per i modi machisti, al punto da contattare Di Pietro e ipotizzare di scendere in campo con l’ex pm, salvo poi divenire una delle più esaltate Farinacci del Caimano. Mai granché preparata e men che meno coerente, la sua “carriera” politica l’ha vista membra del Msi e poi di Alleanza Nazionale. Quindi La Destra e poi Mpl (che nessuno sa cosa sia stato). Poi Partito della Libertà e Forza Italia (dal 2010 al 2017). Tre anni fa l’approdo alla Meloni, dove ha ritrovato il suo ‘Gnazio e quel bell’ambiente fascio-nostalgico che tanto la inebria. Sotto il lockdown, la signora Garnero da Cuneo è uscita dai radar: avevamo già abbastanza disgrazie, verosimilmente. Poi, quando è arrivata l’estate, è stata una delle prime a minimizzare i rischi di un riacutizzarsi del contagio. Amica ed ex socia di Briatore, ne ha condiviso le intemerate per la “liberalizzazione delle discoteche”, che in tempi normali sono luoghi saturi di musica orrenda e che dentro una pandemia assurgono ad Armageddon Totale. Vestita di un imprecisato verde ramarro shocking, Garnero ha pure imbastito un sensualissimo balletto anti-Conte, la cui valenza erotica è parsa prossima (per difetto) a quella della Gegia in ciabatte e bigodini nei film anni 80. Quindi, in tivù, ha attaccato Crisanti sul Covid (?!?) e condiviso Calenda (che diceva l’esatto opposto di quel che asseriva lei). Poi, d’improvviso, il colpo di coda della Pitonessa che fu. Riporto testualmente il suo tweet: “Da madre mi terrorizza l’idea che se le discoteche vengono chiuse mio figlio possa rinchiudersi in case di amici senza distanziamento, senza mascherine e senza controlli. Basta prendersela con i locali dove ci si diverte in sicurezza!”. Capolavoro puro. Un po’ supercazzola, un po’ delirio, un po’ paraculata. E nel mezzo, sparsi a terra, i neuroni vilipesi sul selciato. Proprio come ai bei tempi (i suoi: i nostri no). Daje Garnero: il tramonto politico è prossimo, per non dire già in atto, ma c’è forse ancora spazio per qualche altro scampolo d’arrogante evanescenza. Ti sia dunque lieve quest’ultimo giro di valzer.

domenica 27 ottobre 2019

Andrea Scanzi: “Il cazzaro rosè”.

Brindate, compagni del Pd: finalmente vi siete levati di culo Renzi. L’uomo, da sempre il peggio del peggio mai accaduto alla sinistra italiana, se n’è andato al suo minimo storico come un piccolo ruttino irrisolto e – conscio della propria evanescenza – ha dato in esclusiva la notizia della mini-scissione a nessuno. Cioè a Sallusti. Il sondaggista Noto ha accreditato il Renzie Party del 5%, per giunta in calo: un successone. Senza di lui, che avete colpevolmente avallato per troppi anni oltremodo osceni, non potrete che migliorare. Andandosene, per giunta col peggio dei parlamentari che avevate, il Cazzaro Rosé vi ha fatto un gran regalo. Di fatto si è creato una squisita bad company per farvi sembrare più belli: quel che si dice un amico vero. Ha pure detto che se ne va perché “il Pd è troppo di sinistra”, che oltre a essere una gran battuta è un complimento che per ora non meritate.
Mi direte: “Eh, ma ora il Mazinga rischia”. Certo, ma rischiava anche prima. Non cambia nulla, anzi una cosa sì. Se Renzi lo farà cadere al Senato coi suoi 12/15 scissionisti, farà la fine di Bertinotti (che morì politicamente con Turigliatto nel 2008) e risponderà di fronte alla Storia per avere consegnato il paese a quell’altro Matteo non meno improponibile. Ha il potere contrattuale del poro schifoso. Aprite i migliori Champagne che avete, o magari quei bei Lambrusco che bevevate quando eravate di sinistra sul serio. La Diversamente Lince di Rignano non è mai stata nessuno e dal 4 dicembre 2016 non ne indovina mezza, proprio come Capitan Reflusso dopo l’8 agosto 2019. Sono le due facce della stessa medaglia stitica. E’ un gran giorno: gioite, fate cortei. E finalmente stupiteci in positivo. Viva!
(Che estate bellissima!)
https://infosannio.wordpress.com/2019/09/16/andrea-scanzi-il-cazzaro-rose/

