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giovedì 5 agosto 2021

Se è lecito. - Marco Travaglio

 

In un Paese senza bussola, ogni tanto è il caso di mettere i puntini sulle “i”. A cominciare da quel che si dice in giro del Fatto. Noi giudichiamo tutti in base alle cose che dicono e fanno alla luce delle nostre idee. Che sono piuttosto note e non usiamo cambiarle appena gira il vento. Ai blocchi di partenza, tutti i governi sono uguali (salvo quelli guidati da delinquenti): poi sono le loro azioni a fare la differenza. Questa è l’imparzialità: applicare le proprie idee a tutti. Il governo Renzi, da quel che diceva il premier nel 2014 (molto simile a ciò che dicevamo noi), partì sotto i migliori auspici. Poi fece l’opposto: Italicum, schiforma costituzionale, Jobs act, Buona scuola, norme pro-evasori e anti-magistrati, rilancio del Ponte sullo Stretto e altre porcate di B., inerzia sui crac bancari. Tutte cose che combattemmo perché erano l’opposto delle nostre idee. Il Conte-1 fece molte cose che reclamavamo anche prima che nascesse il Fatto: spazzacorrotti, blocca-prescrizione, reato di voto di scambio, Reddito di cittadinanza, Quota 100, blocca-trivelle, dl Dignità, analisi costi-benefici sulle grandi opere, taglio dei parlamentari e dei vitalizi, politica estera meno appiattita sugli Usa e più multilaterale verso Est, economia a forte presenza pubblica: applausi. Varò pure il mini-condono fiscale, la (il)legittima difesa e i decreti sicurezza: fischi.

Anche il Conte-2 fece molte cose buone, alcune riprese dalle battaglie del Fatto (e non viceversa): manette agli evasori, limiti al contante e incentivi alla moneta elettronica (cashback), fuori i Benetton da Autostrade, Green new deal; poi bloccò l’aumento dell’Iva, diede più soldi a sanità e istruzione, gestì bene pandemia e i ristori fino al miracolo del Recovery fund: applausi. Ma fece anche una Sblocca-cantieri spericolata e svuotò il reato di abuso d’ufficio: fischi. Ora c’è Draghi: sulla persona e sui trascorsi di banchiere europeo, nulla da dire. E sulla lotta al virus, applausi. Ma, oltre a riportare al potere B. e la sua banda più Salvini&C., ha fatto il condono fiscale, la sanatoria dei precari della scuola, una “riforma” della giustizia da far impallidire B. (anche se alla fine Conte ha evitato i danni peggiori), cancellato cashback e salario minimo, sbloccato i licenziamenti, ingaggiato i responsabili e gli ideologi dei disastri del passato (Brunetta, Gelmini, Fornero, Giavazzi e turboliberisti minori), riasservito l’Italia agli Usa, riesumato il Ponte, avviato politiche anti-ambientali, rallentato a suon di stop&go la campagna vaccinale, rimesso a tavola le lobby e ancora dorme sulla scuola. Perciò speriamo che duri il meno possibile. Non perché siamo vedovi di chi c’era prima: perché – parlando con pardòn, se è ancora lecito – non siamo d’accordo.

IlFQ

venerdì 9 ottobre 2020

LE LEGGI DEGLI ALTRI. - Rino Ingarozza



Come ho sempre detto e come è palesemente evidente, tutte le leggi fatte dai 5 stelle, per l'opposizione e per la carovana dei suoi servili giornali, sono sbagliate, non vanno bene. A prescindere.

