Aveva ventisei anni.
E una mente che correva più veloce del tempo.
Non cercava fama, né denaro. Cercava libertà.
Libertà per le idee. Per la conoscenza. Per l’uomo.
Si chiamava Aaron Swartz.
Era nato a Chicago nel 1986, e a tredici anni aveva già creato un’enciclopedia online, quando Wikipedia non esisteva ancora.
A quattordici contribuì allo sviluppo dell’RSS, il sistema che consente al mondo di ricevere aggiornamenti in tempo reale.
A diciannove lavorò alla nascita di Reddit, una delle piattaforme più influenti del pianeta.
Ma il suo talento non era ciò che lo definiva.
Era la sua idea di giustizia.
Aaron credeva che Internet non fosse un mercato, ma una biblioteca.
Un luogo dove la conoscenza doveva essere libera, e non venduta al miglior offerente.
Quando scoprì che milioni di articoli scientifici restavano chiusi dietro paywall, decise di ribellarsi.
Nel 2011, entrò nel sistema del MIT e scaricò milioni di documenti accademici dal database JSTOR.
Voleva liberarli.
Non per guadagno.
Per principio.
Lo Stato americano reagì come se avesse violato un segreto militare.
Lo accusarono di frode informatica, gli promisero trentacinque anni di carcere e una multa da un milione di dollari.
Aveva ventisei anni.
Era un idealista.
E il mondo lo schiacciò.
L’11 gennaio 2013, Aaron Swartz si tolse la vita nel suo appartamento di Brooklyn.
Aveva visto troppa ingiustizia, troppa miopia.
Aveva capito che la vera prigione non è fatta di sbarre, ma di regole cieche.
La sua morte fece rumore.
Non solo tra i programmatori.
Fece rumore tra chi crede che il sapere sia un diritto, non un privilegio.
Tra chi pensa che la cultura non debba avere un prezzo.
“L’informazione è potere,” scriveva. “E il potere va condiviso.”
Da allora il suo nome è diventato un simbolo.
Ogni volta che leggiamo qualcosa gratuitamente, ogni volta che una conoscenza attraversa un confine senza chiedere permesso,
c’è un po’ di lui in quell’atto.
Aaron Swartz aveva il dono di vedere Internet non come una rete di fili, ma come una rete di persone.
E forse, il suo sogno più grande non era liberare i dati.
Era liberare l’uomo dalla paura di condividerli.
Un ragazzo, un’idea, una vita breve.
Ma abbastanza lunga da ricordarci che la libertà — quella vera — non si compra.
Si difende.
Con un clic, o con il coraggio.
PS; Il 19 luglio 2011 è stato arrestato per aver scaricato 4,8 milioni di articoli scientifici dal database accademico JSTOR; liberato dietro cauzione, si è tolto la vita l'11 gennaio 2013 impiccandosi nel suo appartamento di Brooklyn.(wiky - https://it.wikipedia.org/wiki/Aaron_Swartz -)
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