Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 25 ottobre 2010
Predicare bene e razzolare male.
L'avete sentita la Gabanelli? Ogni volta che al governo s'insedia il "coso" aumentano smisuratamente le spese e, quindi, anche il debito pubblico.
Ma quel che fa girare le paturnie maggiormente è che, mentre il debito pubblico aumenta a dismisura, diminuiscono i servizi che dovremmo ricevere in cambio.
Da quando c'è "coso" a decidere, tutto va a rotoli! L'ingente quantità di soldi che entra nelle casse dello stato prende mille rivoli trasversali, si perde in un oceano di collusioni e mazzette.
L'avete sentito che gli unici a pagare le tasse siamo noi stipendiati e pensionati?
Avete sentito che i grandi evasori fiscali hanno mille modi per evadere oltre ad altre mille agevolazioni?
Ma che aspettiamo a chiedere lo scioglimento delle camere?
Questo governo ci sta portando al fallimento totale, noi non abbiamo un governo, abbiamo un'associazione a delinquere che fa affari con i proventi delle nostre tasse.
Si praticano tagli alla scuola pubblica e si concedono 350mila euro alla scuola privata della moglie di Bossi, si chiudono commissariati di polizia e si concedono 500mila euro per la ristrutturazione di una chiesa.
Pensate sia ancora giusto affidare le nostre finanze ad un essere indegno che di giorno fa il ministro e la notte il consulente finanziario?
domenica 24 ottobre 2010
In manette Giuseppe Spadaccini l’uomo di Bertolaso “nei cieli”.
L'imprenditore pescarese affidatario dell'appalto per gestire la flotta dei Canadair della Protezione Civile è rimasto coinvolto in un'operazione della Guardia di Finanza per evasione fiscale internazionale da circa 90 milioni di euro
53 anni, abruzzese di Chieti, nipote di Felice, vecchio notabile democristiano, Spadaccini da tre giorni è in carcere con l’accusa di essere a capo di un’associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, un gruzzolo da 90 milioni di euro sottratto allo Stato. In parte, le società di Spadaccini, dalle casse pubbliche ricevevano il lavoro e alle casse pubbliche sottraevano denaro. Un mago, visto che riusciva anche a non pagare chi lavorava per lui in un settore delicato come quello dello spegnimento degli incendi. Con lui nell’inchiesta altre 23 persone, tutti rispettabilissimi professionisti che garantivano a Spadaccini l’aiuto per creare società fittizie all’estero, nel paradiso fiscale di Madeira in particolare, dove venivano accumulati i fondi neri. Ventiquattro le persone finite sotto inchiesta, di loro tredici sono agli arresti. Spadaccini non ha perso tempo: attraverso il suo avvocato, Sebastiano Ciprietti, ha già presentato ricorso al tribunale del riesame contro l’ordinanza del gip del tribunale di Pescara Guido Campli.
La storia di Spadaccini e della Sorem non nasce in questi mesi. Già nel 1997 la società che oggi è finita nella bufera giudiziaria, iniziò ad avere i primi problemi, proprio quando strappò l’appalto alla Sisam, società che all’epoca era controllata dall’Alitalia. Spadaccini, che insieme a Bud Spencer, all’anagrafe Carlo Pedersoli, controllava la società di Aerotaxi Air Columbia e che ancora prima aveva gettato le basi per la nascita di AirOne, presentò l’offerta nove minuti dopo la chiusura della gara d’appalto indetta dalla Protezione civile, guidata allora da Franco Barberi. Ma la Sorem ottenne tuttavia l’appalto attraverso una trattativa privata, nonostante la società non avesse piloti, esperienza né strutture per la manutenzione degli aerei.
Sulla scia di troppe difficoltà la Protezione Civile decide che a fine 2003, quando scadrà il contratto, l’ appalto alla Sorem non sarà rinnovato. Il direttore della Protezione Civile, Guido Bertolaso, fa trapelare l’ intenzione di indire una gara europea. E la battaglia riprende. Su due fronti, quello operativo e quello politico. La Sorem ha ormai 66 piloti, tra cui 8 canadesi, due francesi e un greco, gestisce 14 Canadair, e il servizio comincia a funzionare. Nel frattempo ben 130 parlamentari di Forza Italia e An, primo firmatario Fabrizio Cicchitto, scrivono a Berlusconi, denunciando le intenzioni discriminatorie contro la Sorem. Che diventa, sempre nel frattempo, uno dei principali inserzionisti pubblicitari dell’ Avanti, l’ organo dei socialisti confluiti in Forza Italia.