Bene, vogliamo analizzare le leggi fatte da loro? Vogliamo vedere le perle partorite dal trio Salvini, Meloni, Berlusconi? Almeno alcune. Per tutte ci vorrebbe un libro, ci vorrebbe la rivisitazione de "Il libro della giungla".
Partiamo con il lodo Alfano e il legittimo impedimento.
Il centro destra s'inventa queste leggi per parare il culo al cavaliere della tavola quadrata, dai processi. Secondo queste leggi la giustizia non dovrebbe toccare le alte cariche dello Stato e, comunque, avrebbe dovuto aspettare i comodi del loro capo per convocarlo ai vari processi e quindi, dato che giornalmente impegnato, in quanto Presidente del consiglio, mai, finché restava in carica. Non sono riusciti a mettere la clausola "valevole anche per gli ex Premier". Così non potevano convocarlo nemmeno quando non era più Presidente del consiglio.
Abolizione per tutti del pagamento ICI sulla prima casa.
Perfetto! Una legge meravigliosa. Tolgono introiti alle casse dello Stato per favorire chi ha una casa di quattrocento metri quadri al centro di Roma o Firenze e che dichiara 2 o 3 milioni all'anno. Tolgono una tassa a delle persone che, probabilmente, neanche si erano mai accorti di pagarla.
Aumento del finanziamento pubblico ai partiti.
Un referendum (e quindi la voce del popolo, la famosa democrazia diretta) dirà in seguito che il finanziamento pubblico dovrà essere abolito. E loro? Cosa fanno? Si adeguano? No, trovano il modo (affiancati dalla sinistra) di prenderlo lo stesso. Gli cambiano soltanto il nome.
Legge Gasparri.
Approvano questa legge per un duplice scopo: far mantenere a Berlusconi le tre reti televisive e permettere a Rete 4 di continuare a mantenere le frequenze, in barba ad una sentenza che affidava le stesse a Italia 7.
Abolizione della tassa di successione per importi sopra i 350 mila euro.
Cioè, capite bene, non l' aboliscono per importi di qualche migliaio di euro (50, 70, 100) ma lo fanno per quelli più ricchi. Per carità, pensando sempre al popolo, mica al loro capo e a quelli come lui.
Lo scudo fiscale.
Chi ha capitali all'estero può farli rientrare, pagando una miseria di multa. Sempre leggi per il popolo, quale operaio o impiegato non aveva capitali all'estero? Quasi tutti.
Spostano (notte tempo) circa sette miliardi di lire, stanziati da Prodi per l'ammodernamento della S.S. 106 jonica (detta "strada della morte) per pagare le multe sulle quote latte, per gli amici della Lega nord.
Depenalizzazione del falso in bilancio.
Cancellarono la legge che prevedeva il carcere per il falso in bilancio delle società quotate in borsa. Ovviamente anche questa legge è stata fatta per il popolo. Chi non ha una società quotata in borsa?
Hanno abolito una legge fatta da Prodi (del quale non me ne può fregare di meno) contro "le dimissioni in bianco" che alcuni imprenditori praticavano per ricattare i dipendenti. Lo hanno fatto per tutelare i lavoratori, ovviamente. Fanno una legge che limita le intercettazioni.
Scrivono nero su bianco che puoi intercettare solo i mafiosi e i delinquenti. Ma se le intercettazioni servono apposta per scoprire i mafiosi e i delinquenti.... In pratica la giustizia dovrebbe prima scovarli, magari arrestarli e poi intercettarli.
Legge detta anche "ammazza mafia", anzi, no, scusate, detta anche "ammazza .....che mafia".
Per non parlare, poi dei tagli che hanno fatto alla scuola e alla santità.
E delle leggi che hanno votato, tipo la legge Fornero, che adesso fingono di combattere, come se ce l'avesse mandata un demone, passato di qui per caso. Il famoso demone Ber.Mel.Ini.
Credo che possa bastare, ne cito solo altre due, per par condicio, fatta dalla sinistra e precisamente dall'ex Ministra della salute Lorenzin, del governo Renzi. Ha fatto un decreto sulle prescrizioni dei farmaci e delle prestazioni, da parte dei medici di famiglia (questa è una cosa che ho toccato con mano).
Secondo questo decreto, l'esame del "'colesterolo" puoi farlo ogni 5 anni, a meno che non tu non abbia una patologia importante (ma non si dice sempre che le malattie bisogna prevenirle?) Lungimirante. In pratica per sapere se hai il colesterolo alto, ti deve prima venire un infarto o un ictus e poi lo puoi controllare. Una scienziata. Sembra sia discendente da Ippocrate. Il famoso medico del "giuramento di Ippocrate" che tutti i medici devono fare prima di iniziare la professione. Si narra che è apparso in sonno, una mattina, alla Ministra, mentre stava tranquillamente dormendo sugli scranni del parlamento, e le abbia suggerito questa cosa e quella che vi descrivo adesso.
L'altra cosa cosa meravigliosa riguarda i farmaci, specialmente per quanto riguarda il "Pantaprazolo" o "l'omeprazolo" (ma non solo).
Non posso essere prescritti due volte nello stesso mese. Giusto, si dirà, c'è un piccolo particolare, però, le scatole di questi farmaci sono composte da 28 pillole o 14 (per 2). Mi dice, la Lorenzin, come si fa a prenderle per 30/31 giorni se le pillole sono 28, per chi, come me, deve prenderne una al giorno? Mistero. C'è da pensare che la signora ha pensato questa ordinanza nel mese di Febbraio, in un anno non bisestile. O, che Ippocrate stesso, gliel'abbia suggerita in questo mese, mentre discuteva di scienze con Pitagora.
L'altro capolavoro l'ha fatto Renzi in persona, cancellando l'articolo 18 dal contratto dei lavoratori, che era l'unica tutela per gli operai. Uno di sinistra (diceva lui di esserlo) che fa una legge in favore degli imprenditori e contro gli operai. Il famoso movimento renziano, falce, martello e paglia nel cervello.
Queste sono solo alcune perle dei governi precedenti. La gente ha memoria corta oppure, mi viene da pensare, approvi queste schifezze. Non si spiega altrimenti, perché continuano a votarli.
Forse erano abituati a queste "regole" ed ora che è arrivato un movimento che mette al centro delle sue idee, il popolo, sembra talmente un'eccezione che sembra un errore, un'anomalia. È come quando sei talmente abituato a spingere l'auto per farla partire, che il giorno che parte al primo colpo, quasi ti arrabbi, talmente eri abituato alla spinta.
Questi grillini che pensano sempre al popolo. Ma come si permettono?
Aridatece Berlusconi.

