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sabato 7 settembre 2019

Tassi d’interesse negativi sui conti correnti: pro e contro dopo la mossa della Bce. - Marzia Redaelli

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Le nuove condizioni applicate dalla Banca centrale europea ai depositi degli istituti di credito rappresentano un fardello sui conti delle banche. E possono trasformarsi in un’arma a doppio taglio per i privati e pure per l’economia. Parola di economista.

I tassi di interesse negativi applicati dalla Banca centrale europea ai depositi degli istituti di credito sono un fardello sui conti delle banche. E possono trasformarsi in un’arma a doppio taglio per i privati e pure per l’economia, secondo alcuni economisti.

Il caso tedesco.
Grazie ai tassi negativi, in alcuni paesi europei è possibile ottenere finanziamenti a costo zero o addirittura con un guadagno (per esempio in Danimarca). Ma c’è anche il rovescio della medaglia: in Germania sta divampando la polemica sul trasferimento dei tassi negativi ai conti di tutti i clienti da parte delle banche (ora è possibile per i depositi sopra i 100mila euro). La querelle nasce dall’ipotesi abbozzata da Commerzbank, uno dei più grandi istituti in Germania, in vista di un ulteriore taglio sui depositi della Bce (ora a -0,4%) e per contrastare l’erosione degli investimenti a causa dei rendimenti sotto zero. I titoli di Stato emessi da Berlino, infatti, hanno ritorni negativi su tutte le scadenze, comprese quelle trentennali (si va dal -0,6% delle durate mensili al -0,2% di quelle a 30 anni).

Il Governo tedesco si è subito attivato per sventare l’eventualità, che ritiene dannosa per i piccoli risparmiatori: il ministro delle Finanze Olaf Scholz sta esaminando una proposta che impedisce alle banche di imporre tassi negativi sui conti correnti. L’associazione delle banche è insorta e invoca l’illegittimità costituzionale del provvedimento, oltre che paventare il rischio sistemico.

La situazione in italia.
In Italia le condizioni che aprirebbero a un trasferimento dei tassi negativi ai clienti sono meno evidenti. A causa del rischio Paese, infatti, i titoli del Tesoro hanno i rendimenti più appetibili nell’area euro (secondi ai greci) ma anche a livello globale, se si escludono gli emittenti dei Paesi emergenti e quelli considerati scarsamente affidabili. Tanto che le azioni delle banche italiane che hanno in pancia le obbligazioni tricolori sono penalizzate quando le quotazioni calano.

I Btp, i titoli di riferimento del nostro debito pubblico, pagano ancora un premio elevato ai compratori, a dispetto del miglioramento sull’onda della formazione di un nuovo Governo. La differenza di rendimento a 10 anni rispetto al Bund tedesco si è ridotta in poche sedute da sopra il 2% (200 punti base) a poco sopra l’1,7% (174 punti base): il rendimento del BTp sceso dall’1,8% del 9 agosto - con l’apertura della crisi di Governo - all’1% dei giorni scorsi ed è calato più di quello del Bund, che ha passato la soglia del -0,7%, già in vista da tempo. Il Bund comunque continua ad attrarre capitali per via dell’incertezza politica ed economica.

Tuttavia, la prospettiva di un rovesciamento completo delle parti tra chi paga e chi è remunerato per prestare soldi non è inverosimile in un mondo dove il 40% circa delle obbligazioni ha rendimento negativo e che sembra destinato a durare a lungo. «La maggior parte delle banche centrali - affermano Aditya Bhave e Ralph Axel di Bank of America Merrill Lynch - nell’ultimo decennio hanno mancato l’obiettivo di inflazione e i mercati vedono un rischio molto limitato di un rialzo dei tassi in risposta a un’esplosione dell’inflazione. Anche perché un atteggiamento espansivo corale e prolungato delle banche centrali le trasforma in attori non economici, che non rispondono più alle variazioni dei prezzi».

FENOMENO RENDIMENTI SOTTO ZERO
FENOMENO RENDIMENTI SOTTO ZERO

I limiti dei tassi negativi.
I tassi negativi potrebbero diventare un costo economico, anziché spronare investimenti e consumi, come teorizzato dall’effetto reddito e dall’effetto sostituzione. Se le banche trasferissero i tassi negativi ai clienti, i consumatori potrebbero rispondere consumando di più (effetto sostituzione) perché il contante perde valore nel tempo, un po’ come avviene con l’inflazione. Però l’erosione dei risparmi indurrebbe i consumatori a spendere meno (effetto reddito). «Secondo noi - concludono Bhale e Axel - i tassi negativi sui depositi sarebbero molto impopolari e potrebbero pesare sulla fiducia dei consumatori».


