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martedì 9 febbraio 2021

Governo, secondo giro di consultazioni. Scuola, Ue, vaccini e lavoro: ecco il programma di Draghi.

 

Obiettivo del nuovo giro di colloqui far incastrare tutti i tasselli di una nuova allargatissima maggioranza.


La pandemia ha rubato giorni di scuola ai ragazzi e alle ragazze italiani e Mario Draghi vuole partire da qui: il calendario scolastico va rivisto e bisogna fare di tutto per assicurare che alla ripresa a settembre i professori siano in cattedra (IL TIMING DELLA CRISI). Ne discute con i partiti più piccoli il premier incaricato durante il secondo giro delle consultazioni.

TUTTI I VIDEO L'altra priorità è accelerare sui vaccini, la loro distribuzione ma anche la produzione. E creare posti di lavoro, perché la ripresa ci sarà ma sarà lenta. Prende forma il programma del nuovo governo, che parlerà anche di Europa e lavoro e delle riforme necessarie a rilanciare il Paese: fisco, pubblica amministrazione e giustizia in cima alla lista. IL CALENDARIO DELLE CONSULTAZIONI

Il ritmo dei colloqui è serrato, gli esponenti delle forze politiche escono uno dopo l'altro e dipingono un quadro molto simile. La cornice entro la quale si muoverà il governo Draghi sarà europeista all'insegna di un rinnovato atlantismo. I TEMI INDIVIDUATI DA DRAGHI
Sul fronte interno invece il premier incaricato batte più volte sulla riforma della pubblica amministrazione: operazione necessaria per l'attuazione del Recovery plan. C'è poi la riforma del fisco, che deve essere organica, e anche la riforma della giustizia civile. Quella penale, tema fonte di molte tensioni fra i partiti, non è citata. L'emergenza sanitaria ha poi portato con sé quella sociale ed economica. Il blocco dei licenziamenti scade a fine marzo e qui nessuno riporta parole nette: la necessità di proteggere le persone sarebbe però chiara al premier incaricato, che punta a creare nuovi posti di lavoro attraverso la ripresa degli investimenti e l'apertura dei cantieri. Altra priorità, l'ambiente che "innerverà" ogni intervento. E poi i due grandi temi che interessano tutti i cittadini: la scuola e la lotta al Covid.

Il 15 febbraio scade il decreto legge che vieta gli spostamenti fra Regioni e dunque se rinnovare la stretta o come alleggerirla potrebbe essere il primo atto del nuovo governo. Francesco Boccia, ministro uscente per gli Affari Regionali, invita a "non abbassare la guardia". Sulla scuola invece si sono già fatti sentire i presidi: l'idea di allungare, magari fino a luglio, la presenza degli studenti in classe viene accolta con un mix di prudenza e timore mentre sulle "200mila assunzioni" da fare la richiesta è di maggiore autonomia agli istituti.

Prima di salire al Colle e sciogliere la riserva, l'ex presidente della Bce deve tornare al tavolo con i partiti più grandi e incontrare - come promesso - parti sociali e enti locali mercoledì. Ma a quel punto non potrà ancora dichiarare chiusa la partita: il Movimento 5s ha deciso di ascoltare la base con tanto di votazione online che si concluderà giovedì alle 13. La direzione di marcia dei vertici è chiara: hanno aperto al governo Draghi in nome della responsabilità. Luigi Di Maio assicura che le battaglie di bandiera non verranno rinnegate e che i 5s "continueranno a essere determinanti". Invoca compattezza ancora una volta Giuseppe Conte che ai gruppi parlamentari è anche tornato ad assicurare di "non voler entrare nel governo". Il lavoro sui punti programmatici, che mostrano un respiro ampio e che rispondono alle sollecitazioni arrivate più volte da Bruxelles, va di pari passo con la formazione della squadra. Sempre più possibile che alla fine Draghi scelga una formula mista, con alcuni tecnici nei ministeri chiave e la presenza di alcuni politici. Avere luogotenenti dei partiti nell'esecutivo potrebbe infatti garantire una navigazione più sicura in Parlamento. La maggioranza larghissima, che va dal Pd alla Lega, pronta a sostenere Draghi rischia di rendere l'esame dei provvedimenti alla Camera e al Senato ricco di insidie.