(foto: http://www.libertaegiustizia.it/wp-
content/uploads/2010/12/02stern_berlusconi-300x216.jpg)

giovedì 24 settembre 2020

Fridays For Future: le finte svolte green dell’Europa e dei governi dell’Unione. - Fridays For Future Italia

 












Dalla Merkel, a Macron, a Conte, per non parlare dell'Europa di Von der Leyen. Tutti sposano programmi per l'ambiente, ma incrementano le centrali inquinanti e l'estrazione di gas e petrolio.

Come la politica continua ad ignorare il clima.

Il 2019 è stato l’anno del clima. Milioni di giovani in tutti i continenti sono scesi per la prima volta in piazza al grido di “non c’è più tempo” e “giustizia climatica”, mentre Greta Thunberg è diventata un simbolo delle lotte ambientaliste a livello globale. Politici di destra e di sinistra hanno cercato di cavalcare l’onda, proponendosi come interlocutori della scienza e dei nuovi movimenti. È il caso della Von der Leyen e del suo European Green Deal, del Klima Paket di Angela Merkel, della Commissione per il Clima di Emmanuel Macron, del Decreto Clima voluto dal nostro premier Giuseppe Conte. La battaglia, dicono alcuni, sembra ormai avviata verso una felice conclusione: le istituzioni hanno ascoltato gli esperti e, finalmente, agiscono.

La realtà, però, è più complessa.

Tutti i piani sopra elencati – pur presentati in pompa magna – sono lacunosi, insufficienti, talvolta persino dannosi. Si distingue in negativo, poi, il governo italiano, timido fino al ridicolo nell’affrontare la questione. E così la Von der Leyen promette un Europa a zero emissioni in trent’anni ma intanto continua a finanziare il gas fossile; Angela Merkel incontra Greta ma apre nuove centrali a carbone; Macron promette grandi cose e intanto si contende i pozzi petroliferi del Nord Africa.

Al risveglio della popolazione non sono – ancora – seguite reazioni sufficienti. Ma protestare ha portato ad un’attenzione mai vista sul tema e atti – stop ai sussidi al fossile in Spagna, massiccio disinvestimento da gas&oil nelle Borse mondiali, impennata delle rinnovabili – comunque senza precedenti. La sfida, insomma, procede, ma bisogna giocarla fino in fondo.

Arriviamo, dunque, alla cronaca. Approfittando cinicamente dell’attenzione rivolta al covid, alcuni leader cercano di fare precipitosi passi indietro sui temi ambientali. Eccone alcuni esempi.

Trump nega l’evidenza.

La costa est degli Stati Uniti brucia ormai da settimane, vittima di incendi resi sempre più violenti e incontrollabili dalla crisi climatica. In questo contesto il Presidente Trump – in piena campagna elettorale – si è detto convinto che le “temperature globali, invece di aumentare, diminuiranno”. Una tesi, inutile dirlo, che non trova riscontro in nessuno studio scientifico e men che meno nell’esperienza degli americani accerchiati dal fuoco. “Le prove osservate parlano da sole: il cambiamento climatico è reale e ha aggravato gli incendi” gli ha risposto uno sconsolato governatore della California, lo stato più colpito dalle fiamme.

L’Unione Europea gioca col gas.

“L’European Green Deal sarà il nostro uomo sulla Luna” aveva detto una gongolante Ursula Von Der Leyen presentando il suo piano per la transizione ecologica. Già allora, in realtà, denunciammo l’inconsistenza del progetto, e oggi abbiamo l’ennesimo riscontro: il Parlamento Europeo ha ammesso tra gli investimenti verdi anche quelli sul gas, combustibile fossile responsabile della crisi climatica. E’ come se si raccomandassero baci e abbracci in un decreto anti-Covid.

I petrolieri italiani all’attacco.

Il Ministero dell’Ambiente italiano sta lavorando da mesi ad un piano di parziale riconversione dei SAD (sussidi ambientalmente dannosi) in sussidi favorevoli a clima, natura e salute. Un progetto in verità tutt’altro che rivoluzionario, criticato per la sua timidezza, ma già troppo per i petrolieri italiani. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, l’Unione Petrolifera Italiana si starebbe opponendo al provvedimento, spingendo affinché tutto rimanga com’è. Saprà il nostro governo resistere a queste pressioni?

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/22/fridays-for-future-le-finte-svolte-green-delleuropa-e-dei-governi-dellunione/5938096/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=fatto-for-future&utm_term=2020-09-22

