Visualizzazione post con etichetta terrorismo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta terrorismo. Mostra tutti i post

martedì 3 novembre 2020

Attentato Vienna, il terrorista ucciso era un simpatizzante dell’Isis. Media: “Era 20enne austriaco pregiudicato di origini macedoni”. Indagini e arresti in corso. 4 vittime, 17 feriti: 6 gravi. – LA DIRETTA

 

Il ministro dell’interno austriaco Karl Nehammer ha confermato la morte di uno degli attentatori. Al momento ci sono mille agenti di polizia dispiegati e le indagini sono in pieno svolgimento per cercare gli altri artefici dell'assalto che ha colpito sei punti della città e preso di mira le persone nei locali. Vienna resta “in stato di massima allerta”: le autorità invitano a evitare il centro della capitale.

Era un “simpatizzante” dell’Isis il terrorista ucciso dalla polizia nel corso dell’assalto di ieri sera in diversi punti del centro di Vienna. Armato di un fucile d’assalto automatico, una pistola e un machete, indossava anche una finta cintura esplosiva. È lui il principale autore dell’attacco che ha colpito sei diversi punti della capitale, proprio alla vigilia del lockdown nazionale anti-Covid. Secondo le autorità austriache però non ha agito da solo: la polizia parla di un massimo di quattro attentatori. Un commando che ha sparato per le vie del centro della capitale austriaca, prendendo di mira i locali. Sono quattro i civili rimasti uccisi: si tratta di due uomini e due donne. Diciassette i feriti ricoverati in ospedale per colpi da arma da fuoco: sei di loro sono in pericolo di vita. Rimangono stabili ma critiche le condizioni del poliziotto ferito, ricoverato in terapia intensiva.

Il ministro dell’interno austriaco Karl Nehammer, in una conferenza stampa all’alba di martedì, ha spiegato che un attentatore è stato “neutralizzato alle 20:09” dalle unità di pronto intervento, per cui “la fase caotica dopo gli attentati è durata molto poco”. Nehammer ha confermato che si tratta di un simpatizzante dell’Isis, senza fornire ulteriori dettagli “per non pregiudicare le indagini”. Secondo le informazioni in mano alla Kronen Zeitung, l’attentatore ucciso è un rifugiato di circa 30 anni. Il quotidiano austriaco riferisce che poco prima dell’attacco il terrorista aveva prestato giuramento di fedeltà al nuovo leader dell’Isis Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi. Secondo il tabloid tedesco Bild, l’attentatore ucciso aveva precedentemente postato una foto su Instagram, in cui dimostrava la sua simpatia per lo Stato islamico. L’account è stato chiuso dalle autorità.

Vienna resta “in stato di massima allerta”. Al momento ci sono mille agenti di polizia dispiegati in città e le indagini sono in pieno svolgimento. Le autorità hanno invitato la gente ad evitare il centro della città. “Non possiamo escludere in questo momento che ci possano essere altri autori” ancora in fuga, ha detto Nehammer. Nella notte si era parlato anche di una persona fermata, oltre all’attentatore ucciso: la notizia però non è mai stata confermata. Su Twitter le forze dell’ordine hanno spiegato che sono state condotte perquisizioni nell’abitazione dell’attentatore che è stato ucciso. Il sindaco di Vienna Michael Ludwig, citato dal Kurier, ha parlato di ”perquisizioni e arresti” in corso.

La Germania intanto ha intensificato i controlli al confine con l’Austria. L’inasprimento dei controlli al confine è ora una “priorità tattica” per le forze di polizia federale, ha detto un portavoce delle forze tedesche. In Italia il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha convocato alle 13 il Comitato nazionale per l’ordine pubblico e la sicurezza: la riunione, alla quale parteciperanno i vertici delle forze di polizia e dei servizi d’intelligence, servirà a fare il punto di quando sta accadendo in Europa e a verificare lo stato della sicurezza in Italia.

La ricostruzione dell’attacco – I primi spari sono stati sentiti lunedì sera intorno alle ore 20, nel centro di Vienna in Seitenstettengasse, la via dove si trova la sinagoga della capitale austriaca. Più persone hanno iniziato esplodere colpi da arma da fuoco lungo le strade del centro, fino alla vicina Schwedenplatz. L’attacco ha colpito sei diversi punti della città: Ruprechtsplatz, Salzgries, Graben, Bauernmarkt, Morzinplatz e Fleischmarkt. Hanno preso di mira le persone che si trovavano nei bar e nei ristoranti di Vienna, per l’ultima notte prima del ritorno in lockdown e del coprifuoco. Una dinamica che ricorda gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015: anche allora un commando armato colpì in diversi punti della città, concentrando gli attacchi in alcuni locali della capitale francese. “L’autore si è mosso in direzione dell’Hoher Markt e della Ruprechtskirche e ha sparato alle persone che erano sedute allo Schanigarten. Non ha mirato al tempio della città”, ha detto il rabbino Schlomo Hofmeister, testimone oculare dall’attacco, al quotidiano Kurier.