Se il governo dovesse essere interamente politico, la Lega è però pronta a reclamare un posto da ministro direttamente per Salvini. Una questione di "logica" per il capogruppo leghista a Montecitorio Riccardo Molinari. Intanto, dopo le aperture all'ex banchiere centrale, prosegue la svolta in chiave europeista del 'Capitano'. Su migranti dice di volersi attenere alla "legislazione europea" e potrebbe anche decidere di far votare i suoi a favore del Recovery fund all'Europarlamento. Molto dipenderà dall'incontro in agenda con Draghi: se la vecchia austerity facesse largo agli investimenti - fanno sapere fonti del partito - si potrebbe virare dall'astensione al sì anche in questo caso.

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/02/08/governo-consultazioni-draghi-palazzo-chigi-quirinale-giuramento_fb91440d-0f9f-4d38-8dcc-cf01f321e3b9.html

venerdì 5 febbraio 2021

Governo Draghi, la diretta delle consultazioni: tocca a Pd e Forza Italia. Grillo guiderà la delegazione M5s. Casaleggio: “Voteranno gli iscritti”.

 

LA GIORNATA - Le consultazioni entrano nel vivo all'indomani dell'apertura del M5s sull'asse Grillo-Conte. Il presidente del Consiglio incaricato incontrerà prima di pranzo le delegazioni di Leu e di Italia Viva poi, dopo Fratelli d'Italia (alle 15), a Montecitorio arriveranno dem e berlusconiani. Zingaretti: "Noi cresciamo, Renzi all'1%". Di Battista insiste: ""Pensate che sarà possibile portare avanti battaglie sulla legalità e sulla giustizia stando al governo con lui?"

È il giorno del faccia a faccia con quattro gambe della possibile maggioranza e del ritorno sulla scena di Silvio Berlusconi. Mario Draghi entra nel vivo delle consultazioni per la formazione del ‘governo del Presidente’ all’indomani dell’apertura del M5s sull’asse tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, che farà parte della delegazione pentastellata. Anche se intanto Davide Casaleggio sostiene che tra i parlamentari c’è consenso per passare da un voto degli iscritti a Rousseau. Il presidente del Consiglio incaricato incontrerà prima di pranzo le delegazioni di Leu e di Italia Viva poi, dopo Fratelli d’Italia (alle 15), a Montecitorio arriverà il Partito Democratico. Il segretario Nicola Zingaretti ha annunciato che non metterà paletti al perimetro della maggioranza perché è “compito di Draghi”, mentre i dem “offriranno i contenuti”. E sulla situazione nella quale Matteo Renzi ha costretto il suo ex partito scatenando la crisi ha sottolineato: “Ricordo che il giorno del giuramento del Conte 2 Renzi fondò un partito con l’obiettivo dichiarato di distruggere il Pd, noi oggi cresciamo mentre il partito di Renzi è inchiodato al 1,5-2 per cento”.

L’ultimo appuntamento dell’ex numero della Bce sarà quello con Forza ItaliaSilvio Berlusconi pronto a giocare la partita in prima persona. Una variabile di peso, in particolare sul tema giustizia, tra i più delicati per i Cinque Stelle. Non a caso durante la notte è tornato a farsi sentire Alessandro Di Battista, ribadendo la sua contrarietà al governo Draghi, elencando alcuni dossier cari ai pentastellati – tra cui Autostrade – e sottolineando: “Pensate che sarà possibile portare avanti battaglie sulla legalità e sulla giustizia stando al governo con Berlusconi?”. Parole che arrivano all’indomani della lunga telefonata tra il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, e il premier incaricato in un gioco di sponda che ha portato anche all’apertura netta di Conte, fermo nel sottolineare che “non sarò un sabotatore”. E Grillo nelle prossime ore si sposterà a Roma, dove è già arrivato Davide Casaleggio. E proprio il figlio del co-fondatore apre a una nuova ipotesi: “Ho incontrato diversi parlamentari e ministri qui a Roma. Qualunque sarà lo scenario politico possibile c’è ampio consenso sul fatto che l’unico modo per avere una coesione del Movimento 5 stelle sarà quello di chiedere agli iscritti su Rousseau”.

Il M5s andrà da Draghi sabato mattina, ultima forza politica chiamata al faccia a faccia. Poco prima sarà la volta della Lega, divisa tra l’appoggio o meno dell’ex presidente della Bce. Dopo l’endorsement netto di Giancarlo Giorgetti, per sminare il terreno di fronte all’out out di Matteo Salvini (“O noi o Grillo”) si è mosso anche Luca Zaia. Da tempo il governatore del Veneto ha una partita aperta con Salvini si dice sicuro che il segretario “saprà muoversi con senso di responsabilità nei confronti del Paese, e anche responsabilità nei confronti della nostra identità” affrontando il colloquio “senza pregiudizi”, dice a Il Corriere della Sera. E apertura nei confronti di Draghi arriva anche da un euroscettico come Alberto Bagnai, responsabile economia del Carroccio: “È pragmatico e saprà gestire il Recovery”, spiega a La Stampa.

Intanto Draghi e Recovery Plan, sempre sul quotidiano torinese, parla anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Premettendo che “si tratta di un affare italiano”, specifica che il presidente del Consiglio incaricato “alla Bce ha svolto un ruolo straordinario e di questo ne sono tutti consapevoli” e sottolinea che bisogna “lavorare senza sosta” al Recovery Plan. “Da settimane, per non dire mesi, lavoriamo con le autorità italiane e con le parti interessate per sviluppare i dettagli della bozza. E il lavoro è ancora in corso – afferma la presidente – Dobbiamo andare in profondità nei dettagli, definendo obiettivi e tabella di marcia. Per questo siamo pronti e impegnati con l’amministrazione italiana per lavorare senza sosta e andare avanti perché il tempo è prezioso e non vediamo l’ora di vedere come sarà formato il nuovo governo”.

CRONACA ORA PER ORA.

11.54 – Iniziato l’incontro con Leu.
E’ iniziato a Montecitorio l’incontro tra il presidente incaricato Mario Draghi e la delegazione di Liberi e Uguali, composta dai capigruppo di Camera e Senato, Federico Fornaro e Loredana De Petris.

11.50 – Crippa (M5s): “Serve visione politica”
“Non si faccia un’operazione di mero maquillage, dobbiamo evitare di dare visibilità e rilievo a chi ha causato questo disastro politico. Chi è stato protagonista della crisi di governo, non può oggi essere un elemento determinante tanto più che i suoi numeri in Parlamento sono sempre meno determinanti”. Lo dichiara Davide Crippa, capogruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera, in un passaggio andato in onda alla trasmissione Agorà. “Siamo convinti che un governo tecnico non possa adottare le scelte che riguardano il futuro dei cittadini. Serve una visione politica, e non tecnica, per rilanciare il Paese. Andremo da Mario Draghi per comprendere le sue linee progettuali, ribadendogli che siamo la prima forza parlamentare ed insistendo su alcuni temi per noi fondamentali. Poi si vedrà”, conclude il deputato.

11.46 – Unterberger (Autonomie): “Draghi più tedesco dei tedeschi.”
“In Germania Draghi ha la fama di essere più tedesco dei tedeschi, con i sud tirolesi non può quindi che avere un feeling particolare”. Così la senatrice Julia Unterberger, presidente del Gruppo per le Autonomie (SVP-PATT, UV), dopo le consultazioni con Mario Draghi, dopo aver detto che quello con il presidente incaricato “è stato un primo incontro molto positivo”.

11.34 – Autonomie: “Serve formula Ursula.”
“Auspichiamo un governo politico. La formula ‘Ursulà sarebbe perfetta. Con i governi tecnici non abbiamo avuto buone esperienze per i nostri piccoli territori”. Lo dice Julia Unterberger di Per le Autonomie al termine della consultazione con Mario Draghi. “Ci auguriamo un governo politico. Penso che come convinti europeisti non possiamo che dire sì a un governo Draghi”, ha concluso.

