mercoledì 20 giugno 2012

Emergenza sisma in Emilia? Intanto arrivano 51 milioni per il terremoto in Irpinia. - Amalia De Simone



Il pozzo senza fondo: dopo 32 anni (e 67 miliardi di euro) continuano a giungere altri soldi in Campania per il sisma del 1980.

NAPOLI - Case alveare, strutture pubbliche mai ultimate e abbandonate, strade statali costruite sui rifiuti tossici e pagate a peso d'oro ai clan. Il terremoto del 1980 in Campania è indimenticabile anche per questi sprechi, regalo dei fondi per la ricostruzione post sisma. Un pozzo senza fondo dal quale, in queste settimane, proprio mentre si cercano soldi per far fronte all'emergenza sisma in Emilia, arrivano altri 51 milioni di euro da distribuire dopo ormai 32 anni. 

I SOLDI DATI E MAI SPESI - Consultando atti e norme però, scopriamo una cifra perfino più paradossale: oltre 286 milioni di euro. Soldi che sono da tempo nelle casse di alcuni comuni della Campania ma che non sono mai stati spesi. Questi fondi sono presenti nei conti infruttiferi accesi proprio con la legge per il terremoto (la 219/81) a favore dei vari comuni presso la Tesoreria Provinciale dello Stato e vengono gestiti dai sindaci. E così, fino ad oggi, il sisma dell'Irpinia, che pesa ancora sulle accise per la benzina, è costato tra danni reali e sprechi più di 67 miliardi di euro (le cifre sono state ricalcolate in euro dal centro di documentazione e ricerche della Camera dei Deputati). Secondo la relazione conclusiva del gruppo di lavoro sul tema presso il Ministero delle infrastrutture, per completare la ricostruzione sono necessari ancora 2 mila milioni di euro. Insomma, il tempo passa facendo cadere in prescrizione i reati legati alla ricostruzione (molti processi che coinvolgevano anche politici, sono finiti così) ma non ferma il fiume di soldi pubblici previsti dalla legge. 

IL TERREMOTO POLITICO - Franco Romano, ingegnere, componentdel gruppo di lavoro al Ministero, spiega che si tratta di soldi riferibili a richieste che lo Stato ha consentito e legittimato con delle leggi: «Si è data la possibilità di presentare domande per ottenere i fondi fino a otto anni dopo il sisma – spiega - mentre in un primo momento la forbice era di 4 anni. E' chiaro che chi veramente aveva necessità di quei soldi per rimettere in piedi la propria casa o le sue attività, ha fatto la domanda subito, mentre i "ritardatari", probabilmente non avevano fretta perché non avevano subito danni reali. Inoltre, il perimetro degli interventi si è allargato a dismisura fino a comuni come Sorrento o quelli della costiera amalfitana, che niente c'entravano con il sisma. Questo fu quello che io chiamo terremoto politico e cioè sprechi determinati da trattative politiche. D'altronde, i soldi utilizzati per la ricostruzione delle case (dati fino al 2002 ndr) sono circa 23 mila miliardi di vecchie lire (quasi 12 miliardi di euro): denaro speso bene, perché i paesi dell'Irpinia sono quasi tutti ricostruiti. Ciò che da dieci anni a questa parte viene distribuito è una percentuale irrisoria rispetto a quanto è stato speso (il rapporto è tra 67 miliardi di euro complessivi e segmenti da alcune decine di milioni di euro, come l'ultimo da 51 milioni di euro ndr). Anche questi nuovi fondi saranno difficili da assegnare perché è passato troppo tempo e le cifre sono esigue. O meglio, diventano esigue perché, nonostante nel complesso siano tanti soldi, bisognerà distribuirli in molti comuni e quindi la somma si assottiglia, soprattutto se si considera che le amministrazioni devono poi a loro volta cercare gli assegnatari e ulteriormente dividerle» 

«CI DANNO I SOLDI MA NON CI SERVONO» - Tra i comuni che in provincia di Napoli, hanno ottenuto l'assegnazione dei fondi c'è il caso di Scisciano, destinatario questa volta di una trance di 200 mila euro. Il sindaco, Patrizio Napolitano, ammette che lì non avevano bisogno di questi soldi, che Scisciano non ha mai veramente risentito del terremoto e che spenderà questi fondi per opere di pubblica utilità. Scorrendo invece l'elenco dei comuni che hanno beneficiato dei fondi per il terremoto per ben 32 anni, scopriamo che quasi tutti hanno ancora quattrini in cassa provenienti dai fondi; che la maggior parte ha più di 500 mila euro e in ben 75 comuni restano soldi non spesi per cifre che superano il milione di euro. Tra i comuni che hanno accumulato più soldi senza mai spenderli ce ne sono due del vesuviano Sant'Antonio Abate con 8 milioni e 600 mila euro e Torre del Greco con circa 8 milioni. Il vicesindaco di Sant'Antonio Abate Alfonso Manfuso, spiega che chi aveva fatto domanda per ottenere i fondi, poi non l'ha integrata e quindi non è stato possibile liquidare gli assegnatari. Aggiungendo poi che proprio in questi giorni («la sua telefonata arriva a puntino» dice) sarà inviata una comunicazione agli interessati. Il sindaco di Torre del Greco Gennaro Malinconico, invece, è alla guida della città da soli venti giorni - e dunque di questi fondi non sa nulla - ma gli è stato riferito che ci sono dei contenziosi sulla questione. Comunque si è impegnato a tenere sotto controllo la vicenda. 

DOVE SONO ANDATI I SOLDI - I fondi del dopo terremoto dell'80 come, risulta da alcune tabelle, sono serviti solo in parte alla ricostruzione degli alloggi. Una serie di opere pubbliche infatti sono figlie di quell'epoca: oltre ad alcune strade finite nel mirino dell'antimafia perché costruite da ditte legate ai clan della camorra e realizzate su rifiuti tossici smaltiti illecitamente, ci sono anche interi quartieri ghetto costruiti con i fondi post sisma, come le vele di Scampia, quartiere a nord di Napoli (alcune già abbattute, altre ancora da radere al suolo) e i rioni dormitorio di Ponticelli (area orientale della città) diventati terra di conquista di boss della camorra che addirittura decidevano l'assegnazione degli alloggi. Molte strutture pubbliche sono in stato di abbandono come asl e scuole che si trovano proprio difronte al cosiddetto lotto zero, tra i rioni della periferia est di Napoli più desolati e abbandonati. Si tratta di edifici mai ultimati che sono diventati rifugio per tossicodipendenti e restano lì, difronte ai casermoni-dormitorio a testimoniare degrado e indifferenza. 

I COSTI AUMENTATI E LA BEFFA - I paesi distrutti o disastrati dell'Irpinia e del salernitano sono stati quasi tutti ricostruiti ma anche qui non mancano opere che sono costate molto di più delle previsioni iniziali. Siamo andati nella provincia di Salerno, a vedere uno dei paesi disastrati dal sisma destinatario oggi del contributo più alto, un milione di euro. Valva è un paesello ricostruito fedelmente. Il municipio è un container e ha una stanza dedicata solo alle pratiche post sisma. Il sindaco Francesco Marciello, spiega che questi soldi, come anche altri che hanno in cassa non possono essere spesi perché non hanno un tecnico che istruisca le pratiche e hanno bisogno di una autorizzazione da parte del Ministero per utilizzare il 4% di quei soldi proprio per dare l'incarico ad un professionista. «Ho inviato la richiesta ma nessuno mi ha ancora risposto – spiega il sindaco – è paradossale, perché abbiamo i soldi e non possiamo utilizzarli!». Da queste parti al danno si è aggiunta la beffa: in quegli anni industrie del nord arrivarono attirate dai finanziamenti pubblici ma come raccontano anche alcune inchieste giudiziarie, a quanto pare non crearono occupazione né sviluppo: «Il nostro territorio – spiega l'assessore di Valva Fiorenza Vulturo – non ha una vocazione industriale, invece in quegli anni sono sorti degli stabilimenti. Fu un grande spreco... se quegli investimenti avessero prodotto concretamente lavoro e opportunità per il territorio avremmo potuto parlare di un bilancio positivo. Invece sono stati buttati via miliardi da imprenditori del nord che hanno aperto con strumentazioni obsolete e a volte con bilanci non troppo chiari; sono venuti qua, hanno preso sovvenzioni statali perché per aprire in queste aree lo Stato garantiva dei contributi, hanno aspettato il tempo minimo necessario per usufruire di queste agevolazioni e poi hanno chiuso».

martedì 19 giugno 2012

Terremoto, smantellato il campo di Alemanno: “Nelle tende fino a 47 gradi”. - Giulia Zaccariello


