mercoledì 31 agosto 2011

Ma dove sta il limite? By ilsimplicissimus


Bersani dice che si è veramente passato il limite. E di certo l’ultima manovra è il prodotto avariato del berlusconismo, il verminaio di equilibri ormai insostenibili. E tuttavia quante volte volte è stato passato il limite senz’altro effetto che uno spostamento più in là dell’asticella dell’indignazione? E qual è il limite vero, il limite invalicabile oltre il quale c’è una rottura di fatto del patto sociale e costituzionale? Oltre il quale la ragionevolezza diventa priva di senso? Evidentemente dev’essere molto lontano se all’interno dello stesso Pd ci sono personaggi che arricciano il naso persino di fronte allo sciopero generale indetto dalla Cgil. Una cosa quest’ultima che davvero passa ogni limite di credibilità per un partito di opposizione.

Si sono passati i limiti non solo politici, ma anche quelli funzionali perché la manovra, con il suo codicillo tra le righe di aumento dell Iva, è il frutto di un’astuzia manovriera in formato elettorale, alimentata però da incapacità e cialtroneria: il prodotto di un declino senile sguaiato e incoerente come il sorriso del premier. Non servirà ad evitarci la tragedia greca. E tuttavia mi domando quale sia il limite che dev’essere superato perché l’indignazione delle parole diventi un fatto concreto e si traduca in un lotta ad oltranza fino alla caduta di questo governo e al ripristino della legalità sostanziale. Sembra che non si sia ancora a questo, che il limite sia sia spostato ancora più avanti e che per ora rimanga ancora un argomento per servizi giornalistici e per mugugni virtuali. E’ abbastanza naturale: a forza di cedere il livello di cedimento tende inconsapevolmente a crescere sempre di più.

Di certo le polveri sono ancora bagnate da quel po’ di euro che ancora consentono a molti di aggrapparsi a un della normalità indotta , fino a che le reti familiari reggeranno, finché si può resistere: meno si cambia e più si ha paura dei cambiamenti, persino di quelli invocati. E infatti è facile rendersi conto che molto della protesta non immagina e non cerca nemmeno un modello alternativo di Paese, ma pensa di poter correggere delle deviazioni che sono in realtà dentro la logica stessa dell’evoluzione liberista, sono la ovvia conseguenza del modello. Ma quando il rivolo dei risparmi si sarà asciugato sarà troppo tardi per recuperare terreno e temo anche troppo tardi per la democrazia perché ci saranno milioni di non rappresentati pronti a seguire qualsiasi bandiera e qualsiasi falsa promessa.

Ho la netta impressione che le variegate “rivoluzioni” più o meno dolci che serpeggiano in questi mesi in Italia e in Europa, si basino sull’espressione dei bisogni alienanti, cioè quelli che nascono dalle promesse non mantenute di una società dell’opulenza, piuttosto che da quelli più generali che affondano le loro radici nell’eguaglianza e nella solidarietà. Forse è una mia impressione, ma credo che la “felicità pubblica” sia ancora intesa, come un patchwork, una collezione di felicità private, quelle fatte balenare dal meccanismo economico e poi negate.

I bisogni indotti creano rivolte, ma pochi cambiamenti, forse l’avvicendamento di qualche faccia, ma non la sostanza: non c’è alcuna verità parziale dentro una bugia generale.

http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2011/08/31/ma-dove-sta-il-limite/#comment-3396


Sancta romana Cricca. By ilsimplicissimus




“Ecco tutti siamo di nuovo qui insieme! Per me è realmente una grande gioia”

E’ il dicembre del 2005 quando queste parole vengono pronunciate dal papa durante la sua prima visita pastorale in una parrocchia romana, Santa Maria Consolatrice. La grande gioia è dovuta all’incontro con il decano dei cerimonieri del vaticano, monsignor Francesco Camaldo, che nel ’77, era viceparroco della stessa chiesa assegnata all’allora cardinal Ratzinger.

