venerdì 15 novembre 2024

Trump e il populismo autoritario. - Domenico Gallo

 

La mappa che esce dal voto del 5 novembre crea le condizioni perfette per attuare il Project 2025, il piano sulla concentrazione di poteri nell’esecutivo. Anzi, lo mette sin da subito in atto.

L’elezione di Trump alla Casa Bianca ci annuncia l’avvento di un modello di “populismo autoritario”, i cui contorni sono stati già descritti nel “Project 2025”, il piano scritto dai conservatori USA per rimodellare il ramo esecutivo del governo federale degli USA in caso di vittoria repubblicana alle elezioni presidenziali statunitensi del 2024. Concepito nel 2022, il Progetto mira a reclutare decine di migliaia di “patrioti” a Washington per sostituire lo “stato profondo” (gli attuali addetti ai lavori del servizio civile federale), in modo che siano fidi esecutori del prossimo presidente repubblicano. Fin dal momento dell’insediamento Trump avrebbe il potere assoluto sull’esecutivo. Il Progetto propone di tagliare i finanziamenti del Dipartimento di Giustizia, di smantellare l’FBI e il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale e di eliminare i dipartimenti gabinetti dell’Istruzione e del Commercio. Secondo il Washington Post il Progetto prevede perfino l’immediato ricorso all’Insurrection Act per dispiegare l’esercito per l’applicazione della legge nazionale e ordinare al Dipartimento di Giustizia di perseguire gli avversari. Fra i punti qualificanti del Progetto c’è la concentrazione dei poteri nelle mani del Presidente: l’intero ramo esecutivo del governo USA sarebbe posto sotto il diretto controllo presidenziale, eliminando l’indipendenza del Dipartimento di Giustizia, della Federal Communications Commission, della Federal Trade Commission e di altre agenzie;

Il Progetto 2025 ha creato un database modellato su un questionario per selezionare 20.000 dipendenti in base alla loro aderenza all’agenda del Progetto, da distribuire in tutti i 4.000 posti chiave del governo e delle agenzie federali per i quali la Casa Bianca ha poteri di nomina e nei posti lasciati liberi dal previsto licenziamento di 50.000 funzionari con incarichi amministrativi di rilievo.

In armonia col Progetto, Trump ha dichiarato che licenzierebbe «i pubblici ministeri marxisti radicali che stanno distruggendo l’America», che «cancellerà totalmente il Deep State» e che nominerà «un vero procuratore speciale per perseguire il presidente più corrotto nella storia degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, e l’intera famiglia criminale Biden». Trump interpreta l’articolo 2 della Costituzione degli Stati Uniti come autorizzazione ad attribuire il potere esecutivo esclusivamente al Presidente, per cui si ritiene in diritto «di fare qualunque cosa come Presidente». Coloro che lavorano nel Dipartimento di Giustizia, dell’EPA e dell’USAID (agenzia governativa, fondata da John Kennedy, al fine di combattere la povertà globale) sono descritti come «ideologi della sinistra radicale» e «attivisti» che sono «incorporati» nei loro dipartimenti; l’uso dell’esercito servirebbe anche alla caccia agli immigrati senza documenti (anche se richiedenti asilo), da deportare in massa.

Se questo progetto venisse attuato, come Trump sembra intenzionato a fare, sarebbe sostanzialmente abrogato il principio organizzatore della democrazia: checks and balances, non ci sarebbe più alcun contro-potere capace di mantenere l’esercizio del potere politico nei binari della Costituzione. I poteri selvaggi che guidano l’economia e la politica si sbarazzerebbero definitivamente dei lacci e lacciuoli dello Stato di diritto.  

Magistrato, giudice della Corte di Cassazione. Eletto senatore nel 1994, ha svolto le funzioni di Segretario della Commissione Difesa nell’arco della XII legislatura, interessandosi anche di affari esteri, in particolare del conflitto nella ex Jugoslavia.


https://www.libertaegiustizia.it/2024/11/09/trump-e-il-populismo-autoritario/

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