La situazione era diventata insostenibile: allagamenti, problemi con la rete elettrica, le fognature e una temperatura che in alcune ore ha sfiorato i 47 gradi. È durato meno di tre settimane il campo donato dal Comune di Roma agli sfollati di Rovereto di Novi, una delle città in provincia di Modena più colpite dal sisma. Allestite il 30 maggio, ieri le tende regalate dal Campidoglio sono state smontate e rispedite al mittente. Gli ospiti sono stati trasferiti in una nuova struttura messa in funzione dalla Protezione civile nazionale nel campo sportivo. Con buona pace del sindaco capitolino, Gianni Alemanno, che a pochi giorni dalla seconda violenta scossa del 29 maggio aveva fatto il giro delle zone rosse, con tanto di caschetto giallo e t-shirt della “sua” protezione civile, promettendo una tendopoli targata Roma Capitale da 240 posti.
In realtà di persone ne sono state accolte poco meno di 150, e, più che un campo sfollati, quello regalato da Alemanno si è rivelato un campo da scout in gita, adatto a una notte o poco più. “La zona individuata dal Comune di Roma era un’area privata, dichiarata non a norma dalla Protezione Civile”, spiega l’assessore alle politiche sociali di Novi di Modena, Dario Zenoni. Un terreno in piena periferia, in mezzo al nulla. “Non aveva le caratteristiche per ospitare una tendopoli – continua l’assessore – Mancava tutto, dalle fogne alla pavimentazione. E bastava qualche goccia di pioggia per allagarlo”.
Già al battesimo il Campo Roma non prometteva nulla di buono: gli ospiti, tutte persone con la casa gravemente danneggiata dalle scosse, sono rimasti per tre giorni senza servizi igienici, né luce, né acqua. E nei giorni successivi la situazione non ha fatto altro che peggiorare. Pozzanghere di fango vicino ai bagni e un’aria soffocante. La maggior parte degli sfollati non dormiva nelle tende blu in dotazione al ministero dell’Interno per le emergenze, ma in semplici tende da campeggio. Piccole e prive di teloni per ripararsi dal sole. Per questo, con il caldo degli ultimi giorni, la temperatura interna ha raggiunto i 47 gradi centigradi. Impossibile dormire e addirittura respirare bene.
Praticamente un inferno, che ha costretto la Protezione civile a correre ai ripari, allestendo in fretta e furia un’altra tendopoli al campo sportivo di Rovereto: 350 posti (di cui al momento 90 occupati) in una zona definita dal Comune “a maggiore ricettività, più vicina al centro e con un comfort abitativo e servizi migliori rispetto a quello precedente”. Qui, oltre alle cucine gestite dalla Croce Rossa e ai servizi di assistenza psicologica, arriveranno presto anche i condizionatori. Indispensabili per portare un po’ di sollievo a chi, oltre ad avere perso la propria casa, in questi giorni deve fronteggiare un caldo africano.
Di Alemanno, dopo la visita dei primi giorni, si è persa traccia. A futura memoria della sua tendopoli invece rimangono solo alcuni container abbandonati al sole e i costi dell’allacciamento alla rete elettrica e d’allestimento delle fognature, tutti a carico del comune di Novi di Modena.

Intercettazioni, il ministro Severino prepara la nuova legge bavaglio. -

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La bozza del testo, fortemente voluto dal Pdl, è già circolata tra i partiti. Rispetto al ddl Alfano, introdotto il divieto di pubblicare gli atti anche solo per riassunto fino al termine delle indagini preliminari. Carcere fino a tre anni per i giornalisti.

Torna il rischio della legge bavaglio. Perché tra il ministro della Giustizia Paola Severino e i partiti sono iniziate le trattative per mettere mano al ddl sulle intercettazioni pensato da Angelino Alfano e congelato alla Camera. La nuova bozza del testo prevede il divieto di pubblicare, anche per riassunto, gli atti di un’indagine fino all’udienza preliminare: il giornalista che non dovesse rispettare la norma rischierebbe l’arresto fino a 30 giorni. Pena che salirebbe fino a tre anni nel caso in cui sul giornale finissero intercettazionio di telefonate da distruggere o riguardanti persone non indagate.
La discussione del nuovo testo sarebbe dovuta iniziare a Montecitorio oggi, ma la Guardasigilli ha chiesto più tempo ai partiti, in particolare al Pdl che più di tutti preme per l’approvazione del nuovo bavaglio. Le bozze che il ministro ha fatto circolare nei giorni scorsi partono dal testo Alfano, che già prevedeva il carcere fino a tre anni per chi pubblicava stralci di intercettazioni destinate a essere distrutte. A questo Severino ha aggiunto le pene per chi trascrive parte degli atti riguardanti persone estranee alle indagini.
Un’altra novità riguarda i giornalisti che riportino intercettazioni durante le indagini preliminari: il divieto è stato reso più pesante rispetto al bavaglio pensato da Alfano, visto che riguarderebbe la pubblicazione di atti anche solo per riassunto. Il cronista che violasse la norma, rischierebbe multe fino a 10mila euro e l’arresto fino a 30 giorni, mentre verrebbe graziato l’editore.
Secondo Repubblica, il rafforzamento del bavaglio sarebbe ottenuto attraverso la cancellazione di due righe del precedente testo: l’articolo 114 stabiliva che “è vietata la pubblicazione, anche parziale, degli atti non più coperti dal segreto fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”, ma dopo la mediazione della presidente della commissione Giustizia di Montecitorio Giulia Bongiorno era stata inserita la frase “di tali atti è sempre consentita la pubblicazione per riassunto”. Una frase che ora è saltata, garantendo così il silenzio sulle inchieste fino al momento del processo. Proprio quello che Berlusconi ha sempre cercato di fare approvare.

