Occhio ai virus su Internet. La polizia postale avverte sui rischi "a portata di clic".
PALERMO - Per finire in trappola bastano pochi clic. Una e-mail, un video, un messaggio ricevuto tramite Facebook possono nascondere insidie in grado di manomettere computer e dispositivi mobili. E' la strategia adottata dai truffatori virtuali, il quale meccanismo si ripercuote però, notevolmente, nella vita reale: c'è il rischio, infatti, che qualcuno al di là dello schermo entri in possesso di dati sensibili, compresi quelli bancari.
Il "phishing" è al una delle frodi informatiche più diffuse su Internet. Si tratta di un vero e proprio raggiro che si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli solo apparentemente proveniente da istituti finanziari (banche o società emittenti di carte di credito) o da siti web che richiedono l'accesso previa registrazione (web-mail, e-commerce). Il messaggio invita, riferendo problemi di registrazione o di altra natura, a fornire i propri dati di accesso al servizio. Solitamente nel messaggio, per "rassicurare" l'utente, è indicato un link che rimanda al sito web dell'istituto di credito o del servizio a cui si è registrati. In realtà il sito a cui ci si collega è soltanto simile a quello originale, realizzato ad hoc dai truffatori on line. Nel momento in cui l'utente inserisce i propri dati riservati, questi diventeranno disponibili.
Il compartimento della polizia postale di Palermo, nell'ultimo anno ha ricevuto quasi quattromila denunce. In molti casi si tratta di utenti che sono stati raggirati su internet o sono caduti nella trappola non appena un virus ha "infettato" il proprio computer. I virus informatici, infatti, rappresentano una minaccia subdola almeno quanto il "phishing". La finalità, anche in questo caso, è quella di ottenere dati di accesso a servizi finanziari on-line. La più diffusa è sempre il classico allegato al messaggio di posta elettronica: i virus si diffondono celati da false fatture, contravvenzioni, avvisi di consegna pacchi. Nel caso si tratti di un “financial malware” o di un “trojan banking”, il virus si attiverà per estrapolare dati finanziari.
In questo contesto rientrano gli allarmi lanciati dalla polizia postale nelle ultime settimane. Un virus, infatti, si diffonde attualmente tramite Facebook, il social network più utilizzato al mondo e, inevitabilmente, quello in cui il più grande numero di utenti è a rischio. "Si viene taggati da un proprio contatto in un video - spiegano dalla polizia postale - in una delle versioni il video in argomento riporta come prima immagine la foto reale del profilo del contatto che ci ha taggati. Una volta cliccato sul video, che potrebbe anche essere di natura pornografica, il virus si installa e viene replicato a tutti i nostri contatti. Il consiglio è di non cliccare sul video, ma di rimuoverlo immediatamente. Poi è bene avvisare il contatto che ci ha taggati della trasmissione del virus e modificare le password di accesso al social network. A quel punto bisogna effettuare una scansione del pc con un antivirus aggiornato".
Gli esperti hanno accertato che ultimamente il pericolo si nasconde anche dietro ad e-mail "che hanno come falso mittente la Procura della Repubblica presso Tribunale. Viene notificato l’avviso di un procedimento penale a carico del destinatario per una serie di illeciti commessi, ma nel messaggio in questione viene invitato il destinatario a seguire un link per scaricare un documento informativo. Se si clicca sul link il pc viene infettato". Insomma, le truffe fioccano e se si considerano quelle messe a segno sui siti di e-commerce, il numero delle denunce, a livello nazionale, sale ad almeno 80 mila.
Basti pensare a coloro che, credendo di fare un ottimo fare, si ritrovano con un pugno di mosche in mano dopo aver sborsato dei soldi: dalle case vacanze in affitto a prezzi stracciati alle auto "usato garantito", che celano truffe da centinaia di euro. Proprio come è successo ad un gruppo di giovani palermitani la scorsa estate. Su un noto sito di annunci avevano contattato il proprietario di un appartamento a Favignana, ma al loro arrivo sull'isola, dopo aver già versato una caparra di trecento euro, sia della casa che dell'uomo non c'era alcuna traccia.
http://livesicilia.it/2016/10/04/mail-video-messaggi-su-facebook-migliaia-di-denunce-per-truffe-on-line_787498/
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