Visualizzazione post con etichetta pace fiscale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pace fiscale. Mostra tutti i post

mercoledì 15 aprile 2020

Salvini tanaliberatutti. - Roberta Labonia

A Milano comincia oggi IDN18: parlano Salvini, Fontana e Fedriga ...

Era giusto l’8 aprile scorso quando Matteo Salvini ci aveva regalato questa “perla” : “… non è il momento di mandare inchieste sugli ospedali lombardi, lasciamo che medici e dirigenti lavorino. Anzi onore a chi è in trincea, io più che un’inchiesta dei Nas o un fascicolo della procura avrei mandato medaglie”.
Il suo è lo stesso giochetto sporco che sta facendo in queste ore la premiata ditta leghista Fontana&Co. Anzi lui è il loro maestro. La stanno buttano in caciara contando sulla commozione che sta suscitando in queste ore l’abnegazione e il senso di sacrificio di tutto il personale medico e infermieristico lombardo, per nascondere le loro vergognose mancanze, le loro scelte scellerate. Come è stata quella di riaprire, il 23 febbraio scorso, dopo averlo chiuso per neanche 4 ore, il Pronto Soccorso di Alzano Lombardo, senza nessuna sanificazione, appena scoperto che ci erano passati 2 casi Covid. Chi volesse una chiave di lettura dei numeri agghiaccianti di vittime dell’epidemia nel bresciano e nella bergamasca è servito.
Alle 14,00 la direzione dell’Ospedale sceglie di chiudere, riporta “L’eco di Bergamo”. “lo volevamo chiuso”, testimonia un primario, “poi telefonarono da Milano” (Leggi Pirellone). Ora la Procura di Bergamo ha aperto un inchiesta. Ed è solo una delle tante che si stanno apprendo in queste ore su molte strutture sanitarie lombarde. Quelle che Salvini, appunto, non vuole. Non è il momento, dice lui.
E stamattina sempre il Cazzaro Verde ha rincarato la dose. A Coffee Break su La7 (ormai è ufficiale, Cairo è uno dei suoi sponsor), non contento, ha dettato la sua ricetta per la ricostruzione post epidemia : “Condono è una brutta parola” – ha sentenziato – ma in tempo di guerra ci vogliono pace fiscale, pace edilizia, blocco del codice degli appalti”. E perchè no il rutto libero di fantozziana memoria? E ancora: “Io dalla task force (ndr, quella per la ricostruzione voluta da Conte), mi aspetto questo. Tutto quello che non è vietato è permesso, se non ho risposta dall’ente pubblico, faccio, parto”.
Sembra che dopo questo discorso, il “comitato” a tutela degli evasori di tutta Italia gli voglia intestare una piazza mentre i capi di Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e Corona Unita si dice si siano riuniti e abbiano deciso di dedicargli un monumento. Ovviamente ricorro ai paradossi così, tanto per sdrammatizzare, che di incazzature ce ne prendiamo già abbastanza. Ma come non incazzarsi, anzi indignarsi, davanti a tanta irresponsabilità, tanta superficialità? Non sarà con la ricetta dell’ennesimo condono che l’Italia potrà ripartire. Quello che non gli riuscì nel 2018 col Conte Uno, quando Luigi Di Maio gli fece tana quando scopri che nel testo del dl fiscale qualcuno aveva inserito lo scudo per i capitali mafiosi e la non punibilità per chi evade, Salvini forse vuole riproporlo adesso? Contando su un opinione pubblica resa claustrofobica dalla lunga quarantena e in grande misura pressata da problemi economici? Roba da sciacalli.
E il condono edilizio? Che c’azzecca con la ripresa post – epidemia, direbbe Di Pietro. All’Italia, per ripartire, servono investimenti in infrastrutture. Sia materiali, come gli Ospedali pubblici, le scuole antisismiche, e la manutenzione, quella vera, non quella targata Benetton, delle nostre Autostrade, che immateriali, come la banda larga. Serve ritornare ad investire nell’istruzione, in un corpo insegnante efficiente e preparato. Da qui bisogna iniziare, e serviranno tanti, tanti soldi, se l’Europa non sarà miope, per risollevare l’azienda Italia e tutto il resto del vecchio continente. Altro che l’ennesimo condono edilizio targato Salvini/Berlusconi /Meloni!
E poi il peggio del peggio, l’affondo finale del leghista: “bloccare il codice degli appalti”. Non ripensarlo, semplificarlo, renderlo più a misura del piccolo e medio imprenditore (che quelli grossi c’ hanno barba di tecnici a supportarli). No. Bloccarlo! Nel nostro Paese equivarrebbe a dire alle mafie: prego, accomodatevi, ecco le chiavi di casa, I’Italia è vostra.
Come se già non lo fosse abbastanza.

venerdì 13 marzo 2020

Coronavirus, stop alle cartelle esattoriali: verso il rinvio delle scadenze della pace fiscale. - Anna Maria D'Andrea

Coronavirus, stop alle cartelle esattoriali: verso il rinvio delle scadenze della pace fiscale

Coronavirus, stop alle cartelle esattoriali: il nuovo decreto atteso entro venerdì 13 marzo 2020 dovrebbe rinviare i pagamenti in scadenza, anche quelli della pace fiscale, rottamazione e saldo e stralcio delle cartelle.