lunedì 1 dicembre 2014

M5S, espulsioni e cospirazioni. - Andrea Scanzi





“Deputato Artini, tu stai dicendo sostanzialmente che il Movimento 5 Stelle è un grande inganno, una immensa operazione di marketing, che Grillo e Casaleggio sono geni del male che hanno abbindolato quasi 9 milioni di italiani alle Politiche 2013 e che in Parlamento ci sono o dei servi sciocchi della Casaleggio Associati o dei mezzi babbei che non si sono accorti di nulla. 
Stai dicendo che a Grillo interessano solo i clic del blog e dunque, per lui, va tutto bene. 
Ne prendo atto, se lo pensi fai bene a dirlo. 
E’ la tua versione e avrai le prove per sostenerlo. 
Permettimi però di farti notare due cose: la prima è che è quantomeno sospetto che tu ti sia accorto di tutto questo dopo quasi due anni dalla tua elezione a deputato. 
Grillo e Casaleggio erano gli stessi anche nel 2012 e 2013, no? 
Come facevi a stare nel M5S se ne hai una simile opinione? 
La seconda è che non vorrei vederti, tra qualche mese, come una Gambaro, una De Pin, immagino una Pinna o un Orellana qualsiasi. 
Tutte persone che somigliano più a Razzi che a Solzenicyn. 
Tutte persone che, dopo l’espulsione, sono diventate puntualmente stampelle di Renzi e del Governo, dando dunque ragione a chi le aveva espulse e torto a chi come me in alcuni casi (Orellana) le aveva in qualche modo difese. 
Che poi l’espulsione in sé sia un mezzo inquietante, siamo d’accordo. 
Tutti regali a Renzi, a Salvini e alla stampa che odia il Movimento. 
Oltretutto nel tuo caso neanche hanno seguito la procedura corretta, prima l’assemblea e poi il voto della Rete (con te hanno fatto il contrario). 
Il solito masochismo. 
Vorrei però dire un’ultima cosa. 
Nei precedenti interventi, da te e dal professor Canfora, Grillo è stato paragonato a Nerone, a Stalin, al Direttorio fascista e a quello della Rivoluzione francese cui pose fine Napoleone. Mi pare appena eccessivo: sbaglierò, ma per me Grillo è una persona onesta. 
Una persona che sbaglia spesso, soprattutto ultimamente, e che ha le sue responsabilità nella crisi attuale del Movimento. 
Va criticato, eccome. 
Ma resta una persona onesta e sinceramente appassionata. 
Alla teoria che sia tutto un inganno ordito da lui e Casaleggio, perdonami, non credo. 
Ci sono senatori e deputati M5S di cui ho stima, come ho stima di molte loro battaglie. 
E a prescindere da Grillo o Casaleggio, se salterà l’unica opposizione reale a Renzi e se imploderà l’unica alternativa democratica alla rabbia lepenista di Salvini, be’ per me non sarà una buona notizia per la democrazia italiana”.