giovedì 12 marzo 2020

Fantavirus. - Marco Travaglio


Siccome gli sciacalli da tastiera e i virologi da poltrona sono tutti intenti a dare retta ai due Matteo e a raccontarci quanto staremmo meglio con un altro governo, possibilmente di destra o comunque con la destra, secondo le formule del governissimo di unità nazionale o di salute pubblica (battutona), o direttamente del supercommissario-dittatore, li prendiamo sul serio. Come gli autori di quei romanzi che immaginano come sarebbe il mondo se la Seconda guerra mondiale l’avesse vinta Adolf Hitler.
Ipotesi del primo tipo.
L’estate scorsa, dopo la crisi del Papeete, il Pd segue gli amorevoli consigli di Repubblica-Espresso-Stampa-Messaggero-Corriere. I 5Stelle, anziché a Grillo, danno retta a Paragone. Mattarella si attiene alla scuola di pensiero costituzionale di Sallusti-Feltri-Sgarbi-Maglie-Capezzone. E si va alle elezioni anticipate a novembre. Salvini vince e forma il suo primo governo con B., Meloni e i loro statisti. Sorvolando sull’esercizio provvisorio, l’aumento dell’Iva, la procedura d’infrazione Ue, le figure di merda nazionali e internazionali, si arriva alla crisi coronavirus. Salvini disdetta subito Schengen e chiude le frontiere, levando le castagne dal fuoco ai governi europei più anti-italiani che ci trattano da untori e non vogliono più farci uscire dall’Italia. Poi chiude i porti, salvo accorgersi che non arriva più un immigrato neppure a pagarlo (gli scafisti sono i primi a mettersi in autoquarantena). E rimpatria con un ponte aereo verso la Cina tutti i cinesi in Italia, che contano ben due positivi al virus contro migliaia di italiani. Le regioni dei due focolai, Lombardia e Veneto, leghiste ma amministrate da gente un po’ meno insensata di lui, adottano misure restrittive per contenere il contagio, che c’entra poco con cinesi e africani e molto con i padani. Ma il premier, convinto dagli amici Trump e Johnson che il Covid-19 sia un’invenzione dell’Oms, del Mes e delle Ong, tesi confermata dalla rivista scientifica Libero (“Virus, ora si esagera”, “Veneti e lombardi: ‘Fateci lavorare, basta con le restrizioni’”), sale al Quirinale e dice: “Riaprire, riaprire tutto: palestre, musei, gallerie, stadi, bar, centri commerciali, fabbriche, negozi, discoteche”. Fontana e Zaia chiedono ai virologi se per caso il coronavirus attacchi anche le vie cerebrali, poi si rassegnano all’evidenza del tampone: il premier è negativo al coronavirus, ma positivo al cazzarovirus, e non da ora. Infatti i contagiati sono 1 milione, i morti a 50 mila e persino gli scienziati di Libero insultano chi minimizzava (cioè se stessi) e chiedono di chiudere tutto.
Al che Salvini dichiara: “Ho sempre detto che chiudere la Lombardia non basta e la zona arancione in tutt’Italia neppure. Subito serrata di tutto il Paese e zona rossa per l’intera Europa”. In preda allo sconforto, Fontana s’iscrive al Pd e Zaia ai 5Stelle.
Ipotesi del secondo tipo.
Il 25 febbraio, dalle fertili menti del Cazzaro Verde e del Cazzaro Innominabile, nasce il governissimo Draghi (non Mario, che ha cortesemente declinato, ma Matìas, portiere della squadra di calcio argentina Estudiantes de Mérida), sostenuto da tutti i partiti fuorché i 5Stelle. Un governo del fare. Un governo smart-trendy- smile-friendly-choc, che ha pure il pregio di liberarci da Conte, notoriamente poco serio. Infatti, fra i nuovi ministri, svettano Salvini all’Interno, B. alla Giustizia, l’Innominabile agli Appalti Consip e Famiglia (la sua) e Sala all’Expo-Salute e Retrodatazione Appalti. Il quale Sala rilascia un’intervista a Repubblica: “Riapriamo Milano”, “non si può spegnere tutto, iniziamo dai musei”. E lancia l’hashtag #milanononsiferma, con apposita t-shirt bianca e video di gaia normalità, subito rilanciato dall’Innominabile (“ripartire si può, tutti insieme. Lo dimostra questo bellissimo video su Milano che mi piace condividere con voi”). Appena sei giorni dopo, Sala aderisce all’hashtag #iostoacasa e invita i milanesi a non credere al sindaco cazzaro che li esortava a non fermarsi: “Rimanete in casa il più possibile”. Ammirato da tanta coerenza, Salvini gli regala la tessera ad honorem della Lega.
Ipotesi del terzo tipo.
Pressato dai due Cazzari e dalla stampa al seguito, Conte nomina Guido Bertolaso supercommissario con pieni poteri all’emergenza coronavirus. Ma i due Cazzari ripetono in stereofonia che “Bertolaso non basta”, così arriva anche un secondo supercommissario, con pieni poteri fratto due: Gianni De Gennaro, con delega alla repressione dei renitenti alle prescrizioni. Memore della radiosa esperienza del G8 di Genova 2001, con particolare riferimento alle scorribande indisturbate dei black bloc e delle botte da orbi ai manifestanti inermi che dormivano nella scuola Diaz o venivano interrogati nella caserma di Bolzaneto, Supergianni fa subito manganellare chi sta a casa propria, mentre chi gironzola e socializza senza motivo non ha nulla da temere. Dal canto suo, Superguido richiama in servizio la squadra vincente che aveva ben meritato sul terremoto in Abruzzo e sull’altro G8, quello fissato alla Maddalena e poi traslocato all’Aquila. E cioè Bernardo De Bernardinis, che minimizza l’emergenza virus con le stesse parole usate alla vigilia della scossa mortale del 6 aprile 2009: “Bevetevi un bel bicchiere di Montepulciano”, possibilmente tutti dallo stesso bicchiere. Balducci e De Santis invece si occupano dell’appalto per le mascherine e i respiratori. Ma purtroppo vengono riarrestati nel giro di mezz’ora per averlo affidato a un’impresa di pulizie e giardinaggio dell’amico Diego Anemone, ovviamente senza gara. Così Bertolaso può annunciare trionfalmente a reti unificate:
“Finalmente l’Italia è tornata alla normalità”.
FQ 12 marzo

