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mercoledì 3 giugno 2020

Conte, un piano Marshall per scacciare i fantasmi. - Luca De Carolis

Conte, un piano Marshall per scacciare i fantasmi

Oggi il premier parla della ricostruzione.
Innanzitutto chiederà responsabilità e cautela, a tutti. Perché oggi le Regioni riapriranno i confini, e potrebbe bastare poco per ridare forza e artigli al coronavirus, fiaccato da settimane di chiusura e dai provvedimenti che l’avvocato diventato premier rivendica come sacrifici indispensabili. Ma oggi pomeriggio, nel suo ennesimo discorso alla nazione, sotto forma di conferenza stampa, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, proverà soprattutto a declinare il futuro: del Paese e di fatto del suo governo.
Sarà il mercoledì del suo piano Marshall, parafrasando il Sergio Mattarella che due giorni fa aveva ricordato l’immediato dopoguerra, l’Italia del 1946, invocando “un nuovo inizio” per una nazione ferita. E la chiave di Conte sarà il Recovery Plan, il piano di rilancio che aveva già illustrato in una lettera al Fatto pochi giorni fa.
Sette punti, dalla riduzione della burocrazia “con una rivoluzione culturale nella Pubblica amministrazione” al rilancio degli investimenti pubblici e privati, per arrivare agli “incentivi alla digitalizzazione, ai pagamenti elettronici e all’innovazione” e alla “transizione verso un’economia sostenibile”. Fino a processi più veloci e a una riforma del Fisco, annunciata anche dal M5S tramite una dimaiana di ferro come il viceministro all’Economia, Laura Castelli.
Tante voci e promesse per ripartire, usando come leva i miliardi che dovranno arrivare con il Recovery Fund dell’Unione europea: la benzina indispensabile ”per impostare l’ avvenire da qui a dieci anni” come dicono da Palazzo Chigi. Perché vuole mostrare di pensare in grande, il premier. Svoltata la boa dei primi due anni a Palazzo Chigi, sa che deve puntare su se stesso e su un’agenda “forte” per sottrarsi ai venti contrari, fuori e dentro la sua maggioranza. Avverte e vede movimenti traversali, il presidente che non vuole avere casacche, ma che da terzo è anche più solo, più esposto. Per questo, raccontano, ha apprezzato l’intervista di ieri di Romano Prodi a Repubblica, in cui l’ex premier lo ha difeso. “Questo governo non può cadere, non esiste alternativa”, ha sostenuto il fondatore dell’Ulivo. Duro nei confronti del presidente di Confindustria Carlo Bonomi (“Dicendo che la politica rischia di fare più danni del Covid ha pronunciato un’affermazione distruttiva”): favorevole all’entrata dello Stato in alcune aziende “indispensabili per il nostro futuro”, così da “difenderle da mire straniere”, proprio come intende fare Conte. Ma per tutelarsi l’avvocato deve mettere in campo soluzioni concrete, garantire che ha una rotta che va oltre il crinale del Covid. E da qui si torna al suo piano, che guarnirà insistendo sulla necessità di uno spirito da unità nazionale. “Ma senza appelli particolari alle opposizioni o ai partiti in generale” spiegano fonti qualificate. Conte ha evitato di commentare la manifestazione di ieri del centrodestra a Roma.
Ma da Palazzo Chigi filtra la convinzione che il corteo “sia andato in direzione opposta a quanto auspicato dal presidente della Repubblica” appena poche ore prima. E il filo che Conte e i suoi vogliono tirare è sempre quello che porta al Quirinale, il punto di riferimento del presidente del Consiglio, l’unica certezza a cui non ha mai rinunciato in due anni in cui ha cambiato maggioranza, parola d’ordine e piani. Per non cadere.

giovedì 15 novembre 2012

Draghi: l'Europa emergerà rinvigorita da questa crisi.


Mario Draghi

"Confido che l'Europa emergerà rinvigorita" da questa crisi. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso dell'inaugurazione dell'anno accademico della Bocconi.
Il consolidamento deve essere basato sul calo della spesa corrente e non sull'aumento delle tasse, ha detto il governatore della Bce.
Il piano antispread "non mette a repentaglio l'indipendenza della Bce". Così  il governatore della Bce.
"E' importante capire che la stabilita' finanzaria e' nell'interesse di tutti e in primis dei paesi creditori", ha detto  Draghi.
"La Bce non si può sostituire all'azione dei governi nazionali, a loro spetta il compito di ritrovare la credibilità, di dissolvere le incertezze che perdurano sui mercati e i timori dei cittadini", ha ribadito il presidente della Bce.
Ripercorrendo la crisi dell'ultimo anno, Draghi ha spiegato che i paesi più colpiti sono stati quelli "dove la politica economica del passato è stata più inadeguata, dove la risposta dei governi all'inizio della crisi è stata più fiacca e incerta".
"I tassi d'interesse non possono e non devono essere identici ma non è accettabile avere disparita' rilevante a causa della frammentazione del sistema finanziario e della presunta disgregazione dell'area dell'euro", ha detto il presidente della Bce.