venerdì 1 aprile 2011

Violante vs Mori 'No a incontri riservati'.


Con una relazione di 11 pagine l'ex deputato Pd replica al generale del Ros: ora chiarisca l'Antimafia.

di Sandra Rizza

E ora Luciano Violante passa al contrattacco. Trascinato dal generale Mario Mori nell’allegra combriccola di smemorati che oggi nulla ricordano della ‘’trattativa’’ tra Stato e mafia, l'ex deputato del Pd si difende e spiega -con una memoria di undici pagine- il mistero della ‘’mancata convocazione di Ciancimino’’ a Palazzo san Macuto, all’epoca della sua presidenza nell’ultimo scorcio del ’92. Il documento, con il quale Violante intende tirarsi fuori dalla cerchia di coloro che "sapevano’’ del negoziato in corso tra Cosa nostra e le istituzioni, e’ stato consegnato dal diretto interessato ai parlamentari della Commissione Antimafia nello stesso giorno della sua audizione: martedi’ 29 marzo.

"Spettera’ all’autorita’ giudiziaria e, se lo riterra’, a questa commissione – conclude Violante – stabilire il significato delle richieste di incontro riservato di cui si era fatto latore Mori; se si inquadrassero nel contesto della "trattativa’’, oppure se nel contesto del rapporto tra esponenti andreottiani in Sicilia e la mafia o se in altri contesti a me ignoti’’. I fatti, si sa, riguardano la richiesta di un’audizione in Commissione Antimafia che per tre volte Mori, per conto di Vito Ciancimino, reitero’ a Violante nell’autunno del ’92. Per Mori, che ha riferito pubblicamente di questa richiesta nel processo che lo vede attualmente imputato a Palermo per favoreggiamento aggravato, don Vito chiese ufficialmente di essere ascoltato dalla Commissione presieduta da Violante senza riuscire ad avere una risposta positiva. L’ex presidente di Palazzo San Macuto sostiene, invece, di aver opposto un rifiuto alla richiesta, sponsorizzata da Mori, perche’ Ciancimino voleva un incontro ‘’riservato’’.

(A Mori, ndr) dissi –scrive oggi Violante nella sua memoria – che non facevo incontri riservati e Ciancimino, se voleva, poteva chiedere di essere sentito in forma ufficiale’’. Dalle parole di Violante emerge insomma una verita’ istituzionale ben diversa da quella di Mori. Il generale del Ros sostiene di aver informato Violante che aveva avviato ‘’un rapporto confidenziale con Vito Ciancimino, che voleva essere ascoltato per esplicitare la sua convinzione che dietro le stragi vi fosse una matrice politica''. Violante dice che di quel rapporto confidenziale - altrimenti chiamato "trattativa’’- non seppe nulla. ‘’Non interpretai – scrive oggi – la richiesta del colonnello come relativa alla cosiddetta trattativa, ne’ avrei potuto farlo, perche’ all’epoca non c’era alcun sospetto di questo genere’’. Ma e’ sulle date che la verita’ di Violante e quella di Mori entrano clamorosamente in conflitto. Mori sostiene che il primo incontro con Violante avvenne il 20 ottobre, il secondo il 29 ottobre e il terzo il 4 novembre. Violante ha un ricordo diverso: "Io colloco gli incontri in un periodo che va dai primissimi giorni dell’ottobre del ’92 al 26 ottobre dello stesso anno’’. Su una sola cosa i due sono d’accordo: l’ex presidente dell’Antimafia chiese al generale del Ros se avesse avvisato della richiesta di Ciancimino l’autorita’ giudiziaria: Mori rispose di no, perche’ si trattava di una ‘’cosa politica’’ e il codice gli consentiva di tenere riservate in quella fase le sue fonti confidenziali.

Per il resto Violante all’Antimafia consegna una ricostruzione che contrasta nettamente con quella del generale. E a chi lo accusa di aver ritardato l’audizione di don Vito, sottovalutandone l’importanza, Violante oggi risponde: ‘’Era necessaria la piu’ ampia cautela, per non trasformare la commissione in un palcoscenico di questo discutibile personaggio’’. Anche sulla sua ‘’smemoratezza’’, e cioe’ sul ritardo con cui ha riferito dei tre incontri con Mori ai pm di Palermo, Violante ha pronta una giustificazione. Dice di aver saputo solo nel luglio 2009, leggendo un articolo del Corriere della Sera, che Massimo Ciancimino lo indicava come uno dei garanti politici che il padre avrebbe voluto a copertura della ‘’trattativa’’. ‘’Era la prima volta – scrive oggi l'ex deputato Pd – che venivo a sapere di un mio coinvolgimento nella trattativa. Mi sono venute in mente le richieste di Mori. Ho pensato che quelle richieste potessero interessare l’autorita’ giudiziaria e, come mio dovere, ho deciso di intormarla subito’’.