giovedì 1 giugno 2017

Non abbiamo memoria. - Luciano Scanzi

Risultati immagini per dominatori e dominati

Non abbiamo memoria. Nemmeno quella a breve termine, quella che servirebbe.
Ma c’è un motivo.
I libri ci raccontano che in Italia c’erano la fame e la miseria. Molti giovani se ne andavano per cercarsi una vita da qualche altra parte. Le persone sapevano a malapena leggere e scrivere e l’informazione, da sempre poco propensa all'autonomia di pensiero, raccontava loro quello che il Potere gli chiedeva di raccontare, avendo gioco facile, vista la diffusa ignoranza.
La gente non poteva curarsi e spesso si moriva per poco, anche delle malattie più stupide.
Il paese era gestito con un sistema che si diceva essere democratico, ma non lo era, controllato dai partiti politici, una specie di associazioni a delinquere i cui membri avevano per unico fine quello massimizzare i propri privilegi e soddisfare i propri cazzi. Di fatto, eravamo poco più di una colonia americana che aveva perso la guerra coi tedeschi. Due miserie in un colpo solo (semi-cit.)
La struttura organizzativa del Paese era quella prevista da una democrazia: Governo, Parlamento, cazzate così, alla quale facevano capo altre strutture, chiamate Regioni, Province e Comuni, tanti Comuni. Troppi Comuni.
Nei territori più complicati, poi, venivano utilizzate unità speciali, chiamate Mafie.
I ministri venivano scelti alla cazzo di cane, non per competenze, ma per amicizie, equilibri politici, fotogenie, quote rosa.
I Governi duravano mediamente il tempo di maturare i vitalizi previsti per lorsignori e lordame, poi tutti a casa.
Fra i suddetti partiti, il più potente era la Democrazia Cristiana, che, da sempre, ha avuto il controllo di quasi tutti i Governi, anche se a volte ha dovuto farlo cambiando il proprio nome e ricorrendo ad una genialata di strategia, chiamata Gattopardismo, che serviva a ripristinare il controllo del potere quando si faceva più forte la domanda di cambiamento da parte degli elettori. Consisteva nel rimescolare le carte, i programmi, i ministri, le alleanze, i nomi, cianciando di nuove promesse e facendo credere alla gente che tutto sarebbe cambiato, ma poi, in un "abbiamo scherzato", ritornava tutto come prima.
E la gente abboccava ancora. La gente abboccava sempre.
Il sistema si reggeva economicamente sulla tassazione dei cittadini, da prelevare in base ai loro redditi, ma alla fine pagavano solo quelli costretti a farlo. Gli altri erano liberi di sbattersene i coglioni. Era un tacito accordo, visto che "gli altri" erano anche i detentori delle ricchezze e dei capitali maggiori e, di fatto, i migliori amici di qualsiasi potente al governo, che quindi si doveva guardare bene dal disturbarli chiedendogli balzelli.
Per questo, per le tasse non pagate dagli amici, i servizi sono sempre costati molto più che altrove e il nostro paese è sempre stato indebitato fino agli occhi. Effetti collaterali.
La benzina aumentava continuamente. Pensate, allora comprendeva perfino la tassa per la guerra in Africa.
Poi c’erano i fondi per il Mezzogiorno, un sistema che prevedeva la raccolta di enormi quantità di denaro facendo credere che sarebbero servite per sviluppare attività nelle regioni più povere del Meridione; denaro che poi, come pianificato, sarebbe evaporato lungo il tragitto a vantaggio delle strutture suddette, soprattutto di quelle speciali: le mafie.
E poi c’erano gli Enti Merenda, una quantità enorme, ognuno col suo consiglio d’amministrazione, gettoni, ricchi premi e cotillon(s). Servivano per ospitare politici trombati, o a fine carriera, o altri figli di papà a richiesta dei potenti del momento.
C’era un tipo di capitalismo bizzarro, che prevedeva la privatizzazione degli utili e la statalizzazione delle perdite. C’era Alitalia, pozzo senza fine di risorse sprecate in inefficienze e manager strapagati, e mille casi come questo. Era pieno, di manager strapagati, nominati dalla politica e che venivano pagati due volte: la prima quando arrivavano e la seconda per togliersi dalle palle e smettere di fare danni. C’erano i montezemoli.
C’erano gli operai, i peggio pagati d’Europa, e i loro sindacalisti, dalle carriere luminose e dai super stipendi.
C’era il vaticano, vero titolare della sovranità del nostro Paese.
C’erano i segreti di stato, buoni per le ricorrenze e le celebrazioni, ma che rimanevano sempre tali.
C’erano i terremoti e le alluvioni, a portare morte e promesse, ma poi restava solo morte. E ancora morte.
E oggi? E’ tutto uguale a prima. Uguale a sempre. Perfettamente immutato e immutabile. Un cancro che si è fatto sistema.
Ecco perché non abbiamo memoria. Non ci serve.