Le reazioni – “Stiamo attraversando tempi difficili nella nostra repubblica. Vorrei ringraziare tutti i servizi di emergenza che rischiano la vita per la nostra sicurezza, soprattutto oggi. L’intero Paese è con le vittime, i feriti e le loro famiglie, alle quali esprimo il mio più profondo cordoglio”, ha detto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz alla tv pubblica Orf. “La nostra polizia intraprenderà un’azione decisa contro gli autori di questo orribile attacco terroristico. Sono lieto che i nostri agenti di polizia siano già stati in grado di eliminare un autore. Non permetteremo mai al terrorismo di intimidirci e combatteremo questi attacchi con tutti i mezzi”, ha aggiunto il cancelliere.

“Il terrorismo islamista è il nostro nemico comune. La battaglia contro questi assassini e i loro istigatori è la nostra battaglia comune”, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, affermando che “noi tedeschi esprimiamo vicinanza e solidarietà ai nostri amici austriaci”. “In queste ore terribili, nelle quali Vienna è diventata obiettivo della violenza terroristica, il mio pensiero va alle persone e alle forze di sicurezza che là stanno contrastando la violenza e il pericolo. I miei sentimenti di vicinanza vanno ai parenti delle vittime, auguro una pronta guarigione ai feriti”, ha dichiarato. Gli esponenti della comunità islamica austriaca, Iggo, in una nota pubblicata sulla loro pagina di Facebook si sono detti “vicini in queste ore alle persone colpite, alle loro famiglie e agli agenti di polizia” e “profondamente colpiti e scioccati” dall’attentato che ha colpito ieri sera Vienna.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/03/attentato-vienna-il-terrorista-ucciso-era-un-simpatizzante-dellisis-media-era-un-rifugiato-le-indagini-massimo-4-autori-dellattacco-arresti-in-corso-quattro-vittime-17-i-feriti-6/5989459/

giovedì 8 giugno 2017

Scontro al Bilderberg 2017. - Thierry Meyssan

JPEG - 92.7 Kb
Non esistono fotografie della riunione del gruppo Bilderberg, il cui lavoro è riservato. La sicurezza per l’incontro non è gestita dall’FBI, né dalla polizia della Virginia, ma da una milizia privata organizzata dalla NATO.

Mentre il presidente Trump sembra aver più o meno risolto i suoi problemi di autorità interna, il conflitto ormai si manifesta in seno alla NATO. Washington sta parlando attualmente contro la manipolazione del terrorismo, mentre Londra non ha intenzione di rinunciare a uno strumento così utile per estendere la propria influenza. Il gruppo Bilderberg, inizialmente organizzato come una cassa di risonanza dell’Alleanza, è appena stato teatro di un difficile dibattito tra i partigiani e gli avversari dell’imperialismo in Medio Oriente.

[Questo articolo è stato scritto il 4 giugno 2017. Non menziona quindi l’attuale crisi diplomatica in Medio Oriente, anche se questa ne conferma le ipotesi. Due campi iniziano a prendere forma: da una parte il Qatar e il Regno Unito, già ufficialmente sostenuti dall’Iran, la Turchia e Hamas; dall’altro l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti, già sostenuti da Bahrain, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Israele, Libia (governo Baida), Maldive, Mauritius e Yemen (governo di Abdrabbo Mansour Hadi).]