NANOTECNOLOGIE MILITARI: L'INCREDIBILE ZANZARA DRONE.



E' l'ultimo "giocattolino" dell'esercito americano, già in produzione. Un insetto drone, controllabile a grande distanza e dotato di telecamera, microfono e siringa. Secondo le autorità è in grado di prelevare DNA o iniettare dispositivi RFID di localizzazione nella persona-obiettivo, provocando una sensazione di dolore quasi impercettibile, paragonabile a quello provocato dalla puntura di una normalissima zanzara. Ovviamente gli utilizzi a cui potrebbe essere destinato dai servizi segreti sono molteplici: può essere utilizzato come spia, essendo dotato di telecamera e microfono, ma anche come "silenzioso sicario", iniettando nella vittima prescelta, al posto del chip RFID uno dei potentissimi veleni disponibili nel mercato, in grado di provocare arresti cardiaci, facendo pensare a un decesso naturale. La "zanzara drone" può penetrare in una villa sorvegliatissima, eludendo guardiani e sistemi di allarme, passando a fianco degli addetti alla sorveglianza, penetrando attraverso una finestra o una semplice fessura, per poi magari essere "parcheggiata" sopra un armadio fino a quando la vittima non se ne va a dormire, pungerla e abbandonare l'ambiente senza lasciare traccia e destare sospetti. Le tecnologie militari sono avanzatissime, ed è obbligatorio considerare che la maggioranza di queste sono mantenute segrete. Negli ultimi anni hanno "svelato" qualche scoperta, ma sulle tecnologie più importanti è mantenuto lo stretto segreto militare. Sappiamo che è stato persino approntato un "lettore di onde cerebrali" i cui utilizzi potrebbero essere molteplici, armi "psicotroniche" e chissà quali altri marchingegni in grado di uccidere. 


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Sonia Topazio, dai set porno ai terremoti: “Sì, mi ha raccomandato un politico”. - Thomas Mackinson




I precari dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia protestano contro il capo ufficio stampa, ex attrice di film erotici passata anche sulla copertina di Playboy. Lei contrattacca: "Sono qui perché qualcuno mi ha segnalato, esattamente come loro".

