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lunedì 10 giugno 2019

Elite e sistema. - Pierluigi Fagan



Pare che l’agenda delle discussioni tenute alla riunione del mitico gruppo Bilderberg, riunitosi quest’anno in Svizzera, fosse composta da questi temi: 1) Brexit e Futuro dell’Europa; 2) Il futuro del capitalismo: 3) Russia e Cina; 4) Cambiamenti climatici; 5) Ruolo dei social media, Etica ed Intelligenza Artificiale, Spazio: nuova frontiera.

I temi sono la declinazione di altrettante categorie che vengono discusse ogni anno al WEF – World Economic Forum, che si tiene a Davos, sempre in Svizzera (la Svizzera gioca oggi il ruolo che Olimpia svolgeva nell’Antica Grecia. Fa parte del sistema ma non è di parte). L’agenda del WEF, infatti è: 1) Politica; 2) Economia; 3) Geopolitica; 4) Ambiente; 5) Tecnologia; cioè l’esatta scansione categoriale dei temi del Bilderberg. Questa è l’agenda del sistema mondo. Definita l’agenda, ogni anno sarete inondati da articoli, discorsi, polemiche, post, video che portano a valle le preoccupazioni del sistema. Solo che nessuno degli autori ne parlerà come di un sistema, ognuno parlerà di un solo o al massimo due aspetti. La principale differenza tra élite e popolo è questo modo di inquadrare la questione.

Quello del Bilderberg, si potrebbe dire usando la felice espressione usata da Pepe Escobar, è la riunione della sezione del Valhalla atlantista (del resto di origine norrena sono i tedeschi, i sassoni, quindi gli anglo-sassoni e gli americani che nella maggioranza WASP sono di origine tedesca) . Se il WEF è mondiale e si riunisce in inverno, il Bilderberg è occidentale e si riunisce dopo che il WEF ha stabilito l’agenda, cercando l’interpretazione di parte conveniente ai temi in agenda. La riunione si potrebbe definire un Congresso (o una Convention) con il Comitato Centrale (o il CdA) che dà la linea, linea che poi magicamente diventerà concerto di opinioni e giudizi da parte di color che contano. Questi poi si intervisteranno tra loro, si citeranno negli articoli o nei libri, si inviteranno reciprocamente a convegni, faranno meditate e pensose dichiarazioni pubbliche. Una “mano invisibile” coordinerà magicamente il discorso di cui ognuno porterà solo un pezzo, esattamente come poi farete voi. Ma non c’è alcuna mano, il coordinamento è nel discorso comune condiviso a monte.

La principale differenza tra élite e popolo è questo modo di inquadrare la questione. Loro la inquadrano per quello che è e tutta assieme anche perché vi agiscono previo inquadramento di una interpretazione organica comune, a voi è richiesta solo la “libera” opinione al supermarket delle idee che vi daranno in pasto (speziandole con l’emotività) periodicamente ed in un certo modo. Un like contro la Brexit, un rilancio del diluvio di “nuove foto” su Tienanmen, magari un gruppo d’azione contro l’inquinamento da onde del 5G (cioè contro ogni penetrazione di Huawei), i cinesi “copiano” (gli americani invece “inventano”), Putin è brutto e cattivo e quindi non lo invitiamo in Normandia (in fondo poi, diciamolo, anche i nazisti erano norreni), come dovrebbero esser gli stati d’Europa? Uniti!, la presenza nello “spazio” di culture non libero-democratiche è una minaccia, i social sono inquinati (dichiarazione che a sua volta inquina i social) preparatevi alla distruzione creatrice schumpeteriana in nome del “ce lo chiede il futuro dei nostri figli” ovvero la questione climatica che invero sarebbe sotto-capitolo di una questione ben più grande, severa e meno scivolosa: la questione ecologica.

Ma la questione ecologica ovvero “piogge acide, biodiversità, deforestazione, desertificazione, modificazione delle ecologie, estinzioni, eutrofizzazione oceani, inquinamento, esaurimenti risorse, espansione urbana, ciclo del’acqua dolce” non ci piace perché impatta il tema “Il futuro del capitalismo”, mentre quella climatica ci piace perché il capitalismo ci si può riprodurre. Poi c’è il dramma delle fake news su i social, Internet che va regolamentato (ma tranquilli, fra un po’ avrete Internet satellitare), inconcludenti pastoni impenetrabili ed indecidibili sull’”etica” della tecnologia così che mentre voi vi lambiccate la mente il business as usual va avanti senza problemi. Nel mentre procede il lento ma costante avvicinamento alla domanda ontologica decisiva: ci possiamo ancora permettere la democrazia?

L’unico mistero che avvolge davvero il Bilderberg, Davos, e tutti i sotto-forum che costellano la vita social-intellettiva delle élite, è perché i deputati guardiani del discorso pubblico ovvero gli intellettuali, non smontino e rimontino l’agenda per dare alla gente normale di cui dovrebbero esser i delegati, la possibilità di opporre discorso a discorso. Ah, già, che cretino, tra università, giornali, case editrici, lavoretti precari, riconoscimento pubblico e cooptazione in qualche think tank, viaggetto di studio, conferenza pagata con amante o moglie a carico, anche gli intellettuali sono élite. Magari, ai più intemperanti, gli permettono di pubblicare qualche articolo o pamphlet sul “Grande Mistero della Grande Cospirazione dei Masters of Universe” che tiene le fila del mondo. Seguono occhi in triangoli, Giacobbo e massoni che ingombrano la Via. Son brandelli di notorietà e spiccioli anche quelli.

Elite è chi dà senso alla complessità del mondo ed il senso è nella declinazione di una narrazione che tiene tutto assieme sebbene a voi sembrerà un tema in primo piano con un po’ di confusione ad alone tutt’attorno. Voi infatti siete solo economisti, magari monetaristi, ecologisti, geopolitici, tecnofili, scienziati o umanisti, sociologi, antropologi o perché no? psicologi. Avete faticato per il pezzo di carta ed ora avete anche una “specializzazione” che vi farà ridurre tutto il sistema ad un semplice punto. Infatti, il vero “punto” è che un sistema non si può mai ridurre ad un semplice punto.

Il “divide et impera” pare avesse paternità (non in latino, ovvio) in Filippo il Macedone ovvero colui che pur greco, aveva a che fare con migliaia di città-stato a loro volta divise al loro interno. Ma è molto probabile ci fosse già arrivato qualcuno al tempo dei babilonesi e quegli intellettuali che di mestiere facevano i sacerdoti (che però hanno motto in “solve et coagula”. Del resto la narrativa ha il compito di ricomporre ciò che il politico divide di sua natura) . Dividere per comandare, prima che nell’effetto sociale o politico, agisce sul discorso poiché se il discorso è frammentato, sarà ineffettivo perché la natura dell’argomento è sistemica, cioè integrata. L’unico mistero da conoscere è questo e come ogni mistero è semplice. Ma come diceva il lucido Brecht: è il semplice che è difficile a farsi.

[L’immagine riproduce le tavole che aprono il Rapporto Annuale del WEF che è facilmente e pubblicamente scaricabile dal loro sito. Il sistema di sx è dato dai trend le cui frecce terminali sono più grandi e cicciotte a seconda di quanto sono probabili ed impattanti i fenomeni previsti. Il sistema di dx è l’ingrandimento tematico delle questioni correlate: verde per ambiente, arancio per geopolitica, rosso per politica, azzurro per economia e vezzoso violetto per tecnologie. E’ questa la selva oscura di cui loro cercano la diritta alla quale poi voi vi aggrapperete per salvarvi dallo smarrimento. Anche con una certa gratitudine per il benaccetto ansiolitico … ]