Il gruppo Bilderberg è stato creato nel 1954 dalla CIA e dall’MI6 per sostenere l’Alleanza Atlantica. Aveva lo scopo di riunire personalità del mondo economico e mediatico assieme ai leader politici e militari per sensibilizzare la società civile di fronte al «pericolo rosso». Lungi dall’essere un luogo di decisione, questo club molto esclusivo è stato storicamente un forum in cui gli anziani dovevano rivaleggiare in fedeltà a Londra e Washington, e i membri più giovani dovevano dimostrare che ci si poteva fidare di loro contro i sovietici [1].
Fu durante la riunione annuale del 1979 che Bernard Lewis rivelò a coloro che erano presenti il ruolo della Fratellanza Musulmana nella resistenza al governo comunista afgano. Questo islamologo israelo-britannico-americano ha poi proposto che la «guerra per la libertà» (sic) fosse estesa a tutta l’Asia centrale.
Nel 2008, cioè con due anni e mezzo di anticipo, Basma Kodmani (futuro portavoce dell’opposizione siriana) e Volker Perthes (futuro consulente di Jeffrey Feltman per la totale e incondizionata capitolazione della Siria [2]) spiegarono l’interesse a sostenere la Fratellanza Musulmana per dominare il Medio Oriente. Sottolinearono la "moderazione" della Fratellanza di fronte all’Occidente e il contrasto offerto dal sovranismo "estremista" dell’Iran e della Siria [3].
Ed è stato nel 2013 che il presidente del padronato tedesco, Ulrich Grillo, ha perorato l’organizzazione di una massiccia migrazione di 800.000 operai siriani verso le fabbriche tedesche [4].
Il Bilderberg 2017.
Il gruppo Bilderberg ha appena tenuto la sua riunione del 2017, dal 1° al 4 giugno, negli Stati Uniti. Contrariamente all’abitudine, i 130 partecipanti non hanno tutti difeso lo stesso progetto. Al contrario - seguendo i discorsi di Donald Trump al vertice arabo-islamico-statunitense e alla NATO [5], la CIA e l’MI6 hanno organizzato il primo giorno un dibattito che opponeva i partigiani della lotta contro l’islamismo contro coloro che lo sostengono. Il punto consisteva ovviamente nel trovare un compromesso tra i due campi o di riconoscere dei dissensi senza che li si lasciasse distruggere l’obiettivo iniziale dell’Alleanza: la lotta contro la Russia [6].
Sul lato anti-islamista (che si oppone non tanto alla religione musulmana, quanto all’Islam politico come formulato da Sayyid Qutb) si notava la presenza del generale H. R. McMaster (consigliere nazionale di sicurezza del presidente Trump) e della sua esperta Nadia Schadlow. McMaster è uno stratega riconosciuto le cui teorie sono state verificate sul campo di battaglia. Schadlow ha soprattutto lavorato sui modi di trasformare le vittorie militari in successi politici. Si è particolarmente interessata alla ristrutturazione dei movimenti politici nei paesi conquistati. Presto dovrebbe pubblicare un nuovo libro sulla lotta contro il radicalismo islamico.
Sul lato filo-islamista, si notava la presenza, per gli Stati Uniti, di John Brennan (ex direttore della CIA) e dei suoi ex subordinati Avril Haines e David Cohen (finanziamento del terrorismo). Per il Regno Unito, Sir John Sawers (ex direttore dell’MI6 e protettore di lunga data della Fratellanza) e il generale Nicholas Houghton (ex capo dello stato maggiore, che aveva pianificato un’invasione di terra della Siria).
Per la Francia, il generale Benoît Puga (ex capo dello stato maggiore dell’Eliseo e comandante delle Forze Speciali in Siria) e Bruno Tertrais (stratega neoconservatore del Ministero della Difesa). Infine, per il settore privato, Henry Kravis (Direttore del fondo d’investimento KKR e tesoriere ufficioso di Daesh) nonché il generale David Petraeus (co-fondatore di Daesh).
E se questo squilibrio non fosse bastato, gli organizzatori avevano previsto la presenza di esperti in grado di giustificare l’ingiustificabile, come il professor Niell Fergusson (storico del colonialismo britannico).
L’eventuale inversione delle alleanze.
Ci vorrà un po’ di tempo prima di sapere cosa è stato detto durante questo incontro e comprendere le conclusioni che sono state raggiunte dai vari partecipanti. Tuttavia, sappiamo già che Londra sta spingendo per un cambiamento di paradigma nel Medio Oriente. Se viene abbandonato il modello della «Primavera araba» (riproduzione della «rivolta araba del 1916» organizzata da Lawrence d’Arabia per sostituire l’impero ottomano con l’Impero britannico), l’MI6 spera di creare un nuovo accordo sulla base dell’islamismo politico.
Di conseguenza, mentre Washington ha rinnovato la sua alleanza con l’Arabia Saudita e l’ha convinta a rompere con la Fratellanza in cambio di 110 miliardi di dollari di armamenti [7], Londra sta spingendo per un accordo tra l’Iran, il Qatar, la Turchia e il Fratelli Musulmani. Se si dovesse realizzare questo progetto, avremmo sperimentato l’abbandono del conflitto sunniti/sciiti e la creazione di una «mezzaluna dell’Islam politico» che va da Teheran, a Doha, Ankara, Idlib, Beirut e Gaza. Questa nuova distribuzione consentirebbe al Regno Unito di mantenere la sua influenza nella regione.
L’unica cosa su cui sembrano concordare gli alleati è la necessità di abbandonare il principio di uno Stato jihadista. Tutti ammettono che il diavolo deve essere rimesso nella sua scatola. Ciò significa sbarazzarsi di Daesh, anche se certuni continuano a lavorare con Al-Qa’ida. È per questo che, preoccupato per la sua sopravvivenza, l’auto-proclamato Califfo ha trasmesso in modo segreto un ultimatum a Downing Street e all’Eliseo.
Fare una scelta di campo.
Vedremo nei prossimi mesi se la giravolta dell’Arabia Saudita è genuina. Sarebbe una buona notizia per i siriani, ma sarebbe cattiva per gli yemeniti (che il mondo occidentale poi ignorerebbe). Offrirà al re Salman la possibilità di stimolare l’evoluzione del wahhabismo da setta fanatica a religione normale. Già ora l’improvviso conflitto che oppone Riad a Doha sulla questione dell’Iran viene duplicato da una polemica sulla possibile parentela tra il fondatore della setta, Mohammed ben Abdelwahhab e la dinastia qatariota degli Al-Thani: una rivendicazione che ha fatto infuriare la dinastia Saud.
Il progetto di «Islam politico» consiste nell’unire i Fratelli Musulmani ai Khomeinisti. Implica che l’Iran, e anche Hezbollah, dovrebbero sostituire questa problematica alla lotta contro l’imperialismo. Se questo avvenisse, porterebbe certamente al ritiro dell’Iran dalla Siria. La Casa Bianca sta prendendo questo molto seriamente e si sta preparando freneticamente per tutto ciò. Nel suo discorso a Riad, Donald Trump ha già designato Teheran come suo nuovo nemico e ha appena nominato Michael D’Andrea (che ha organizzato l’assassinio di Imad Mougniyeh a Damasco nel 2008) come responsabile della sezione iraniana della CIA [8].
La Russia si era già preparata a un potenziale nuovo accordo in Medio Oriente. Di conseguenza, sostenendo la Siria, ha perseguito la sua ambizione di ottenere l’accesso alle "acque calde" e ha cercato il ravvicinamento con il suo avversario ereditario, la Turchia, per essere in grado di navigare liberamente attraverso i Dardanelli e il Bosforo (indispensabili per entrare nel Mediterraneo). Tuttavia, a lungo termine, l’Islam politico potrà solo causarle problemi nel Caucaso.
Come sempre quando i giocatori ordinano le loro carte, tutti devono definire le proprie posizioni. Il Regno Unito difende il suo Impero, la Francia difende la sua classe dirigente e gli Stati Uniti difendono il proprio popolo. In Medio Oriente, certi lottano per la loro comunità, altri per le loro idee. Ma le cose non sono sempre così semplici. Così, l’Iran potrebbe seguire l’ideale dell’Imam Khomeiny, confondendo il fine e i mezzi. Ciò che all’inizio era una rivoluzione anti-imperialista guidata dalla forza dell’Islam potrebbe evolvere in una semplice affermazione dell’uso politico di questa religione.
Le conseguenze nel resto del mondo.
L’MI6 e la CIA hanno preso un grande rischio nell’invitare un non-atlantista alla riunione di Bilderberg 2017. L’ambasciatore cinese, Cui Tiankai, che doveva parlare solo nel quarto giorno del seminario, ha dunque potuto valutare le posizioni di Ogni membro della NATO fin dal primo giorno.
Da una parte, Pechino sta contando sulla collaborazione di Donald Trump, l’apertura agli Stati Uniti della sua Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture (AIIB) e lo sviluppo di tutte le sue rotte commerciali. D’altra parte, spera che il Brexit si tradurrà in un’alleanza economica e finanziaria con Londra [9].
L’ambasciatore Cui, che era il direttore del Centro di Ricerca Politica per il Ministero cinese degli Esteri, potrebbe forse essere soddisfatto della semplice distruzione di Daesh. Ma non è ignaro del fatto che coloro che hanno organizzato il Califfato per tagliare la «Via della Seta» in Iraq e in Siria, e poi la guerra in Ucraina per tagliare la «Nuova Via della Seta» si preparano, preventivamente, ad aprire un terzo fronte nelle Filippine e un quarto in Venezuela per tagliare altri progetti di comunicazione.
Da questo punto di vista, la Cina, che, come la Russia, ha un interesse a sostenere Donald Trump, se non altro per prevenire il terrorismo nel proprio paese, si interrogherà sulle possibili conseguenze a lungo termine di un’egemonia britannica nella «mezzaluna dell’Islam politico».
Traduzione
Matzu Yagi
http://www.voltairenet.org/article196688.html


