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venerdì 4 gennaio 2013

Piemonte, la Regione privatizza la sanità. Ma la fa funzionare con soldi pubblici. - Angela Corica


Piemonte, la Regione privatizza la sanità. Ma la fa funzionare con soldi pubblici


Conti in rosso, svendita degli immobili, nuovi provvedimenti in arrivo. Cota mette piede all'acceleratore e con le "federazioni sanitarie" bypasserà Asl e aziende ospedaliere. Ma di certo per ora ci sono solo i costi: almeno un milione di euro per gli amministratori.

Conti drammaticamente in rossosvendita degli immobili e nuovi provvedimenti in ambito sanitario. La Regione Piemonte mette piede all’acceleratore e va avanti spedita verso la privatizzazione del pubblico. Con la costituzione delle federazioni sanitarie (prodotto della legge regionale numero 3 del 2012) è di fatto possibile bypassare le Asl e Aziende ospedaliere per controllare la sanità anche per fini politici. Come? Il presidente Cota e l’assessore Monferino avevano dichiarato più volte che per ridurre la spesa sanitaria bisognava intervenire drasticamente razionalizzando e accorpando. L’ex manager Iveco Monferino, diventato assessore, non perdeva occasione per dichiarare che voleva trasferire la sua esperienza nella sanità, accorpando gli acquisti e magazzini per perseguire economie di scala.
E così, con la legge regionale in Piemonte si creano sei nuove società consortili private, le Federazioni sanitarie. Ogni Federazione ha a capo un amministratore unico e aggrega un certo numero di aziende sanitarie o ospedaliere che diventano soci della Federazione e ad essa devono cedere tutte le funzioni amministrative gestionali e tecnico logistiche. Una innovazione che sembra basarsi sul modello manageriale privato, efficiente. C’è lo Statuto della Società consortile, c’è l’assemblea consortile dove amministratore della Federazione e soci prendono le decisioni, ci sono i revisori dei conti. Nei fatti c’è la creazione di altre sei strutture stabili, con amministratori ben pagati con contratto triennale, organizzate secondo un criterio di appartenenza politica, che riferiscono direttamente a Monferino e hanno il mandato di estrarre rapidamente dagli ospedali tutte le funzioni non strettamente sanitarie per poterle governare direttamente e più facilmente, gli acquisti per primi.
Di sicuro abbiamo nuovi costi certi: gli stipendi dei sei amministratori privati, pari a quelli di un direttore generale di azienda, si viaggia sui 130mila euro annui a testa, aggiungiamoci i costi di rogito delle Federazioni, che sono società private, quindi si va dal notaio e si paga, altri soldi. In tempi di spending review e di crisi profonda per la Regione, almeno un milione di euro l’anno. Soldi pubblici.
Le federazioni private però si attribuiscono funzioni ma non hanno personale proprio: chi svolge il lavoro? Il personale delle aziende sanitarie o ospedaliere del servizio sanitario regionale. Dunque dipendenti pubblici, quelli che già svolgevano le stesse funzioni in ospedali e Asl, già collegati in rete da anni a fare acquisti in comune. Già, perché ben prima dell’epoca di Cota e Monferino ospedali e Asl si erano uniti in “sovrazone” per aggregare i propri fabbisogni di beni e servizi e fare gare d’appalto insieme, onde ottenere economie di scala.
Con uno strano meccanismo il personale del sistema sanitario nazionale sarà “assegnato funzionalmente” alle federazioni pur rimanendo contemporaneamente in carico e pagato dal sistema sanitario nazionale, almeno stando al testo della legge regionale, e ai primi accordi che vanno stipulandosi tra direttori degli ospedali ed amministratori delle federazioni. Questa “assegnazione funzionale” pare preoccupare i dipendenti coinvolti; sono dipendenti pubblici e tuttavia lavoreranno per società consortili private, quali sono le federazioni; il loro rapporto di lavoro è regolato dettagliatamente dal contratto collettivo nazionale, dove questa “assegnazione funzionale” non esiste.
Pare che l’assegnazione duri almeno un anno, senza possibilità di tornare indietro prima, non è chiaro poi indietro dove e a fare cosa. In un periodo storico in cui appare obbligatorio il contenimento della spesa pubblica, la Regione Piemonte, a rischio fallimento (Monferino stesso ha dato l’allarme default) si mette a creare nuove strutture, private, che duplicano funzioni già di competenza di enti pubblici creati con legge nazionale.
L’assessorato alla Sanità, già interrogato dai sindacati, chiarisce che è tutto in regola e le federazioni sono di diritto pubblico “poiché i soci sono esclusivamente le aziende sanitarie regionali afferenti all’area sovrazonale coincidente con ciascuna federazione”. Ma quello che sta accadendo in questi giorni dentro aziende sanitarie e ospedaliere non è così normale come si tenta di far credere. Nell’ultima settimana ci sono stati numerosi accordi fra amministratori delle federazioni e i vari direttori, con una notevole accelerazione del trasferimento delle competenze e del personale alle Federazioni. Spostamenti in realtà temporanei, in attesa di concentrare più funzioni possibili intorno alle Federazioni. Mentre per il personale si parla sempre più spesso di esuberi e di mobilità. Un bagno di sangue annunciato. Intanto, mentre prosegue il trasferimento delle funzioni, il 30 gennaio il Tar dovrà pronunciarsi sulle Federazioni a seguito di un ricorso presentato da Fedir Sanità, che ha sollevato, fra le altre cose, il dubbio di incostituzionalità delle stesse. 

martedì 13 novembre 2012

Tav, Corte dei conti indagherà su costi. “Rendere trasparenti dati Osservatorio”. - Andrea Gianbartolomei


Tav, Corte dei conti indagherà su costi. “Rendere trasparenti dati Osservatorio”

La decisione dopo l'esposto inviato dalla consigliera regionale di Sel in Piemonte Monica Cerutti. Obiettivo, mettere a disposizione di tutti i numeri e i costi della Torino-Lione andando a verificare tutte le spese sostenute dalla Pubblica amministrazione.