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martedì 3 gennaio 2017

Perché l’Occidente sta aiutando l’ISIS a diffondere l’isterismo post-attentato di Berlino. - Tony Cartalucci

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Il Washington Post – insieme ad altri – si è gettato con slancio nella scia di un presunto attacco terroristico nella capitale tedesca prima che fosse stata diffusa alcuna prova e perfino prima che la polizia tedesca arrestasse un sospetto.
Un camion è piombato su un affollato mercatino di Natale, uccidendo 12 persone e ferendone molte altre in un attacco molto simile a quello di Nizza, in Francia, dove un camion ha falciato la folla uccidendo 86 persone e ferendone diverse centinaia.
Divulgare la propaganda dell’ISIS
L’articolo del Washington Post e altri simili ad esso hanno seguito la linea secondo cui l’auto-proclamato “Stato Islamico” (ISIS) è stato il presunto responsabile dell’attentato. Senza lasciarsi scoraggiare dalla mancanza di prove, il Washington Post e altre fonti di informazione – desiderosi di capitalizzare l’attacco per dare seguito alla narrativa occidentale [sul terrorismo] – sono saltati alla conclusione che l’attacco avesse l’obiettivo di “inasprire la divisione tra i musulmani e tutti coloro che non lo sono”.
L’articolo del Washington Post “L’attacco con il camion potrebbe rientrare nella strategia dell’ISIS di acuire il divario tra i musulmani e gli altri afferma:
La rivendicazione dell’agenzia di stampa ufficiale Amaq è stata breve e penosamente familiare: un “soldato dello Stato Islamico” è stato l’artefice di un nuovo attacco ai danni di civili in Europa, questa volta ad un festoso mercatino di Natale a Berlino.
La fondatezza della rivendicazione è stata sollevata martedì, mentre le autorità tedesche erano alla ricerca tanto di un sospetto quanto di una motivazione alla base dell’attacco contro le persone che festeggiavano l’arrivo delle vacanze natalizie. Ma sembra che l’attentato avesse già raggiunto uno degli obiettivi dichiarati dello stato Islamico: diffondere la paura e il caos in un paese occidentale, nella speranza di rendere più marcato il divario tra i musulmani e tutti gli altri.
L’“analisi” del Washington Post non spiega il motivo per cui l’ISIS dovrebbe colpire una nazione che finora ha giocato solo un ruolo minore nelle operazioni anti-ISIS, né la logica che starebbe dietro al provocare una frattura ancora più ampia tra i musulmani e l’Occidente. Ad un certo punto, il Washington Post suggerisce che l’ISIS starebbe cercando di bloccare il flusso di rifugiati dai loro territori d’origine verso nazioni come la Germania che hanno una politica di porte aperte ad accoglierli.
In realtà, il Washington Post e gli “esperti” che ha intervistato stanno solo cercando di perpetuare il mito di ciò che ISIS è e quali sono i suoi obiettivi e le sue motivazioni.
Comprendere cos’è veramente l’ISIS e quale scopo sta davvero servendo, va oltre lo spiegare perché l’accaduto sia stato così impazientemente etichettato come “attacco terroristico” e perché è probabile che si verifichino altri episodi del genere.
L’ISIS è stato creato da e per il cambio di regime in Siria e altrove
Il governo degli Stati Uniti, in un memorandum della Defense Intelligence Agency (DIA) datato 2012 e rivelato grazie a una fuga di notizie, avrebbe ammesso che “alcune potenze”, incluso “l’Occidente” supportavano la nascita di ciò che a quel tempo veniva chiamato un “regno salafita” nell’est della Siria, esattamente dove l’ISIS ha oggi la propria base.
Il report del 2012 trapelato (.pdf) dichiara (grassetto aggiunto):
Se la situazione si sviluppa c’è la possibilità di stabilire un dichiarato o non dichiarato regno salafita nell’est della Siria (Hasaka e Der Zor), e questo è esattamente ciò che le potenze che supportano l’opposizione vogliono, in modo tale da isolare il regime siriano, che è considerato il fulcro strategico dell’espansione sciita (Iraq e Iran).
Giusto per chiarire chi fossero le “potenze che supportavano” la creazione di un regno (Stato) salafita (Islamico), il report della DIA spiega:
L’Occidente, i Paesi del Golfo e la Turchia supportano l’opposizione, mentre Russia, Cina e Iran supportano il regime.Nel 2014, in un’email tra il Consigliere USA del Presidente, John Podesta, e il precedente Segretario di Stato americano Hillary Clinton, essi avrebbero ammesso che due dei maggiori alleati americani nella regione – Arabia Saudita e Qatar – stavano fornendo supporto finanziario e logistico all’ISIS.
L’ email, rivelata al pubblico grazie a Wikileaks, affermava…dobbiamo usare i nostri mezzi diplomatici e l’intelligence più tradizionale per fare pressioni sui governi di Qatar e Arabia Saudita, che stanno fornendo sostegno finanziario e logistico all’ISIS e ad altri gruppi radicali sunniti della regione in modo clandestino.Mentre l’email ritrae gli Stati Uniti impegnati in una lotta proprio contro quel regno (Stato) salafita (Islamico) che hanno contribuito a creare e ad usare come asset strategico nel 2012, il fatto che Arabia Saudita e Qatar siano entrambi riconosciuti come stati che supportano le organizzazioni terroristiche – e che entrambi godano ancora di un enorme sostegno militare, economico e politico da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati europei – rivela quanto la “guerra” all’ISIS sia in realtà ipocrita.
