Ancora fari accesi sull’esercizio della libertà di stampa e di opinione in Italia: i casi ci sono, e numerosi. Eccone alcuni.
“L’interferenza del governo nella RAI è cresciuta costantemente, minando ulteriormente la sua indipendenza”. E poi “il clima di intimidazione che i giornalisti devono affrontare in Italia”, citando una serie di casi tra cui anche “la presunta interferenza politica del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nella gestione della RAI, in particolare attraverso il suo stretto rapporto con il Direttore della RAI Paolo Petrecca, che dimostra la sottomissione della RAI alla linea del governo”.
Sono alcuni dei passaggi della lettera dell’European Movement International (EMI), insieme ad altre organizzazioni europee e di giornalisti, alla vicepresidente della Commissione europea Věra Jourová per chiedere un’indagine sullo stato della libertà di stampa in Italia. L’EMI già a maggio aveva sollecitato l’Europa a vegliare sulla singolare e preoccupante situazione italiana, ma ora sottolinea come i nuovi fatti intercorsi rendano ancora più urgente prendere una posizione.
Tra i firmatari della nuova lettera c’è anche la Federazione Nazionale della Stampa (FNSI) che non a caso venerdì, 12 luglio, ha voluto sottolineare questo passo con un comunicato stampa che riporta un elenco sintetico ma esaustivo di tanti piccoli e grandi fatti: “La situazione della libertà di informazione in Italia continua a peggiorare. Il record di querele temerarie scagliate contro i cronisti, l’ulteriore stretta alla pubblicazione delle intercettazioni appena diventata legge, la paventata vendita dell’agenzia Agi al gruppo del parlamentare leghista Antonio Angelucci, un direttore che denuncia all’Ordine un Cdr che fa il proprio mestiere, il caso della sospensione inflitta dalla Rai alla collega Serena Bortone: sono solo alcuni esempi del continuo assalto all’indipendenza del giornalismo, che deve allarmare chiunque abbia a cuore il funzionamento stesso della democrazia”. Sono parole scritte e sottoscritte da Alessandra Costante e Vittorio di Trapani, segretaria generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.
A suggello del quadro pericoloso, proprio venerdì 12 è arrivata la sentenza del Tribunale del lavoro di Roma che ha condannato la Rai per aver avuto comportamenti antisindacali durante lo sciopero organizzato lo scorso 6 maggio dall’Usigrai, il principale sindacato delle giornaliste e dei giornalisti della Rai. In particolare i giudici hanno dato ragione ai ricorrenti, Stampa romana (ASR) e Usigrai, per la mancata lettura in alcune edizioni del comunicato sindacale che in una nota hanno commentato così: “Il giudice ha disposto ampia pubblicità della decisione non solo sulle reti della Rai, ma anche su altri mezzi di informazione di rilevanza nazionale. È una severa reprimenda e un monito per chiunque pensi di mettere in discussione il ruolo e la funzione del sindacato dei giornalisti, attaccando i suoi diritti, a cominciare da quello di esprimere pienamente le proprie ragioni a tutti gli utenti del servizio pubblico”.
La dirigenza Rai si è invece auto assolta per la vicenda della copertura del ballottaggio delle elezioni francesi. Nella relazione consegnata alla Commissione di garanzia, l’amministratore delegato Roberto Sergio ha risposto con tono perentorio affermando che i risultati del voto d’oltralpe sono stati seguiti “nel modo giusto, con attenzione e impegno”, e ha riportato tutti i dati, telegiornale per telegiornale, speciale per speciale. 321 minuti su 12 ore, ha precisato. Le critiche erano state invece sulla programmazione alternativa di RaiNews proprio nei minuti in cui iniziava lo spoglio delle schede:
La sera dei risultati del voto in Francia, mentre gli altri canali di informazione sono in diretta no-stop, il canale all news del servizio pubblico decide di aprire alle 22 sul festival Città Identitarie, ideato da Edoardo Sylos Labini. RaiNews24 non aveva mai toccato il fondo in questo modo, mai aveva abdicato così alla sua missione informativa in occasione di un appuntamento elettorale così importante. Un tempo la nostra testata metteva in campo tutte le risorse per garantire un servizio impeccabile all’utenza, in occasioni simili. Chiediamo al direttore come sia possibile prevedere un approfondimento diverso quando tutte le tv del Continente hanno gli occhi puntati sulle elezioni d’Oltralpe. Verrebbe da pensare che alla debacle della destra il direttore preferisca non dedicare troppo spazio. Petrecca ritiene opportuno, in una serata come questa, dare spazio a un evento non scevro da interessi e legami personali. Una scelta che qualifica la deriva che ha preso da tempo la testata e per la quale ci sentiamo indignati.
COMUNICATO COMITATO DI REDAZIONE RAINEWS
All’indomani di questa presa di posizione, il direttore di RaiNews Paolo Petrecca ha presentato un esposto all’Ordine dei giornalisti contro il Cdr. Un contrattacco che la dice lunga sullo stato di tensione nel canale all news della Rai e che infatti è entrato di diritto nella nuova lettera di allarme alla Commissione europea.
A maggio, il rapporto annuale di Reporter Senza Frontiere aveva messo in evidenza la retrocessione dell’Italia al 46° posto nella classifica dei Paesi per libertà di stampa, slittando di cinque punti rispetto all’anno precedente.
https://www.libertaegiustizia.it/2024/07/13/illiberta-di-stampa-il-caso-italia-in-europa/