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=120



Diodato, condannato e cacciato dalla Regione Oggi guida una Spa pubblica regionale.


L'ex consigliere era stato esonerato dal consiglio regionale della Campania in seguito a una sentenza di condanna per i disordini alle elezioni comunali del 2001 nel seggio di Pianura. Ma il governatore Caldoro lo ha nominato presidente di una società in house della regione che si occupa di bonifiche ambientali

Pietro Diodato, ex consigliere regionale del Pdl

E alla fine arrivò il premio di consolazione perPietro Diodato, ex consigliere regionale del Pdl costretto a dicembre a lasciare il parlamentino campano per le conseguenze di una vecchia condanna a un anno e sei mesi per disordini elettorali. Un premio niente male: la nomina a presidente dell’Astir Spa, società al 100% dellaRegione Campania, che si occupa dei servizi di pulizia, bonifica e ripristino ambientale di una delle regioni più inquinate d’Italia. L’incarico arriva su disposizione dell’ente guidato dal governatore azzurro Stefano Caldoro. L’Astir, che una volta si chiamava Recam, ha un capitale sociale di 1 milione di euro e secondo quanto si legge sul suo sito ha in corso questi interventi: “Recupero, pulizia e ripristino ambientale di siti territoriali da recuperare su disposizione del Commissario di Governo per le Bonifiche e la Tutela delle Acque nella Regione Campania ai sensi della Convenzione tra Regione Campania, Commissario di Governo per le Bonifiche e la Tutela delle Acque nella Regione Campania e Astir S.p.A. (già Recam S.p.A.) del 18/06/2008 del SIN Litorale Domitio Flegreo Agro Aversano SIN Litorale Vesuviano; Intervento di recupero ambientale di tratti del Litorale Domitio; Lavori di Somma Urgenza di bonifica e di messa in sicurezza della bretella perimetrale all’agglomerato industriale di Pomigliano d’Arco e di Acerra”.

Progetti importanti e costosi. Affidati all’ex consigliere regionale e comunale di Napoli, che nel 2010 fece la campagna elettorale per le regionali a braccetto col ministro Mara Carfagna, ottenendo circa 28.000 preferenze. Prima che riemergesse dall’oblio una sentenza di condanna passata in giudicato per fatti relativi ai disordini delle elezioni comunali del 2001 nel seggio di Pianura. Una notizia accompagnata dalla cancellazione delle liste elettorali di Minturno (Latina), il suo comune di residenza. In seguito a questo provvedimento, Diodato è ‘decaduto’ dal consiglio regionale su delibera della giunta per le elezioni e successiva presa d’atto dell’aula. Una decisione che l’esponente del Pdl, ex An, ritiene ingiusta, infondata, e che ha impugnato in tutte le sedi. Secondo Diodato, la sospensione condizionale della pena di cui ha goduto in sentenza si estenderebbe alle sanzioni accessorie della condanna, e quindi anche alla sospensione dei diritti elettorali che gli è costata la dichiarazione di ineleggibilità e la conseguente decadenza. In questi mesi di ‘pausa’, Diodato ha fondato e animato l’associazione NapoliViva, alla quale hanno aderito diversi pezzi da 90 del centrodestra della città di Napoli. Nelle scorse settimane Diodato ha emanato un comunicato stampa in cui annunciava l’accoglimento di un ricorso e l’imminente reintegro nell’assemblea legislativa campana. Che finora non è avvenuto e non è detto che avverrà, perché la battaglia legale è ancora lunga e complicata. Ma ora c’è l’Astir da guidare. Il consiglio regionale può attendere.




Ferma la banda nucleare che affossa le rinnovabili!


Ferma la banda nucleare che affo








Ferma la banda nucleare che affossa le rinnovabili!


LA BUONA - STEFANIA PRESTIGIACOMO
"È finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate"
La “buona” vuol mollare l’atomo. Per questioni di salvaguardia ambientale e sanitaria? Ma no... per questioni elettorali!

IL BRUTTO - GIULIO TREMONTI
"C'è il debito pubblico, c'è il debito privato, ma c'è anche il debito atomico"
Il brutto (non ce ne voglia!) ha scoperto a 64 anni, e dopo lunga militanza pro-nuke, che lo smantellamento delle centrali costa caro: 300 milioni di euro l’anno sulle bollette degli italiani.

IL CATTIVO - PAOLO ROMANI
"Bisogna interrompere un meccanismo (gli incentivi alle rinnovabili)che è costato agli italiani 20 miliardi tra il 2009 e il 2010"
Il cattivo, con un decreto scellerato, ha affossato l’intero settore delle rinnovabili, mettendo a rischio 140.000 posti di lavoro. È per giunta un gran bugiardo: gli incentivi, tra 2009 e 2010, assommano a 6,3 miliardi di euro (dati AEEG), non a 20. Neppure il costo di un solo reattore EPR!

http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/Salviamo-il-clima/rinnovabili/?utm_source=SilverpopMailing&utm_medium=email&utm_campaign=banda_nucleare+%28cyber%29&utm_content


ssa le rinnovabili!