(Otto e mezzo, 28 novembre 2014. Scambio integrale, serrato ma garbato, con l’ex deputato M5S Artini).


http://www.andreascanzi.it/?p=2733

mercoledì 12 marzo 2014

Andrea Scanzi - Legge elettorale



Approvata alla Camera la nuova legge elettorale. 
Non ci sono le preferenze. 
Vale solo alla Camera e non al Senato (ennesima mostruosità legislativa tutta italiana). 
Ci sono ancora le liste bloccate. 
Ci sono ancora le multicandidature. 
Le circoscrizioni sono disegnate a caso. 
Se hai meno dell'8 percento e corri da solo non passi. 
Se hai meno del 4.5 non entri, però i tuoi voti li sfrutta comunque la coalizione (quindi Vendola serve unicamente come serbatoio impotente di Renzi). 
Una coalizione sotto il 12% nasce morta. 
C'è ancora il premio di maggioranza, che scatta al 37% (soglia tra le più basse d'occidente). Ci sono deroghe atte a non scontentare i partiti-satelliti cari a Silvio. 
C'è quasi tutto quello che la Consulta aveva contestato al Porcellum e non c'è quasi niente di quello che Renzi aveva promesso prima di essere eletto segretario Pd. 

Più che un Italicum è un Troiaium, infatti lo ha scritto il noto giglio di campo Verdini. 

In nome di questo capolavoro, il Pd ha votato (un'altra volta) contro la legge sul conflitto di interessi. 

Capisco la gioia di Renzi: potrà fingere ancora di più di essere "l'uomo del fare". Capisco la gioia di Berlusconi: è un vestito che si è fatto cucire su misura. 
Capisco la gioia dei tanti gattopardi. 
Ma gli altri, tutti gli altri, soprattutto gli elettori comuni - a partire da quelli del Pd - che diavolo hanno da festeggiare? Non capiscono, o fingono di non capire, che questa mossa è un mix perverso di paraculismo spinto ed ennesimo inchino a Silvio e Re Giorgio? 

Contenti loro, scontenti tutti.

https://www.facebook.com/pages/Andrea-Scanzi/226105204072482?fref=ts

mercoledì 20 novembre 2013

Andrea Scanzi.



Non mi piacciono l'ipocrisia e "gli appelli pubblici". 
Se devo dire qualcosa sulla Sardegna, lo faccio in privato. 
Per esempio telefonando personalmente ai tanti amici che ho in quelle terre così meravigliose. 
Se vi aspettate cose tipo "Solidarietà alla Sardegna, oggi un minuto di silenzio e niente post su Facebook", avete sbagliato pagina. 
Sono finzioni e paraculate che non mi appartengono. 
Se un personaggio pubblico non dovesse parlare o esprimere gioia (privata, ad esempio per il proprio libro che riscuote un inatteso successo) per rispetto delle tragedie, non dovrebbe parlare mai. 
In Filippine sono morte migliaia di persone, eppure non mi pare che su Facebook o altrove si sia sospeso il diritto alla sporadica gioia quotidiana, e dunque il diritto alla vita. 
Non mi piace l'ipocrisia. 

E mi piace ancora meno questa gigantesca pippa autoassolutoria secondo cui "è solo una calamità, non si poteva fare nulla". Certo che è una calamità. Certo che la Natura ci domina. Certo che "in 24 ore è caduta la pioggia di sei mesi" (ma accadde anche in Ogliastra nel 2004 e non finì così, e soprattutto fu la stessa cosa che disse Gabrielli dopo l'alluvione a Genova e alle Cinque Terre). 
Andrebbe però aggiunto che, per decenni, destra e sinistra hanno ammazzato (anche) la Sardegna con decine di milioni di metri cubi di cemento, reiterando una spaventosa propensione alla incuria e alla rapina del territorio. 
Andrebbe detto che l'Italia è un paese fatto di persone meravigliose (sì, spesso meravigliose) che volontariamente aiutano e si prodigano per ricostruire, ma anche di governanti che da decenni non fanno un benemerito cazzo per prevenire e costringono questo paese a vivere in una situazione di perenne emergenza e provvisorietà.
In Italia ci sono state 3500 morti in 50 anni per alluvioni. 

