martedì 13 novembre 2012

Processo Cenere, la giunta Scapagnini condannata in Cassazione.










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Adesso c’è pure il bollo della Cassazione: i contributi previdenziali concessi dal Comune di Catania ai suoi dipendenti per i danni da ‘cenere nera’ dell’Etna, tre giorni prima delle elezioni comunali del 2005, costituirono reato elettorale e dunque i ricorsi per l’ultimo grado di giudizio non sono ammissibili.
La decisione della Suprema corte è stata presa ieri a tarda sera. E così diventa condanna definitiva passata in giudicato, quella inflitta dalla seconda corte d’appello di Catania nei confronti dell’ex sindaco, oggi parlamentare del Pdl Umberto Scapagninie dei sei componenti la giunta comunale in carica nel 2005: Nino Strano, Filippo Grasso, Nino Nicotra, Ignazio De Mauro, Orazio D’Antoni e Fabio Fatuzzo. Il primo fu condannato a due anni e sei mesi, tutti gli altri, nella qualità di assessori comunali, a due anni e due mesi.
Per tutti e sette gli imputati si tratta di una sentenza, questa della Cassazione, molto pesante, non tanto per la pena che dovranno scontare – non andranno certo in carcere, così come è avvenuto per l’ex governatore Cuffaro, dietro l’angolo c’è l’indulto – ma sicuramente per l’interdizione dai pubblici uffici che sbarrerà loro la eventuale carriera politica finita clamorosamente con una sentenza di condanna che ancora fa discutere.
La vicenda della cenere vulcanica e dei contributi ai dipendenti comunali,
quando scoppiò il caso giudiziario sembrava essere una materia difficile da trasferire nelle aule giudiziaria. E invece nel corso degli anni è arrivata la sentenza di primo grado del tribunale, poi confermata in appello. I giudici di secondo grado scrissero nelle motivazioni della sentenza che il “rimborso fu illegittimo, con uguale ingiusto vantaggio patrimoniale dei dipendenti comunali, 3-4 giorni prima dello svolgimento della tornata elettorale che vedeva il sindaco Scapagnini e gli altri appellanti ricandidarsi per il secondo mandato.
Erano i rimborsi Inpdap dati ai dipendenti del Comune per i fenomeni eruttivi e sismici dell’Etna, la cosiddetta cenere vulcanica.
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