11.20 – Grillo nella delegazione del M5s da Draghi.
Beppe Grillo domani sarà nella delegazione M5S che incontrerà il premier incaricato Mario Draghi. La conferma arriva all’Adnkronos da autorevoli fonti del Movimento e dall’entourage dello stesso garante dei 5 Stelle. Le delegazioni per gli incontri non sono state ancora comunicate ufficialmente, ma Grillo, salvo cambi di programma dell’ultimo minuto, farà parte della squadra.

11.05 – Iniziato il secondo giorno di consultazioni.
È appena iniziato alla Camera l’incontro fra il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, e i rappresentanti del gruppo per le Autonomie del Senato. Si tratta del primo colloquio nel secondo giorno di consultazioni. Gli incontri andranno avanti anche nel pomeriggio. Il programma della giornata prevede consultazioni con Leu, Iv, Fdi, Pd e Fi. Domattina sono attesi Lega e M5s.

10.45 – Draghi arrivato a Montecitorio.
Il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi è a Montecitorio, dove è arrivato poco dopo le 10. Oggi proseguono le consultazioni per la formazione del nuovo governo: in primo incontro in agenda per Draghi è alle 11 quello con il gruppo ‘Per le Autonomiè del Senato.

10.17 – Casaleggio: “Ampio consenso per voto su Rousseau.”
“Ho incontrato diversi parlamentari e ministri qui a Roma. Qualunque sarà lo scenario politico possibile c’è ampio consenso sul fatto che l’unico modo per avere una coesione del Movimento 5 stelle sarà quello di chiedere agli iscritti su Rousseau”.

9.50 – Lezzi: “Con B. e Renzi? Fatale per noi, sciagura per l’Italia.”
“Non posso credere che ci sia tra noi la convinzione che sedere allo stesso tavolo dell’operazione Verdini da Rebibbia possa rappresentare il bene per il Paese ancor più in questo drammatico momento. Il M5S le ha tentate tutte per dare agli italiani un governo che potesse occuparsi di loro ma esistono limiti che devono essere riconosciuti con coraggio e con la memoria alle azioni di questi personaggi che, come avvoltoi, hanno lavorato per far fuori quella persona perbene che è Conte per ritornare a spartirsi la torta come hanno sempre fatto e come la storia ci insegna. Un governo con Berlusconi, Calenda, Renzi, Bonino e Salvini, non è un governo politico ma un’attrazione fatale per il M5S ed una sciagura per gli italiani”. Lo scrive su Facebook Barbara Lezzi

9.18 – Casaleggio a Roma.
Anche il presidente dell’associazione Rousseau, Davide Casaleggio, è a Roma. È quanto circola negli ambienti Cinquestelle. Non è escluso che possa vedere Beppe Grillo, anche lui nella Capitale. Oggi alle ore 19, il figlio del cofondatore del M5S sarà impegnato nel secondo appuntamento del percorso di formazione ‘Ambasciatori della Partecipazionè, promosso dalla Rousseau Open Academy, assieme ad Enrica Sabatini. Non c’è alcuna conferma, né smentita, invece, su incontri con i vertici dei Cinquestelle o con Alessandro Di Battista, tornato a far sentire la sua voce critica sul sostegno al governo che sta tentando di comporre il presidente incaricato, Mario Draghi.

8.55 – Von der Leyen: “Lavorare senza sosta sul Recovery.”
Bisogna “lavorare senza sosta” al Recovery Plan italiano. Lo dice la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, in un’intervista a La Stampa e altri media europei, in parte anticipata ieri, e nella quale, pur ribadendo la “regola d’oro” di non commentare mai le questioni politiche interne, plaude a Draghi: “Alla Bce ha svolto un ruolo straordinario e di questo ne sono tutti consapevoli. Non solo in Italia”.

8.51 – Tajani: “Draghi scelta in direzione di Fi.”
“Berlusconi aveva chiesto un governo dei migliori e la scelta di Draghi va nella direzione auspicata da Forza Italia. Oggi andiamo all’incontro con uno spirito costruttivo, e ricordiamo che fu Berlusconi a indicare Draghi per la guida della Bce. Berlusconi oggi sarà presente, prima non poteva spostarsi, verrà a Roma per guidare la nostra delegazione. Ci sederemo al tavolo con le nostre proposte, tra cui il nostro recovery plan e il nostro piano vaccini. Siamo l’unico partito che ha preparato un recovery plan alternativo a quello del vecchio governo”. Lo ha detto il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, a Mattino 5. “I temi per noi dirimenti sono la giustizia e la politica fiscale”, ha aggiunto.