La sola alluvione di Genova ha provocato oltre un miliardo di danni. 
Come ricorda anche Ferruccio Sansa stamani sul Fatto, mettere in sicurezza il territorio sarebbe costato un quinto. 
Ma non avrebbe garantito uno spot egualmente redditizio in termini elettorali. 
Meglio (per esempio) spendere 10 miliardi per la Mestre-Orte tanto cara (anche) a Napolitano.
Io abbraccio forte gli amici sardi e mi riprometto di tornarci al più presto, ma al tempo stesso mi indigno - e mi arrabbio, anzi mi incazzo - per una politica che ha completamente e colpevolmente abdicato al proprio ruolo. 

E oltre le oscene lacrime di coccodrillo non va. 
Mai.


https://www.facebook.com/pages/Andrea-Scanzi/226105204072482

domenica 16 giugno 2013

Sarò volutamente brutale. - Andrea Scanzi



Sarò volutamente brutale: alla stragrande maggioranza dei milioni di italiani che hanno votato M5S, della Gambaro non frega una beata mazza. Come non gliene fregava nulla della querelle-diaria o di tutte le baruffe pallosissime (e dannosissime) tra parlamentari. 
Come ha ricordato ieri Marco Travaglio, nell'ennesimo editoriale che condivido integralmente, la situazione rimane questa: "Sappiamo bene che i neoeletti stanno imparando il mestiere di parlamentari; hanno presentato una ventina di disegni di legge e altri ne stanno preparando; le loro presenze in aula e in commissione superano largamente quelle degli altri gruppi; hanno rinunciato (unici nella storia) al finanziamento pubblico di 42 milioni di euro; hanno avviato (unici nella storia) le pratiche per dichiarare ineleggibile B.; han fatto approvare una mozione per consentire a chi avanza crediti dallo Stato di scalarli dalle caselle esattoriali; hanno appoggiato la proposta del Pd Giachetti per tornare al Mattarellum, ovviamente sabotata dal partito unico Pd-Pdl-Monti; hanno contestato assieme a Sel il golpetto del governo in Senato per aggirare l’articolo 138 della Costituzione.Ma tutto questo i milioni di italiani che s’informano (si fa per dire) dai camerieri del potere non lo sanno. Da quando gli usurpatori hanno osato metter piede nel Palazzo, le guardie del corpo dei partiti e dei loro padroni dipingono M5S come un covo d’incompetenti sfaccendati e teleguidati che passano il tempo a litigare, epurare, espellere, o a parlare di scontrini, mentre Grillo e Casaleggio fanno soldi a palate". 
Ecco il punto: al netto degli errori, che ci sono stati e che chiunque dotato di onestà intellettuale dovrebbe ricordare, il M5S è l'unica (o quasi) forza a combattere certe battaglie. Ma queste battaglie non vengono raccontate da gran parte dei media. Proprio per questo la vicenda Gambaro è esattamente ciò che vogliono casta e stampa; ed è esattamente ciò che non vuole l'elettore M5S. 
Se qualcuno viola le regole, tipo il Folgorato Dalla D'Urso, venga allontanato, come capita ovunque (ma se capita nel Pd non fa notizia). Se qualcuno si sfoga, come la Gambaro, sticazzi: parlatene tra voi, non ha infranto nessuna regola (ha fatto un errore politico, che è cosa diversa). Senza Beppe Grillo il M5S avrebbe preso lo 0.1%, anzi neanche sarebbe mai nato; ma Grillo non può "bannare" chiunque osi criticarlo (è il Parlamento, non un profilo twitter). Se l'è presa per la Gambaro? Le telefoni, la mandi affanculo. Non ce ne frega una beata mazza. Il dissenso esiste e deve esistere. Grillo fa cazzate come tutti. Se ne faccia una ragione.
Basta con questa faida tra yes-(wo)men pedanti e teneri favietti salsati di ritorno ("Movimento Cinque Polli", diceva ieri sempre Travaglio). Più fate così, più regalate gioie a chi vi odia. Se questo scazzo gigantesco vi serve per serrare le fila, bene. Poi però basta. 
Questi harakiri se li può permettere il Pd, che vive di harakiri puntualmente giustificati dai media (e da molti suoi stessi elettori); se li può permettere il Pdl, che non è un partito ma un esercito di Silvio. Se li possono permettere Monti e Lega, che ormai non esistono più. Voi no. Voi non potete permettervelo. 
Siete stati votati per contribuire al cambiamento, non per farci sapere che a Crimi la Gambaro sta sulle palle. Fatevi grandi e smettetela di litigare come all'asilo.


https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=673286712687660&id=226105204072482

giovedì 21 marzo 2013

Andrea Scanzi.