Coronavirus, stop alle cartelle esattoriali. Si va verso un rinvio ampio delle scadenze che dovrebbe coinvolgere anche i termini della pace fiscale e le prossime rate di rottamazione e saldo e stralcio.
Mentre slitta a venerdì 13 marzo l’approvazione del decreto economico del Governo con le misure in favore di famiglie ed imprese, arrivano dal MEF alcune anticipazioni sui contenuti del provvedimento.
Il Sottosegretario Baretta ha dichiarato che la sospensione delle scadenze fiscali sarà ampia, e ricomprenderà anche le cartelle esattoriali ed i provvedimenti di rateazione vigenti.
L’obiettivo è garantire il più possibile la liquidità di famiglie ed imprese danneggiate dal coronavirus, congelando di fatto i principali adempimenti fiscali del periodo.
Appare quindi possibile la proroga del saldo IVA e degli importanti appuntamenti del 16 marzo 2020, ma per avere conferme sarà necessario attendere venerdì, giorno in cui il Governo dovrebbe approvare il primo decreto economico da 12 miliardi di euro.

Coronavirus, stop alle cartelle esattoriali: verso il rinvio delle scadenze della pace fiscale

La sospensione dell’attività di riscossione delle cartelle esattoriali è una delle misure richieste a gran voce dalle imprese e dalle associazioni di categoria e, stando alle prime anticipazioni, dovrebbe essere una delle novità del decreto economico atteso entro venerdì 13 marzo 2020.
Il Consiglio dei Ministri dell’11 marzo ha alzato la posta sulle risorse in campo per affrontare l’emergenza coronavirus. Ben 25 miliardi di euro, di cui 12 a copertura del primo decreto economico, per i quali dal Parlamento è arrivato l’ok.
Il capitolo fiscale sarà uno dei punti al centro del nuovo decreto, e stando a quanto anticipato dal Sottosegretario al MEF Baretta si sta lavorando per rinviare anche le scadenze della pace fiscale.

venerdì 19 ottobre 2018

Caos condono, cosa c'è nel testo 'manipolato'.

Caos condono, cosa c'è nel testo 'manipolato'


Tetto dell'imponibile più alto, sanatoria dell'Iva e colpo di spugna su reati tributari e penali. Sono alcuni dei punti che sarebbero stati inseriti nella bozza del decreto fiscale collegato alla manovra, finito al centro delle polemiche dopo le accuse di manipolazione da parte di Luigi Di Maio
Un testo ritoccato da una 'manina', stando alle dichiarazioni del vicepremier, dove il condono si allarga fino a diventare 'tombale'. Non solo Irpef, Irap e contributi previdenziali, ma anche Iva e attività detenute all'estero. 
Il tetto di 100 mila dell'imponibile, da complessivo, si sposta su ogni singola imposta, mentre spunta uno scudo penale relativo a dichiarazione fraudolenta e riciclaggio di denaro.

TETTO IMPONIBILE - Nella bozza del dl fiscale, che secondo il vicepremier sarebbe stata 'manomessa', il tetto massimo di 100 mila euro dell'imponibile viene alzato in quanto non riferito all'intera somma delle imposte condonate ma alla singola imposta con conseguente effetto moltiplicativo. Nella bozza del decreto fiscale collegato alla manovra, infatti, si legge che ''l'integrazione degli imponibili è ammessa nel limite massimo di 100.000 euro per singola imposta e per periodo d'imposta''. In questo modo, ovvero applicando il tetto di 100mila euro per ogni singola imposta, cioè 5, e per ogni anno d'imposta, per un totale di 5 anni, si arriverebbe ad un totale di 2,5 milioni di euro.