8.49 – Delrio: “Non possiamo porre veti.”
“Nel tentativo del Conte ter c’era un appello alle forze europeiste e anti-sovraniste per una coalizione di tipo politico, qui stiamo parlando di un governo che non ha un perimetro politico perché questo è un governo del presidente della Repubblica. Che ha chiesto di rispondere alle emergenze del Paese: non disperdere i fondi del Next generation e rispondere all’emergenza sanitaria e vaccinale. Se la politica vuole fare un salto di qualità questo è il momento. Ognuno risponderà per sé senza porre veti o paletti. Però chiaramente il programma di Draghi dovrà scegliere fra politiche senz’altro diverse. E questo credo sarà lo spartiacque”. Così Graziano Delrio, sulla crisi di Governo, in un’intervista al Corriere della Sera.

8.43 – Zaia: “Salvini si muoverà responsabilmente”
Sono sicuro che Matteo Salvini saprà muoversi con senso di responsabilità nei confronti del paese, e anche responsabilità nei confronti della nostra identità”. Lo dice, intervistato dal Corriere della Sera, Luca Zaia, governatore del Veneto. “Nel senso che – precisa – Salvini affronterà il colloquio con Draghi mettendosi al tavolo ascoltando senza pregiudizi i progetti di governo del presidente incaricato. E il famoso tema dei punti fondamentali: si va al tavolo per verificare se sia possibile lavorare”. E su Mario Draghi afferma: “E un personaggio di indiscusso standing internazionale. È innegabile e saremmo poco onesti intellettualmente se non lo dicessimo: è l’uomo che ha riscattato l’immagine dell’Italia attraverso tutta la sua carriera in particolare nei suoi otto anni di presidenza della Bce. E nemmeno è soltanto questione di curriculum”.

8.20 – Zingaretti: “No paletti alla Lega.”
“Noi porteremo a Draghi le nostre proposte, appena discusse in Direzione. Al primo punto c’è il tema di un forte ancoraggio all’Europa. La Lega è d’accordo? Poi proporremo una riforma del fisco che non intacchi il principio di progressività, altro che flat tax: la Lega è d’accordo? Potrei continuare, mi pare che ci si trovi di fronte a due forze chiaramente alternative…”. lo dice il leader del Pd Nicola Zingaretti a La Stampa. “Ogni fase politica ha le sue regole… Quello che avevamo da dire sul tema, lo abbiamo detto più volte e con chiarezza: ripeterlo ora sarebbe solo un’interferenza – quasi una pressione – nel lavoro del presidente incaricato. Quando vedremo Draghi ricapitoleremo: e se la Lega si dicesse pronta ad entrare in un governo europeista, con un programma europeista e guidato dall’ex Presidente della Banca centrale europea, ne parleremo. Ma lei ci crede? Discuterne adesso non ha gran senso”, ha aggiunto. “Il presidente incaricato è al lavoro e sono sicuro che troverà ampie disponibilità da parte di tutte le forze responsabili” ha spiegato