Mi fa molto ridere come in questo paese, ciclicamente, si creino degli intoccabili. 
A fine 2011 toccò a Monti e Fornero, santi e divini anzitutto per il Pd (quello stesso Pd che prima li ha appoggiati e ora si è accorto chi fossero realmente). 
Solo il Fatto metteva in guardia e diceva che era meglio andare al voto (e infatti). 
Purtroppo la "sinistra" italiana capisce le cose con anni di ritardo. 
Ora è la volta di Grasso: il Santo. 
È meglio di Schifani: ovvio. 
Lo avrei votato al Senato: sì. 
Ma abbiate memoria. 
1) era il candidato per l'Antimafia gradito a Berlusconi. 
2) Giocava nel Bacigalupo (la squadra di Mangano) con Dell'Utri. 
3) Ha fatto di tutto per ridimensionare le indagini sulla trattativa Stato-mafia. 
4) Ha sempre fatto la guerra ai Pm troppo "estremisti", tipo Caselli. 
5) Voleva dare un premio a Berlusconi per la lotta alla mafia. 
È persona stimabile, non intoccabile. 
I Livatino, Falcone e Borsellino erano un'altra cosa (e chiedetevi perché Grasso sia il nome a cui pensa Napolitano per il governissimo).

https://www.facebook.com/pages/Andrea-Scanzi/226105204072482

mercoledì 20 marzo 2013

Andrea Scanzi



C'è questo giochino in atto di zimbellare il parlamentare grillino. 
Soprattutto in Rete. 
Se hanno una pulce, diventa un tumore. 
Lo capisco e in parte è giusto. 
Si ergono a superiori e per questo stanno sulle palle a molti. 
Giusto sfottere chi casca nello scherzo telefonico di un finto Vendola (Campanella), chi scrive "siamo in streaming su La Cosa da Monte Citorio" (Fico) e chi si vanta (poi scusandosi) di non avere salutato la Bindi (Rostellato, la stessa che non sa cos'è la BCE). 
Scrivo anch'io, ogni giorno sul Fatto, che sono ragazzi inesperti. 
La loro comunicazione è debole e il monologo di ieri in conferenza stampa non mi è piaciuto (per niente). 
Poi però mi vengono dei pensieri odiosamente diversi dalla intellighenzia rosicante-dominante. 
Tipo che le discussioni e i pianti di sabato, quando si è trattato di votare il Presidente al Senato, denotano una passione autentica per la politica. 
Tipo che sono ragazze e ragazzi sinceri, magari ingenui, ma onesti e molto meno impreparati di quanto si creda (guardate cosa fanno nei Comuni e Regioni in cui sono). 

Tipo che, senza loro e il M5S, col cazzo che in Sicilia avrebbero abolito le Province. 
Tipo che, senza loro e il M5S, col cazzo che avremmo avuto la Boldrini (Grasso mi piace molto meno) e col cazzo che potremmo avere quel governo sognato di cui tanto abbiamo bisogno. 
Tipo che, se negli ultimi 20 anni avessimo avuto più grillini e meno Orfini e Moretti, Gelmini e Carfagna, non saremmo nella merda in cui siamo. Io, a queste ragazze e ragazzi, guardo con rispetto. 

E continuo a pensare che siano una risorsa - forse l'ultima - per la politica di questo paese. 
Uno stimolo, un pungolo. 
Imperfetti e manichei quanto volete, ma senza di loro avremmo ancora lo schifo che abbiamo avuto. 
Per troppo tempo. 
E in parte abbiamo ancora.

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=629381297078202&id=226105204072482