L’attacco relativamente recente alla città siriana orientale di Palmira ha avuto luogo lungo un fronte di 10 chilometri e ha visto in campo armamenti pesanti, centinaia di combattenti, ed è stato possibile solo grazie ad un gigantesco e continuativo appoggio statale, come è stato per ogni conquista dell’ISIS nella regione.
L’ISIS e gli “altri gruppi radicali sunniti” rimangono l’unica opposizione armata di un certo rilievo in campo contro il governo siriano.
Già nel 2007, come rivelato dal giornalista vincitore del Premio Pulitzer Seymour Hersh nel suo articolo del 2007, “Il Cambio di Rotta: la nuova politica del governo sta avvantaggiando i nostri nemici nella guerra al terrorismo?,” era chiaro che gli Stati Uniti fossero intenzionati ad armare e sostenere i militanti collegati ad Al Qaeda per rovesciare i governi di Siria e Iran, e a farlo attraverso il riciclaggio di armi, denaro e altre forme di supporto, servendosi di intermediari tra cui l’Arabia Saudita.
L’ISIS non è altro che la piena manifestazione di questa cospirazione documentata ormai da molto tempo.
Quindi cosa mirava davvero a raggiungere l’attacco di Berlino?
Se aggiriamo le false narrative facilmente verificabili che circondano il mito delle origini e delle motivazioni che guidano l’ISIS, e riconosciamo che l’Occidente ha creato tutto di sana pianta per raggiungere i propri obiettivi geopolitici, intravvediamo come gli attacchi di Nizza, in Francia, e a quanto pare anche quello di Berlino, in Germania, siano volti ad alimentare una vantaggiosa strategia della tensione in cui i musulmani sono sempre più presi di mira e isolati in Occidente, prontamente ingaggiati da terroristi a cui viene permesso di operare proprio sotto il naso delle agenzie di sicurezza e di intelligence occidentali, e inviati a combattere le guerre per procura dell’Occidente in Siria, Iraq e, prima o poi, in Iran.
Mentre le spiegazioni intessute da quotidiani come il Washington Post cambiano con il mutare del vento e danno ogni giorno un’interpretazione diversa alla creazione e alle azioni dell’ISIS, il calcolo dell’Occidente – messo in luce da Seymour Hersh nel 2007, documentato in un memorandum della DIA nel 2012, ammesso in un’email trapelata nel 2014, nonché evidente nelle attuali operazioni su vasta scala dell’ISIS in Siria, possibili solo con un supporto statale sostanziale – è unico nella sua natura e ormai palese da anni – perfino prima che il conflitto in Siria avesse inizio.
Fino a quando Washington e i suoi alleati riterranno conveniente dal punto di vista geopolitico mantenere l’ISIS in vita – da usare sia come una forza mercenaria nelle guerre per procura sia come pretesto per un intervento militare diretto dell’Occidente ovunque le organizzazioni terroristiche opportunamente “appaiono”, attacchi come quelli di Bruxelles, Parigi, Nizza, e ora – come sembra – Berlino, continueranno a verificarsi.
In qualsiasi momento Washington e Bruxelles lo decidessero, potrebbero smascherare il ruolo di sostegno all’ISIS di Arabia Saudita e Qatar. In qualsiasi momento lo decidessero, potrebbero anche denunciare e smantellare la rete globale di madrasa che entrambe le nazioni – con la collaborazione delle agenzie di intelligence occidentali – usano per ingrossare i ranghi di organizzazioni terroristiche come ISIS e Al Qaeda.
Invece, l’Occidente aiuta segretamente l’Arabia Saudita e il Qatar ad espandere e indirizzare queste reti terroristiche – utilizzandole come forze mercenarie nelle guerre per procura e come un pretesto pronto all’uso per giustificare interventi militari in territori stranieri e come strumenti per dividere e distrarre costantemente l’opinione pubblica nazionale.
Se gli stati che sponsorizzano il terrorismo venissero smascherati e tolti dall’equazione, gli Stati Uniti e i loro alleati europei si ritroverebbero impegnati sul campo di battaglia ai quattro angoli del mondo, coinvolti in rovesciamenti di regimi, invasioni e occupazioni senza alcun credibile casus belli.
Con gli Stati Uniti e i loro alleati determinati a ribadire e mantenere l’egemonia globale ovunque dal Medio Oriente e Nord Africa all’Asia centrale e orientale, la minaccia prefabbricata del terrorismo sponsorizzato dallo stato – cioè sponsorizzato dai più antichi e maggiori alleati arabi dell’Occidente e dall’Occidente stesso – persisterà negli anni a venire.
Tony Cartalucci è un ricercatore di geopolitica e scrittore che vive a Bangkok e scrive in particolare per la rivista online New Eastern Outlook”
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ELEONORA FORNARA