8 – Di Battista: “Ogni ora che passa più ragioni per il no”
“Ogni ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per dire NO a Draghi. Si dice: ‘non sarà un governo tecnico ma un governo politicò. Benissimo. Allora ragioniamo di politica. C’è chi si batte da 906 giorni, ovvero dal 14 agosto del 2018 (giorno della Strage di Genova), per revocare le concessioni autostradali ai Benetton. Davvero qualcuno crede che Draghi, colui che, da Direttore generale del Tesoro, assegnò le concessioni autostradali ai Benetton, possa revocarle? C’è chi combatte per l’istituzione di una banca pubblica di investimento. Pensate davvero che Draghi, uomo legato a doppio filo alla Goldman Sachs possa realizzarla? Io credo che sia indispensabile un durissimo provvedimento sul conflitto di interessi che proibisca, per legge, consulenze (o conferenze ben retribuite) a politici ed amici della politica. Si potrà mai approvare una legge del genere con Renzi al governo, per giunta rafforzato politicamente, che si sta arricchendo a dismisura grazie a conferenze estere strapagate? Pensate che sarà possibile portare avanti battaglie sulla legalità e sulla giustizia stando al governo con Berlusconi?”. Lo scrive su Facebook Alessandro Di Battista, del Movimento 5 Stelle.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/05/governo-draghi-la-diretta-del-secondo-giorno-di-consultazioni-tocca-a-pd-e-fi-grillo-nella-delegazione-m5s-casaleggio-voto-degli-iscritti/6091124/#

domenica 31 gennaio 2021

Proseguono le consultazioni, Tabacci: 'Serve un governo politico con Conte'.

 

Nel primo giorno di colloqui M5S, Pd e Leu hanno blindato il presidente del Consiglio.


Ultimo giorno di consultazioni per Roberto Fico, che oggi ha incontrato gli Europeisti. M5s, Pd e Leu blindano ancora Conte.

Serve un patto "di fine legislatura", incalza Zingaretti. Renzi chiede un programma scritto, ricordando che per Iv "le idee vengono prima dei nomi". Fornaro sottolinea la necessità di "lealtà" in una coalizione. Il mandato esplorativo di Fico è solo "altro tempo perso", taglia corto Salvini.

La mossa di Matteo Renzi inevitabilmente complica la trattativa per il futuro governo. Tuttavia l'impressione alla fine della prima giornata di consultazioni del presidente Fico è che Renzi abbia sminato la bomba mes e mostrato un certo ottimismo sul fatto che "nell'interesse degli italiani un punto di caduta" possa essere trovato. Un punto importante a favore del lavoro di Fico è che si sia iniziato a lavorare concretamente sul programma.

Insomma, sembra partire nelle difficoltà previste il compito del Presidente della Camera Roberto Fico di "esplorare" la possibilità di avere un nuovo governo solido, frutto di una intesa all'interno della ex maggioranza giallorossa.

"Siamo pronti a un programma di legislatura e la persona giusta per portare avanti questo programma e guidare un governo è Giuseppe Conte. Stiamo lavorando su un programma, sulle questioni che riguardano la pandemia e la crisi, sicuramente ci saranno altre occasioni per incontrare il presidente" della Camera Roberto Fico "ma sarà lui a informare". Lo afferma Ricardo Merlo, a nome del gruppo parlamentare "Europeisti - Maie - Centro Democratico" del Senato, dopo l'incontro con Roberto Fico.

"Abbiamo ribadito al presidente Fico la nostra indicazione per un incarico a Conte, in quanto riteniamo che sia la garanzia di un soluzione rapida e che possa garantire continuità col precedente governo, che era stato per noi particolarmente soddisfacente". Lo ha detto Gianclaudio Bressa, in rappresentanza del gruppo parlamentare per le Autonomie, al Senato, dopo la consultazionea Montecitorio. "Abbiamo dato indicazione non solo di fare in fretta ma di dare incarico per il nuovo governo a Giuseppe Conte. Credo che siano previsti già oggi degli incontri per definire puntualmente le questioni programmatiche".

"Siamo per un governo politico, guidato da Conte, che arrivi al termine della legislatura, sapendo che l'alternativa è il governo del Presidente della Repubblica che porti il Paese alle votazioni, ma questo significa che il parlamento non riesce a esprimere una maggioranza". Lo ha detto Bruno Tabacci, in rappresentanza di Centro Democratico - Italiani in Europa, al termine delle consultazioni con il presidente della camera Roberto Fico. "Quando responsabili diventa un termine negativo io non mi ci posso riconoscere - ha aggiunto - Sono responsabile di quello che dico e che faccio. Abbiamo dato vita a una iniziativa politica che ha portato al Senato alla nascita del gruppo europeisti e alla Camera a un gruppo che conta 15 deputati". Nuovi 'responsabili'? "Ritengo che la partita si svolgerà quando il presidente incaricato avrà presentato la sua squadra e il suo programma e si vedrà chi vota e chi non vota. Non è il caso ora di fare dei vaticini"ha precisato Tabacci, convinto che una maggioranza Ursula "qua non c'è".