Lunedì prossimo, testa di rapa va a disdire l'invito.



Curiosare tra la natura a caccia delle erbe selvatiche ricche di gusto e salute.



Roma - (Ign) - Un'insalata insolita ma piena di sapore da portare in tavola dopo una passeggiata al primo sole primaverile. La riscoperta delle erbe spontanee porta, insieme ai profumi, la tradizione contadina nuovamente in cucina.

Roma, 31 mar. - (Ign) - Erbe selvatiche da ri-scoprire (anche come farmacia naturale), da raccogliere, da gustare. Il primo sole primaverile lo consente. E una bella passeggiata in campagna, oltre a spezzare con la vita fin troppo sedentaria, è l'occasione giusta per curiosare tra le piante spontanee e commestibili. 'Recuperarle' come tradizione contadina comanda. Antiche ricette della cucina povera come per esempio 'l'acqua cotta' o 'la scafata', apprezzabili al palato e per la salute (con un carico di vitamine e sali minerali), che rendono più 'toniche' le tiepide giornate di mezza stagione quando l'organismo necessita più che mai di purificarsi.

Che le verdure (come anche la frutta) siano un antiossidante naturale non è infatti una novità. Con le vitamine in essa contenute, le verdure, così come le erbe spontanee spesso ignorate, nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali, mantengono in efficienza l'apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all'azione dei radicali liberi prodotti nell'organismo nel modo più naturale ed appetitoso possibile. Messo, ancora una volta, nero su bianco il loro effetto benefico, si può passare al piacere degli odori.

Stavolta, però, quelli delle sole erbe selvatiche. Che magari bollono in pentola o stanno in bella vista dentro l'insalatiera al centro della tavola. O quelli delle spezie che accompagnano pietanze. Un'atmosfera quasi magica in cucina per sapori che rincorrono la tradizione e che oggi si impongono per raffinatezza gastronomica. Profumi da 'mangiare' che non si riscontrano 'naturalmente' nelle verdure più comuni.

E poi vuoi mettere il piacere di raccogliere le erbe in mezzo alla natura durante una passeggiata rigenerante? Portarle in tavola e ai commensali dare lezione di quanti benefici ci sono nella colorata misticanza che si sta gustando con 'buona' sorpresa del palato.

Ma come cominciare a 'ri-scoprire' le erbe selvatiche? La guida è in un libro dal titolo 'Buoni per natura - Alla ricerca dei frutti spontanei del nostro territorio' (edito dall'Agenzia Regionale Parchi della Regione Lazio e dai Fratelli Palombi). Contiene consigli, leggende, curiosità e ricette per dare la caccia ai frutti spontanei, alcuni dimenticati, che si possono incontrare passeggiando. Come la rosa canina, ad esempio, diffusa soprattutto nell'Appennino, ha diverse proprietà. Ogni parte della pianta viene impiegata per diversi usi: foglie e fiori per esempio sono usati per la preparazione di infusi e tisane ma la parte del leone la fanno i frutti: piccoli e rossi sono ricchi di vitamine C.


Portulaca


Inchiesta G8: Piscicelli tenta suicidio, era libero.


E' l'imprenditore che avrebbe riso pensando a affari post-sisma.


ROMA - Ha tentato il suicidio Francesco Maria De Vito Piscicelli, imputato per corruzione nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta sugli appalti per il G8: e' l'imprenditore campano balzato alle cronache anche per una intercettazione in cui avrebbe riso (ma lui ha smentito) la notte del terremoto in Abruzzo pensando ai ghiotti appalti per la ricostruzione post sisma.

La notte scorsa Piscicelli ha ingerito diversi barbiturici mentre si trovava nel suo appartamento romano. Ora, secondo quanto si e' appreso, e' fuori pericolo. Secondo il suo avvocato, l'avvocato Marcello Melandri, l'inchiesta sui Grandi eventi ha segnato molto le condizioni psicologiche dell'imprenditore: ''Lo psicologo del carcere di Pisa gia' aveva segnalato questo rischio, per la detenzione e per lo stress a cui era sottoposto con l'inchiesta. Non e' un caso se non ha mai voluto partecipare alle udienze''.