Monsignor Camaldo è quello invitato alla “cena della cricca”, nel nuovo e misterioso elenco inviato dalla procura di Pescara a quella di Perugia e nel quale figura anche Berlusconi. Monsignor Camaldo che qualcuno chissà come ha confuso con un’inesistente Jessica, pare che privatissimo condivida con un’altro criccaro, il gentiluomo di sua santità Balducci, una passione per giovanotti palestrati e molto attivi. Non senza un forte profilo morale: un prelato che abitava nella sua stessa casa e che guidava la sua stessa auto alla ricerca dell’attivismo capitolino, disse indignato ai carabinieri che lo avevano fermato: “cercavo solo maggiorenni, non minorenni”. Questo sì che è vigore etico.

Sempre Monsignor Camaldo era stato molto amico di Giorgio Rubolino, legato all’ex ministro Dc Emilio Colombo, di ben noti costumi e implicato nella vicenda dell’assassinio del giornalista napoletano Giorgio Siani, prima di essere stroncato da un infarto. E sempre il monsignore è grande amico dei Savoia, noti massoni e tramite loro di esotici ordini cavallereschi dietro cui si nascondono logge segrete di sapore e filosofia piduista. Tanto che un tal Massimo Pizza riferì a Woodcock che Camaldo di sarebbe mosso per distruggere logge massoniche avversarie.

Oltre a quelle pontificie, Camaldo vanta altre frequentazioni con personaggi dello spettacolo, con stilisti (come Gai Mattiolo) e con il mondo della nobiltà: è cavaliere ufficiale dell’Ordine di San Giuseppe (l’Ordine dinastico degli Asburgo-Lorena di Toscana) e assistente ecclesiastico del Circolo di san Pietro, presieduto dal duca Leopoldo Torlonia.

Ed è inutile dire che fosse anche una pedina essenziale nel sistema Anemone e dei giri della protezione civile: l’architetto Angelo Zampolini rivelò che era lui che gestiva gli affitti e curava le assegnazioni degli stabili di proprietà della congregazione propaganda fide, mentre i contratti di vendita erano firmati dal Cardinale Sepe. Nel 2004 fu proprio lui a cedere all’allora ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi il palazzo di via dei Prefetti. Insomma amicizie strette tanto da farsi “prestare” da Balducci 280 mila euro dentro un complicato “giro” di affari, massoni e servizi segreti. Soldi in parte prelevati dallo Ior.

Ma monsignor Camaldo, a cui il papa telefona direttamente, è anche sempre il decano dei cerimonieri vaticani. Oltre che un trait d’union evidente con tutti gli intrecci opachi che vengono alla luce. Così non solo suonano fasulli i complotti massonici inventati da Avvenire, ma anche assai poco credibile il tentativo della Chiesa di mettersi alla testa di un’opera moralizzatrice dopo dieci anni di appoggio al Cavaliere. Ancor meno se quest’opera volesse raffazzonare un centro destra, nominalmente terzopolista, ma erede in toto del berlusconismo. E no, per noi non sarebbe davvero una grande gioia.

http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2011/08/31/sancta-romana-cricca/#comment-3395


L'angolo del Trota.





Il trota ha detto che lo chiamano scimunito perchè tutti gli anni va in montagna a sciare.


By FB.


Berlusconi riceve un avviso di garanzia praticamente ogni mese,



ma continua a giurare sulla testa dei figli di essere innocente. Non puo' essere un padre cosi' snaturato da giurare il falso sui suoi figli! Sorge quindi spontanea una domanda:

Di chi sono veramente i suoi figli ?

(Roberto Benigni)


Antipolitica? No, è ribellione. - di Michele Ainis



Quello che sta succedendo in Italia è semplice ed esplosivo: è nata un'opinione pubblica che non ne può più di questi mandarini appollaiati su un ramo dorato a difendere se stessi. E se ne vuole liberare in ogni modo.

In principio c'è un artificio semantico, una truffa verbale. "Antipolitica", l'epiteto con cui la politica ufficiale designa questa nuova cosa. Marchio di successo, tant'è che digitandolo su Google si contano 780 mila risultati. Ma che cos'è l'antipolitica? Un sentimento becero, un vomito plebeo?