https://comedonchisciotte.org/elite-e-sistema/

giovedì 14 marzo 2019

Lilly Gruber - Claire Felugo

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Lilly Gruber, soffre di quella che in psichiatria si chiama "invidia del pene". La distonia tra quello che appare e quello che realmente vorrebbe essere, affiora già dal nome, la parte femminile più leziosa e fanciullesca, quasi da folletto, ed il cognome, una minaccia virile anche solo dal punto di vista onomatopeico, a pronunciarlo bene, alla tedesca. 
Piccola gnoma sudtirolese, graziosa (prima degli svariati interventi chirurgici che hanno reso il suo viso, una poltiglia di neoprene, un mascherone da "tunnel degli orrori" da Luna Park), arrivista, ha scalato tutte le posizioni vantaggiose per lei, in RAI. Viene eletta nelle liste di RC. Poi, per un lungo periodo, non si hanno più notizie.
Con l'acquisto de la 7 da parte del pregiudicato salvato in corner da un'opportuna prescrizione, Urbano Cairo e l'arrivo nell'emittente di Mentana, eccola spuntare fuori la focosa Lilly ma, questa volta, con tanto di "alta onorificenza" di cui è insignita dal misterioso, ed esclusivo al punto di escludere persino la stampa nazionale ed internazionale, "Club Bilderberg" che fa il trio con l'"Aspen Institute" e l'occulta "Trilateral". Hanno un paio di riunioni all'anno e partecipano personaggi di tutto il mondo. Tra gli italiani, Monti, John Elkann, Mario Draghi, Jovanotti e la gnoma sudtirolese Lilly. Cosa si dicono e stabiliscono durante queste riunioni? Non è dato saperlo a noi mortali. Come ho già detto, dovunque venga fatta la riunione (dove vengono affidati evidentemente dei compiti a ciascuno) viene formato dal Paese ospite, un fitto cordone di uomini armati che impedisce categoricamente a chiunque di avvicinarsi più dei 10 metri consentiti.
Bloccano anche i passanti. Nessuno deve sapere, nessuno deve guardare, nessuno può fare domande. Misteri massoni alla Kubrick.
Chiusa nel suo desco circolare a la 7, sostenuta da massoni e potenti vari, Lilly la virago, sublima la sua invidia del pene atavica. Fregandosene altamente del pubblico, della deontologia di un mestiere, la giornalista, che non fa più da tempo, Frau Gruber infama, diffama, se ne sbatte del femminismo, della libertà di parola e di stampa (che però i suoi amici del Bilderberg ignorano), del garantismo, della Verità, dell'obiettivita' e della lealtà. Una sera fa un'affermazione, la sera dopo la smentisce e si contraddice. Gioca un ruolo, Lilly la Smargiassa: intriga, confonde, trama, provoca.
Con la sua vocetta arrotata da ex comunista chic e cacacazzi (una vita fa!), gode come mai nella sua vita e ritrova il pene perduto, nell'attaccare ferocemente, dilaniandolo con aguzzi dentini da topo di fogna, chiunque sia del M5S o quei pochissimi che lo difendono.
Che gli vuoi dire ad una così? Ad una così potresti solo fare: una faccia nuova senza chirurgo ma a forza di sganassoni. 
Oppure, si potrebbe querelare, e parlo dei nostri Portavoce, non senza averla mandata affanculo in diretta. Dicendoglielo proprio, mentre lei armata di coltello continua a girare il coltello in una piaga che vede solo lei, Mentana e quelli del Bilderberg...dirle: "Ma lei la fa la cretina o ci è proprio nata così? Ma vada affanculo io e gli italiani non abbiamo tempo per gli sproloqui di una kapo' svenduta!".
Ma, sinceramente, senza voler, per carità, insegnare nulla a nessuno, quelli che capisco meno di tutti, sono quelli che di questi stronzi puzzolenti non si perdono una sillaba.
Io no. Non guardo da 3 anni la Gruber. Non mi è mai piaciuta, fin dai tempi in cui militava in RC. Già, è stata anche in politica, lei. Poi però, stranamente ne è uscita....forse avevano un altro ruolo da assegnarle? 
Io non so più come dirlo: volete il Sistema distrutto, il Cambiamento e poi date audience ad una crucca scaltra e senza scrupoli.
Ma lasciatela affondare in uno 0 di audience la mercenaria ed i suoi colleghi del branco la 7.
Oppure, se c'è qualcuno che si degna di rispondermi tra gli attivisti più impegnati sul fronte, organizziamo una seria e massiccia protesta contro la 7 e la RAI.
È possibile organizzarla oppure continuiamo con #solidarietaallasarti e#boicottala7 o #abbassolaraidifoa che non servono ad una beata mazza? 
Fatemi sapere.


https://www.facebook.com/corrado.dellascorciosa/posts/10211065544392809

giovedì 7 giugno 2018

Bilderberg torna dopo 14 anni in Italia, meeting a Torino.

Bilderberg a Torino: accessi chiusi al Lingotto e 8Gallery © ANSA
Bilderberg a Torino: accessi chiusi al Lingotto e 8Gallery

Obbligo silenzio tra partecipanti. Portavoce, ma nessun complotto.


S'incontrano ogni anno, in un Paese sempre diverso, per scambiarsi conoscenze e opinioni sui più importanti temi d'attualità. La politica, l'industria e l'economia, ma anche l'innovazione e la tecnologia, dall'intelligenza artificiale al computer quantistico. I 'potenti della Terra' si ritrovano a Torino, da domani a domenica, per il tradizionale meeting del Bilderberg, l'esclusivo club fondato da Rockfeller nel 1954. Per i fautori della cospirazione è qui che si mettono a punto le trame del nuovo ordine mondiale; a parlare con chi da anni segue i suoi lavori, invece, dietro la riservatezza c'è soltanto l'intenzione di consentire ai partecipanti di "esprimersi liberamente per meglio comprendere questioni complesse".

"E' come un'intervista 'off-the-record', quelle in cui i commenti tendono ad essere più chiari e, quindi, più preziosi che in una conferenza stampa ufficiale", spiega all'ANSA un portavoce del Bilderberg Meeting, che torna dopo 14 anni in Italia. Vi partecipano oltre 120 personalità provenienti da più di venti Paesi. Europa, Stati Uniti e Canada, perché scopo del club è quello di promuovere il dialogo tra queste aree del mondo.

"Il Bilderberg si occupa di acquisire conoscenze, promuovere la comprensione e facilitare lo scambio di opinioni sui problemi principali che affliggono il mondo. Una discussione aperta su questioni di reciproco interesse, un forum per discussioni informali e pronte per l'uso", spiega un portavoce nelle stesse ore in cui i partecipanti al summit stanno arrivando a Torino, dove stasera è in programma la cena inaugurale del 66esimo meeting. 

Tra gli italiani John Elkann, il presidente di Fca e di Exor che da torinese fa gli onori di casa; con lui il direttore generale di Banca d'Italia Salvatore Rossi, il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, la giornalista de La7 Lilli Gruber, il direttore di Limes Lucio Caracciolo, il ceo di Vodafone Vittorio Colao e gli accademici Alberto Alesina (Harvard), Elena Cattaneo (Università di Milano) e Marina Mazzuccato (Londra).

I preparativi fervono da giorni, con imponenti misure di sicurezza per scongiurare eventuali contestazioni. Con l'elenco dei partecipanti è noto anche l'ordine del giorno. Dodici punti a cominciare dal populismo in Europa, tema evidentemente caro al Bilderberg anche alla luce del risultato delle recenti elezioni in Italia, agli Stati Uniti prima delle elezioni di medio termine; dalla Russia, all'Arabia Saudita e all'Iran. "Le riunioni si svolgono secondo la regola di Chatam House: i partecipanti sono liberi di utilizzare le informazioni ricevute, ma l'identità del relatore non può essere rivelata. Creiamo la situazione giusta per parlare apertamente", spiega un portavoce.

Con buona pace dei complottisti.


http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2018/06/06/bilderberg-torna-dopo-14-anni-in-italia-meeting-a-torino_696a2842-29ab-4569-83a2-4123fef4ffc7.html

giovedì 8 giugno 2017

Scontro al Bilderberg 2017. - Thierry Meyssan

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Non esistono fotografie della riunione del gruppo Bilderberg, il cui lavoro è riservato. La sicurezza per l’incontro non è gestita dall’FBI, né dalla polizia della Virginia, ma da una milizia privata organizzata dalla NATO.

Mentre il presidente Trump sembra aver più o meno risolto i suoi problemi di autorità interna, il conflitto ormai si manifesta in seno alla NATO. Washington sta parlando attualmente contro la manipolazione del terrorismo, mentre Londra non ha intenzione di rinunciare a uno strumento così utile per estendere la propria influenza. Il gruppo Bilderberg, inizialmente organizzato come una cassa di risonanza dell’Alleanza, è appena stato teatro di un difficile dibattito tra i partigiani e gli avversari dell’imperialismo in Medio Oriente.

[Questo articolo è stato scritto il 4 giugno 2017. Non menziona quindi l’attuale crisi diplomatica in Medio Oriente, anche se questa ne conferma le ipotesi. Due campi iniziano a prendere forma: da una parte il Qatar e il Regno Unito, già ufficialmente sostenuti dall’Iran, la Turchia e Hamas; dall’altro l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti, già sostenuti da Bahrain, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Israele, Libia (governo Baida), Maldive, Mauritius e Yemen (governo di Abdrabbo Mansour Hadi).]

