giovedì 26 marzo 2020

Occupate le terre dei Benetton in Patagonia. - Gabriella Canova



Gli irriducibili Mapuche hanno agito la notte di Natale: «Riprendiamo ciò che è nostro»
Un gruppo di nativi mapuche della comunità Lof Kurache ha occupato un grande appezzamento di terreno appartenente al gruppo Benetton, nel comune di El Maitén, nel Nord Est della provincia di Chubut, nella Patagonia argentina.
«Abbiamo recuperato ciò che ci è stato rubato», dice il comunicato stampa diffuso dai Mapuche perché l’azione fa «parte del processo di recupero territoriale alla multinazionale ‘Compañía de Tierras Sud Argentino’, che fa capo alla famiglia Benetton».
Non che in quella zona sia difficile incappare in una terra dei Benetton, visto che la proprietà della famiglia si estende per un’area di 900mila ettari (metà della superficie del Veneto) e tutta questa terra non serve solo a pascolare le pecore per i maglioni dell’azienda, è anche ricca di materie prime. Inoltre i Benetton controllano tutte le risorse idriche della zona.
Nel comunicato stampa che accompagnava l’azione dei Mapuche si legge: «Questa decisione è dovuta alla necessità primaria di continuare a esistere come Mapuche nel nostro territorio, in terre adatte al nostro sviluppo spiritualeculturaleeconomico sociale e politico che ci viene negato da oltre 140 anni».
La comunità Lof Kurache si definisce anticapitalista e contraria alla concentrazione delle terre nelle mani di pochi proprietari. Rivendica il possesso del territorio da parte della comunità per difendere l’ecosistema, la biodiversità e l’acqua, come bene pubblico, non privatizzabile.
La lotta dei Mapuche parte da lontano, la storia della colonizzazione delle loro terre è impressionante, i Benetton e il magnate Joe Lewis sono solo gli ultimi di una lunga lista.
Per saperne di più potete leggere il lungo e interessante articolo pubblicato su Micromega che contiene un’intervista a Monica Zornetta, giornalista freelance e saggista, che conosce profondamente la questione indigena.

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