Riferendomi alla frase tratta da testo dell'articolo: "Nel suo discorso a Riad, Donald Trump ha già designato Teheran come suo nuovo nemico..."
mi spiego i motivi dell'attentato subito da Teheran e rivendicato dall'Isis. E mi spiego anche perchè gli USA abbiano rinnovato l'alleanza con l’Arabia Saudita e l’abbiano convinta a rompere con la Fratellanza in cambio di 110 miliardi di dollari di armamenti che finiscono, come sappiamo, all'Isis. La matrice degli attentati, dunque, anche se non diretta ma per interposta persona, è sempre la stessa.

martedì 6 giugno 2017

Attentato di Manchester: quello che non sappiamo. - Graham Vanbergen



Il 22 maggio alle 22:30 circa una bomba è stata fatta detonare al concerto di Ariana Grande alla Manchester Arena, a Manchester, Regno Unito. Molto è emerso sulla stampa nazionale e sulla TV in merito all'attentato. Ma ci sono alcune cose che non sappiamo.

Nelle prime ore della mattina del 23 maggio - circa alle 2:35 ora locale - la NDTV attraverso il Washington Post ha dichiarato in modo abbastanza categorico che: "funzionari USA, parlando in modo anonimo, hanno identificato l'assaltatore come Salman Abedi. Non hanno fornito informazioni sulla sua età o nazionalità, e i funzionari britannici hanno rifiutato di fornire commenti sull'identità del sospettato".
Ciò è stato reso pubblico in un momento in cui la Polizia britannica e i servizi di sicurezza stavano rifiutando di rilasciare qualsiasi dichiarazione su chi fossero secondo loro gli attentatori, perché al momento stavano affrontando le conseguenze del disastro.
Ci si domanda come dei "funzionari USA" che richiedevano di restare anonimi potessero correttamente identificare l'individuo quattro ore dopo il disastro da una distanza di 3500 miglia, in particolare quando la Polizia britannica e i servizi di sicurezza continuavano a non fornire alcuna dichiarazione.

Più o meno allo stesso tempo appare questo tweet dell'editorialista e inviato del New York Observer, Andre Walker. C'è probabilmente una buona ragione del perché fosse a Manchester. Egli ha chiaramente dichiarato sul suo account twitter che questa immagine è falsa. Chi scrive è stato informato in modo attendibile che l'immagine rappresenta in effetti le porte di uscita della Manchester Arena giusto appena dopo l'attentato e la devastazione è evidente. Come questo giornalista sia entrato in possesso di questa immagine così velocemente, senza essere lì presente solo due minuti dopo la Polizia di Manchester, postando un tweet dove si diceva che stavano affrontando un grave incidente è difficile da capire.