Il gruppo Bilderberg è stato creato nel 1954 dalla CIA e dall’MI6 per sostenere l’Alleanza Atlantica. Aveva lo scopo di riunire personalità del mondo economico e mediatico assieme ai leader politici e militari per sensibilizzare la società civile di fronte al «pericolo rosso». Lungi dall’essere un luogo di decisione, questo club molto esclusivo è stato storicamente un forum in cui gli anziani dovevano rivaleggiare in fedeltà a Londra e Washington, e i membri più giovani dovevano dimostrare che ci si poteva fidare di loro contro i sovietici [1].
Fu durante la riunione annuale del 1979 che Bernard Lewis rivelò a coloro che erano presenti il ruolo della Fratellanza Musulmana nella resistenza al governo comunista afgano. Questo islamologo israelo-britannico-americano ha poi proposto che la «guerra per la libertà» (sic) fosse estesa a tutta l’Asia centrale.
Nel 2008, cioè con due anni e mezzo di anticipo, Basma Kodmani (futuro portavoce dell’opposizione siriana) e Volker Perthes (futuro consulente di Jeffrey Feltman per la totale e incondizionata capitolazione della Siria [2]) spiegarono l’interesse a sostenere la Fratellanza Musulmana per dominare il Medio Oriente. Sottolinearono la "moderazione" della Fratellanza di fronte all’Occidente e il contrasto offerto dal sovranismo "estremista" dell’Iran e della Siria [3].
Ed è stato nel 2013 che il presidente del padronato tedesco, Ulrich Grillo, ha perorato l’organizzazione di una massiccia migrazione di 800.000 operai siriani verso le fabbriche tedesche [4].
Il Bilderberg 2017.
Il gruppo Bilderberg ha appena tenuto la sua riunione del 2017, dal 1° al 4 giugno, negli Stati Uniti. Contrariamente all’abitudine, i 130 partecipanti non hanno tutti difeso lo stesso progetto. Al contrario - seguendo i discorsi di Donald Trump al vertice arabo-islamico-statunitense e alla NATO [5], la CIA e l’MI6 hanno organizzato il primo giorno un dibattito che opponeva i partigiani della lotta contro l’islamismo contro coloro che lo sostengono. Il punto consisteva ovviamente nel trovare un compromesso tra i due campi o di riconoscere dei dissensi senza che li si lasciasse distruggere l’obiettivo iniziale dell’Alleanza: la lotta contro la Russia [6].
Sul lato anti-islamista (che si oppone non tanto alla religione musulmana, quanto all’Islam politico come formulato da Sayyid Qutb) si notava la presenza del generale H. R. McMaster (consigliere nazionale di sicurezza del presidente Trump) e della sua esperta Nadia Schadlow. McMaster è uno stratega riconosciuto le cui teorie sono state verificate sul campo di battaglia. Schadlow ha soprattutto lavorato sui modi di trasformare le vittorie militari in successi politici. Si è particolarmente interessata alla ristrutturazione dei movimenti politici nei paesi conquistati. Presto dovrebbe pubblicare un nuovo libro sulla lotta contro il radicalismo islamico.
Sul lato filo-islamista, si notava la presenza, per gli Stati Uniti, di John Brennan (ex direttore della CIA) e dei suoi ex subordinati Avril Haines e David Cohen (finanziamento del terrorismo). Per il Regno Unito, Sir John Sawers (ex direttore dell’MI6 e protettore di lunga data della Fratellanza) e il generale Nicholas Houghton (ex capo dello stato maggiore, che aveva pianificato un’invasione di terra della Siria).
Per la Francia, il generale Benoît Puga (ex capo dello stato maggiore dell’Eliseo e comandante delle Forze Speciali in Siria) e Bruno Tertrais (stratega neoconservatore del Ministero della Difesa). Infine, per il settore privato, Henry Kravis (Direttore del fondo d’investimento KKR e tesoriere ufficioso di Daesh) nonché il generale David Petraeus (co-fondatore di Daesh).
E se questo squilibrio non fosse bastato, gli organizzatori avevano previsto la presenza di esperti in grado di giustificare l’ingiustificabile, come il professor Niell Fergusson (storico del colonialismo britannico).
L’eventuale inversione delle alleanze.
Ci vorrà un po’ di tempo prima di sapere cosa è stato detto durante questo incontro e comprendere le conclusioni che sono state raggiunte dai vari partecipanti. Tuttavia, sappiamo già che Londra sta spingendo per un cambiamento di paradigma nel Medio Oriente. Se viene abbandonato il modello della «Primavera araba» (riproduzione della «rivolta araba del 1916» organizzata da Lawrence d’Arabia per sostituire l’impero ottomano con l’Impero britannico), l’MI6 spera di creare un nuovo accordo sulla base dell’islamismo politico.
Di conseguenza, mentre Washington ha rinnovato la sua alleanza con l’Arabia Saudita e l’ha convinta a rompere con la Fratellanza in cambio di 110 miliardi di dollari di armamenti [7], Londra sta spingendo per un accordo tra l’Iran, il Qatar, la Turchia e il Fratelli Musulmani. Se si dovesse realizzare questo progetto, avremmo sperimentato l’abbandono del conflitto sunniti/sciiti e la creazione di una «mezzaluna dell’Islam politico» che va da Teheran, a Doha, Ankara, Idlib, Beirut e Gaza. Questa nuova distribuzione consentirebbe al Regno Unito di mantenere la sua influenza nella regione.
L’unica cosa su cui sembrano concordare gli alleati è la necessità di abbandonare il principio di uno Stato jihadista. Tutti ammettono che il diavolo deve essere rimesso nella sua scatola. Ciò significa sbarazzarsi di Daesh, anche se certuni continuano a lavorare con Al-Qa’ida. È per questo che, preoccupato per la sua sopravvivenza, l’auto-proclamato Califfo ha trasmesso in modo segreto un ultimatum a Downing Street e all’Eliseo.
Fare una scelta di campo.
Vedremo nei prossimi mesi se la giravolta dell’Arabia Saudita è genuina. Sarebbe una buona notizia per i siriani, ma sarebbe cattiva per gli yemeniti (che il mondo occidentale poi ignorerebbe). Offrirà al re Salman la possibilità di stimolare l’evoluzione del wahhabismo da setta fanatica a religione normale. Già ora l’improvviso conflitto che oppone Riad a Doha sulla questione dell’Iran viene duplicato da una polemica sulla possibile parentela tra il fondatore della setta, Mohammed ben Abdelwahhab e la dinastia qatariota degli Al-Thani: una rivendicazione che ha fatto infuriare la dinastia Saud.
Il progetto di «Islam politico» consiste nell’unire i Fratelli Musulmani ai Khomeinisti. Implica che l’Iran, e anche Hezbollah, dovrebbero sostituire questa problematica alla lotta contro l’imperialismo. Se questo avvenisse, porterebbe certamente al ritiro dell’Iran dalla Siria. La Casa Bianca sta prendendo questo molto seriamente e si sta preparando freneticamente per tutto ciò. Nel suo discorso a Riad, Donald Trump ha già designato Teheran come suo nuovo nemico e ha appena nominato Michael D’Andrea (che ha organizzato l’assassinio di Imad Mougniyeh a Damasco nel 2008) come responsabile della sezione iraniana della CIA [8].
La Russia si era già preparata a un potenziale nuovo accordo in Medio Oriente. Di conseguenza, sostenendo la Siria, ha perseguito la sua ambizione di ottenere l’accesso alle "acque calde" e ha cercato il ravvicinamento con il suo avversario ereditario, la Turchia, per essere in grado di navigare liberamente attraverso i Dardanelli e il Bosforo (indispensabili per entrare nel Mediterraneo). Tuttavia, a lungo termine, l’Islam politico potrà solo causarle problemi nel Caucaso.
Come sempre quando i giocatori ordinano le loro carte, tutti devono definire le proprie posizioni. Il Regno Unito difende il suo Impero, la Francia difende la sua classe dirigente e gli Stati Uniti difendono il proprio popolo. In Medio Oriente, certi lottano per la loro comunità, altri per le loro idee. Ma le cose non sono sempre così semplici. Così, l’Iran potrebbe seguire l’ideale dell’Imam Khomeiny, confondendo il fine e i mezzi. Ciò che all’inizio era una rivoluzione anti-imperialista guidata dalla forza dell’Islam potrebbe evolvere in una semplice affermazione dell’uso politico di questa religione.
Le conseguenze nel resto del mondo.
L’MI6 e la CIA hanno preso un grande rischio nell’invitare un non-atlantista alla riunione di Bilderberg 2017. L’ambasciatore cinese, Cui Tiankai, che doveva parlare solo nel quarto giorno del seminario, ha dunque potuto valutare le posizioni di Ogni membro della NATO fin dal primo giorno.
Da una parte, Pechino sta contando sulla collaborazione di Donald Trump, l’apertura agli Stati Uniti della sua Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture (AIIB) e lo sviluppo di tutte le sue rotte commerciali. D’altra parte, spera che il Brexit si tradurrà in un’alleanza economica e finanziaria con Londra [9].
L’ambasciatore Cui, che era il direttore del Centro di Ricerca Politica per il Ministero cinese degli Esteri, potrebbe forse essere soddisfatto della semplice distruzione di Daesh. Ma non è ignaro del fatto che coloro che hanno organizzato il Califfato per tagliare la «Via della Seta» in Iraq e in Siria, e poi la guerra in Ucraina per tagliare la «Nuova Via della Seta» si preparano, preventivamente, ad aprire un terzo fronte nelle Filippine e un quarto in Venezuela per tagliare altri progetti di comunicazione.
Da questo punto di vista, la Cina, che, come la Russia, ha un interesse a sostenere Donald Trump, se non altro per prevenire il terrorismo nel proprio paese, si interrogherà sulle possibili conseguenze a lungo termine di un’egemonia britannica nella «mezzaluna dell’Islam politico».
Traduzione
Matzu Yagi
http://www.voltairenet.org/article196688.html


