Accolto il ricorso sul portale dedicato alla strage. Dichiarato illegittimo il sequesto preventivo disposto dopo la denuncia dell'onorevole Maurizio Paniz che si era ritenuto offeso da alcune frasi che riguardavano anche il suo collega Domenico Scilipoti. Cancellate queste, spiega il giudice, il sito potrà tornare visibile.
ROMA - Libertà di stampa e di espressione. Sono concenti troppo importanti perché vi si debba derogare. Per questo il tribunale del Riesame di Belluno ha dichiarato illegittimo il sequestro preventivo del sito vajont.info 1 nella sua interezza e il blocco all'accesso per gli utenti italiani a carico dei provider di casa nostra per "eccessività contenutistica". I giudici hanno comunque disposto la cancellazione della frase offensiva dell'onorevole Maurizio Paniz. A metà febbraio il gip aveva bloccato tutto proprio in ragione della diffamazione al parlamentare e al suo collega Domenico Scilipoti. Il tribunale sottolinea adesso che il blocco degli accessi per gli utenti italiani adottato attraverso il sequestro degli ip e dei dns - si spiega - a carico dei provider italiani, in caso di presunta diffamazione, deve ritenersi eccessivo rispetto al bene giuridico da tutelare. Il sequestro di un sito web - si aggiunge - deve cadere solo su una o più frasi offensive e solo nel caso in cui le frasi non siano state nel frattempo cancellate. Il sito vajont.Info, eccettuata dunque la frase oggetto della denuncia, su cui permane tuttora il sequestro e che però era già stata cancellata dal titolare del sito, potrà quindi tornare sul web.
Il tribunale ha di fatto accolto il ricorso dei 200 provider di Confcommercio facenti capo all'associazione Assoprovider, proposto con l'avvocato Fulvio Sarzana di Sant'Ippolito. I siti avevano da subito lamentato i rischi per i diritti costituzionali alla libera espressione ed al diritto all'informazione connessi all'esecuzione del provvedimento di quell'ampiezza. "Il tribunale ha tenuto conto dei gravi rischi per i diritti costituzionali alla libera espressione ed al diritto all'informazione connessi all'esecuzione del provvedimento originario del gip". Così ha detto l'avvocato che ha rappresentato l'assoprovider davanti al tribunale del riesame di Belluno ed ha fatto accogliere il suo ricorso rispetto al sequestro del sito vajont.Info. "Appare opportuna ora una riflessione sugli strumenti di inibizione adottati nei confronti dei siti web in misura sempre maggiore da parte degli organi inquirenti italiani", ha concluso il penalista.
Il tribunale ha di fatto accolto il ricorso dei 200 provider di Confcommercio facenti capo all'associazione Assoprovider, proposto con l'avvocato Fulvio Sarzana di Sant'Ippolito. I siti avevano da subito lamentato i rischi per i diritti costituzionali alla libera espressione ed al diritto all'informazione connessi all'esecuzione del provvedimento di quell'ampiezza. "Il tribunale ha tenuto conto dei gravi rischi per i diritti costituzionali alla libera espressione ed al diritto all'informazione connessi all'esecuzione del provvedimento originario del gip". Così ha detto l'avvocato che ha rappresentato l'assoprovider davanti al tribunale del riesame di Belluno ed ha fatto accogliere il suo ricorso rispetto al sequestro del sito vajont.Info. "Appare opportuna ora una riflessione sugli strumenti di inibizione adottati nei confronti dei siti web in misura sempre maggiore da parte degli organi inquirenti italiani", ha concluso il penalista.
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