“Vi dico il nome del politico che mi ha raccomandata se mi dite chi sono i precari che tentano di ancora di screditarmi tirando fuori il mio passato osé. La loro è solo invidia, ma non sono diversi, sono messi lì dai baroni universitari. La differenza è che io ho un grande passato e posso riciclarmi, loro fuori dall’istituto non contano un cazzo”. Dopo la nomina a direttore generale dei vulcanologi di un insegnante di educazione fisica raccomandato dalla Gelmini si apre il caso dell’ufficio stampa con trascorsi di film erotici e copertine di Playboy.
Si chiama Sonia Topazio ed è l’unico terremoto d’Italia che si può prevedere. Il centro del sisma, del resto, è sempre lo stesso: il suo passato senza veli che riaffiora ciclicamente. Potentina, classe 1969, da dieci anni è la voce e l’immagine del prestigioso Istituto di geofisica e vulcanologia, dove da un decennio svolge le funzioni di capo ufficio stampa. Ma per alcuni è ancora e sempre “Topazio”, bella e talentuosa attrice di film erotici e soft-porno. Topazio oggi è una “vulcanologa” tra due fuochi. A tirar fuori i suoi trascorsi bollenti sono alcuni tra i 400 riceratori precari dell’Istituto che da anni lottano per avere un contratto stabile. Non riescono proprio a darsi pace di quell’incarico (e di quel curriculum) che, per molti, è un attentato costante all’immagine e alla credibilità dell’ente pubblico. 
Comunque sia qualcuno ha iniziato a postare brandelli della sua carriera hard conditi da commenti non sempre gentili. Il più gettonato è il cortometraggio del 1999 “Benedetta trasgressione”: Topazio è con tre uomini nello spazio angusto di un ascensore che non arriva mai al piano. Dopo 4 minuti di ardore arriva il lettone, e la benedetta trasgressione si fa maledetta: sesso violento, con tanto di corde e coltello piantato alla gola che va giù giù giù. Poi ci sono i calendari osé, i servizi su Excelsior e perfino una copertina di Playboy del 2001 dal titolo “La dottoressa si spoglia”. L’ufficio stampa dell’Istituto nazionale di geofisica messo a nudo.
La polemica non coglie di sorpresa la diretta interessata, che non si tira indietro. Così la bella Sonia più che giustificarsi attacca: “Ma cosa credi, i precari dell’Ingv che continuano a tirar fuori questa storia non sono diversi da me. Anche loro sono dei raccomandati, mica sono entrati per concorso. Sono lì solo perché conoscevano qualche barone dell’università”. Magari hanno fatto un PhD o un dottorato o qualcosa del genere. “La loro è solo invidia: io ho avuto un grande passato che non rinnego affatto, ero bella come il sole, che male c’è? Sono stata un’atleta nazionale, attrice di teatro e cinema, scrittrice e giornalista. Questo è il problema, io se voglio mi riciclo altrove come ho sempre fatto, loro invece fuori dall’istituto non contano un cazzo”.
Forse sono solo stupiti di quell’incarico piovuto dal cielo che fa il paio con la nomina di un direttore generale laureato in scienze motorie. Che cosa ne pensa? “Non giudico nessuno prima che sia messo alla prova”. I suoi accusatori hanno scritto sul web che quel posto lo hai avuto davvero grazie a una relazione con il presidente Enzo Boschi? “Se proprio lo vuoi sapere sono arrivata lì nell’unico modo possibile nelle amministrazioni statali, per segnalazione di un politico. C’era un posto libero nella didattica e divulgazione e così ho avuto il contratto. E poi diciamolo, ma anche se avessi avuto una storia con il presidente, che male c’è? Che cos’è questo puritanesimo? Anche se avessi avuto una simpatia, diciamo così, con un collega nessuno potrà dire che ho avuto qualche vantaggio, visto che sono stata precaria a 1.500 euro al mese e per averne 2mila mi sono dovuta rivolgere all’ordine. Non è un granché per un incarico di responsabilità come il mio”.
Chi era il politico? “Si dice il peccato, non il peccatore. Facciamo così, ti dico il suo nome se tu mi dici i nomi dei precari che insistono ancora con questa storia”.

Rockfeller prevede 13 mila vittime alle Olimpiadi di Londra (prima parte). - Gianni Lannes