Settantacinque minuti dopo l'attentato, non un singolo giornalista di Sky News o della BBC era ancora sulla scena dell'evento. Questo può essere accaduto per una serie di valide ragioni, non ultima il fatto che la polizia aveva ben recintato l'area. Entrambi i servizi sia di Sky che della BBC erano molto brevi e confusi. Giusto due minuti dopo lo stesso attentato, un inviato di una testata americana diffondeva immagini della carneficina (che non sono state retwittate, secondo quello che emerge dal suo account).

Secondo un blogger famoso e ben informato, il datore di lavoro di Andre Walker è niente meno che il genero di Donald Trump Jared Kushner. E che dopo numerose emails e richieste di informazioni ha risposto "Andrè è andato sul posto, non ha risposto né ai tweets, né alle emails".

Solo dopo le ore 6:00 del 23 maggio, la polizia di Manchester è sicura che c'è un responsabile e che è maschio e che si è fatto esplodere in una missione suicida. Confermano che ci sono 22 vittime decedute e 59 altre ricoverate in nosocomio con ferite. Nessun nome viene fatto.


Meno di un'ora dopo, la Polizia di Manchester fa un appello per la ricerca di testimoni, telecamere fisse o mobili per aiutare l'inchiesta.

Alle 6:53 La Polizia rilascia le prime informazioni ufficiali circa un arresto eseguito, ma ancora nessun nome.
Cominciano un gran numero di ipotesi da parte dei media. L'arresto è significativo? Alcune delle congetture dei media sono abbastanza ignobili e politicamente orientate.

L'altra sera The Guardian dichiara alle 23.18 che
"La Polizia ha confermato l'identità del ventiduenne Dopo
che fonti ufficiali degli Stati Uniti l'hanno diffusa ai giornalisti, apparentemente contro i desideri della polizia britannica e dei servizi di sicurezza".


Salman Abedi è ora ufficialmente identificato ed accusato di essere l'attentatore suicida. Sky News riferisce questa mattina (24 maggio) che ci sono 14 persone ancora disperse, in gran parte teenagers, ma tra di loro diverse persone adulte. Sky riferisce anche che "nel frattempo vi sono diversi cittadini Polacchi tra i dispersi".

La polizia è soddisfatta che la posizione di tutti i bambini non accompagnati è ora conosciuta.

Circa dieci ore dopo l'attentato viene reso noto che vi sono 22 vittime confermate come decedute e 59 in ospedale. Ma 14 ancora disperse. Senza dubbio il tempo chiarirà dove sono. Speriamo che tutte quante siano rimaste illese.

Le ultime (6:01) sono che 4 dei 14 dispersi sono stati identificati e sfortunatamente deceduti.

La bomba utilizzata era chiaramente molto sofisticata e doveva avere un super potere esplodente, se più morti vengono ancora identificati ben 30 ore dopo l'attentato.

La BBC riferisce che "Il Regno Unito non aveva visto un simile attacco dinamitardo sin dalla strage di Manchester del 2005, per tre semplici ragioni:
- richiede una certa competenza, che è difficile raggiungere senza un addestramento.
- richiede molta pianificazione e preparazione, entrambe le quali aumentano le opportunità che il MI5 ed altre agenzie possano scoprire cosa si sta preparando
- singoli individui che siano sufficientemente organizzati per mettere le prime due cose insieme e abbastanza determinati a seguire il loro piano fino alla sua terribile conclusione, sono molto rari"

La BBC riferisce anche che:
- Per più di un decennio, l'unità affari interni della BBC ha monitorato ogni singolo attentato terroristico, tentato o fallito, che sia di dominio pubblico.
- Molto semplicemente, molte delle persone che abbiamo visto portare a processo non sono in grado di preparare e portare a termine questo tipo di attentato. Molti aspirano al martirio e parlano di costruire bombe.
- Ma sono, per esser franchi, troppo stupidi e disorganizzati per convertire le loro fantasie in realtà o in alternativa sono stati catturati perché non sapevano come nascondere le proprie tracce.
- Molti jihadisti scartano un attacco dinamitardo al primo esame: realizzano che è troppo difficile da portare a termine. Possono accidentalmente uccidersi mentre fabbricano il dispositivo. I loro ordini di acquisto possono destare sospetti in una farmacia locale oppure on line, consentono ai servizi centrali di avere uno sguardo ravvicinato sulla loro vita digitale. Possono rivolgersi per l'aiuto a qualcun altro che, all'insaputa di entrambi, è già nel radar dell'MI5.

Un certo numero di agenzie informative sta riferendo che Salman Abedi  potrebbe non aver agito da solo. Questo sembra plausibile, come è poco probabile che un silenzioso 23enne possa aver pianificato questa atrocità tutto da solo. Il che significa maggiori problemi se i concorrenti non vengono rapidamente bloccati. E' noto che Abedi è andato e venuto dalla Libia. Viene riferito che uno dei suoi amici è stato ucciso in Libia da un drone.