martedì 20 dicembre 2016

Terrore sul Natale, 12 morti a Berlino. Fermato un pachistano.

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E' salito a 12 morti e 48 feriti il bilancio dell'attacco di ieri sera ad un mercatino di Natale a Berlino. Per la prima volta dall'apertura delle indagini, la polizia tedesca ha parlato di "probabile attacco terrorista". Le autorità hanno anche riferito che l'uomo trovato morto nel camion, identificato come cittadino polacco, non si trovava al volante quando il tir è piombato sul mercatino.
Il presunto attentatore viene invece indicato da fonti della sicurezza come Naved B., 23 anni. L'uomo si era servito di due altri nomi. Non era noto alle autorità tedesche per legami con il terrorismo islamico, ma ha dei piccoli precedenti penali.
A quanto riferisce l'emittente pubblica tedesca 'RBB', è un cittadino pachistano arrivato in Germania nel 2015, entrato in qualità di rifugiato il 31 dicembre 2015 attraverso il posto di confine di Passau, città bavarese alla frontiera con l'Austria.
L'uomo sarebbe di nazionalità pachistana, ma fonti della sicurezza hanno spiegato all'agenzia stampa Dpa che non è stato ancora possibile identificarlo con certezza assoluta dato che in passato si è servito di diverse identità.
PERQUISIZIONI - Intanto le forze speciali tedesche hanno perquisito un campo profughi nell'ex aeroporto Tempelhof di Berlino. L'ex scalo ospita il più grande campo di rifugiati della città. Fonti della sicurezza hanno riferito all'agenzia 'Dpa' che il sospetto autista killer del camion era arrivato in Germania attraverso la cosiddetta rotta dei Balcani e viveva a Berlino dall'inizio di quest'anno.
MERCATINI APERTI - I mercatini di Natale della Germania dovrebbero comunque rimanere aperti per tutta la durata del periodo festivo. Lo hanno affermato i ministri dell'Interno regionali tedeschi nel corso di una videoconferenza convocata a Berlino.

Guarda la versione ingrandita di Attentato Berlino: giovane pachistano è il terrorista del mercatino (foto Ansa)

http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2016/12/20/terrore-berlino-tir-piomba-sulla-folla-mercato-morti-rivendica-attentato_0zrqmF7ZSkPZAp8AgdFKbJ.html?refresh_ce