Un Presidente ‘notaio’, che attende di conoscere in tempi brevi la volontà delle forze politiche presenti in Parlamento prima di prendere le sue decisioni sul futuro della legislatura, senza assolutamente interferire nel dibattito tra chi vuole le elezioni e chi invece lavora per creare un nuovo governo. Un esecutivo che tuttavia non dovrà nascere con l’intento di evitare il voto, ma che dovrà avere solide basi programmatiche e numeriche. E' questa la linea che segue il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per trovare una soluzione alla crisi di governo, illustrata ai presidenti delle Camere e alle delegazioni dei Gruppi parlamentari ricevuti nel primo giorno di consultazioni.
Considerazioni alle quali il capo dello Stato ha aggiunto l’invito a chiarire presto la situazione, perché il Paese ha bisogno di un governo in carica con unità di intenti e di vedute, pronto ad affrontare emergenze che possono sorgere in ogni momento. Inoltre, prolungare la crisi per troppo tempo esporrebbe il Paese al concreto rischio di esercizio provvisorio. Proprio per questo, Mattarella darà il via libera solo ad un governo con una maggioranza politica chiara e solida e un programma di legislatura di ampio respiro e non ad un esecutivo nato soltanto con l’obiettivo di evitare le elezioni anticipate.
Le consultazioni hanno preso il via con l’arrivo al Quirinale della presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Mattarella ha sentito telefonicamente il suo predecessore, Giorgio Napolitano, per la soluzione della crisi di governo. Il colloquio tra Mattarella e Casellati è durato circa 15 minuti. La seconda carica dello Stato al termine non ha rilasciato dichiarazioni. A seguire è arrivato al Quirinale il presidente della Camera, Roberto Fico, che è stato a colloquio con il presidente della Repubblica circa mezz’ora. Successivamente i colloqui con i rappresentanti dei Gruppi parlamentari.
Il Gruppo delle Autonomie del Senato, ha affermato la capogruppo delle Autonomie al Senato, Julia Unterberger, al termine delle consultazioni al Quirinale, è disponibile ad appoggiare un governo Conte bis sostenuto da una maggioranza M5S-Pd. "Riteniamo molto irresponsabile - ha spiegato Unterberger - pensare di votare in autunno", alla luce delle scadenze economiche che attendono il Paese, a partire dalla necessità di evitare l’aumento dell’Iva, che, ad esempio, porterebbe la popolazione del Sud Tirolo a spostarsi in Austria per gli acquisti. Inoltre, come europeisti, il Gruppo delle Autonomie ritiene necessario avere un governo che in Europa si comporti in modo "rispettabile" e che non segua "le idee dei sovranisti che si vogliono avvicinare più alla Russia che all’Europa". "Non avremmo nessun problema - ha quindi assicurato Unterberger - se ci fosse un Conte bis", con l’appoggio di M5S e Pd, "perché lui ci sembra molto neutro ed istituzionale. Sarebbe un peccato non utilizzare questo modo di fare politica così diverso da tanti politici italiani che vediamo esprimersi con urla. Lui è molto tranquillo ed elegante". Concetti ribaditi dal vicecapogruppo, Albert Laniece, della minoranza valdostana: "Saremmo disponibili a confrontarci per vedere se ci sono le condizioni per creare una maggioranza alternativa, che non potrebbe che essere Cinquestelle-Pd più altre componenti". Fondamentale dovrebbe essere "la vocazione nettamente europeista della nuova maggioranza".
Per Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto del Senato, il voto anticipato sarebbe "pericoloso per il nostro Paese", per questo bisogna "avere la buona volontà e la generosità di provare a costruire un governo politico di legislatura". Con lei Pietro Grasso, Emma Bonino, e Riccardo Nencini. "Ci possono essere le condizioni - ha aggiunto - se si fa tutto uno sforzo: Pd, M5S, Leu. Non è solo una questione di numeri, servono idee chiare su 4, 5 punti per un governo di legislatura". Serve "un governo di ampio respiro" ha detto Nencini, "un autorevole governo del fare e del disfare alcune iniziative e leggi di questa maggioranza" ha sottolineato Emma Bonino. "Più Europa si riserva ogni valutazione", ha aggiunto Bonino, che ha chiesto provvedimenti per quanto riguarda le regole per la raccolta delle firme per le liste, perché altrimenti alle prossime elezioni "si presentano 5 partiti".
"Abbiamo ribadito l’indisponibilità a soluzioni tampone semplicemente per contrastare il voto anticipato e la disponibilità a dare un contributo per un governo politico di svolta che dia un segnale di cambiamento di cui il Paese ha bisogno" ha affermato il capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro, al termine del colloquio con il presidente della Repubblica.
"Assoluta fiducia" da parte del Gruppo Misto della Camera, "nel Presidente della Repubblica, nella sua saggezza e nella sua consapevolezza di agire per il bene di questo Paese, sapendo che non è la sua funzione risolvere problemi creati da altri" ha spiegato il capogruppo, Manfred Schullian, al termine delle consultazioni al Quirinale. Dalle sei componenti che fanno parte del Gruppo, pur con diverse sfumature, è stato sottolineato che "non verrà staccato nessun assegno in bianco per qualsiasi governo che dovesse esserci presentato".
Terminata la prima giornata di consultazioni, quella di domani rappresenterà un primo importante bivio per i successivi sviluppi della crisi di governo, visto che al Quirinale sfileranno le forze politiche più consistenti: alle 10 Fratelli d’Italia, quindi alle 11 e alle 12, rispettivamente, Pd e Forza Italia. Nel pomeriggio, alle 16 e alle 17, Lega e M5S. Il presidente Mattarella avrà quindi un primo quadro sui possibili sbocchi della crisi, vale a dire se si possa arrivare ad un nuovo governo o se invece siano inevitabili scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate. Se dovesse profilarsi l’ipotesi concreta di una trattativa propedeutica alla formazione di un governo con una solida base parlamentare e programmatica, il capo dello Stato potrebbe concedere alle forze politiche che abbiano manifestato questa intenzione qualche giorno di tempo per verificare se il dialogo possa realmente avere un seguito positivo. Tempi brevi, comunque. Al massimo tra lunedì e martedì potrebbe quindi essere programmato un nuovo rapido giro di consultazioni per consentire a Mattarella di capire se c’è la possibilità di conferire l’incarico di formare un nuovo governo o se invece il tentativo si è rivelato vano e quindi le elezioni anticipate sono l’unica strada percorribile.