David Rockfeller

Terrore infinito per dominare il mondo?
Ecco cosa riserva il futuro, ormai presente: massoni da quattro soldi in affari con i paperoni dello zio Sam, che tentano di conquistare il mondo assoggettando definitivamente l’umanità. E noi ad applaudirli pure. Per la cronaca di stretta attualità: si stanno annettendo definitivamente l’Italia, allungando impunemente le grinfie sul patrimonio storico, previa incetta delle riserve aurifere (2.700 tonnellate), ed a seguire Eni, Finmeccanica, acqua pubblica e quant’altro con gli ampi poteri legislativi concessi recentemente dal Parlamento al  golpista per conto terzi Monti Mario. Giocano a carte scoperte o bleffano?
Fatto sta che la Fondazione Rockefeller ha sfornato nel 2010 un documento denominato Scenarios for the Future of Technology and International Development.  Non è opera degli anarchici, vale a dire del solito capro espiatori buono  per tutte le stagioni a giustificare crimini istituzionali d’ogni genere.A pagina 11 è scritto: «In 2012, the pandemic that the world had beenanticipating for years finally hit. Unlike 2009’s H1N1, this new influenza strain – originating from wild geese – was extremely virulent and deadly. Even the most pandemic-prepared nations were quickly overwhelmed when the virus streaked around the world, infecting nearly 20 percent of the global population and killing 8 million in just seven months, the majority of them healthy young adults». Mentrealla 34 silegge: «The years 2010 to 2020 were dubbed the “doom decade” for good reason: the 2012 Olympic bombing, which killed 13,000, was followed closely by an earthquake in Indonesia killing 40,000, a tsunami that almost wiped out Nicaragua, and the onset of the West China Famine, caused by a once-in-a-millennium drought linked to climate change».
Insomma, la Rockefeller Foundation annuncia che il decennio 2010-2020, sarà denominato «Il Decennio della Distruzione», a causa dell’ondata di attacchi terroristici, di disastri naturali, di rivolte civili e di disastri finanziari. Gli anni dal 2010 al 2020 saranno definiti «Decennio della Distruzione» per diversi motivi: le bombe ai giochi olimpici del 2012 – che uccideranno 13 mila esseri umani – saranno seguite subito dopo da un terremoto in Indonesia che ne ucciderà 40 mila, con uno tsunami che spazzerà via il Nicaragua, e con lo scoppiare della carestia nella Cina occidentale a causa di una siccità di quelle che capitano una volta in mille anni, dovuta ai cambiamenti climatici. Poi, il documento predice anche che nel 2015 la gran massa della forze armate Usa sarà richiamata da Paesi come l’Afghanistan per stabilirsi nei confini americani.
Autoritarianesimo – La prima terrificante previsione inizia nel 2012 quando, «la pandemia che era stata anticipata da anni al mondo» alla fine colpirà, infettando quasi il 20 per cento dell’umanità ed uccidendo 8 milioni di persone.
Così la Rockefeller Foundation tiene a sottolineare che i popoli daranno il benvenuto ad un governo più autoritario e ad un più stretto controllo su tutti gli aspetti della vita, incluso un chip biometrico ID di identificazione per tutti i cittadini.Nel 2015, appunto,il governo Usa ricollocherà una larga parte della propria compagine offensiva per impegni nazionali, ritirandola dall’Afghanistan – dove gli insorti talebani recupereranno nuovamente il potere.
Curiosità attuale? Il report descrive come le nazioni perderanno il potere sui propri bilanci a causa di massicci debiti, lasciando apparentemente la propria sovranità finanziaria nelle mani dei tecnocrati.Ma i licantropi, pardon “filantropi” nordamericani non si occupano solo di queste tematiche. La Rockefeller Foundation anticipa anche la crescente sfiducia nei vaccini, affermando che a causa della corruzione – sia negli enti nazionali che in quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – vaccini adulterati porteranno a stragi di massa.
Stando al documento, un gran numero di genitori non faranno vaccinare i figli, il che farà salire la mortalità infantile a livelli mai visti dagli anni ’70.Nel contesto di un sistema sanitario indebolito, di corruzione e di disattesa degli standards - sia per cause interne alle nazioni che per colpa di istituzioni mondiali come l’Organizzazione mondiale per la sanità - nel sistema sanitario pubblico di numerose nazioni africane, entreranno vaccini avariati. Nel 2021, 600 bambini moriranno a causa di un vaccino per l’Epatite B avariato, che sembrerà nulla a confronto delle morti di massa che avverranno pochi anni dopo causate da un farmaco antimalarico avariato.
Le morti e gli scandali che ne deriveranno, mineranno la fiducia nelle vaccinazioni, i genitori – non solo in Africa ma anche altrove – inizieranno a non far vaccinare i propri figli, e non ci vorrà molto prima che i tassi di mortalità infantile e neonatale schizzino a livelli che non si vedevano più dagli anni ’70.Nel Decennio della Distruzione, la tecnologia farà sempre più parte del campo di battaglia, con il cyberterrorismo e la pirateria mafiosa organizzata che saranno sempre più diffuse.
Una terrificante e delineata predizione nel documento, riguarda la «bio-pirateria»: OGM e la biotecnologia-fai-da-te spingeranno avanti la passione dei Globalizzatori per il Trans-umanesimo. Comunque, non tutta la pirateria sarà negativa. Le sementi geneticamente modificate (OGM), e le biotecnologie-fai-da-te (DIY), diventeranno delle attività diffuse nei garages privati, producendo dei significativi progressi.
Nel 2017, un gruppo di scienziati africani ribelli rientrati nei propri Paesi dopo aver operato presso multinazionali occidentali, diffonderanno il primo di una serie di nuovi OGM che faranno espandere a dismisura la produzione agricola del continente africano.
Proprio come da secoli nei desiderata dei Globalizzatori, il mondo occidentale inizierà a precipitare all’indietro, nel feudalesimo, con la distanza fra ricchi e poveri che raggiungerà livelli che non si vedevano da centinaia di anni, mentre la classe di mezzo si estinguerà.I ricchi si rifugeranno dentro strutture simili a fortezze, mentre i poveri si ritroveranno nei ghetti. Il documento prosegue delineando che, alla volta del 2030, non sarà più rilevante – né evidenziabile – la differenza fra nazioni sviluppate e nazioni in via di sviluppo.