giovedì 24 aprile 2014

Ma lo sappiamo dove stiamo andando? E a fare che? - Sergio Di Cori Modigliani



Alla fine degli anni'70, per l'ultima volta nel secolo XX, in Usa si scatenò un forte e succoso dibattito culturale relativo all'imminente futuro della cultura occidentale e dei destini della cittadinanza. Nonostante il comunismo sovietico fosse ancora "ufficialmente" in buona salute e molto saldo, era ormai chiaro a tutti che stava iniziando il suo totale declino e sarebbe imploso prima della fine della successiva decade. Ci si interrogava, dunque, su come la società si sarebbe evoluta e come sarebbe stato affrontato il dibattito politico, sia in usa che in Europa, una volta mandata in pensione la guerra fredda. Mentre iliberal della sinistra affilavano le loro armi, la destra conservatrice si fondeva compatta intorno a Milton Friedman, ai cosiddetti Chicago boys, e gettava le basi per costruire il mondo nel quale oggi ci troviamo a vivere.
Noi siamo il sogno realizzato di quella strategia: questo era il mondo che volevano costruire.
Come aveva già sentenziato, un secolo prima, il grande scrittore francese Victor Hugo: "L'inferno quotidiano dei poveri e dei disoccupati è il paradiso giornaliero delle ricche oligarchie del privilegio garantito".
Oggi, anche la massa comincia ad acquistare sempre di più la consapevolezza dello stato delle cose attuali.
Fu la pubblicazione, nell'autunno del 1978, di un eccezionale e visionario saggio di uno dei più profondi e creativi sociologi del tempo, Cristopher Lasch, vero maitre a penserdella intellighenzia statunitense dell'epoca, a dare il via.  "The culture of narcissism" (tradotto in italiano con il titolo "L'età del narcisismo")  arrivò in libreria lanciando il dardo incandescente che accese la polemica. Basterebbe già il titolo per comprendere l'esattezza della sua tragica previsione, a meno che non si fosse subito corso ai ripari. Ma ormai era troppo tardi. 
In un celebre editoriale pubblicato per l'occasione sull'inserto domenicale del New York Times, il pensatore americano parlava dell'Italia, degli italiani, del modello sociale italiano, descrivendo la nostra nazione come la punta d'avanguardia di un gigantesco laboratorio civile che ben faceva sperare. Il nostro paese era, allora, considerato la punta più avanzata, la più sveglia, la più creativa, la più colta, la più stimolante, e quindi anche la più caotica (qui inteso in senso positivo) dalla quale prendere esempio per andare a costruire un sistema evolutivo del prossimo futuro. Lasch paragonava i dati dei valori consolidati delle due nazioni, laddove in Italia al primo posto c'erano l'erotismo e la sessualità, seguito dalla libertà civile, dall'autonomia, dalla cultura, dalla famiglia, dall'eleganza, e infine al settimo posto il danaro. 
In Usa, invece, per la prima volta dopo 50 anni, il danaro era finito al primo posto, seguito al secondo posto da una novità per quei tempi inconcepibile (motivo che aveva stimolato in lui l'ispirazione per scrivere quel bel testo): la visibilità e il culto dell'immagine; al terzo posto l'idea del sogno americano, al quarto posto la libertà d'impresa.
Da allora, sono trascorsi quasi 40 anni, e le cose -grazie al successo del piano operativo della P2 orchestrato e pianificato proprio in Usa-  non sono andate come il prof. Lasch auspicava, o meglio, paventava, pensando -da grande utopista meritevole- che la gente avrebbe capito in tempo i rischi del trionfo dell'interpretazione liberista di un mondo mercatizzato. Oggi, purtroppo per noi (dato che stiamo in Italia) le parti si sono rovesciate. Per il terzo anno consecutivo, in Italia, il danaro rimane consolidato al primo posto dei valori cardine dell'esistenza, seguito dal cibo, dal lavoro con contratto indeterminato, dalla famiglia, dalla fama e notorietà, dai viaggi, con l'erotismo e la sessualità scesi al settimo posto.
In Usa, invece, per il terzo anno di seguito, il danaro (dal primo posto che occupava dal 1980 al 2011) è sceso al quarto posto. Al primo c'è la piena occupazione, ovvero il lavoro ma a condizione che sia per tutti; al secondo l'indipendenza e l'autonomia, al terzo la felicità degli affetti e del sentimento,.e al quarto resta ancora solida la notorietà legata alla propria immagine,  
La rivoluzione esistenziale, in America, è stata lanciata da un poliziotto. Incredibile ma vero.
E da quel passaparola è nato occupywallstreet, il movimento politico senza leader che ha iniziato a sconvolgere i trionfali piani dell'oligarchia finanziaria.
L' ho già raccontato in un vecchio post. E' accaduto nell'agosto del 2011, quando un sergente della contea di Dade, nello stato della Florida, è andato con i suoi agenti a buttar fuori di casa degli inquilini perchè la banca glie l'aveva pignorata. Davanti a quella tragedia esistenziale, il poliziotto si rifiutò di eseguire l'ordine. Nel suo rapporto ai superiori, che preparò per il processo -dopo essere stato licenziato per insubordinazione al comando- scrisse "fuck the money". L'aspetto decisivo che agì da detonatore sociale fu il fatto che il giudice della modesta contea lo assolse, dato che la banca pretendeva da lui i danni. E così la notizia uscì in un giornale di New York, a Manhattan, sul The New York Post, e una settimana dopo iniziavano i primi sit in a Broadway, davanti all'ingresso di Wall Street.