SANATORIA ESTESA - La bozza del decreto prevede una sanatoria estesa ai contributi previdenziali, alle imposte sostitutive e anche all'Iva. In particolare, sul massimo imponibile ''si applica, senza sanzioni, interessi o altri oneri accessori un'imposta sostitutiva del 20% ai fini delle imposte sui redditi e relative addizionali, delle imposte sostitutive delle imposte sui redditi, dei contributi previdenziali, dell'imposta sul valore degli immobili all'estero, dell'imposta sul valore delle attività finanziarie all'estero e dell'imposta regionale sulle attività produttive".
Per quanto riguarda l'Iva la sanatoria è possibile pagando un'aliquota media, altrimenti quella ordinaria del 22%. In un paragrafo del dl infatti si spiega che sull'Iva sarà applicata ''l'aliquota media per l'imposta sul valore aggiunto, risultante dal rapporto tra l'imposta relativa alle operazioni imponibili, diminuita di quella relativa alle cessioni di beni ammortizzabili, e il volume d'affari dichiarato, tenendo conto dell'esistenza di operazioni non soggette ad imposta ovvero soggette a regimi speciali. Nei casi in cui non è possibile determinare l'aliquota media, si applica l'aliquota ordinaria'', ovvero il 22%.

SCUDO PENALE - Nella bozza del decreto è inoltre stato inserito uno scudo penale. Nel testo infatti si specifica che non sono puniti i reati relativi a: 
  • dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti; 
  • dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici; 
  • dichiarazione infedele; 
  • omesso versamento di ritenute dovute o certificate; 
  • omesso versamento di Iva. 

Per questi casi viene esclusa anche la punibilità delle condotte relative al riciclaggio e dell'impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita se riferite ai reati precedenti.

Fonte: adnkronos del 18/10/2018

*****

La subdola tattica di infilare all'ultimo momento leggine pro domo sua è un modus operandi ormai consolidato dai nostri, ahimè, rappresentanti in parlamento, non è una novità e Salvini, degno emulo dei suoi mentori, la conosce bene e la usa all'occorrenza. Oltretutto, deve pure tenersi caro il suo alleato alle elezioni, quel tale Berlusca condannato in via definitiva, guarda caso, proprio per reati fiscali contro lo Stato.
Cetta.

giovedì 18 ottobre 2018

Dl fisco, bozza: “Chi aderisce alla pace fiscale non è punibile se ha riciclato”. Di Maio: “Va tolta, non era negli accordi”.

Dl fisco, bozza: “Chi aderisce alla pace fiscale non è punibile se ha riciclato”. Di Maio: “Va tolta, non era negli accordi”

Nell'ultima versione del testo si chiarisce che avvalendosi del condono si avrà diritto a uno "scudo" rispetto alle conseguenze penali di dichiarazione infedele, omesso versamento di ritenute e omesso versamento di Iva. Ancora in forse l'estensione alla dichiarazione fraudolenta. Previsto il carcere da 1 anno e 6 mesi a 6 anni per i contribuenti che forniscono atti o dati falsi.