Questo è il tredicesimo grande attentato terroristico in Europa in soli due anni - che ha visto l'uccisione collettiva di più di trecento civili innocenti e migliaia di feriti. A paragone, gli Stati Uniti hanno sofferto meno di 100 morti collegati al terrorismo, dopo gli attacchi dell'11.9.2001. Questo è perché l'America, largamente responsabile per l'aggressione di un certo numero di paesi nel Medio Oriente, è piazzata in modo sicuro nell'altro lato del pianeta. L'Europa è sulla soglia di tutti questi massacri.

C'è molto che ancora non conosciamo a proposito di queste atrocità e chissà quanto ancora dovremo aspettare. Sembra esserci stata una qualche interferenza di Washington in questo attentato e ancora, uno può solo ipotizzare. Forse leggere questo articolo può aiutare a mettere in relazione un po' più di punti:  BREXIT: Proof That Britain's EU Referendum Was Rigged. Questo articolo conferma l'estensione delle interferenze americane oltraggiose ed illegali, avvenute di recente nella politica britannica.

Noi non sappiamo perché persone come Abedi e gli attentatori del 7/7 possono essere fuori del radar dei servizi di sicurezza, se tali atrocità sono possibili solo con molta competenza e organizzazione.

Una cosa dobbiamo sapere. Questo attacco e gli altri dodici avvenuti in Europa, è chiamato "contraccolpo" - inteso come "gli effetti negativi non voluti di un'azione politica".

Sono stati i politici che hanno trascinato la Gran Bretagna nel Medio Oriente e in Nord Africa e che hanno fatto saltare in aria prima la Libia e poi la Siria.  A quel tempo, la Libia, una delle nazioni più in salute nella regione, che aveva sanità gratuita, istruzione completa e occupazione e meno povertà della Danimarca, era considerata uno dei paesi più moderati - lo stesso poteva dirsi per la Siria. Entrambe le istituzioni e infrastrutture dei due paesi erano tutto fuorché al collasso. Entrambi questi paesi sono oggi invasi da estremisti tagliateste, assassini e psicopatici. Entrambi i leaders di questi paesi possono essere stati brutali nel raggiungere e mantenere il potere, ma entrambi vivevano in regioni dove una leadership brutale è in genere richiesta per mantenere la pace - cosa che è di chiara evidenza.

Questo è ciò che succede quando si conducono attacchi ingiustificati e illegali contro la sovranità delle nazioni e centinaia di vittime innocenti vengono uccise, mutilate o deportate. Il perché i politici britannici sembrino incapaci di afferrare questo semplice fatto, è al di là della normale e semplice umana comprensione. Essi sono colpevoli e hanno il sangue di ciascuna di queste vite innocenti sulle loro mani.

La Libia era il paese da cui veniva la famiglia di Abedi - La Siria, la Libia e anche l'Iraq sono i centri delle più grandi reti del terrore nella storia. Non è così difficile unire i punti, non è vero?

La fonte originale di questo articolo è  True Publica
Copyright © Graham VanbergenTrue Publica, 2017

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


http://www.vocidallastrada.org/2017/06/attentato-di-manchester-quello-che-non.html

martedì 23 maggio 2017

Attentato a Manchester.

Esplosione alla Manchester Arena, terrore e morti © AP

Strage a Manchester, dove un kamikaze si è fatto esplodere al concerto di Ariana Grande, idolo dei teenager, in una arena affollatissima di giovanissimi e di genitori: almeno 22 morti, 59 feriti e 12 dispersi. Ci sono anche bambini tra le vittime. Un 23enne è stato arrestato a Chorlton in connessione con l'attacco terroristico di ieri sera. (ansa)

******

L'attentato a Manchester, oltre che addolorarmi, mi porta anche a riflettere e a domandarmi: perchè gli attentati sono diretti sempre verso la gente comune?
Perchè mai verso chi comanda?
Quello di Manchester, in particolare, potrebbe avere il significato di ritorsione mirata a vendicare i bambini siriani uccisi dai bombardamenti inglesi.
E tutti gli altri?
Possibile che le guerre volute e ordinate dai potenti causino come risultato le vendette di chi le subisce contro le popolazioni che non hanno alcun potere su decisioni così cruente?
Sono convinta che se gli attentati venissero fatti contro i potenti di turno, questi ultimi si esimerebbero dal fare guerre.
Credo, pertanto, che gli atti di terrorismo siano l'ennesima coercizione perpetrata da chi vuole comandare e mettere a tacere quelle poche voci ribelli.
Chomsky docet: 

2) Creare problemi e poi offrire le soluzioni. 

Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che sia il pubblico a richiedere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

giovedì 6 aprile 2017

Gas Sarin in Siria, Mosca difende Assad. Autopsie vittime provano l'uso dei gas.

Bimbi siriani © EPA

Ondus, saliti a 86 i morti a Idlib, 30 sono bambini.