"Ripartire imprescindibilmente dal presidente del consiglio uscente, Giuseppe Conte. Noi lo sosterremo convintamente". Lo ha detto il deputato Antonio Tasso, esponente del Maie alla Camera, al termine delle consultazioni con il presidente della Camera, Roberto Fico.

Intanto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un post su Fb ha sottolineato la necessità di un governo forte in tempi rapidi. "In questi momenti - ha scritto - serve un esecutivo forte, mentre noi agli occhi del mondo appariamo deboli. O ci mettiamo in testa che dobbiamo ripartire in fretta con un nuovo governo puntando a sfruttare al meglio i 209 miliardi del Recovery oppure le future generazioni piangeranno le follie di una politica che invece di pensare ai problemi degli italiani, litigava per le poltrone". 

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/01/31/proseguono-le-consultazioni-a-montecitorio-con-il-presidente-della-camera-fico-dopo-il-mandato-conferito-dal-quirinale_8294246b-c278-4c91-ba4b-09b44641a024.html

giovedì 28 gennaio 2021

Secondo giorno di consultazioni. Autonomie, sì al 'Conte ter'.

 

Saliranno al Colle le delegazioni del Pd e di Italia Viva. Nel frattempo è ancora gelo tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi.


Secondo giorno di consultazioni al Quirinale. Dopo le alte cariche istituzionali di ieri oggi sarà la volta al Colle di Pd e Italia Viva.

Ma la situazione non sembra avviata, almeno per ora,ad alcuna schiarita. Restano le distanze tra i partiti soprattutto sul nome del premier. Con una precisazione che arriva, prima dell'avvio delle consultazioni, dal segretario Dem Nicola Zingaretti  via Fb: "Non abbiamo nessuna intenzione di chiuderci nelle nostre stanze a cercare un governo a qualunque costo. Non è questa la nostra storia e non è questo che serve alla nazione. Prendiamoci cura dell'Italia e credo che la cura giusta sia un governo di legislatura, europeista, repubblicano, che rilanci lo sviluppo, socialmente giusto e attento agli ultimi. Un governo attento alla salute e al futuro degli italiani. Questa crisi non l'abbiamo voluta noi. Ne avremmo fatto volentieri a meno. Ripeto. L'Italia può e deve guarire". 

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Autonomie - La prima forza politica a salire al Colle è il gruppo delle Autonomie. "Abbiamo una preferenza per un eventuale Conte Ter. Abbiamo avuto una buona esperienza con Conte che ci ha sempre dato una mano. Pensiamo sia un punto di equilibrio tra tutti i partiti che formano questo governo e senza di lui è difficile avere una stabilità",  ha detto Julia Unterberger del Gruppo "Per le Autonomie" al Senato al termine dell'incontro con il presidente della Repubblica. "Abbiamo confermato al presidente Mattarella il sostegno per qualsiasi formazione purchè sia fortemente europeista e abbia nel programma la tutela delle minoranze linquistiche e delle autonomie speciali. Il Paese non ha bisogno di una crisi. Si deve trovare una soluzione politica e non un governo tecnico", ha aggiunto. Ora è la volta del gruppo Misto. 

E nel frattempo zero contatti tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Un semplie dato di cronaca che dà la misura di quanto sia avvitata la crisi. La situazione, osservano in ambienti del Quirinale è "molto complicata". E in Parlamento si avvertono accenti ancor più preoccupati. Perché l'operazione 'responsabili' finora sembra fallita nell'intento di procurare numeri in più al senato. I gruppi di Italia viva sembrano restare ancora essenziali per formare un governo. Ma Renzi e i suoi continuano a usare parole assai dure, danno corpo a chi sostiene che sostituire il premier uscente sia "l'obiettivo vero di Renzi".