Così Spadaccini e la Sorem vanno avanti. Nel frattempo l’ingegnere abruzzese costruisce un piccolo impero dell’aviazione. La società oggi gestisce 19 Canadair della Protezione civile ed è proprietaria di altri 8 velivoli che vengono usati di supporto a terzi. Nell’azienda capogruppo, la Aeroservices Group, ci sono una serie di società per la manutenzione per grandi e piccoli aerei (la società San), una compagnia di voli di linea, executive e charter (ItAli) e addirittura una società pèer la formazione di piloti e tecnici aeronautici, la AirColumbia. Un gruppo da 90 milioni di euro all’anno di fatturato (solo casualmente la cifra coincide con quella evasa) e 500 dipendenti, molti dei quali senza stipendio da mesi, anche se questa volta Cicchitto non si è fatto portatore di nessuna lettera al premier Berlusconi.
Oltre a Spadaccini, gli ordini di custodia cautelare in carcere riguardano Francesco Valentini, avvocato, 44 anni, due cittadini portoghesi e un canadese ancora ricercato. Ai domiciliari sono stati posti, invece, il notaio pescarese Massimo D’Ambrosio, ritenuto “complice a tutti gli effetti di Spadaccini», colui che stipulava tutti i rogiti e «si prestava a riciclaggio di denaro”. Tra i nomi noti anche quelli di Leonardo Valenti, consulente pescarese, ex amministratore delegato del pastificio Delverde, e il commercialista di Chieti, Giacomo Obletter. Tra gli altri arrestati: Arcangela Savino, moglie di Valentini, e quattro collaboratori di Spadaccini: Gianfranco Bucci, Dante Silvi, Angela Fabrizio e Giordano Senesi.
Nell’ambito dell’operazione, che conta in totale 24 indagati, sono stati effettuati sequestri per quasi 12 milioni di euro. Sono stati posti sotto sequestro in particolare immobili per circa 6 milioni 800 mila euro di cui 5 a Pescara, 2 a Milano, 2 a Roma, 32 in un residence di Porto Rotondo, 2 a Gissi (Chieti); diritti d’uso su beni immobili pari a circa 250 mila euro; titoli societari per circa 3 milioni 700 mila euro delle società Sorem Srl, San Srl, e Air Columbia srl, detenute da Spadaccini direttamente e tramite la società Bytols; conti correnti bancari attivi riconducibili a Spadaccini per un valore superiore a 408 mila euro; uno yacht di 21 metri del valore di circa 516 mila euro, sempre in uso a Spadaccini.
di Emiliano Liuzzi
Don Vito e il prestito per l'azienda di Berlusconi
CORRELATO ALL'INTERNO: Trattativa mafia-Stato: il ''capitano'' indagato trasferito a Roma.
L’ex direttore della B. Popolare: “Nell’86 Ciancimino e Dell’Utri mi chiesero 20 miliardi”.
di Silvia Cordella - 23 ottobre 2010.
“Dell’Utri mi disse: ‘Abbiamo problemi al Nord con il sistema bancario’ e ‘con l’amico Ciancimino’ volevamo ‘sentire cosa si può ottenere dalle piccole banche siciliane’.
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- Trattativa mafia-Stato: il ''capitano'' indagato trasferito a Roma - di Aaron Pettinari
sabato 23 ottobre 2010
DA DIFFONDERE ! ! ! !
Oggetto: I: 498 deputati contro l'eliminazione del vitalizio che a noi Contribuenti
costa 150 milioni l?anno (circa 291 miliardi di lire) FATELA GIRARE
Cosa ne dite ?
Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione. Indovinate un po' come è andata a finire!
Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato sì 22Hanno votato no 498.
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l'idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant'anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C'è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all'ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l'INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell'arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell'Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l'anno.Per maggiori informazioni ecco il link al sito di Borghesi con il discorso:
http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=314&Itemid=35Non ne hanno datto notizia né radio, né giornali, né Tv OVVIAMENTE. Facciamola girare noi!
Se i minatori cileni fossero stati italiani sarebbe andata diversamente.
Se i 33 minatori fossero rimasti intrappolati in una miniera italiana, le cose sarebbero andate così: