giovedì 3 novembre 2011

Quintuplicato lo stipendio ‘pubblico’ della moglie del Responsabile Pisacane. - di Vincenzo Iurillo



Già consigliere regionale della Campania, Annalisa Vessella è amministratore delegato dell'Istituto di Sviluppo Agroalimentare, l'agenzia finanziaria di cui è socio unico il ministero dell'Agricoltura di Saverio Romano. L'aumento di retribuzione rivelato da un'interrogazione del deputato Pd Nicodemo Oliverio.

L'onorevole dei Responsabili Michele Pisacane
Hanno quintuplicato il suo stipendio di amministratore delegato di un’azienda di Stato. Ed è già consigliere regionale della Campania a quasi diecimila euro al mese. E, per di più, è anche moglie di un parlamentare. Un’interrogazione parlamentare del Pd fa tornare la signoraAnnalisa Vessella agli onori della cronaca. E di riflesso anche il marito, Michele Pisacane. Annalisa e Michele, una famiglia che vive di politica. Alla grande. Lei l’abbiamo lasciata a settembre fresca di promozione da consigliera di amministrazione ad amministratore delegato dell’Istituto di Sviluppo Agroalimentare (Isa), a chiederci maliziosamente se esistesse un nesso tra la nomina e la circostanza che sia la moglie di un deputato dei Responsabili decisivo per le sorti del governo B.

Il peone Pisacane, eletto nell’Udc dopo aver collezionato una raffica di pettorine tra centro destra e centrosinistra, ha infatti lasciato Casini per diventare uno dei trasformisti alla Scilipoti. Nel 2010 la moglie si candidò (e venne eletta) al consiglio regionale scegliendo di comparire sulla scheda col cognome Pisacane, mentre lui tappezzava la provincia napoletana di manifesti con la scritta ‘Vota Pisacane’. Per di più, lui, ex sindaco di Agerola, paese di collina della provincia napoletana che affaccia sulla costiera amalfitana, è il cofondatore dei Popolari di Italia Domani insieme aSaverio Romano, ministro delle Politiche Agricole e in questa veste socio unico dell’Isa, l’agenzia finanziaria del ministero che eroga finanziamenti a tassi agevolati alle imprese agricole, circa 200 milioni di crediti già assegnati.

La lievitazione dello stipendio della signora Vessella Pisacane è rivelata da un’interrogazione a risposta in commissione Politiche Agricole presentata dal deputato calabrese Pd Nicodemo Oliverio e in attesa di essere evasa. Oliverio mette nero su bianco che prima del rinnovo estivo del Cda il compenso spettante ai consiglieri uscenti dell’Isa ammontava a 25.000 euro su base annua, fatta salva un’indennità aggiuntiva al presidente e all’amministratore delegato. In base a un decreto legge del 2010 – ricorda Oliverio – le indennità dei Cda delle società interamente pubbliche andrebbero ridotte del 10%.

Invece all’Isa le cose sarebbero andate diversamente. L’assemblea – afferma il deputato Pd – ha “rideterminato i compensi su base annua prevedendo per il presidente (Nicola Cecconato, un 45enne di Treviso, ndr) un compenso di 160mila euro, per il vice presidente e per l’amministratore delegato (la signora Vessella, laureata in legge ed ex segretario comunale, ndr) un compenso di 140mila euro, per i consiglieri un compenso di 80mila euro”. Come se non bastasse, si legge nell’interrogazione, il Cda successivo all’assemblea avrebbe attribuito a presidente ed Ad indennità aggiuntive da nababbi: 137.500 euro per il presidente e 117.500 per l’ad “oltre al riconoscimento di un rimborso spese forfettario per alloggio ed auto pari a euro 55mila annui ciascuno”.

Per farla breve: tra lei col doppio stipendio di Ad dell’azienda pubblica e consigliere regionale, e lui con l’indennità parlamentare, la famiglia Pisacane intasca più di 30mila euro mensili. Che si sarebbero ridotti a poco più di 20mila euro se i compensi dell’Isa fossero rimasti quelli del vecchio Cda. Pisacane intanto a ottobre ha guadagnato una meritatissima fama per essere stato il 316° e ultimo deputato a votare la fiducia a Berlusconi, nella zona Cesarini della seconda chiamata. Un voto maturato al termine di una lunga meditazione. “Così ora Berlusconi mi sape”, avrebbe esclamato in dialetto napoletano riferendosi a chi doveva capire ed ha capito. Non si capisce, invece, se sia stato opportuno nominare un consigliere regionale (e persino moglie di un parlamentare) alla guida di una società pubblica che eroga finanziamenti ai potenziali elettori. L’interrogazione di Oliverio prova a sollecitare il ministro Romano anche su questo punto. Chissà se otterrà risposta. “Il ministero delle Politiche Agricole – afferma il deputato calabrese – avrebbe bisogno di un ministro che affronti le difficoltà del settore e non di uno impegnato in tutt’altre faccende per rafforzare le sue clientele, quelle degli amici e degli amici degli amici”.

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