Piscicelli venne arrestato la notte fra il 4 e il 5 marzo del 2010; il 3 maggio gli vennero concessi i domiciliari. Il 20 dicembre 2011 e' tornato libero. L'imprenditore adesso e' a processo a Roma per corruzione, per il filone dell'inchiesta sull'appalto per la costruzione della scuola marescialli dei carabinieri, a Firenze. Con lui sono imputati l'ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci; l'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis; e il manager Riccardo Fusi. Nell'ordinanza dell'inchiesta sulla Scuola dei marescialli a Firenze, Piscicelli viene indicato come ''l'intermediario che non solo mette in contatto le parti dell'accordo corruttivo, ma rimane sulla scena fino alla fine cercando, senza risultato, di lucrare''.

Sempre lui avrebbe ''cercato di influenzare i pubblici funzionari in vista degli appalti del 150/o anniversario dell'Unita' d'Italia''. Inoltre, prosegue il giudice, ''lungi dall'essere un millantatore, ha effettivamente agganci in alto e quando ne ha bisogno non si trattiene dal chiedere favori in cambi di benefit''. Secondo il gip, infine, la personalita' di Piscicelli ''quale traspare dalle indagini e' alquanto negativa, avendo piu' volte dimostrato di essere cinico e senza scrupoli''. Emblematica a questo proposito sarebbe la telefonata con il cognato ''in cui i due come sciacalli programmano di buttarsi sugli appalti della ricostruzione post terremoto dell'Abruzzo''.

E' proprio il 6 aprile (la notte c'era stato il sisma) quando Piscicelli riceve la telefonata di Pierfrancesco Gagliardi.

PISCICELLI: si'

GAGLIARDI:...oh ma alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perche' qui bisogna partire in quarta subito...non e' che c'e' un terremoto al giorno

P:..no...lo so (ride)

G:...cosi' per dire per carita'...poveracci

P:..va buo' ciao

G:...o no?

P:...eh certo...io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto (il riferimento e' all'ora del sisma, ndr).

G:...io pure...va buo'...ciao.

Successivamente, l'imprenditore ha smentito di essere lui quello che rideva, sottolineando che si trattava invece del cognato, definito la ''metastasi della mia vita'' ed ha inviato comunque una lettera di scuse per ''quella frase scioccante''.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/03/31/visualizza_new.html_1528499055.html


Giappone: a Fukushima terreno contaminato da plutonio .


Terremoto Giappone
. 29 marzo. Potrebbe essersi verificato ciò che più si temeva. Sarebbero infatti state rinvenute tracce diPlutonio nel terreno diFukushima. Mentre negli ultimi giorni a destare l'allarme maggiore è stato il reattore numero due, dove i livelli di radioattività hanno raggiunto i 1000 millisievert ora, 100.000 volte il normale, nell'acqua deputata a raffreddare il reattore, ora l'attenzione si sposta sul numero tre. Se ieri, per quanto riguarda il numero due era stata ammessa la "fusione parziale del nocciolo", vale a dire ciò che ha determinato un così alto livello di radfioattività, al numero tre potrebbe essere accaduto qualcosa di molto più grave.

Plutonio nel terreno. il reattore tre è alimentato da una miscela chiamata "mox", un misto tra uranio e plutonio ricavata dal combustibile esaurito, che viene per così dire riciclato. Del plutonio restano tracce nel terreno in modo pressochè permanente, la zona afflitta dalla contaminazione, resta inagibile per migliaia di anni. E' inoltre una delle sostanze più pericolose del mondo, altamenta radioattiva e cancerogena. I tecnici dellaTepco, società sempre più nella bufera, hanno dichiarato di aver trovato quantità di plutonio "non pericolose per la salute umana"in cinque punti della centrale di Fukushima Daichi. Una tale situazione indicherebbe, secondo gli esperti nucleari giapponesi, un possibile danno alla vasca di contenimento del reattore numero tre.

Non più a tenuta stagna. L'ipotesi più grave verte sostanzialmente sulla possibilità di una falla nell'ultima camera di contenimento del reattore alimentato a plutonio. Le strutture di protezione in acciaio speciale, secondo le fonti Tepco, sono due, ma l'emergenza al reattore tre di qualche giorno fa aveva fatto pensare alla fusione delle barre di combustibile causata dai guasti all'impianto di raffreddamento, a loro volta dovuti alla devastazione portata da terremoto e tsunami. La fusione delle barre avrebbe causato lo scioglimento dell'acciaio di una delle due camere e il materiale radioattivo sarebbe "precipitato" nella seconda vasca di contenimento, l'ultima barriera tra il reattore e l'ambiente. Le tracce di plutonio rinvenute nel suolo a Fukushima fanno però pensare all'esistenza di una falla anche nella seconda camera di contenimento. In sostanza, il reattore tre, quello più pericoloso, potrebbe non essere più isolato rispetto all'ambiente esterno. Un'ipotesi gravissima; una fuoriuscita del mox contenente plutonio in dosi importanti potrebbe rendere la zona inabitabile e inavvicinabile per migliaia di anni.