Riferendomi alla frase tratta da testo dell'articolo: "Nel suo discorso a Riad, Donald Trump ha già designato Teheran come suo nuovo nemico..."
mi spiego i motivi dell'attentato subito da Teheran e rivendicato dall'Isis. E mi spiego anche perchè gli USA abbiano rinnovato l'alleanza con l’Arabia Saudita e l’abbiano convinta a rompere con la Fratellanza in cambio di 110 miliardi di dollari di armamenti che finiscono, come sappiamo, all'Isis. La matrice degli attentati, dunque, anche se non diretta ma per interposta persona, è sempre la stessa.

sabato 3 giugno 2017

Bilderberg 2017: si parlerà di Trump. - Arjun Walia

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“Siamo grati a Washington Post, New York Times, Time Magazine: i loro direttori hanno partecipato alle nostre riunioni ed hanno rispettato le loro promesse di discrezione per quasi quarant’anni. Sarebbe stato impossibile per noi sviluppare il nostro piano mondiale se fosse stato soggetto alle luci della pubblicità in quegli anni. Ma il mondo ora è più sofisticato ed è pronto a marciare verso un governo mondiale… La sovranità sovranazionale di un’élite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati”. – David Rockefeller (Fonte)
La suddetta dichiarazione proviene da un incontro del gruppo Bilderberg nel 1991 a Baden, in Germania. C’era anche Bill Clinton.
Il Bilderberg è un annuale e segreto incontro dei potenti del mondo. I partecipanti includono personaggi che lavorano a stretto contatto con ambienti militari, vertici delle agenzie di intelligence, grandi banchieri e rappresentanti di FMI, Banca mondiale, Commissione Trilaterale ecc.
Come osserva il Guardian :
Il summit di tre giorni inizia giovedì al Westfields Marriot, un hotel di lusso a poca distanza dall’Ufficio Ovale. L’hotel era già chiuso mercoledì, un gruppo di giardinieri era già impegnato a mettere abeti tutto attorno, per proteggere riservati miliardari e timidi banchieri da occhi indiscreti.
A cause di varie inchieste giornalistiche, il gruppo è stato costretto a diventare un po’ più trasparente. Nell’ordine del giorno di quest’anno il primo argomento di discussione è la presidenza americana.
Pensate che Trump, durante la corsa presidenziale, ha apertamente accusato il governo degli Stati Uniti di “aver creato e finanziato l’ISIS”. Una dichiarazione del genere è senza precedenti, anche se già in passato altri politici vi avevano fatto allusione come scusa per invadere il Medio Oriente.
Ha anche parlato di aziende farmaceutiche e frodi scientifiche. Prendete l’esempio dell’EPA, un’agenzia governativa che ha porte girevoli con società come Monsanto. Hanno usato falsi scientifici per approvare cose molto pericolose che circondano la nostra vita quotidiana, come il glifosato. Un altro grande esempio sono gli OGM, non permessi in molti altri paesi. Cosa ci dice del Nord America quando una grande percentuale del nostro cibo è vietata in tutto il mondo?
Trump ha preso di mira i media mainstream, i cui principali rappresentanti sono tutti membri Bilderberg. Infine, ha anche smantellato il Partenariato Trans-Pacifico.
Il presidente, nonostante la macchina del fango dei media, sta facendo cose che nessun altro prima di lui ha fatto. Non è un burattino di grandi banche e corporations, anzi in molti casi, a parte il settore energetico, agisce contro i loro interessi. Ecco perché usano le proprie reti per demonizzarlo.
In poche parole, la narrazione presentata dai media mainstream diventa percezione pubblica. Trump ha sì molti difetti, ma ha anche fatto molte mosse che vanno contro il gruppo cabalistico che vuole la globalizzazione ed un Nuovo Ordine Mondiale.
Trump non è ovviamente il leader ideale. E comunque il vero cambiamento dovrebbe venire da noi stessi. Dobbiamo riconoscere l’esistenza del “governo invisibile”, come lo chiamava Roosevelt.
È incredibile pensare a quante persone che lavorano nel sistema hanno fatto riferimento a questa longa manus.
Trump è chiaramente sgradito al Bilderberg, probabilmente discuterranno di modi per giustificare il suo impeachment.
D’altronde quello è il club più esclusivo al mondo. Solo il comitato direttivo del gruppo decide chi invitare e in ogni caso i partecipanti devono aderire all’idea di NWO.
Ecco un elenco degli ex membri del comitato direttivo.
A Trump saranno dato ordini dopo la riunione, o sarà tenuto lì e successivamente infiltrato? Troveranno nuove scuse per l’impeachment?
Come detto, questo è un incontro diretto e guidato dall’élite globale, quella congrega che manipola i Clinton, Obama e Bush di questo mondo; quello stesso gruppo che prospera dal creare false minacce e dal destabilizzare altri paesi per imporre i propri modi.
Ci sarà Trump ?
Nel video qui sotto, Luke Rudkowski di WeAreChange intervista il ricercatore Charlie Skelton sull’ordine del giorno e l’elenco ufficiale dei partecipanti alla riunione del Bilderberg 2017 che si svolgerà questa settimana a Chantilly, Virginia. Forse anche Trump ci sarà, dato anche che alcuni suoi ufficiali e stretti collaboratori sono ufficialmente nella lista, tipo Peter Thiel ed Henry Kissinger.
Sono tempi confusi, capire l’agenda del presidente non è facile.
Ma in fin dei conti, come dice Buckminster Fuller: “Non si cambiano le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa, devi costruire un modello nuovo che renda obsoleto quello esistente”.
La politica oramai è diventata una forma di intrattenimento, una battaglia tra varie élite che combattono per sfere “più alte” di loro. Se continuiamo a sperare che un individuo cambi il mondo, non succederà mai niente…
ttps://comedonchisciotte.org/bilderberg-2017-si-parlera-di-trump/

Leggi anche:
http://www.globaltruth.net/2017-bilderberg-meeting-final-list-of-participants/

sabato 20 giugno 2015

Democrazia sospesa per proteggere BILDERBERG 2015. - Marco Ferini




I segreti del club Bilderberg. L'Austria blinda con 2.100 poliziotti, esercito e posti di blocco il meeting annuale dei potenti del mondo. Sul tavolo del convegno ci sono importanti argomenti di interesse pubbilco, ma cittadini e giornalisti sono tenuti a distanza.

http://www.la7.it/la-gabbia/video/democrazia-sospesa-per-proteggere-il-bilderberg-18-06-2015-157576

lunedì 15 giugno 2015

KOC COMPARE AL BILDERBERG: SARA' QUESTO L'ANNO IN CUI TUTTO SALTA FUORI? - CHARLIE SKELTON

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Ho teso un’amichevole mano a uno dei membri più eminenti del gruppo – ora quello che si richiede è un po’ di trasparenza pubblica
C’era uno sfortunato ingorgo di limousine alle porte dell’Interalpen-Hotel. Da un lato c’era un gruppetto di poliziotti che confabulavano tra loro, sfogliando mestamente una lista di nomi e non capendoci nulla, mentre una fila di Mercedes V12 aspettava in trepidazione. Cosa stava succedendo? Gli organizzatori si erano accorti di aver fatto un errore madornale invitando Ed Balls e cancellando il suo nome all’ultimo momento?