Norme antiriciclaggio, lo Stato vaticano bocciato otto volte su sedici. - Marco Lillo

cardinali interna nuova


E' quanto emerge dal rapporto Moneyval, il comitato di esperti europei, consegnato giovedì scorso agli Stati membri dalla segreteria dell’organismo del Consiglio d’Europa.  Rispettate solo la metà delle raccomandazioni prescritte per l’inserimento nella cosiddetta 'lista bianca' dei Paesi virtuosi.

Il Vaticano è stato bocciato giovedì scorso agli esami scritti in una materia che storicamente pratica poco: l’anti-riciclaggio. E ora confida negli orali che si terranno a Strasburgo dal 2 al 6 luglio prossimo, per agguantare almeno una sufficienza risicata (il 4 luglio sarà esaminata la posizione del Vaticano). Il Fatto Quotidiano è in grado di anticipare le linee principali del rapporto Moneyval, il comitato degli esperti anti-riclaggio europei, consegnato giovedì scorso agli Stati membri dalla segreteria dell’organismo del Consiglio d’Europa. Sulle 16 raccomandazioni fondamentali in materia di anti-riciclaggio prescritte dagli organismi europei per l’inserimento all’interno della cosiddetta lista bianca degli Stati virtuosi, lo Stato Vaticano è stato bocciato otto volte su sedici.
La valutazione è stata effettuata sulla base delle 40 raccomandazioni sull’anti-riciclaggio e sulle nove raccomandazioni relative all’anti-terrorismo. Per ognuna di esse la disamina della situazione del Vaticano si conclude con un voto che può essere positivo, nel senso del rispetto della raccomandazione Gafi, il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale costituito a Parigi dal G7 per lottare contro il riciclaggio e il terrorismo, con due gradazioni (compliant, cioè conforme, o addirittura largely compliant) oppure negativo con due gradazioni (non compliantpartially compliant). Il rapporto è stato consegnato anche a Giuseppe Maresca, direttore dell’ufficio V del ministero dell’Economia e Finanze, per la “prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a fini illegali”. Lo Stato della Città del Vaticano, come un qualsiasi paradiso fiscale alla ricerca di una migliore reputazione, aveva chiesto e ottenuto nell’aprile 2011 di essere sottoposto alla valutazione di Moneyval. Lo scopo della Santa Sede era quello di essere posizionato nella “lista bianca” dei paesi affidabili per le loro procedure e normative. Una valutazione positiva permette infatti maggiore fluidità nei rapporti internazionali e avrebbe quindi favorito l’attività delle istituzioni finanziarie come lo IOR.
Il rapporto è stato stilato da cinque esperti dei vari paesi più due membri del segretariato Moneyval e la parte più importante della valutazione è quella che riguarda le 16 raccomandazioni fondamentali sulle 49 complessive. La valutazione di otto delle 16 previsioni core and key, come le definisce il rapporto, è negativa cioè “non conforme” o solo “parzialmente conforme”. Ora, l’inclusione della Città del Vaticano nella lista grigia dei paesi poco affidabili durante l’assemblea plenaria di Strasburgo che si terrà dal 2 al 6 luglio, sembra sempre più probabile. A nulla sono serviti i trattamenti di riguardo agli ispettori quando sono venuti a Roma per studiare sul campo lo Ior: erano stati alloggiati nella residenza Santa Marta, all’interno della Città del Vaticano, dove i cardinali sono ospitati durante il conclave. Ma la pace delle suite color pastello dell’ex convento ristrutturato alla fine degli anni Novanta e il silenzio dei giardini vaticani non sono riusciti a mettere di buon umore gli esperti europei al punto da ribaltare il verdetto negativo. Il rapporto raffronta le procedure in vigore all’interno dello IOR, l’Istituto per le Opere Religiose che tutti chiamano banca del Vaticano, anche se in realtà si comporta come una fiduciaria che scherma i suoi clienti, con le 49 raccomandazione elaborate dal Gafi.