Sono saliti a 86 i morti per l'attacco di martedì nella provincia di Idlib, in cui sarebbero state utilizzate armi chimiche. Lo ha reso noto l'Osservatorio Siriano per i diritti umani, aggiungendo che tra le vittime ci sono 30 bambini e 20 donne
Anche Israele condanna il governo di Assad per quanto accaduto: "I due attacchi avvenuti a Idlib, quello chimico omicida sui civili e quello all'ospedale locale, sono stati condotti su ordine diretto e dietro progettazione del presidente siriano Bashar Assad, mediante aerei da combattimento siriani", ha affermato il ministro della Difesa israeliana Avigdor Lieberman in un'intervista al giornale Yediot Ahronot.
Secondo quanto riferito dal ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag, i risultati delle autopsie di tre vittime dell'attacco di martedì, morte dopo il ricovero in Turchia, provano l'uso di armi chimiche nel raid. Agli esami effettuati nella provincia meridionale di Adana, secondo Anadolu, hanno partecipato su invito di Ankara anche esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Uno dei medici che hanno accolto i primi feriti nella zona di Idlib subito dopo l'attacco aveva parlato di 25 minori e 16 donne tra i civili morti per soffocamento, documentati con nome e cognome, nell'attacco compiuto con presunte sostanze chimiche nella Siria centro-settentrionale. Interpellato telefonicamente, il dottor Ahmad Dbays ha detto di aver documentato la morte di 74 persone e che il bilancio era destinato a salire - "forse oltre 100 morti" - a causa della gravità delle condizioni di salute di decine di feriti.
"Se le informazioni arrivate sull'attacco in Siria saranno confermate, si tratta del peggiore attacco dal 2013", ha detto Kim Won-Soo, Alto Rappresentante Onu per il disarmo.
Gli Usa hanno presentato una bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza Onu in cui si chiede al governo di Assad di collaborare nell'inchiesta su quanto avvenuto.
Ma il ministero degli Esteri russo ha bollato i resoconti sull'attacco chimico a Idlib, in Siria, come "fake". "Gli Usa hanno presentato una risoluzione al consiglio di sicurezza dell'Onu basandosi su dei rapporti falsi", ha detto la portavoce del ministero citata dalle agenzie. 
"Non vediamo un particolare bisogno di adottare una risoluzione" dopo l'attaccoin Siria, ha detto il vice rappresentante russo all'Onu durante la riunione del Consiglio di Sicurezza. Mosca "ha condannato l'uso di armi chimiche in ogni circostanza e affermato che gli autori devono essere ritenuti responsabili", sottolineando però che "la campagna anti-Damasco deve essere cestinata nella discarica della storia". Inoltre, ha ribadito come "ogni volta che ci sono progressi nei colloqui politici sulla Siria avvengono strani incidenti, come l'attacco di ieri".
L'attacco chimico in Siria è "orribile, indicibile", un "terribile affronto all'umanità", ha detto Donald Trump.
"Quando l'Onu non riesce a portare avanti il suo dovere di agire collettivamente, ci sono momenti in cui gli Stati sono costretti ad agire per conto proprio": lo ha detto l'ambasciatrice americana Nikki Haley durante il Consiglio di Sicurezza sulla Siria, aggiungendo che se le Nazioni Unite non interverranno "noi potremmo" farlo.
La bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu elaborata da Usa, Francia e Gran Bretagna, di cui l'ANSA ha avuto copia, "condanna" l'attacco chimico di ieri. Secondo il documento, il presidente siriano Bashar al Assad deve "cooperare pienamente con il meccanismo di inchiesta e con Onu e Opac. Deve fornire i dati dei voli militari del giorno dell'attacco, i nomi degli individui al comando di squadre ed elicotteri, e accesso alle basi aeree da cui si crede siano state lanciate le armi chimiche".
In Siria "sono stati uccisi bambini con armi chimiche. Assassino Assad, come ti libererai di loro? Come pagherai, mentre il mondo resta in silenzio, le Nazioni Unite restano in silenzio?", ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "Da lì abbiamo portato nel nostro Paese quelli che potevamo per cure immediate, ma non è abbastanza. Come padre mi dispiace", ha aggiunto Erdogan.
E la guerra prosegue: è di 18 civili uccisi, tra cui 5 minori e 9 donne, il bilancio di un attacco aereo governativo, con armi convenzionali, nella regione a est di Damasco. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), precisando che le 18 persone sono state colpite nelle ultime 24 ore a Sabqa, a est di Damasco, in un'area fuori dal controllo governativo. Il bilancio è destinato a salire a causa dell'alto numero di feriti in condizioni molto gravi.
"Le prime analisi indicano che" quello nella provincia di Idlib, in Siria, "è stato un attacco chimico. Le invieremo all'Organizzazione mondiale della sanità", ha aggiunto il ministro della Salute turco, Recep Akdag in merito alle ipotesi dell'utilizzo di gas sarin.