Un van si è accostato in fondo alla coda, trasportando una persona che conoscevo bene. Era il miliardario turco e membro del consiglio direzionale del Bilderberg, Mustafa Koç (nella foto, ndr). Si stava grattando la nuca da wrestler con la mano paffuta e non sembrava affatto contento dall’ingorgo. Non avevo mai visto un Koç vedersi negato l’accesso in maniera così imbarazzante dal mio ballo di fine anno all’università.
Dopo aver scattato una foto veloce mi sono lanciato in un saluto. “Mr. Koç!” ho esclamato, salutando amichevolmente. Lui mi ha fatto un cenno di risposta. Mi sono presentato ed ho scattato un'altra foto. Tutto ciò all’improvviso è apparso poco educato in una situazione del genere, per cui mi sono scusato. “No problem” ha detto, sorridendo.
Oh mio Dio, eccolo: dialogo! La grande connessione io-tu alla base di tutte le interazioni umane. Io e Koç, due anime che entrano in contatto, oltre le barriere. Mi sono spinto un po’ più in là.
“Sta aspettando in grazia la conferenza?”, i suoi occhi hanno brillato ed ha annuito. “Quali sono le sue opinioni circa le recenti elezioni in Turchia?” a quel punto la nostra amicizia in erba è stata interrotta sul nascere dall’autista di Koç che ha alzato il finestrino. L’ingorgo si è risolto e Koç se n’è andato.

Mi rendo conto che Skelton- Koç non sia stato Frost-Nixon, ma è stato un raro momento di umanità attraverso le barricate. Ammettiamolo, questo esiguo scambio di battute gridato oltre il petto di un autista è la cosa più simile ad una conferenza stampa che potremo ottenere in tutto questo Bilderberg.
Devo ammetterlo, l’enorme assenza di cooperazione con la stampa da parte di quello che è un importante summit politico, a cui partecipano politici, primi ministri, fautori delle politiche pubbliche, è sempre più assurdo anno dopo anno. Al summit di quest’anno, ad esempio, il tema della “Grecia” verrà discusso da tre primi ministri europei, il presidente dell’Austria, un membro del comitato esecutivo della BCE, due ministri delle finanze europei (tra cui George Osborne) e il capo della Dutch National Bank. Alcuni dei giocatori più importanti di questa partita.
A discutere con loro, abbiamo molti CEO e membri dei CDA di alcune immense istituzioni finanziarie, ognuno dei quali ha interessi lampanti in ciò che accadrà alla Grecia: i capi di HSBC, Lazard, Deutsche Bank, Santander e KKR; membri del CDA di Morgan Stanley e Goldman Sachs; il capo di Goldman Sachs International e il vicecapo di Black Rock. Tutti questi pubblici ufficiali che si incontrano con tutte queste società e nessuna rappresentanza di politici greci. E nessuna copertura da parte della stampa.
Sarebbe di certo più saggio e rispettoso nei confronti dei giornalisti molestati dalla polizia e degli elettorati che i politici partecipanti convocassero una conferenza stampa l’ultimo giorno. C’è un precedente in questo senso: una volta lo facevano, prima dello scandalo Lockheed e le dimissioni del Principe Bernhard li facessero fuggire ancor più nella segretezza. Ho visto riprese delle conferenze stampa dei Bilderberg degli anni ’70. Può succedere ancora.
Sono sicuro che i finanziamenti che Goldman Sachs e BP buttano nel meeting Bilderberg (come rivelato nei report annuali dell’Associazione Bilderberg) potrebbero coprire le spese di un paio di file di sedie ed un microfono. Niente di pomposo. Una breve dichiarazione e un po’ di domanda-risposta.
Non serve reinventare la ruota. Dateci qualcosa che le somigli. Un verbale timbrato sarebbe un buon inizio. Ci prendiamo qualsiasi cosa. Siamo stanchi di vedere passaporti diplomatici che passano dietro finestrini oscurati. Stanchi di politici che nascondono la faccia e ministri che si rifiutano di riferire gli argomenti di cui hanno trattato. Stanchi di ufficiali di polizia che, quando non disturbano i giornalisti, si mettono in fila davanti alle limousine per nasconderle alla vista.

Ecco un’idea: Mustafa Koç potrebbe aiutarci a far ripartire queste conferenze stampa? La conglomerata della famiglia Koç, brillantemente chiamata Koç Holding, elenca “quattro princìpi fondamentali inviolabili” nei propri articoli di governante aziendale e il primo di essi è la “trasparenza”. Koç stesso, il presidente della società, sembra felice di intrattenere la stampa e si è esposto contro la corruzione in politica. Ha detto di recente, poco prima delle elezioni nel suo paese “La nostra gente merita politici puliti”.

Politica pulita è politica aperta. La trasparenza permette alla luce del sole di entrare.
Koç potrebbe avere il pugno chiuso, ma sembra uno a cui non interessa far mulinare le braccia. Non c’è nessuna smentita del fatto che Koç sia una presenza di spicco al Bilderberg. Ci sono molti amici di Koç nel comitato direttivo, quindi quando c’è da fare lobbysmo per migliori relazioni con la stampa, magari Koç può tirare un colpo? Sicuramente una cosa così semplice non sarebbe complicata per lui. Non per un Koç così potente.
Dopotutto Koç è incredibilmente connesso nel mondo del business. È membro dell’International Avisory Board di Rolls Royce e siede accanto a Tony Blair nell’International Advisory Council di JPMorgan. Il suo compare del comitato direttivo, Peter Sutherland, il presidente di Goldman Sachs International, è nel CDA di Koç Holding.
Io penso, nel mio piccolo, di avere un tacito accordo con Koç. Quindi, nello spirito del dialogo e del progresso, della trasparenza e della “politica pulita”, mi espongo con lui, per aiutarlo a rendere questa conferenza stampa realtà. Potrei essere in errore, i miei sogni potrebbero andare in fumo, ma ho la sensazione che il 2015 potrebbe essere l’anno di Koç.

Charlie Skelton

Fonte: http://www.theguardian.com
Link: http://www.theguardian.com/world/2015/jun/12/koc-pops-up-at-bilderberg-could-this-be-the-year-they-let-it-all-hang-out
12.06.2015
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l'autore della traduzione FA RANCO

LEGGI ANCHE: BILDERBERG 2015: MINISTRI E CRIMINALI A BRACCETTO
GIORNALISTI COCCOLATI E RIVERITI AL G7, ASSEDIATI DALLA POLIZIA AL BILDERBERG

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15176

SOGNANDO AMERICANO, DAL G1 AL BILDERBERG. - Pepe Escobar

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Qual è il legame tra il summit del G7 in Germania, la visita in Italia del presidente Putin, il meeting del club Bilderberg in Austria e i negoziati a Washington sul TTIP – l’accordo di libero scambio USA-UE?

Cominciamo dal G7 nelle alpi bavaresi – piuttosto un G1 con un’aggiuntina di “partner minori” – con il presidente Obama a compiacersi della sua impresa promossa dai neo-con: precettare l’UE per estendere le sanzioni alla Russia, anche se l’UE distrutta dall’austerità ne patirà addirittura maggiormente le conseguenze.

