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venerdì 13 agosto 2021

Scarichi illegali e cattiva depurazione sono i nemici delle acque italiane.

 

Bilancio finale della campagna di rilevazione di Goletta Verde e Goletta dei laghi di Legambiente.


Mala depurazione e scarichi illegali restano il principale nemico del mare e delle acque interne italiane. A rivelarlo sono i dati del bilancio finale di Goletta Verde e Goletta dei laghi, le due campagne itineranti di Legambiente. Su un totale di 389 punti campionati in 18 regioni, in mare e in 34 laghi italiani, 1 punto ogni 3 è risultato oltre i limiti di legge. Le criticità maggiori sono state riscontrate a ridosso delle foci di fiumi, rii e canali, inquinati dagli scarichi fognari non depurati dai comuni dell'entroterra.

Goletta Verde e Goletta dei Laghi quest'anno hanno avuto come partner principali Conou e Novamont, e hanno impegnato un team di oltre 300 volontari e volontarie dei Circoli di Legambiente. Il monitoraggio ha preso in considerazione i punti individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta (200 segnalazioni raccolte).

I parametri indagati sono microbiologici: presenza di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli. Su 263 campioni prelevati lungo le coste marine, 22 punti sono stati giudicati inquinati, mentre ben 70 punti sono risultati fortemente inquinati: complessivamente oltre i limiti di legge il 35% del totale, 1 punto inquinato ogni 81 km di costa. Il 50% dei punti monitorati dalla campagna (131 punti su 263) ha riguardato le foci di fiumi e canali. Delle 131 foci campionate, il 58% (76 su 131) è risultato oltre i limiti di legge. Per quanto riguarda Goletta dei laghi, quest'anno la campagna di Legambiente ha ampliato il numero di bacini lacustri esaminati, passando dai 28 del 2020 ai 34 di questa edizione, sempre in 11 regioni italiane. Sono stati effettuati 126 prelievi in altrettanti punti di campionamento e giudicati oltre i limiti di legge il 33% dei prelievi (15 inquinati e 27 fortemente inquinati). In totale sono 61 i campioni prelevati in foce, 65 quelli prelevati a lago. Dei campioni giudicati oltre i limiti, il 64% è stato prelevato in foce a canali, fiumi o torrenti.

L'associazione ambientalista ribadisce "l'urgenza di destinare più investimenti per efficientare la depurazione e completare la rete fognaria, a partire dall'utilizzo delle risorse europee del PNRR. Ancora oggi il 40% dei reflui fognari delle nostre città non è adeguatamente depurato. L'Unione Europea ha più volte ammonito l'Italia, avviando ben quattro procedure d'infrazione per il mancato adeguamento alla direttiva europea sui reflui. Sino ad ora le multe sono costate al nostro paese oltre 77 milioni di euro. L'80% del carico complessivo degli agglomerati in stato di infrazione proviene da 5 regioni: dalla Sicilia in primis (il 23%) ma anche da Lombardia (il 19%), Campania (il 17%), Calabria (l'11%) e Lazio (10%).

ANSA

mercoledì 11 maggio 2016

Allarme pesticidi: trovati nel 63,9% delle acque superficiali. - Filippo Pala





Il rapporto dell’Ispra: in 4 anni un aumento del 20%. Al Sud dati ancora parziali.


Pesticidi sempre in aumento nelle acque italiane: sono 224 le sostanze diverse individuate nell’ultimo report dell’ISPRA sull’argomento, appena pubblicato, rispetto alle 175 del 2012, ultima rilevazione usata dai ricercatori dell’istituto. Un aumento che se da un lato testimonia di un uso ancora massiccio di queste sostanze, dall’altro segnala un miglioramento nella rete di controlli, visto che da sempre alcune regioni del Sud hanno meno punti di monitoraggio di quelle del Centro-Nord, e ancora in questa edizione mancano completamente i dati del Molise e della Calabria. In totale, comunque, sono ben 130mila le tonnellate di prodotti fitosanitari che ogni anno vengono utilizzati nel nostro paese, ai quali vanno aggiunti i biocidi, usati in tanti settori, su cui non si ha praticamente nessuna informazione.  

Le acque superficiali “ospitano” pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era del 56,9%), con un aumento di circa il 20%, mentre nelle acque sotterranee sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti, il 10% in più rispetto al 2012 (allora erano il 31%). I pesticidi, quindi, non sono diffusi solo nelle acque di superficie ma anche nelle falde profonde, naturalmente protette da strati geologici poco permeabili. 

In particolare, 274 punti di monitoraggio di superficie, il 21,3% del totale, hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali, mentre per quelle sotterranee i punti che superano i livelli d’allarme per l’ambiente sono 170 (il 6,9% del totale). Le sostanze più presenti sono il glifosato e il suo metabolita AMPA (acido aminometilfosforico), il metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita, la desetil-terbutilazina. Peraltro, va segnalato che il glifosato e il metabolita AMPA, presenti rispettivamente nel 39,7% e nel 70,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, sono cercati solo in Lombardia e Toscana. Sia nelle acque superficiali che in quelle sotterranee, poi, è diffusa la presenza di neonicotinoidi come l’imidacloprid e il tiametoxan, che sono gli insetticidi più utilizzati a livello mondiale e secondo gli studiosi uno dei principali responsabili della perdita di biodiversità e della moria di api.  

Nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29mila 220 campioni, per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un sensibile aumento rispetto al passato. Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni, e sono state cercate complessivamente 365 sostanze (nel 2012 erano 335). Gli erbicidi sono ancora i più presenti, soprattutto a causa dell’utilizzo diretto sul suolo, spesso concomitante con i periodi di maggiore piovosità di inizio primavera, che li portano rapidamente nei corpi idrici superficiali e sotterranei, ma sono in aumento anche i rilevamenti di fungicidi e insetticidi.  

Dal punto di vista territoriale, contaminazione più ampia nella pianura padano-veneta, anche se è vero che nelle cinque regioni dell’area si concentrano poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell’intera rete nazionale. Molto oltre il dato nazionale è la contaminazione in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, con il 70% dei punti delle acque superficiali interessati, mentre si arriva addirittura al 90% in Toscana e 95% in Umbria. Nelle acque sotterranee, la diffusione dei pesticidi è particolarmente grave in Lombardia, con il 50% dei punti interessati, in Friuli col 68,6% e in Sicilia col 76%. 

Più che in passato, sono state trovate miscele di sostanze nelle acque, contenenti anche decine di componenti diversi, fino ad arrivare ad individuarne 48 diverse in un solo campione. La tossicità di una miscela – informano gli esperti dell’ISPRA - è “sempre più alta di quella dei singoli componenti”, per cui va tenuto adeguatamente conto che “l’uomo e gli altri organismi sono spesso esposti a ‘cocktail’ di sostanze chimiche, di cui a priori non si conosce la composizione”, per poter valutare davvero la portata del problema, anche a livello globale.  

La nota più positiva che emerge dal report è la diminuzione delle vendite di prodotti fitosanitari: le citate 130mila tonnellate del 2014 rappresentano infatti un calo del 12% rispetto al 2001. Nello stesso periodo si è anche ridotta del 30,9% la quantità di prodotti più pericolosi e indubbiamente si è arrivati a un impiego più cauto delle sostanze chimiche in agricoltura, come richiesto dalle norme in materia, che – conclude l’ISPRA - prevedono “l’adozione di tecniche di difesa fitosanitaria a minore impatto, in cui il ricorso alle sostanze chimiche va visto come l’ultima risorsa”. 

http://www.lastampa.it/2016/05/09/scienza/ambiente/inchiesta/allarme-pesticidi-sono-presenti-nel-delle-acqua-superficiali-V7xehEvH27hIcij1wyzATJ/pagina.html

Usare i pesticidi significa uccidere le api, necessarie per l'impollinazione oltre che per la produzione di miele e cera, inquinare le acque e danneggiare l'ambiente. Tutto a discapito della natura e a favore delle multinazionali.

martedì 10 maggio 2016

Aumentano i pesticidi nelle acque italiane.



I dati dell'Ispra: +20% di pesticidi in quelle superficiali, +10% in quelle sotterranee. Ma la Coldiretti: siamo l'agricoltura più verde d'Europa.
Roma, 9 maggio 2016 - Non sono buoni gli ultimi dati sui pesticidi nelle acque: +20% in quelle superficiali, +10% in quelle sotterranee. A diffondere i dati è l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale), che nel dettaglio spiega: le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) 'ospitano' pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio (nel 2012 era 56,9%); quelle sotterranee nel 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Nell'edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque si sottolinea che la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta. L'Ispra sottolinea che l'analisi dei dati di monitoraggio non evidenzia una diminuzione della contaminazione, precisando che l'aumento di punti contaminati "si spiega in parte col fatto che in vaste aree del centro-sud, solo con ritardo, emerge una contaminazione prima non rilevata".
IL CAMPIONE - Nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un sensibile aumento rispetto al biennio precedente. Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni e sono state cercate complessivamente 365 sostanze (nel 2012 erano 335). Durante i controlli sono state trovate 224 sostanze diverse, "un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012)", che indica "una maggiore efficacia delle indagini condotte". Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute, mentre è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi. Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali, mentre in quelle sotterranee l'evento si verifica in 170 punti (6,9% del totale).
LA MAPPA - L'Ispra indica che la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta dove le indagini sono generalmente più efficaci. Nelle cinque regioni dell'area, infatti, si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell'intera rete nazionale. In alcune regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterranee la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% dei punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%. Più che in passato, avverte l'Ispra, sono state trovate miscele di sostanze nelle acque, fino a 48 in un singolo campione, quindi con una tossicità più alta rispetto a quella dei singoli componenti.
COLDIRETTI: SIAMO I PIU' VERDI - Il commento della Coldiretti ai dati dell'Ispra è fatto di altri numeri e percentuali. Secondo l'associazione l'agricoltura italiana è diventata la più green d'Europa con la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte nel confronto con quella dei prodotti extracomunitari (7,5%). Coldiretti sottolinea che nell'arco di dieci anni la quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo sia praticamente dimezzata, con un calo complessivo di 76 mila tonnellate (-45,2%) secondo il rapporto 2015 dell'Istat. L'Italia - sottolinea la Coldiretti - conta ora quasi 50mila imprese biologiche, in pratica quasi una su cinque di quelle attive a livello comunitario ma una diffusione esponenziale hanno avuto anche metodi di lotta integrata e guidata a minor impatto ambientale.