La Corte dei conti indagherà sul Tav. Questo l’esito dell’esposto inviato alla procura regionale della Corte dei conti dal consigliere regionale di Sinistra e Libertà in Piemonte Monica Cerutti dopo la diffusione del parere negativo dei magistrati contabili francesi sull’opera. Lunedì 12 novembre, proprio nelle ore in cui la consigliera presentava la sua iniziativa, il presidente della Corte dei conti Luigi Giampaolino, a Torino per le celebrazioni dei 150 anni di fondazione dell’istituzione, ha dichiarato all’emittente locale Radio Veronica One: “Prima o poi – io spero sempre prima che poi – anche la Corte dei conti sottoporrà a un monitoraggio e a un esame i costi della Tav”. Un’operazione che, ha precisato, avviene nei confronti di tutte le grandi opere.
In questo caso, più che indicare ipotetici danni alle casse dello Stato, l’intento dell’esposto alla magistratura contabile è volto a rendere trasparenti i dati dell’Osservatorio per la Torino-Lione, creato nel 2006 e presieduto dal commissario del governo Mario Virano. Nessuna velleità ideologica dietro questo gesto, mettono in chiaro quelli di Sel: “Senza entrare nel merito delle valutazioni, opinabili, che l’organismo ha reso nel corso della sua attività di lavoro – si legge – la scrivente rileva un dato indiscutibile, che l’Osservatorio è un organo di emanazione pubblica”. Quindi, in quanto finanziato da soldi pubblici, “dovrebbe godere di un risalto istituzionale tale da permettere ai cittadini di rapportarsi ad esso per ottenere risposte su una questione, quella della Tav, certamente di primaria importanza per la nostra Regione”. Difficile ottenere informazioni su conti, affidamenti e membri dell’Osservatorio.
Per questo motivo nell’esposto Cerutti domanda alla procura contabile di “effettuare tutti i necessari controlli e verifiche volte a tracciare i flussi di denaro a qualsiasi titolo erogati dalla pubblica amministrazione all’Osservatorio per il collegamento ferroviario Torino-Lione, in particolare accertando i compensi e per gli incarichi affidati ai professionisti coinvolti e la loro congruità rispetto all’incarico affidato”. Quindi, in questa maniera, i pm potrebbero capire se ci sono sprechi e spese eccessive che vanno ad aggravare le casse pubbliche. Ma non è tutto, perché bisognerebbe tracciare l’origine dei fondi destinati all’Osservatorio e quindi controllare “l’eventuale sussistenza di erogazioni da parte del Comune di Torino”. Al momento, spiega il consigliere regionale di Sel, sono noti solo i finanziamenti destinati dalla Regione Piemonte all’organismo diretto dal commissario Virano: 360mila euro stanziati nel 2010 e nel 2011.
Infine l’esposto è indirizzato anche alla Procura di Torino, a cui Cerutti chiede di aprire un’indagine conoscitiva “volta a perseguire penalmente qualunque fatto reato che si dovesse eventualmente ravvisare dalle condotte descritte”. Così sarebbe possibile acquisire informazioni sull’Osservatorio e quindi valutare se siano stati compiuti dei reati.
In serata da Parigi il primo ministro Mario Monti, dopo un incontro con il premier francese Jean-Marc Ayrault, ha ribadito l’importanza del Tav nonostante le critiche della Corte dei Conti transalpina: “Anche da parte francese si ritiene il treno ad alta velocità Torino-Lione un progetto di altissimo valore, non solo a livello bilaterale ma anche europeo, perché tutto il continente ne beneficerà”.

mercoledì 10 ottobre 2012

Piemonte, Gdf acquisisce documenti su nuova sede Regione.


TORINO (Reuters) - La Guardia di Finanza ha acquisito oggi documenti relativi alla costruzione del nuovo palazzo della Regione Piemonte, un grattacielo che dovrà sorgere nel quartiere Lingotto.

Lo hanno riferito fonti della Regione e investigative, precisando che è stata la Corte dei conti a inviare i finanzieri che già due settimane fa avevano acquisito documenti negli uffici dove si trovano i dirigenti del settore Personale e Patrimonio della Regione.

Nell'estate del 2010, la giunta dell'attuale governatore Roberto Cota presentò un esposto alla Corte dei conti per verificare la congruità delle parcelle  con cui era stato pagato l'architetto Massimiliano Fuksas per la progettazione del grattacielo, come riferiscono fonti della Regione.

L'operazione della Finanza di oggi non riguarda l'inchiesta della procura di Torino, ancora in fase iniziale, che alla fine del mese scorso ha visto le Fiamme Gialle acquisire documenti relativi alle spese negli uffici di tutti i gruppi politici del Consiglio regionale piemontese.
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