Prevedibilmente, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande hanno ceduto – anche dopo essere stati forzati dalla realpolitik a intessere discussioni con la Russia e creare congiuntamente l’accordo Minsk-2.
L’ipocrisiometro nelle alpi bavaresi è già quasi esploso proprio al discorso di apertura della cena del presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, ex primo ministro della Polonia e Russofobo/guerrafondaio conclamato: “Tutti noi avremmo preferito che ci fosse la Russia a guidare il tavolo del G7, ma il nostro gruppo non è solo un gruppo (che condivide) interessi economici e politici, ma prima di tutto è una comunità fondata su dei valori. Questo è il motivo per cui la Russia non è tra noi”.
Quindi tutto ruota attorno ai “valori” civili contro l’ “aggressione russa”.
Il “civilizzato” G1 + “partner minori” non può permettersi di rischiare globalmente una guerra nucleare sul territorio europeo a causa di un “Banderastan” impiantato a Kiev, no scusate, un' “aggressione russa”.
Invece, il vero divertimento si svolgeva dietro le quinte. Le fazioni di Washington stavano rinfacciando alla Germania di aver fatto perdere all’occidente la Russia a vantaggio della Cina, mentre le menti adulte dell’UE – lontane dalle alpi bavaresi – incolpavano Washington.
Ancora più succosa è una visione opposta che circola tra i potenti Padroni dell’Universo nel mondo delle corporate statunitensi, non in quello della politica. Temono che nei prossimi due-tre anni la Francia si potrebbe ri-alleare con la Russia (ci sono molti precedenti storici). Identificano – ancora una volta – la Germania come il problema principale: mentre Berlino spinge Washington a coinvolgersi in una “Mitteleuropa” di stampo prussiano, gli Statunitensi stanno combattendo due guerre per evitare questa possibilità.
Per quanto riguarda i Russi – dal presidente Putin e dal ministro degli esteri Lavrov in poi – sale il consenso: non ha senso discutere alcunchè di sostanziale se si considera lo scarso pedigree intellettuale – o la totale stupidità neo-con – dei fautori della politica dell’amministrazione Obama del “non fare cose stupide”. Per quanto riguarda i “partner minori” – principalmente galoppini dell’UE – non contano, sono solo vassalli di Washington.
Sarebbe bello aspettarsi che le gang dei “valori” civilizzati proponessero alternative valide per la stragrande maggioranza dei cittadini delle nazioni del G7 che non possono aspirare ad altro se non Mac-lavori, oppure sopravvivere a stento come ostaggi di questo turbo-capitalismo della finanza spazzatura del quale beneficia solo l’1%. È piuttosto semplice individuare il solito capro espiatorio – la Russia – e proseguire con la retorica della paura e della guerra tipica della NATO.
La lady di ferro Angela Merkel ha trovato tempo anche per pontificare sui cambiamenti climatici – spingendo tutti ad investire per una “economia globale a basso uso di carbone”. Pochi si sono accorti che la presunta deadline per la “decarbonizzazione” totale è stata fissata alla fine del ventunesimo secolo, quando questo pianeta sarà già in grossi, grossi guai.
Acthung! Bilderberg!
La neolingua di Obama, sostenuta dai neo-con, continua a sostenere che la Russia sogni di ricostituire l’impero sovietico. Confrontiamola con quanto il presidente Putin dice all’Europa.
La settimana scorsa, Putin ha trovato il tempo di rilasciare un’intervista al Corriere della Sera alle 2 di mattina, questa è stata pubblicata mentre si svolgeva lo spettacolino nelle alpi bavaresi e prima della visita italiana di Putin del 10 giugno. Gli interessi geopolitici russi e i rapporti Russia-USA sono rappresentati molto dettagliatamente.
Quindi Putin era persona non gradita al G1 + galoppini? In Italia ha visitato l’EXPO di Milano, incontrato il primo ministro Renzi e Papa Francesco, fatto presente a tutti i “legami economici e politici privilegiati” tra Russia e Italia e menzionato le 400 aziende italiane attive in Russia e i milioni di turisti russi che visitano l’Italia ogni anno.
Ha anche parlato in maniera importante del consenso: la Russia rappresentava un punto di vista diverso come membro del G8, ma oggi gli “altri poteri” pensano di non averne più bisogno. Il concetto di fondo: è impossibile fare una conversazione tra adulti con Obama e i suoi amici.
E proprio al momento giusto, da Berlino – dove stava mostrando le sue roboanti credenziali in politica estera, Jeb Bush, fratello del distruttore dell’Iraq Dubya Bush, con il bigliettino dei suoi suggeritori neo-con, ha definito Putin un bullo e ha spinto l’Europa a combattere, e cosa se no, “l’Aggressione russa”.
L’offuscamento retorico su quello che è stato in realtà discusso nelle alpi bavaresi ha iniziato a diradarsi ai primi accordi della vera musica: il meeting del Bilderberg Group che è cominciato questo giovedì all’Interalpen-Hotel Tyrol in Austria, solo tre giorni dopo il G1 più partner minori.
Teorie cospirazioniste a parte, il Bilderberg può essere considerato un’ultraselezionata cricca di lobbysti – politici, boss delle corporate USA, ufficiali dell’UE, capitani d’industria, capi delle agenzie di intelligence, reali europei – organizzato ogni anno in una sorta di format da centro di pensiero/modo per organizzare la politica, per spingere la globalizzazione e tutti i punti più pressanti dell’agenda atlanticista. Chiamatelo pure la chiacchierata dei Padroni dell’Universo Atlanticisti.
Per rendere chiare le cose – non che siano grandissimi fan della trasparenza – la composizione del comitato direttivo è qui e in Austria parleranno di queste cose.
Naturalmente parleranno di “aggressione russa” (come se gli importasse del fallimento dell’Ucraina, devono impedire che la Russia faccia affari con l’Europa).
Naturalmente parleranno della Siria (come spartirsi la nazione, con il Califfato già catalogato come un evento post-Sykes-Picot).
Naturalmente parleranno dell’Iran (ovvero di come fare affari, comprare la loro energia e prezzolarli per farli entrare nel club).
Ma il colpo grosso è il TTIP – il paventato accordo di “libero scambio” tra USA e UE. In linea teorica tutti i più grandi lobbysti economico/finanziari che spingono il TTIP saranno sotto lo stesso tetto austriaco.
Non a caso il Bildeberg comincia un giorno prima che l’autorità presidenziale da “corsia preferenziale” sia discussa al congresso USA.
Wikileaks e una tonnellata di BRICS [1]
Guardiamo Wikileaks, con ciò che in un mondo migliore sarebbe un grosso aiuto per capire.
La Fast track authority estenderebbe il potere del presidente USA per non meno di sei anni: ciò coinvolgerebbe anche il prossimo inquilino della Casa Bianca, che probabilmente sarà Hillarator oppure Jeb “Putin è un bullo” Bush.
Questa autorità di negoziare accordi loschi non si riferisce solo al TTIP ma anche al TPP e al TiSA.
Wikileaks, appena in tempo, ha pubblicato l’allegato della salute alla bozza segreta del capitolo “trasparenza” del TPP, con le posizioni di ogni nazione nella negoziazione. Non c’è da stupirsi che questa bozza sia segreta. Non c’è nulla di trasparente riguardo ad essa, è un non nascosto attacco alle autorità sanitarie mondiali da parte di Big Pharma.
Il concetto di fondo è che questi tre mega-accordi – TPP, TTIP e TiSA – sono lo schema definitivo di quello che potrebbe essere educatamente descritto come una governante globale societaria, un sogno erotico del Bilderberg. Gli sconfitti: gli stati-nazione e il concetto di democrazia occidentale. I vincitori: le grandi società multinazionali.

Julian Assange, in una sua affermazione, in sintesi ha colto nel segno: “è un errore pensare che il TPP sia un trattato singolo. In realtà ci sono tre mega-accordi congiunti, il TiSA, il TPP e il TTIP, ognuno dei quali si configura strategicamente in un accordo più grande, che suddivide il mondo nell’occidente contro gli altri. Questo ‘Grande trattato’ è descritto dal Pentagono come il cuore del ‘Perno asiatico’ militare degli USA. Gli artefici stanno puntando nondimeno che all’arco della storia. Il Grande Trattato sta prendendo forma in totale segretezza, perché assieme alle indiscutibili ambizioni geostrategiche mette in opera una nuova ed aggressiva forma di corporazionismo transnazionale per la quale non c’è supporto pubblico”.
Dunque questo è il vero programma atlanticista – gli ultimi ritocchi da definirsi nell’arco di tempo che va dal G1 + galoppini fino al Bilderberg (aspettiamoci molte telefonate importantissime dall’Austria a Washington questo venerdì). La NATO in azione. Puntando all’Asia escludendo Cina e Russia. L’occidente contro tutti.
Ora il contraccolpo. Mentre si sviluppa lo spettacolo nelle alpi bavaresi, il primo Forum Parlamentare dei BRICS sta avendo luogo a Mosca – in vista del summit dei BRICS ad Ufa il mese prossimo.
I neo-con – con Obama a rimorchio – si crogiolano sognando che la Russia sia stata “isolata” dal resto del mondo grazie alle loro sanzioni. Da quando sono cominciate Mosca ha siglato grossi contratti strategico/economici con almeno venti nazioni. Il mese prossimo la Russia ospiterà il summit dei BRICS – 45% della popolazione mondiale, un PIL uguale a quello dell’Europa e a breve maggiore di quello del G7 – ed anche il summit dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (OCS), in cui India e Pakistan, attualmente spettatori, verranno accettati come membri effettivi.