Sia da Iv che dal M5s smentiscono che contatti siano in corso tra il senatore di Rignano e Luigi Di Maio per portare il ministro degli Esteri a Palazzo Chigi. Ma una fonte renziana a taccuini chiusi dice che "una sintonia ci può essere" su un nome alternativo a Conte. Quando ancora il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non è entrato nel vivo degli incontri con i partiti, in Parlamento si diffonde l'ipotesi che, per la difficoltà di comporre il caos nella potenziale maggioranza, il capo dello Stato possa affidare un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico. Una voce, nulla di più. Anche perché, se l'obiettivo fosse far sedere allo stesso tavolo Conte e Renzi per provare a superare l'apparente incomunicabilità, il mandato esplorativo potrebbe essere affidato allo stesso premier uscente. In alternativa, se una maggioranza si materializzerà con più chiarezza, a Conte potrebbe andare un vero e proprio reincarico, con l'obiettivo di trovare l'accordo su un nuovo programma e una squadra di governo.

La delegazione di Iv al capo dello Stato dovrebbe ribadire la disponibilità a sedersi al tavolo di maggioranza, anche con Conte premier incaricato, "senza veti". Ma dovrebbe anche sottolineare l'assenza di contatti e segnali da Palazzo Chigi: "Le nostre domande sono note, le risposte di Conte mai pervenute. Il nostro sostegno è legato a una forte discontinuità nel metodo e nel merito", dice un dirigente del gruppo.

A Palazzo Chigi continuano a non fidarsi affatto di Renzi, anzi a pensare che abbia disseminato già il percorso verso il Conte ter di trappole. Ma il barometro sulla possibilità di poter fare un tentativo vero sembra volgere un po' più al positivo, anche perché gira voce di una trattativa in corso con un 'big' di Forza Italia per il passaggio tra gli Europeisti. Ma soprattutto, rassicura il discorso di Nicola Zingaretti in direzione Pd, che anche Conte avrebbe ascoltato in diretta streaming. Il segretario Pd, che ha favorito con un "prestito" Dem la nascita della quarta gamba "Europeista", indica fino alla fine un tentativo convinto per il Conte ter, tiene in campo - non auspicandolo - lo scenario delle urne, punta il dito contro l'inaffidabilità di Renzi. I Dem sono divisi sulla imprescindibilità o meno di Conte. Ma in una direzione assai stringata e preceduta da contatti serrati tra le correnti, convergono su una linea compatta per garantire un tentativo forte sul Conte ter. Su cosa fare se fallisse le idee divergono.

Anche Di Maio, che trascorre il pomeriggio a Palazzo Chigi, garantisce di non lavorare a subordinate. Ma tra i Cinque stelle c'è chi afferma che subordinate possibili ce n'è più d'una. La partita è lunga, le prime battute si giocano a carte coperte, serpeggiano sospetti e veleni. Il fatto che il Pd punti così decisamente su Conte, ad esempio, da alcuni alleati di maggioranza - di Iv e M5s - viene interpretato come una mossa per "mandare a sbattere" il premier. Tra i Dem c'è chi teme che il vero obiettivo, d'intesa con Conte, sia andare alle elezioni. Lo spauracchio delle urne sembra ancora quello in grado di scompaginare i giochi al 'secondo giro', se l'avvocato dovesse fallire. Renzi sarebbe pronto a sostenere Di Maio, non è un mistero. Ma Maria Elena Boschi rispolvera anche il nome di Paolo Gentiloni, che negli scenari potrebbe tornare da Bruxelles per lasciare il posto a Conte come commissario europeo. In chiave "maggioranza Ursula" continuano a citarsi, nonostante le nette smentite dei diretti interessati, i nomi di Lorenzo Guerini e Dario Franceschini. E poi le opzioni tecniche, in chiave larghe intese o governo elettorale: da Carlo Cottarelli a Marta Cartabia. Ma sottotraccia si parla anche già di ministri. Alessandro Di Battista - si dice - potrebbe entrare al governo con un Conte ter. Fabio Panetta viene 'quotato' come ministro dell'economia. Ma con quale premier? E' ancora un mistero.

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/01/28/secondo-giorno-di-consultazioni.-restano-le-distanze-sul-nome-di-conte_6017f1db-b039-4a13-9abf-d28da9170c62.html