Questa era una necessaria premessa per commentare due dichiarazioni di carattere economico della giornata. La prima relativa  all'Italia, dato che l'Istat ci ha informato che dal 2009 a oggi le famiglie italiane hanno perso circa 70 miliardi di euro complessivamente; che la disoccupazione aumenterà nel 2014 toccando la punta del 14,2%, ma (secondo loro sarebbe una bella notizia) nella seconda metà del 2015 comincerà a scendere. La seconda notizia riguarda gli Usa dove, questa mattina, la governatrice della Banca Centrale Janet Yellen ha dichiarato in conferenza stampa "L'obiettivo prioritario del mio ufficio è la piena occupazione; entro la fine del 2015 prevediamo di portarla al di sotto del 5%. Consideriamo il lavoro e un mercato che offre occupazione molto più importante del debito pubblico, che in questo momento non interessa al mio ufficio. Quando avremo raggiunto di nuovo la piena occupazione, allora possiamo riparlarne". Fine del comunicato.

Non c'è da meravigliarsi. 
In Italia, ormai, si parla solo e soltanto di danaro, anche -direi soprattutto- in parlamento. Non esiste nessuna organizzazione politica che investa una giornata per affrontare temi che non siano legati ai soldi. Iniziano il mattino presto con i seguitissimi talk show mattinieri dedicati al danaro dove partecipano politici che si affrontano tra di loro e parlano soltanto di soldi. Dopo, verso mezzogiorno, dai soldi si passa ai cuochi: fine dell'offerta culturale italiana.

Osservando e analizzando i media, si comprende perchè il paese sia messo così male.
I soldi fanno audience, in Italia. Il danaro è diventato gossip: quello vero per chi ce l'ha e ne vuole ancora di più. Quello fantasticato, da chi non ce l'ha ma lo vorrebbe e non vede l'ora di averlo. 
La campagna elettorale per le europee è di una volgarità al ribasso allarmante: ruota solo e soltanto intorno a questioni di soldi, aliquote, percentuali, grafici, e agli italiani è stato fatto credere che il paese cambierà se passerà una "certa" linea economica, se verranno spostati dei soldi dal punto A e trasferiti al punto B:  come farlo, quando e dove. E' diventato un paese di ragionieri contabili, di fiscalisti, di consulenti del lavoro. I commercialisti hanno sostituito i fotografi paparazzi e i promoter. Questa agghiacciante variazione dello stesso tema ha fatto pensare che il berlusconismo sia finito e mandato in pensione, dato che invece di ascoltare l'idea del mondo raccontata da Lele Mora o Fabrizio Corona, la si ascolta raccontare a qualcuno -membro della consorteria dei cosiddetti esperti opinionisti- che ci spiega come il 2% in più o in meno cambierà la vita quotidiana di tutti noi. Non si parla di nient'altro.
E' una vita mercatizzata: esattamente ciò che ha voluto Berlusconi e coloro che lo hanno sostenuto.
Ma il paese sembra non rendersene conto, o- il che è peggio- sembra sguazzarci dentro rassicurato dal fatto che invece di perdere tempo a parlare dei grandi numeri si parli dei piccoli numeri.
Seguendo questa strada, l'Italia forse si riprenderà pure un giorno, io questo non lo so, ma non sarà più l'Italia, sarà un qualchecosa di diverso, snaturata nella propria mancanza di identità.
Ricordo i racconti dei miei genitori e dei miei nonni sull'Italia nel 1946 quando di soldi ce n'erano davvero molto ma molto pochi e per pochissimi, quindi ce n'era un grande bisogno. Loro, a quei tempi, non parlavano sempre di soldi, perchè sentivano emotivamente che il peggio stava alle loro spalle: le bombe, la guerra, i morti, la disperazione e quindi non vedevano l'ora di metterci una pietra sopra e piroettarsi nel futuro.
Volevano prendere le distanze dal passato.
La mia idea sugli italiani di oggi è (da cui i topi di laboratorio del precedente post) che in verità vivono tutti immersi in una angosciante nostalgia e vogliono ritornare al passato, altrimenti non si spiegherebbe l'attuale promozione della versione odierna della Democrazia Cristiana. Forse vogliono anche i fascisti e anche i comunisti, così, tanto per gradire.
Invece di prendere atto che l'attuale fallimento è il prodotto di perduranti errori compiuti nei decenni precedenti, si cerca di riannodare le fila di quei decenni per ritornare a un tempo che fu. E così facendo, senza accorgersene, il paese si sega le gambe da solo.