Il Moneyval è il fratello minore del Gafi che si occupa di dare le pagelle agli Stati del Consiglio d’Europa o anche esterni (come Israele) che però chiedono di essere valutati da Moneyval per poi essere ammessi alle procedure semplificate al fine di snellire le operazioni bancarie dei loro istituti. Per questa ragione, nell’aprile del 2011 il Vaticano, che è un osservatore del Consiglio d’Europa anche se non ne fa parte, ha chiesto di essere valutato. L’obiettivo era quello di incassare i meriti della legge anti-riciclaggio voluta da Benedetto XVI in persona approvata nel dicembre del 2010 ed entrata in vigore proprio nell’aprile 2011. La valutazione era partita sotto i migliori auspici anche perché quella normativa istituiva un’autorità anti-riciclaggio interna al Vaticano, l’Aif, che avrebbe dialogato con l’italiana Uif e le altre omologhe autorità anti-riciclaggio degli Stati membri e che avrebbe potuto raccogliere informazioni grazie ai suoi autonomi poteri di ispezione sullo Ior. Peccato che con una legge successiva del gennaio 2012, il Vaticano ha fatto una brusca marcia indietro. Così l’Aif, presieduta dal cardinale Attilio Nicora, ha perso i suoi poteri ispettivi a beneficio della Segreteria di Stato, diretta dal cardinale Tarcisio Bertone. I poteri congelati, secondo la nuova legge del 25 gennaio scorso, sarebbero stati riattribuiti dalla Commissione Pontificia con un regolamento che però non è mai stato emanato. Inoltre, con un’interpretazione caldeggiata dall’avvocato Michele Briamonte dello studio Grande Stevens e dal presidente del Tribunale del Vaticano, Giuseppe della Torre del Tempio di Sanguinetto, è stato stabilito che lo Ior non fornirà alcuna indicazione sui movimenti dei conti dei suoi clienti antecedenti all’aprile 2011.
Una retromarcia che avrà fatto piacere agli illustri correntisti che hanno potuto così chiudere i conti prima della data fatidica dell’aprile 2011 (come ha raccontato anche Ettore Gotti Tedeschi ai magistrati) e che così hanno ottenuto per sempre il segreto sui loro affari, ma che però è costata molto cara al Vaticano. Almeno 4 delle 8 bocciature Moneyval potrebbero essere state influenzate proprio dalla nuova legislazione meno rigida. In particolare, il Vaticano è stato bocciato in cooperazione internazionale e non è un mistero che il flusso di informazioni tra le autorità finanziarie anti-riciclaggio del Vaticano e italiane (Aif e Uif) si è fermato; anche la bocciatura sulla supervisione dell’Aif sullo Ior è stata influenzata dalla cancellazione dei poteri ispettivi autonomi che ha di fatto impedito all’Aif di rispondere in modo esaustivo sui movimenti dei conti che interessavano alla Procura di Roma. E pure la bocciatura in “adeguata verifica” cioè le informazioni che devono essere richieste dagli intermediari finanziari per identificare i propri clienti e l’origine dei loro fondi potrebbe essere figlia delle modifiche normative, come anche la bocciatura sulla segnalazione delle operazioni sospette. Ora il Vaticano spera nella riunione plenaria di Strasburgo per convincere gli ispettori a modificare almeno qualcuna delle 8 bocciature.
SCHEDA – MONEYVAL: l’organismo che valuta le misure degli Stati
Il “Select Committee of experts on the evaluation of anti-money laundering measures” detto Moneyval, è stato costituito nel settembre del 1997 dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa per la valutazione delle misure anti-riciclaggio adottate dai paesi aderenti allo stesso Consiglio (in tutto 49), ma non membri del Gafi, il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale formato a Parigi dal G7 per lottare contro il riciclaggio e il terrorismo. Si tratta, in particolare, di paesi dell’Est europeo e dell’ex Unione Sovietica, nonché di MaltaAndorraCiproLiechtenstein, San Marino e, da ultimo, Monaco e Montenegro.
Moneyval nel 2011 è stato elevato al rango di organismo indipendente che opera sotto il coordinamento del Comitato dei ministri dell’Economia all’interno del Consiglio d’Europa e che è composto da un board in carica fino al 2014, che vede un russo alla presidenza (Vladimir Nechaev) e quattro membri: Anton Bartolo, vicepresidente (Malta), Alexandru Codescu (Romania), Elzbieta Francow-Jaskiewicz (Polonia), Nicola Muccioli (San Marino). Il Comitato si riunisce a Strasburgo in assemblee plenarie due volte l’anno. Dal 2 al 6 luglio, nell’assemblea di Strasburgo alla quale parteciperà la delegazione dello Stato Vaticano, si deciderà la sorte della Santa Sede.