No, un inganno. L'ennesimo inganno tessuto dal sistema dei partiti. Perché mescola in un solo calderone il popolo di Grillo e il think tank di Montezemolo, le signore della borghesia milanese che hanno votato Pisapia e gli studenti in piazza contro la Gelmini, i dipendenti pubblici bastonati da Brunetta e gli imprenditori taglieggiati dall'assessore di passaggio. E perché con questa parola i politici definiscono l'identità altrui a partire dalla propria. Come facciamo ormai un po' tutti, definendo extracomunitario il filippino o l'egiziano. Ma un siciliano non è un extrapiemontese, un indignato contro gli abusi della Casta non odia la politica, ne è piuttosto un amante deluso.

Ecco, gli Indignados. Ci sarà pure una ragione se il pamphlet di Stéphane Hessel ha venduto in Francia milioni di copie, se ha dato la stura a una protesta che divampa a Madrid come a Londra e a Berlino.

E a Roma? Innanzitutto riepiloghiamo i fatti. Marzo 2010: alle regionali il non voto, sommato alle schede bianche e nulle, tocca il 40%. Tanto che il Pdl, pur vincendo le elezioni, ottiene la fiducia esplicita di appena un italiano su 7. Maggio 2011: alle amministrative sfondano gli outsider, e con loro una nuova generazione di politici. Giovani e sfrontati come il cagliaritano Zedda, che replica l'esperienza del fiorentino Renzi. Ma l'emblema è Napoli. Dove al ballottaggio un cittadino su 2 marina le urne, mentre il 65% dei votanti sceglie un uomo fuori dai partiti, perfino il proprio: De Magistris. Giugno 2011: dopo 14 anni, dopo 24 consultazioni senza quorum, 4 referendum raggiungono il 55% dei suffragi. Nonostante il silenzio delle tv, nonostante il rifiuto d'accorparli alle amministrative, che ci costringe al terzo voto in quattro settimane, uno slalom. Infine il tam tam contro gli sprechi e i privilegi di cui godono, ormai da troppo tempo, Lorsignori.


A tendere l'orecchio, quest'orchestra ci impartisce una triplice lezione. Primo: il ritiro della delega. Gli italiani non ne possono più della loro classe dirigente, di questi mandarini appollaiati su un ramo dorato da vent'anni. La seconda Repubblica ha fallito: ne è nato un girotondo di sigle, di liste, di partiti, ma le facce no, quelle sono sempre uguali. Facce che nel primo decennio del 2000 ci hanno recato in dono la crescita più bassa d'Europa.

Per forza che ormai nessuno se ne fida: possono cantare in coro la Bohème, possono anche uscirsene con un'idea mirabolante, ma sono logori, senza credibilità. Secondo: un'istanza di democrazia diretta. In parte a causa del moto di sfiducia verso chi ci rappresenta nel Palazzo, in parte per una nuova voglia di decidere, d'impadronirci del futuro. Per darvi sfogo dovremmo rafforzare il referendum, abbattendo il quorum, affiancandogli quello propositivo, aggiungendo strumenti di controllo sugli eletti come il recall, la revoca anticipata del mandato. Terzo: il ritorno dell'opinione pubblica. O meglio della sua funzione critica, che è poi il sale delle democrazie moderne, come ha mostrato Habermas. Da qui parole d'ordine quali il dimezzamento dei parlamentari, delle province, di tutti gli enti, portenti e accidenti che ci teniamo sul groppone. Da qui la goffa rincorsa dei partiti, che a parole si dichiarano d'accordo, salvo rinviare ogni soluzione alle calende greche.

