Stangata sugli statali, via il 10% dei dipendenti e il 20% dei vertici. Monti: niente accetta. Cgil, Cisl e Uil: sciopero.
Roma, 3 lug. (TMNews) - Via libera dell'aula della Camera al decreto sulla spending review. I voti a favore sono stati 387, i contrari 20, le astensioni 47. Il provvedimento, modificato nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio, deve tornare in Senato per l'ok definitivo e sarà convertito in legge entro sabato prossimo, 7 luglio. Il via libera è arrivato dopo una giornata intensa, con il doppio incontro per il governo, che prima ha ricevuto a palazzo Chigi la delegazione degli enti locali e poi quella delle parti sociali. Nonostante le parole del premier Mario Monti che ha assicurato che non ci saranno "tagli fatti con l'accetta", sulla questione spending review è ancora bufera. E i sindacati sono rimasti sul piede di guerra, pronti allo sciopero generale. "Non credo si possa evitare lo sciopero generale se ci saranno solo tagli lineari" ha detto il segretario della Uil, Luigi Angeletti, uscendo da palazzo Chigi. "Una carezza alla politica e una stangata per i lavoratori" l'ha definita ancora Angeletti, aggiungendo che "di tutte le vostre buone intenzioni non vorrei che restasse solo il taglio del personale della Pa". Duro anche il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: "Il governo non ci ha convinto. Sullo sciopero generale ancora non abbiamo deciso ma siamo comunque contrari al taglio sul pubblico impiego". "Governo criptico e reticente - ha incalzato Susanna Camusso, numero uno della Cgil - ci sono solo annunci di tagli lineari. Il metodo mi pare sbagliato. Siamo preoccupati. Allo stato manteniamo la nobilitazione delle categorie". Tra le misure previste ci sarebbe anche la riduzione del 20% per i dirigenti, e del 10% per tutti gli altri dipendenti. Lo ha ribadito il viceministro all'Economia, Vittorio Grilli, alle parti sociali. Il presidente del Consiglio Mario Monti, da parte sua ha voluto precisare la natura della spending review, che non è una nuova manovra di finanza pubblica ma l'assunzione di misure strutturali. L'obiettivo del governo, hanno spiegato fonti presenti all'incontro, è di eliminare gli sprechi e non di ridurre i servizi. Si dovrà guardare per questo alle priorità rifuggendo alla politica dei tagli lineari. Per evitare l'aumento dell'Iva, ha spiegato Monti, occorrono 4,2 miliardi. Ma "si sono poi aggiunte due esigenze: il tema degli esodati, meglio qualificati come salvaguardati; il, terremoto in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, rendendo la cifra di 4,2 miliardi molto più alta". Ci sono stati momenti di tensione alla Camera durante il voto sul decreto. Al termine del suo intervento, Francesco Barbato (Idv), ha concluso con un: "Mi sono rotto i c...". Subito il presidente di Montecitorio, Gianfranco Fini, ha cacciato il deputato fuori: "La prego di abbandonare l'aula - ha detto Fini - non può usare un linguaggio da trivio". Int.
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