venerdì 11 marzo 2016

Speculazione delusa: la Bce punta più sull’economia. - Morya Longo




Mario Draghi sembra aver perso il potere di incantare i mercati. Se una volta gli bastava aprire bocca per far partire rally fenomenali su Borse e titoli di Stato, ora la speculazione sembra non essere mai soddisfatta. Ma non è detto che questo sia negativo. Anzi: la reazione stizzita dei mercati di ieri potrebbe essere una buona notizia.
Draghi ha infatti deluso le Borse perché questa volta lo “zuccherino” non l’ha dato ai mercati finanziari (a quella speculazione internazionale che gode a vedere i tassi d’interesse diventare sempre più negativi), ma ha provato a darlo soprattutto all’economia reale. 

Non è detto che il suo intento funzioni: per far ripartire il credito in Europa serve ben più di un pacchetto di misure monetarie. Servirebbe una vera ripresa economica, un ritorno degli investimenti, una maggiore fiducia tra imprese e consumatori. E servirebbe soprattutto una politica fiscale più espansiva.
Ma almeno questa volta il focus della Bce è stato sull’economia reale più che sul mondo impazzito della finanza. 

Questo i mercati l’hanno percepito: così, dopo un’iniziale euforia, hanno reagito male. Ed è proprio per questo che non dobbiamo impensierirci più di tanto: non c’è infatti nulla per cui disperarsi se, una volta tanto, i benefici maggiori della politica monetaria dovessero arrivare più sulle imprese e sulle famiglie che sulla speculazione internazionale. Anzi, diciamolo chiaramente: sarebbe auspicabile.

Mercati delusi
Sono i grafici dei listini azionari, dell’euro e di tutti i mercati a spiegare chiaramente perché gli investitori siano rimasti delusi: a indispettirli non è stato il pacchetto di misure sfoderato dalla Bce alle 13,45, ma l’indicazione data da Draghi dopo le 14,30 quando ha lasciato intendere che difficilmente i tassi sui depositi delle banche in Bce scenderanno ulteriormente sotto quota -0,40%. Prima che Draghi svelasse questo dettaglio (indigesto per gli speculatori), ad esclusione dell’oro i mercati infatti brindavano alla manovra della Bce: Piazza Affari era arrivata a guadagnare il 4,41% e l’euro si era indebolito fino a un minimo di 1,0822 sul dollaro. 

Il motivo di tanto brio era legato al fatto che la manovra della Bce (soprattutto la riduzione del tasso sui depositi a -0,40% e l’aumento del quantitative easing) sembrava assicurare ancora tanta “droga” monetaria ai mercati. Tanta liquidità.
Appena Draghi ha iniziato a parlare, però, i mercati hanno capito che per loro la festa potrebbe finire presto. Il presidente Bce ha infatti lasciato intendere che d’ora in avanti difficilmente i tassi sui depositi scenderanno ancora. E ha detto senza mezzi termini che il suo focus questa volta (e in futuro se servirà) è orientato più sull’economia reale. Il vero coniglio uscito ieri dal cappello di Draghi è infatti il nuovo Tltro: cioè i nuovi prestiti alle banche, con tassi che potrebbero arrivare a -0,40%, vincolati all’erogazione di credito a imprese e famiglie. Insomma: la Bce di fatto pagherà le banche (avete capito bene: regalerà loro un po’ di utili) se queste aumenteranno i finanziamenti a imprese e famiglie. L’altro “coniglio" è dato dal fatto che la Bce comprerà presto anche obbligazioni emesse da imprese. Questa manovra dovrebbe piacere agli investitori, perché potrebbe stimolare la malandata economia europea. E forse, presto o tardi, i mercati lo capiranno. Ma, nell’immediato, ha prevalso la delusione: perché gli investitori vorrebbero sempre sentirsi dire che ad uno stimolo elargito ne seguirà un altro.

Economia reale.
Ovviamente per capire se questo pacchetto sarà davvero in grado di rivitalizzare l’arrugginita locomotiva europea servirà tempo. Ieri i commenti degli economisti erano in gran parte entusiasti: Fabio Balboni e Karen Ward di Hsbc si sono detti «impressionati dalle misure varate dalla Bce», un altro economista (che preferisce restare anonimo) le ritiene addirittura un «cambio di paradigma». Un altro suggerisce agli investitori di «cambiare occhiali» per capire davvero la mossa della Bce. Certo è che non basta “regalare” soldi alle banche per spronarle ad erogare più credito alle imprese, anche perché la stessa Bce impone alle medesime banche regole prudenziali sempre più stringenti che limitano la loro capacità di prestare denaro. Come già detto, per stimolare il credito e la crescita economica serve anche altro.


Ma almeno, questa volta, il bazooka è puntato sul bersaglio giusto: l’economia reale. La Bce ha preso atto che l’Europa non è l’America: da noi le imprese non si finanziano emettendo bond (come negli Usa), per cui continuare a gettare liquidità solo sui mercati rischiava di diventare un esercizio sterile. Da noi la liquidità all’economia reale arriva dalle banche: è il loro rubinetto, dunque, che va riaperto. Ed è qui che la Bce sta intervenendo. L’Eurotower ha anche capito che giocare al ribasso continuamente sul tasso dei depositi bancari è un altro esercizio che rischia di diventare sterile. Dunque ha fatto capire che questa è probabilmente l’ultima volta. Draghi, dunque, ha cambiato passo. 

Una volta tanto, una banca centrale non ha pensato solo ad assecondare i mercati finanziari, ma ha guardato altrove. E questo, prima ancora di sapere se la manovra avrà effetto, è già un punto a suo favore.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-03-11/speculazione-delusa-la-bce-punta-piu-sull-economia-102026.shtml?uuid=ACxIfJmC&refresh_ce=1

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http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11887197/draghi-bce-tassi-azzerati-mutui-prestiti-soldi-cosa-cambia.html

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