Insomma la Bella addormentata si è svegliata, liberando un'energia repressa troppo a lungo. Vi s'esprime una domanda d'eguaglianza, ma anche di ricambio, di legalità, di semplificazione dei labirinti pubblici nei quali ingrassano i professionisti del consenso. Sarà per questo, per esorcizzare il mostro, che i politici l'hanno chiamato "antipolitica". Sbagliano: è un'energia tutta politica, quella che ribolle nella società italiana. Sbagliano due volte: ormai la vera antipolitica è la loro.


michele.ainis@uniroma3.it


SCANDALOSO!!! - di Mario Scarpanti


scandaloso... diffondilo!....e i politici dovrebbero solo vergognarsi !!!!!

Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l'assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio. A rendere pubblici questi dati sono stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza denominata Parlamento WikiLeaks.

Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per volontà dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio.

Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro. Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche.Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private). Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia. Per visite varie, 698mila euro. Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari.

Per curare i problemi delle vene varicose (voce "sclerosante"), 28mila e 138 euro. Visite omeopatiche 3mila e 636 euro. I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno chiesto il rimborso all'assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket.

Ma non tutti i numeri sull'assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati. "Abbiamo chiesto - dice la Bernardini - quanti e quali importi sono stati spesi nell'ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal 'fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l'importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare". Perché queste informazioni restano riservate,non accessibili?Cosa c'è da nascondere?Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: "Il sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla Camera non consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto del principio generale dell'accesso agli atti in base al quale la domanda non può comportare la necessità di un'attività di elaborazione dei dati da parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire le informazioni secondo le modalità richieste".Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. "Non ritengo

spiega la deputata Rita Bernardini - che la Camera debba provvedere a dare una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela per conto proprio avendo gia l'assistenza che hanno tutti i cittadini italiani.Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila euro mensili, a farsi un'assicurazione privata. Non si capisce perché questa 'mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori". "Secondo noi - aggiunge - basterebbe semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla collettività dieci milioni di euro all'anno".Mentre a noi tagliano sull'assistenza sanitaria e sociale è deprimente scoprire che alla casta rimborsano anche massaggi e chirurgie plastiche private - è il commento del presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini - e sempre nel massimo silenzio di tutti.

E NON FINISCE QUI...

Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese. Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.

STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE

STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare) RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) TUTTI ESENTASSE

+TELEFONO CELLULARE gratis

TESSERA DEL CINEMA gratis

TESSERA TEATRO gratis

TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis

FRANCOBOLLI gratis

VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis

CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis

PISCINE E PALESTRE gratis

FS gratis

AEREO DI STATO gratis

AMBASCIATE gratis

CLINICHE gratis

ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis

ASSICURAZIONE MORTE gratis

AUTO BLU CON AUTISTA gratis

RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00).

Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (41 anni per il pubbico impiego) Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio) La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO. La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!


https://www.facebook.com/notes/mario-scarpanti/scandaloso/10150304799100909



Berlusconi e la cena della "cricca" il mistero della lista degli invitati. - di Giuseppe Caporale


Berlusconi e la cena della "cricca" il mistero della lista degli invitati


Nelle carte della procura di Perugia spunta una nota, ritrovata a casa di Fabio De Santis, di persone invitate a una cena. Tra i partecipanti molti degli indagati per lo scandalo del G8 alla Maddalena. E c'è anche il nome Berlusconi.

PERUGIA - Alla procura di Perugia, tra le carte dell'inchiesta sulla "cricca" del G8, c'è un nuovo documento. Un documento inviato un anno fa ai magistrati umbri da un'altra procura, quella di Pescara. Si tratta di una lista con nomi e cognomi, scritta a penna e trovata durante una perquisizione - e legata a un'altra vicenda penale - a casa di Fabio De Santis, provveditore delle Opere Pubbliche della Toscana (prima dello scandalo). "Fabietto" per l'imprenditore Diego Anemone e gli altri della "cricca".

"Una lista - scrivono gli agenti della polizia giudiziaria pescarese nella informativa inviata ai colleghi perugini - da valutare attentamente e con il giusto grado di oggettività poiché sono citati nomi di personaggi che ricoprono importanti incarichi istituzionali e elevate cariche imprenditoriali oltre che alti dirigenti di Ministeri".