Visualizza l'immagine su Twitter

Horrific. Heartbreaking. Our statement on reports of chemical attacks on families in Syria http://uni.cf/2o07Qgq 
Nuovi raid aerei sono stati compiuti in mattinata nel nord-ovest della Siria, nell'area colpita dal presunto attacco chimico attribuito alle forze governative. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), non si hanno ancora bilanci esatti dei nuovi bombardamenti.
"Assistiamo inorriditi agli ultimi eventi in Siria", "faccio appello - ha detto il Papa circa la strage di Idlib - alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra". Ha espresso "ferma deplorazione per l'inaccettabile strage avvenuta ieri nella provincia di Idlib, dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini".
"Non ho visto assolutamente nulla che non suggerisca la responsabilità del regime" per l'attacco con i gas di ieri in Siria. "Tutte le prove che ho visto suggeriscono che è stato il regime di Assad, nella piena consapevolezza di usare armi illegali in un attacco barbaro contro il suo stesso popolo". Lo dice il ministro degli esteri britannico, Boris Johnson, arrivando alla Conferenza sulla Siria. "Vorrei vedere che i colpevoli paghino un prezzo per questo. E certamente non vedo come un governo di questo genere possa continuare ad avere alcun tipo di legittima amministrazione sul popolo di Siria". "Se è confermato che è stato un altro attacco chimico del regime di Assad, con o senza la complicità dei russi, mostra che questo è un governo che non ha alcuna compassione per il suo popolo" ha detto ancora Jonson, definendo "appropriata" l'idea di una messa sotto accusa davanti ad una corte internazionale. L'attacco, ha concluso, "conferma che è un regime barbaro che è impossibile continui ad avere autorità sulla Siria dopo il conflitto".
Il portavoce del ministero, il generale maggiore Igor Konashenkov, ha detto stamattina che le attività militari russe hanno registrato ieri un attacco delle forze aeree siriane su depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella periferia orientale della città di Khan Sheikhoun. Konashenkov ha aggiunto che armi chimiche prodotte dalla fabbrica sono state utilizzati in Iraq e lo stesso tipo di armi erano state usate precedentemente dai ribelli ad Aleppo, dove si erano riscontrate sintomatologie simili a quelle osservate nelle immagini arrivate ieri da Khan Sheikhoun.
LA GIORNATA DI MARTEDI'
Bambini e adulti stesi per strada, seminudi, con gli occhi sbarrati nello sforzo sovrumano per continuare a respirare, mentre vengono innaffiati con getti d'acqua. Altri con la schiuma alla bocca, o mentre vengono intubati dai medici. Le immagini che arrivano da Khan Sheikhun sono come quelle della Ghuta orientale, nell'estate del 2013. Un altro attacco chimico in Siria, che ha provocato decine di morti, e che gli attivisti e i governi occidentali imputano al regime di Assad.
A differenza di quello avvenuto alle porte di Damasco, dove 1.400 persone furono uccise dal gas Sarin caricato su missili terra-terra, l'attacco di oggi è "venuto dal cielo", ha detto l'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, invocando "una chiara individuazione della responsabilità". Ma, come insegna l'esperienza degli ultimi anni, non sarà un'impresa facile, anche se già domani il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà in seduta di emergenza. La Russia ha immediatamente affermato che al momento dell'attacco nessun suo aereo militare era impegnato in raid sulla provincia nord-occidentale di Idlib, dove è situata Khan Sheikhun, controllata da gruppi di insorti e da qaedisti dell'organizzazione Fatah al Sham. Il comando delle forze armate di Damasco, invece, ha atteso diverse ore prima di diffondere un comunicato in cui respinge le accuse e afferma che "i responsabili dell'uso di agenti chimici sono i terroristi e chi li sostiene". Rimane incerto il numero delle vittime. 
Ma il bilancio potrebbe aggravarsi perché ci sono altri 160 intossicati, alcuni dei quali in gravi condizioni. Nessuna notizia precisa nemmeno sul tipo di gas che sarebbe stato usato. Un membro di un centro di informazione dell'opposizione della zona, Mohammed Hassoun, citato dall'agenzia Ap, ha detto di aver sentito da alcuni medici che potrebbero essere stati utilizzati diversi agenti, tra cui il Sarin, già impiegato per l'attacco di quattro anni fa sulla Ghuta orientale. Abu Hamdu, capo del servizio di difesa civile dell'opposizione a Khan Sheikhun, ha detto che ore dopo l'attacco anche un ospedale da campo in cui venivano curate le vittime è stato bombardato, ma non si hanno notizie di morti o feriti. La Russia e la Turchia, gli sponsor del cessate il fuoco in vigore in Siria dal 30 dicembre, si sono immediatamente consultate al massimo livello. I presidenti Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan hanno avuto una conversazione telefonica e, secondo fonti presidenziali di Ankara, "Erdogan ha detto che un tale attacco disumano è inaccettabile".
Tuttavia, entrambi hanno insistito sulla necessità di preservare la tregua. Durissime, come sempre in queste occasioni, le reazioni dei governi europei e di quello americano. "Ovviamente c'è una primaria responsabilità del regime", ha sottolineato l'Alta rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha detto che l'Italia sarà in prima linea al Consiglio di sicurezza dell'Onu e alla Conferenza di Bruxelles sulla Siria, anch'essa in programma domani, "nel chiedere con forza che vengano individuati i responsabili". Contraddittoria la reazione degli Usa. La Casa Bianca non ha dubbi che l'attacco sia stato compiuto dal governo di Bashar al Assad, ha detto il portavoce Sean Spicer, addossando la responsabilità anche all'amministrazione di Barack Obama, che "non fece nulla" contro Damasco per l'uso di armi chimiche in passato. Ma allo stesso tempo lo stesso Spicer ha detto che Washington non è pronta a parlare di un prossimo passo sulla Siria.
Forse non sapremo mai chi è il vero responsabile del misfatto, ma, chiunque sia, ha mostrato al mondo un'orrenda mancanza di coscienza, perchè quando si arriva a colpire i propri simili con armi sempre più devastanti, invece di dar loro un sorriso, un abbraccio, si è giunti alla fine.