G1 + galoppini? Bilderberg? Trovatevi un lavoro, non siete il solo spettacolo in città, di qualsiasi città si tratti.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a pepeasia@yahoo.com.
Fonte: http://rt.com/
Link: http://rt.com/op-edge/266542-bilderberg-obama-g7-germany-ttip/
11.06.2015
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l'autore della traduzione FA RANCO

[1] gioco di parole sul termine BRICS e bricks, che significa mattoni e il cui suono è lo stesso, NdT

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15181

mercoledì 10 giugno 2015

BILDERBERG 2015. (TELFS-BUCHEN, AUSTRIA 11 - 14 GIUGNO 2015 + LISTA PARTECIPANTI). - CHARLIE SKELTON

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Un summit si chiude e un'altro si apre. Questo giovedi inizierà l'importante conferenza politica del Bilderberg, che quest'anno si terrà in Austria, a 16 miglia a sud del vertice del G7, e in un resort di lusso alpino simile e inaccessibile. La lista dei partecipanti (leggi nell'articolo) al meeting è stata appena resa nota dall'organizzazione, e già alcuni grandi nomi balzano subito agli occhi.

Non meno di tre primi ministri europei saranno presenti, Paesi Bassi, Finlandia e Belgio. Discuteranno  di "strategia europea" con il capo della Nato, Jens Stoltenberg, e il presidente austriaco, Heinz Fischer. Ci saranno due ministri delle finanze europei nella lista: quello olandese, l'altro George Osborne. Quest'ultimo chiamato a dirigere il dicastero delle fiìnanze inglesi è un partecipante regolare del vertice Bilderberg, e quest'anno sarà a mostrare il suo bagliore post-elettorale. A differenza di quell'altro partecipante regolare del Bilderberg, Ed Balls, che viene invitato a tornare, pur avendo da una considerevole distanza il titolo più debole lavoro sulla lista: "ex cancelliere ombra dello Scacchiere!.
La "patata calda" finanziaria europea, la Grecia, sarà all'ordine del giorno al convegno, ed è bene sapere che Benoît Coeuré, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, sarà lì per discutere con la massima privacy con le parti interessate, con i capi di Deutsche Bank, Lazard, Banco Santander e HSBC.La "super-scandalo" HSBC e il "calamaro vampiro" preferito di tutti, Goldman Sachs, sono entrambi molto ben rappresentati alla conferenza di quest'anno. HSBC in particolare dal suo presidente, e dalla sua frenetica dire
ttrice legale e membro del consiglio Rona Fairhead, che è anche nel consiglio della PepsiCo e presidente della BBC Trust. Buono a sapersi che la BBC sia in mani sicure.Altri "luminari" della finanza inclusi nella lista sono il vicepresidente di BlackRock, il CEO di JP Morgan Asset Management e il presidente della Royal Bank of Canada, che è la più grande istituzione finanziaria del paese. Morgan Stanley sarà rappresentata a Telfs dal membro del consiglio Klaus Kleinfeld, che gestisce anche il terzo più grande produttore di alluminio al mondo, Alcoa.
Dal mondo dell'industria e della produzione ci sono alcuni grandi nomi. Il CEO di Michelin è stato invitato, insieme con il capo della Roche, il CEO di Royal Dutch Shell, il presidente della BP, il CEO di Siemens Austria e i responsabili dei diversi conglomerati industriali come Techint e Investor AB, società così grande che è difficile da classificare. Anche se il termine "gigantesco" potrebbe calzare bene.

Per Michael O'Leary, l'amministratore delegato di Ryanair invece si tratta di un passo inebriante nel "grande campionato"  Avrà certamente da  sviscerare alcune offerte "last minute" durante la cena con il capo di Airbus, Thomas Enders.A parte le vacanze in aereo, Airbus è anche uno dei più grandi produttori di armi al mondo, e il programma della conferenza 2015 ha un distinto odore di guerraMinacce armi chimiche e la Nato sono entrambi argomenti che verranno trattati. Per fortuna il capo della Nato è lì per discuterne.Come sempre, la politica estera avrà la parte principale nell'incontroIl terrorismo e l'Iran entrambi saranno nell' agenda di quest'anno, ed i partecipanti possono aspettarsi un briefing di alto livello con un alto funzionario del Dipartimento di Stato come il genetale John R Allen, inviato presidenziale speciale e responsabile per la Coalizione Globale contro l'ISIS. Ed è probabile che il tema della Russia sarà di interesse per il ministro della Difesa tedesco e vice ministro della difesa, entrambi i quali hanno trovato il tempo di questa settimana di essere in Telfs. Come ha il capo dei servizi di intelligence danese, che probabilmente avrà un ruolo da svolgere nella sessione di sicurezza informatica.
Infine, vale la pena notare la crescente presenza di Google al Bilderberg. Il Presidente esecutivo della società, Eric Schmidt, è nel comitato direttivo del gruppo; sarà lui a essere chiamato in Austria dal suo vice-presidente per l'ingegneria, la tecnologia e progetti all'avanguardia, e il vice-presidente di ingegneria per Google DeepMind. Presumibilmente, saranno i leader della sessione sull'intelligenza artificiale. Argomento che sarà ascoltato con grande interesse da Peter Thiel, fondatore di PayPal e direttore di Facebook, mentre continua la sua missione per "fondersi con i computer". Ma questa è un'altra storia.Per ora, la storia è: Bilderberg 2015 con una lista estremamente potente di 
partecipanti, con un gran numero di politici di alto livello e personaggi pubblici. Con i partecipanti molto importanti, e un programma che contiene così tanti temi caldi, la conferenza politica di Telfs sicuramente sarà coperta dai media in modo approfondito. Ma sono sicuro invece che non lo sarà per ragioni che mi sfuggono.


Charlie Skdelton

Fonte: www.theguardian.com/
Link: http://www.theguardian.com/world/2015/jun/08/bilderberg-summit-forget-the-g7
8.06.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura della redazione