Si cambia e si migliora soltanto se si va verso il futuro.
Con tutti i rischi che comporta, ben vengano.
E senza idee, senza progettualità, senza cultura, senza istruzione, senza competenze, non esiste nessun futuro. Si è condannati a scannarsi per delle briciole ricavate da piccole fette di torta cotte a puntino da chi vuole che si parli soprattutto di danaro, che è il loro cavallo di battaglia perchè di questo vivono. Sulla pelle di tutti.

Dobbiamo cambiare tutti ottica e prospettiva, altrimenti, se non si interviene sul dibattito quotidiano delle esistenzialità ritornando a dibattere sui diritti, sulla cultura, sull'arte, sull'amore, sull'erotismo, sulla fantasia, sull'immaginazione, sulla passione, sul sogno, che sono il pane di ogni impresa e di ogni investimento di ricerca, si finirà per credere che se a settembre in busta paga ci saranno 93 euro invece che 80 oppure 57 invece che 80, allora sarà diverso.
Perchè mai dovrebbe essere diverso se gli italiani sono uguali?
Perchè mai dovrebbe esserci un cambiamento se a decidere sono i custodi del passato?
Perchè mai si dovrebbe andare nel futuro se si seguono indicazioni di persone venute dal passato, che guardano al passato, che sono figlie del passato, e pensano di darla a bere a una intera nazione soltanto perchè usano i mezzi di comunicazione tecnologica trendy?
Si chiamano "mezzi" proprio per questo: sono strumenti piatti e niente di più.
Uno scemo che usa il web e twitta, rimane uno scemo. 
Stanno facendo credere al paese che il cambiamento passa attraverso la scelta dei mezzi.
E così, i topi non pensano più ai fini.

A me, personalmente parlando, interessa dibattere e discutere dei fini, non dei mezzi.

Io ho voglia di andare nel futuro.


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giovedì 15 novembre 2012

Draghi: l'Europa emergerà rinvigorita da questa crisi.


Mario Draghi

"Confido che l'Europa emergerà rinvigorita" da questa crisi. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso dell'inaugurazione dell'anno accademico della Bocconi.
Il consolidamento deve essere basato sul calo della spesa corrente e non sull'aumento delle tasse, ha detto il governatore della Bce.
Il piano antispread "non mette a repentaglio l'indipendenza della Bce". Così  il governatore della Bce.
"E' importante capire che la stabilita' finanzaria e' nell'interesse di tutti e in primis dei paesi creditori", ha detto  Draghi.
"La Bce non si può sostituire all'azione dei governi nazionali, a loro spetta il compito di ritrovare la credibilità, di dissolvere le incertezze che perdurano sui mercati e i timori dei cittadini", ha ribadito il presidente della Bce.
Ripercorrendo la crisi dell'ultimo anno, Draghi ha spiegato che i paesi più colpiti sono stati quelli "dove la politica economica del passato è stata più inadeguata, dove la risposta dei governi all'inizio della crisi è stata più fiacca e incerta".
"I tassi d'interesse non possono e non devono essere identici ma non è accettabile avere disparita' rilevante a causa della frammentazione del sistema finanziario e della presunta disgregazione dell'area dell'euro", ha detto il presidente della Bce.

giovedì 20 settembre 2012

Sovranità monetaria.



NOTATE la differenza tra le due banconote:

* sul biglietto da 5 dollari c'è scritto (in alto sopra la testa) "UNITED STATES NOTE",

* su quello da 2 dollari "FEDERAL RESERVE NOTE".


La scritta "UNITED STATES NOTE" non la trovate più, infatti quello è un biglietto del 1963 fatto stampare dal presidente Kennedy, il quale tramite l'Ordine Esecutivo 11110 firmò l'emissione di 4.292.893.815 dollari in banconote
statunitensi attraverso il tesoro anziché usare il tradizionale sistema della Federal Reserve.

"Kennedy infatti riteneva che, ritornando alla costituzione, la quale afferma che solamente il congresso può coniare e regolare moneta, il crescente debito nazionale poteva essere ridotto smettendo di pagare interessi ai banchieri del
sistema della Federal Reserve, che stampava cartamoneta e la prestava al governo contro interessi."

Il 4 giugno 1963 il presidente John Fitzgerald Kennedy firmò l'ordine esecutivo numero 11110 che ripristinava al governo USA il potere di emettere moneta senza passare attraverso la Federal Reserve.

Kennedy venne assassinato il 22 Novembre dello stesso anno.
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Se avete tempo leggetevi questo documento, illuminante:


http://www.gambelli.org/download/banche%20-%20finanza/La%20moneta.pdf