Chi aderisce alla pace fiscale presentando una dichiarazione integrativa sulle somme nascoste al fisco non sarà punibile per dichiarazione infedele, omesso versamento di ritenute e omesso versamento di Iva, nemmeno nel caso in cui abbia riciclato impiegato proventi illeciti. Questo fino al 30 settembre 2019. Lo prevede l’ultima bozza del decreto fiscale approvato lunedì sera dal consiglio dei ministri ma ancora non reso pubblico. Le norme su prevenzione antiriciclaggio e terrorismo rimangono applicabili per gli altri casi. È allo studio – si evince dalla bozza di cui danno conto le agenzia Ansa e La Presse – la possibilità di escludere anche la punibilità della dichiarazione fraudolenta. “Va tolta, non era negli accordi”, è stato il commento di Luigi Di Maio.
“Nei confronti dei contribuenti che perfezionano la procedura di integrazione o emersione ai sensi del presente articolo e limitatamente alle condotte relative agli imponibili, alle impostee alle ritenute oggetto della procedura: è esclusa la punibilità” per i reati di dichiarazione infedele, omesso versamento di ritenute e omesso versamento Iva. Inoltre nell’ambito di questi reati “è esclusa la punibilità” di riciclaggio, scrive La Presse citando il testo della bozza non definitiva.
In compenso è previsto il carcere da un anno e 6 mesi fino a 6 anni per chi, dopo aver chiesto la “pace”, fornisce atti falsi e comunica dati non rispondenti al vero: si tratta della pena prevista oggi per la dichiarazione fraudolenta. Per chiedere di fare la pace col fisco i contribuenti potranno “correggere errori od omissioni” presentando una apposita “dichiarazione integrativa speciale” fino al “31 maggio 2019”, si legge nel testo, che conferma il limite del 30% di quanto già dichiarato e per un totale non superiore ai 100mila euro l’anno ma specifica che il tetto vale per ogni singola imposta. A quel punto si pagherà un’imposta sostitutiva pari al 20% del dovuto in un’unica soluzione entro fine luglio o a rate per 5 anni a partire da settembre 2019.
“Chiunque fraudolentemente si avvale” della dichiarazione integrativa speciale “al fine di far emergere attività finanziarie e patrimoniali o denaro contante o valori al portatore provenienti da reati diversi da quelli previsti è punito con la medesima sanzione” prevista per il reato di esibizione di atti falsi e comunicazione di dati non rispondenti al vero, punito con la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni, recita il testo.
La possibilità di definizione agevolata, nella bozza, si allarga anche all’Iva: “È ammessa la definizione agevolata dei debiti tributari, per i quali non sia ancora intervenuta sentenza passata in giudicato, maturati fino al 31 dicembre 2018 a titolo di imposta di consumo, con il versamento, da parte del soggetto obbligato, di un importo pari al 5 per cento degli importi dovuti, con le modalità stabilite nel presente articolo. Non sono dovuti gli interessi e le sanzioni”.
produttori di sigarette elettroniche contenenti nicotina potranno inoltre sanare la loro posizione con il fisco pagando il 5% degli importi dovuti a titolo di imposta di consumo e produzione, mentre non sono dovuti sanzioni e interessi. Così si conferma l’intenzione annunciata dal governo di “chiudere il pregresso per il mondo delle sigarette elettroniche e dello svapo”, come ha detto al termine del Consiglio dei ministri che ha varato il provvedimento il vicepremier Matteo Salvini, con l’obiettivo di salvare “migliaia di posti di lavoro, di imprese e di negozi”. Si avrebbe una perdita di gettito di 177 milioni. La norma si applica ai debiti tributari per i quali non sia ancora intervenuta sentenza passata in giudicato.
Confermato infine lo stralcio delle cartelle fino a mille euro affidate agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010: saranno annullate il 31 dicembre 2018.
Fonte: ilfattoquotidiano del 17/10/2018

giovedì 20 settembre 2018

Giuseppe Conte: "La pace fiscale si farà: è imprescindibile. E non è un condono". -



"La pace fiscale si farà: è imprescindibile", "non è un condono", "così come, con gradualità, attueremo flat tax, reddito di cittadinanza e riforma della legge Fornero". Lo dice in una intervista a tutto campo in apertura di prima pagina a La Verità il premier Giuseppe Conte, che sul crollo di Genova fa sapere che si chiederà ad Autostrade di anticipare i soldi, "e poi la ricostruzione avverrà a prescindere dal loro intervento". E sulle tensioni nella maggioranza, in vista della manovra, evidenzia di "non aver mai visto vacillare" il ministro Tria.
Alla domanda se il reddito di cittadinanza comincerà dalle pensioni, il premier risponde: "Al momento non mi sento di fare anticipazioni. Mi limito a osservare che l'impatto di questa riforma sarà subito significativo", "perché il reddito di cittadinanza funzioni davvero - aggiunge - bisogna prima riformare i centri per l'impiego". Sulla pace fiscale spiega: "Noi proponiamo un meccanismo totalmente diverso dove l'azzeramento delle pendenze è funzionale per partire con un nuovo rapporto con il fisco".
Conte parla anche del ministro Tria: "Non ha minacciato le dimissioni. Se lo avesse fatto lo avrei saputo, e non mi risulta". Sul rapporto con i vicepremier dice: "Sono molto presenti perchè è una condizione che ho posto io". "Io penso - spiega - che Lega e Cinque Stelle offrano una rappresentazione e un percorso istituzionale alla rabbia e all'insoddisfazione popolare. Io stesso ho accettato l'incarico perchè sono convinto che serva una soluzione alla frattura fra elite e popolo. Perciò dico che sono orgogliosamente populista".
"Questo governo - sottolinea - ha condiviso in modo corale la strategia sull'immigrazione. E ci possiamo permettere di dire no all'accoglienza indiscriminata perchè nel nostro progetto c'è attenzione alla tutela dei diritti fondamentali". "Non siamo razzisti. Dobbiamo sottrarci a questo ricatto che nasce da una soggezione culturale". Sul tema, Conte sferza il presidente francese Macron: "Diciamo che la sua posizione non è in linea con le conclusioni da lui stesso approvate al Consiglio europeo".
Sul crollo del ponte di Genova Conte conferma che la procedura per la revoca delle concessioni autostradali è avviata, "non si interrompe con il prossimo decreto", "sarebbe stato gravemente irresponsabile, politicamente e giuridicamente, se non avessimo avviato la procedura di contestazione".