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domenica 27 ottobre 2019

Auto travolge ciclisti, pollici alzati e sorrisi in foto.


Foto da "ilgazzettino.it"

Incidente nel veneziano, investitori incuranti dei soccorsi. 

Incuranti dei soccorsi a due ciclisti che avevano da poco travolto e ferito, e dei rilievi dell'incidente in corso, gli occupanti di una potente automobile hanno sorriso e scherzato, con tanto di pollice in alto, all'indirizzo della fotografa che ritraeva la scena per il giornale.
La scena - raccontata oggi da Il Gazzettino - si è svolta ieri a Vigonovo, località veneziana ai confini con la provincia di Padova, dove nella mattinata di ieri la vettura, una Audi Coupé guidata da un giovane di Cavallino Treporti (Venezia), in fase di sorpasso ha urtato un gruppo di ciclisti che stavano percorrendo in senso opposto la Statale della Riviera del Brenta, scaraventandone a terra due, di Noventa Padovana.
Mentre i ciclisti venivano portati in ospedale a Dolo (Venezia) dopo l'impatto, il guidatore e altri due passeggeri si sono dapprima appoggiati al guard-rail di fianco alla carreggiata, poi quando hanno visto arrivare una fotografa si sono messi in posa, pollici alzati e sorrisi.
Fortunatamente, i due ciclisti travolti non hanno riportato conseguenze gravi: il primo, preso di striscio, è stato medicato e dimesso dal nosocomio, mentre per l'altro si è reso necessario il ricovero, ma comunque non si trova in gravi condizioni. I rilievi dell'incidente sono stati svolti dalla Polizia locale e dai Carabinieri di Vigonovo, che applicheranno al conducente una sanzione e la decurtazione di punti dalla patente. Ma pare che dell'atteggiamento irriverente degli investitori non se ne siano accorti.  



E' come quando vedi un film il cui finale è inesistente e tu ti domandi che cosa avesse voluto significare...
Questi avvenimenti sono inspiegabili con la logica, forse potrebbero trovare una spiegazione nell'uso di stupefacenti. E chi usa queste sostanze è, solitamente, una persona che non sa o si rifiuta di affrontare la dura realtà e preferisce vivere in un mondo irreale come quello dei videogiochi dove, se abbatti qualcuno guadagni punti...Cetta

domenica 18 novembre 2012

Intervista: SAPELLI: DALL'ECUADOR "UN'UTOPIA" CHE INCANTA L' ITALIA. - Claudio Perlini



Intervista a Giulio Sapelli

L’Ecuador, il più piccolo tra i paesi del Sudamerica, propone un nuovo modo di gestione del debito pubblico. Lo fa attraverso le parole del suo Presidente, l’economista Rafael Correa, intervenuto all'Università Bicocca di Milano nel corso degli incontri previsti con i rettori degli atenei lombardi. A lui è infatti stata assegnata una lectio magistralis dal titolo "L'esempio dell'Ecuador di fronte alla crisi del debito in Europa". La ricetta del Paese Sudamericano è tanto semplice quanto complessa: “Rifiutando di pagare quanto richiesto dai nostri debitori - ha detto Correa - abbiamo risparmiato e investito l’equivalente di due anni di nuove infrastrutture nel Paese”. Secondo il presidente ecuadoriano, questo metodo è applicabile in qualunque Paese, anche in quelli europei: “Bisogna avere coraggio per prendere decisioni politiche anche se questo può influire sul rating, sul rischio-Paese. Un’economia sociale e solidale con il mercato porta benessere al Paese”. Insieme al professor Giulio Sapelli, docente di Storia economica all’Università di Milano, commentiamo questa proposta.

Professore, cosa ne pensa? 

Quello fatto da Correa è in sostanza lo stesso annuncio che aveva fatto anche l’Argentina alcuni anni fa attraverso la politica economica, certamente avventurosa, di Nestor Kirchner. Numerosi esperti della scienza economica ufficiale avevano preconizzato che, a seguito di questo, l’Argentina si sarebbe ritrovata isolata dal resto del mondo; eppure, come sappiamo, questo non si è mai verificato. 

Quindi la posizione di Correa non la stupisce? 

Non molto. Semplicemente Correa, ritrovatosi schiacciato dal debito estero, adesso si rifiuta di pagarlo, a fronte di una politica del Fondo monetario internazionale che in certi casi si è rivelata catastrofica. Abbiamo cominciato a capire quanto hanno sofferto i Paesi dell’America del Sud a causa del Washington Consensus (insieme di specifiche direttive di politica economica elaborate nel 1989 dall'economista John Williamson da destinare ai paesi in via di sviluppo che si trovassero in crisi economica, ndr) e per la politica del Fmi solamente quando le stesse regole sono state applicate in Grecia e in Portogallo.

Quanto si rischia però con una politica del genere?

Ovviamente molto, ma evidentemente tra la politica del Fmi e quella del rischio anche il popolo ecuadoriano preferisce di gran lunga la seconda ipotesi, ed è assolutamente comprensibile. Alcune conseguenze negative probabilmente ci saranno, l’Ecuador potrebbe essere espulso dal Wto oppure subire alcune forme di embargo, ma se Correa ha assunto tale posizione significa che può permetterselo, magari contando sul solido rapporto con il Brasile che vanta una politica economica molto autonoma. 

È davvero applicabile una politica del genere anche in Europa, per esempio in Italia? 

Credo proprio di no. L’Italia, come ben sappiamo, si ritrova con una “camicia di forza” chiamata euro, quindi una soluzione come quella dell’Ecuador non è assolutamente applicabile. Forse lo è in via assolutamente teorica, ma non possiamo non guardare alla realtà: nel contesto dell’Eurozona un’ipotesi del genere non è pensabile. 

Come giudica comunque un atteggiamento di questo tipo nei confronti del debito estero? 

Conosco molto bene il Sudamerica e devo dire che il neoliberismo del Washington Consensus ha distrutto gran parte dell’economia latinoamericana, così come l’avevano già indebolita anche le politiche protezioniste. Adesso, invece, fortunatamente si è capito che ad andare molto bene è un’economia mista come quella brasiliana. Anche se difficilmente applicabili altrove, esempi come questi risultano in tutti i casi molto interessanti. 

In Islanda invece i cittadini hanno chiesto in un referendum che la Costituzione venga riscritta per impedire il ripetersi della crisi finanziaria del 2008. Vogliono una quota maggiore dei proventi da energia geotermica e pesca. Cosa ne pensa?

Personalmente sono favorevole a iniziative di questo tipo e credo che gli islandesi abbiano fatto bene a richiedere il referendum, ma anche in questo caso parliamo di un Paese molto piccolo, con pochi abitanti, un'immensa fonte di energia e una grande educazione civica. Hanno poi avuto la fortuna di non essere stati integrati nell’euro, quindi non hanno il nostro stesso vincolo.

Entrambi i casi sono quindi interessanti, ma solo sulla carta.

Esatto. Stiamo parlando di Paesi capaci di rialzarsi dopo essersi avvicinati pericolosamente al baratro, di cui possiamo certamente imitare una spiccata creatività con la quale far nascere idee di questo tipo che a noi evidentemente manca. La lezione da imparare è questa, certamente non di politica economica.


Claudio Perlini
Fonte: www.ilsussidiario.netLink: http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2012/11/16/DEBITO-Sapelli-dall-Ecuador-un-utopia-che-incanta-l-Italia/338527/
16.11.2012


http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11098