"Berlusconi". Questo è uno dei nomi "pesanti" della lista, assieme a quello del capo di gabinetto del ministero della Giustizia, Rino Nebbioso, e quello di "don Camaldo", cerimoniere del Papa. E basta leggere le carte dei carabinieri del Ros di Firenze (dove ebbe origine l'indagine sullo scandalo del G8 alla Maddalena) per capire di che lista di tratta. Ci sono quasi tutti gli arrestati e gli indagati della "cricca", ma anche altri nomi che comunque sono stati lambiti dalle indagini perché "toccati" dalle intercettazioni, dai colloqui telefonici avuti con gli indagati.

Insomma, una cena tra la "cricca" e la sua rete di amicizie nei ministeri e nel Vaticano, sostiene la procura di Pescara. Una cena per festeggiare. Festeggiare la nomina di Fabio De Santis a provveditore delle Opere Pubbliche della Toscana. Proprio quella nomina che - secondo la procura di Firenze - Verdini avrebbe "raccomandato" per aiutare l'amico e socio in affari Riccardo Fusi (imprenditore fiorentino).

E ci sono, del resto, anche i nomi di Verdini e Fusi tra gli inviati, come ci sono quelli di Angelo Balducci (presidente del consiglio superiore Lavori Pubblici), degli imprenditori Anemone e Francesco De Vito Piscicelli (l'uomo che rideva al telefono la notte del terremoto, ndr), i funzionari ministeriali Mauro Della Giovampaola (Lavori Pubblici) e Maria Pia Forleo (Infrastrutture), e Guido Cerruti, avvocato e consulente ministeriale. Tutti indagati nello scandalo del G8 alla Maddalena.

Accanto ai loro nomi ne emergono altri, nuovi (rispetto a quelli già emersi dalle intercettazioni), sulla lista inviata dalla Procura di Pescara. Su tutti spunta, appunto, il nome "Berlusconi", ma non è l'unico. C'è anche il nome e il cognome del capo di gabinetto del ministero della Giustizia, Rino Nebbioso, come c'è il nome di "don Camaldo", il cerimoniere del Papa, del "questore di Firenze" e della "Iurato" (nome che compare anche nella lista favori di Anemone e riconducibile all'attuale prefetto dell'Aquila).

E poi ci sono anche Patrizio Cuccioletta (provveditore alle Opere Pubbliche del Veneto) e del fratello Paolo. Due nomi che interessavano alla Procura di Pescara. Scrive in una nota la polizia giudiziaria pescarese: "Emblematica risulta la partecipazione alla cena dei signori Cuccioletta n.43 e n. 44 della lista che permette di valutare in un'ottica diversa l'affidamento della consulenza per la risoluzione delle interferenze della statale SS.81 alla Archingroup srl (società oggetto delle indagini del magistrato pescarese Gennaro Varone, ndr). Fino a oggi questo risultava un affidamento voluto solo da Carlo Strassil (arrestato dalla Procura di Pescara per presunte tangenti e coinvolto anche nello scandalo della ricostruzione) mentre, con molto probabilità, era un favore di De Santis Fabio all'amico Cuccioletta Paolo".

Conclude la nota in allegato, redatta dal Nucleo investigativo del Corpo forestale dello Stato di Pescara: "Rinvenuto nell'abitazione di De Santis, si trasmette in allegato l'estratto conto relativo al conto corrente bancario intestato a Fabio De Santis della Banca Unicredit Banca di Roma che, alla data del 31.03.2010, ha un saldo attivo di euro 872.658,77". Da un anno questa informativa e la relativa lista di inviati alla cena della "cricca" si trova a Perugia.

Spetta agli inquirenti umbri chiarire chi degli invitati poi effettivamente partecipò (di certo si sa che non andò alla cena Verdini, come emerge dalle intercettazioni) e quali fossero i legami tra la cricca e gli invitati speciali. "E' tutta gente che conosci ... tranquillo (...) - racconta De Santis, intercettato dai Ros di Firenze, ad un inviato un giorno prima della cena - ... tutti amici ... guarda sono tutti amici ... e poi non ci stanno stronzi ... diciamo".