BILDERBERG MEET ING Telfs-Buchen, Austria 11 – 14 June 2015
Chairman
Castries, Henri deChairman and CEO, AXA GroupFRA
 .
Achleitner, Paul M.Chairman of the Supervisory Board, Deutsche Bank AGDEU
Agius, MarcusNon-Executive Chairman, PA Consulting GroupGBR
Ahrenkiel, ThomasDirector, Danish Intelligence Service (DDIS)DNK
Allen, John R.Special Presidential Envoy for the Global Coalition to Counter ISIL, US Department of StateUSA
Altman, Roger C.Executive Chairman, EvercoreUSA
Applebaum, AnneDirector of Transitions Forum, Legatum InstitutePOL
Apunen, MattiDirector, Finnish Business and Policy Forum EVAFIN
Baird, ZoëCEO and President, Markle FoundationUSA
Balls, Edward M.Former Shadow Chancellor of the ExchequerGBR
Balsemão, Francisco PintoChairman, Impresa SGPSPRT
Barroso, José M. DurãoFormer President of the European CommissionPRT
Baverez, NicolasPartner, Gibson, Dunn & Crutcher LLPFRA
Benko, RenéFounder, SIGNA Holding GmbHAUT
Bernabè, FrancoChairman, FB Group SRLITA
Beurden, Ben vanCEO, Royal Dutch Shell plcNLD
Bigorgne, LaurentDirector, Institut MontaigneFRA
Boone, LaurenceSpecial Adviser on Financial and Economic Affairs to the PresidentFRA
Botín, Ana P.Chairman, Banco SantanderESP
Brandtzæg, Svein RichardPresident and CEO, Norsk Hydro ASANOR
Bronner, OscarPublisher, Standard VerlagsgesellschaftAUT
Burns, WilliamPresident, Carnegie Endowment for International PeaceUSA
Calvar, PatrickDirector General, DGSIFRA
Castries, Henri deChairman, Bilderberg Meetings; Chairman and CEO, AXA GroupFRA
Cebrián, Juan LuisExecutive Chairman, Grupo PRISAESP
Clark, W. EdmundRetired Executive, TD Bank GroupCAN
Coeuré, BenoîtMember of the Executive Board, European Central BankINT
Coyne, AndrewEditor, Editorials and Comment, National PostCAN
Damberg, Mikael L.Minister for Enterprise and InnovationSWE
De Gucht, KarelFormer EU Trade Commissioner, State MinisterBEL
Dijsselbloem, JeroenMinister of FinanceNLD
Donilon, Thomas E.Former U.S. National Security Advisor; Partner and Vice Chair, O’Melveny & Myers LLPUSA
Döpfner, MathiasCEO, Axel Springer SEDEU
Dowling, AnnPresident, Royal Academy of EngineeringGBR
Dugan, ReginaVice President for Engineering, Advanced Technology and Projects, GoogleUSA
Eilertsen, TrinePolitical Editor, AftenpostenNOR
Eldrup, MereteCEO, TV 2 Danmark A/SDNK
Elkann, JohnChairman and CEO, EXOR; Chairman, Fiat Chrysler AutomobilesITA
Enders, ThomasCEO, Airbus GroupDEU
Erdoes, MaryCEO, JP Morgan Asset ManagementUSA
Fairhead, RonaChairman, BBC TrustGBR
Federspiel, UlrikExecutive Vice President, Haldor Topsøe A/SDNK
Feldstein, Martin S.President Emeritus, NBER;  Professor of Economics, Harvard UniversityUSA
Ferguson, NiallProfessor of History, Harvard University, Gunzberg Center for European StudiesUSA
Fischer, HeinzFederal PresidentAUT
Flint, Douglas J.Group Chairman, HSBC Holdings plcGBR
Franz, ChristophChairman of the Board, F. Hoffmann-La Roche LtdCHE
Fresco, Louise O.President and Chairman Executive Board, Wageningen University and Research CentreNLD
Griffin, KennethFounder and CEO, Citadel Investment Group, LLCUSA
Gruber, LilliExecutive Editor and Anchor “Otto e mezzo”, La7 TVITA
Guriev, SergeiProfessor of Economics, Sciences PoRUS
Gürkaynak, GönençManaging Partner, ELIG Law FirmTUR
Gusenbauer, AlfredFormer Chancellor of the Republic of AustriaAUT
Halberstadt, VictorProfessor of Economics, Leiden UniversityNLD
Hampel, ErichChairman, UniCredit Bank Austria AGAUT
Hassabis, DemisVice President of Engineering, Google DeepMindGBR
Hesoun, WolfgangCEO, Siemens AustriaAUT
Hildebrand, PhilippVice Chairman, BlackRock Inc.CHE
Hoffman, ReidCo-Founder and Executive Chairman, LinkedInUSA
Ischinger, WolfgangChairman, Munich Security ConferenceINT
Jacobs, Kenneth M.Chairman and CEO, LazardUSA
Jäkel, JuliaCEO, Gruner + JahrDEU
Johnson, James A.Chairman, Johnson Capital PartnersUSA
Juppé, AlainMayor of Bordeaux, Former Prime MinisterFRA
Kaeser, JoePresident and CEO, Siemens AGDEU
Karp, AlexCEO, Palantir TechnologiesUSA
Kepel, GillesUniversity Professor, Sciences PoFRA
Kerr, JohnDeputy Chairman, Scottish PowerGBR
Kesici, IlhanMP, Turkish ParliamentTUR
Kissinger, Henry A.Chairman, Kissinger Associates, Inc.USA
Kleinfeld, KlausChairman and CEO, AlcoaUSA
Knot, Klaas H.W.President, De Nederlandsche BankNLD
Koç, Mustafa V.Chairman, Koç Holding A.S.TUR
Kogler, KonradDirector General, Directorate General for Public SecurityAUT
Kravis, Henry R.Co-Chairman and Co-CEO, Kohlberg Kravis Roberts & Co.USA
Kravis, Marie-JoséeSenior Fellow and Vice Chair, Hudson InstituteUSA
Kudelski, AndréChairman and CEO, Kudelski GroupCHE
Lauk, KurtPresident, Globe Capital PartnersDEU
Lemne, CarolaCEO, The Confederation of Swedish EnterpriseSWE
Levey, StuartChief Legal Officer, HSBC Holdings plcUSA
Leyen, Ursula von derMinister of DefenceDEU
Leysen, ThomasChairman of the Board of Directors, KBC GroupBEL
Maher, ShirazSenior Research Fellow, ICSR, King’s College LondonGBR
Markus Lassen, ChristinaHead of Department, Ministry of Foreign Affairs, Security Policy and StabilisationDNK
Mathews, Jessica T.Distinguished Fellow, Carnegie Endowment for International PeaceUSA
Mattis, JamesDistinguished Visiting Fellow, Hoover Institution, Stanford UniversityUSA
Maudet, PierreVice-President of the State Council, Department of Security, Police and the Economy of GenevaCHE
McKay, David I.President and CEO, Royal Bank of CanadaCAN
Mert, NurayColumnist, Professor of Political Science, Istanbul UniversityTUR
Messina, JimCEO, The Messina GroupUSA
Michel, CharlesPrime MinisterBEL
Micklethwait, JohnEditor-in-Chief, Bloomberg LPUSA
Minton Beddoes, ZannyEditor-in-Chief, The EconomistGBR
Monti, MarioSenator-for-life; President, Bocconi UniversityITA
Mörttinen, LeenaExecutive Director, The Finnish Family Firms AssociationFIN
Mundie, Craig J.Principal, Mundie & AssociatesUSA
Munroe-Blum, HeatherChairperson, Canada Pension Plan Investment BoardCAN
Netherlands, H.R.H. Princess Beatrix of theNLD
O’Leary, MichaelCEO, Ryanair PlcIRL
Osborne, GeorgeFirst Secretary of State and Chancellor of the ExchequerGBR
Özel, SoliColumnist, Haberturk Newspaper; Senior Lecturer, Kadir Has UniversityTUR
Papalexopoulos, DimitriGroup CEO, Titan Cement Co.GRC
Pégard, CatherinePresident, Public Establishment of the Palace, Museum and National Estate of VersaillesFRA
Perle, Richard N.Resident Fellow, American Enterprise InstituteUSA
Petraeus, David H.Chairman, KKR Global InstituteUSA
Pikrammenos, PanagiotisHonorary President of The Hellenic Council of StateGRC
Reisman, Heather M.Chair and CEO, Indigo Books & Music Inc.CAN
Rocca, GianfeliceChairman, Techint GroupITA
Roiss, GerhardCEO, OMV AustriaAUT
Rubin, Robert E.Co Chair, Council on Foreign Relations; Former Secretary of the TreasuryUSA
Rutte, MarkPrime MinisterNLD
Sadjadpour, KarimSenior Associate, Carnegie Endowment for International PeaceUSA
Sánchez Pérez-Castejón, PedroLeader, Partido Socialista Obrero Español PSOEESP
Sawers, JohnChairman and Partner, Macro Advisory PartnersGBR
Sayek Böke, SelinVice President, Republican People’s PartyTUR
Schmidt, Eric E.Executive Chairman, Google Inc.USA
Scholten, RudolfCEO, Oesterreichische Kontrollbank AGAUT
Senard, Jean-DominiqueCEO, Michelin GroupFRA
Sevelda, KarlCEO, Raiffeisen Bank International AGAUT
Stoltenberg, JensSecretary General, NATOINT
Stubb, AlexanderPrime MinisterFIN
Suder, KatrinDeputy Minister of DefenseDEU
Sutherland, Peter D.UN Special Representative; Chairman, Goldman Sachs InternationalIRL
Svanberg, Carl-HenricChairman, BP plc; Chairman, AB VolvoSWE
Svarva, OlaugCEO, The Government Pension Fund NorwayNOR
Thiel, Peter A.President, Thiel CapitalUSA
Tsoukalis, LoukasPresident, Hellenic Foundation for European and Foreign PolicyGRC
Üzümcü, AhmetDirector-General, Organisation for the Prohibition of Chemical WeaponsINT
Vitorino, António M.Partner, Cuetrecasas, Concalves Pereira, RLPRT
Wallenberg, JacobChairman, Investor ABSWE
Weber, VinPartner, Mercury LLCUSA
Wolf, Martin H.Chief Economics Commentator, The Financial TimesGBR
Wolfensohn, James D.Chairman and CEO, Wolfensohn and CompanyUSA
Zoellick, Robert B.Chairman, Board of International Advisors, The Goldman Sachs Group

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15154