martedì 31 luglio 2012

Fuoriserie e vacanze in Messico senza un euro di tasse. Arrestato.


Fermato al volante della sua Ferrari Paolo Sartori, 44enne di Noale. Coordinava una rete veneta di evasori, con fatture false per oltre 40 milioni di euro.

VENEZIA - Faceva una vita da nababbo, al volante di Ferrari F40 cabrio, in hotel di lusso, ma dal 2006 si era «dimenticato» di fare la denuncia dei redditi e dichiarare fatture emesse per 8 milioni di euro: per questo Paolo Sartori, 44 anni, di Noale (Venezia) è stato arrestato.
Paolo Sartori (Pattaro/Vision)Paolo Sartori (Pattaro/Vision)
Oltre che in Ferrari, Sartori viaggiava in Bmw X6, Porsche Cheyenne, viveva in dimore da favola all'interno di ville venete o golf club, portava abiti e scarpe griffate, faceva spesso viaggi in Messico e soggiornava in hotel di lusso o prestigiosi centri termali, trascorreva serate in locali di tendenza del Veneziano o del Padovano con accompagnatrici piacenti ordinando champagne e vini costosi. A tradirlo il suo andirivieni nel Miranese con un'autovettura supersportiva targata Repubblica di San Marino che ha solleticato la curiosità dei finanzieri.
Le Fiamme gialle hanno così appurato che quello che appariva un benestante, era in realtà un accanito evasore totale e che era stato al centro di indagini per aver emesso da un decennio false fatturazioni rivolte a compiacenti e insospettabili imprenditori veneti interessati a diminuire i redditi ed a versare minori imposte, utilizzando a tal fine anche altre quattro imprese intestate ad altrettanti prestanome. Gli accertamenti dei finanzieri, coordinati dal pm veneziano Stefano Ancilotto, hanno permesso di superare anche l'ostacolo derivante dall'occultamento delle fatture emesse e delle scritture contabili di tutte le imprese gestite da tale soggetto.
Sono stati esaminati oltre una novantina di conti correnti per un volume di transazioni di circa 40 milioni di euro, scoprendo un vasto e radicato sistema illecito evasivo e di frode fiscale operati da Sartori. L'uomo è molto noto nel Miranese per essere stato nel passato titolare di una grossa azienda che si occupava della produzione di capi di abbigliamento ora fallita. Almeno una trentina le imprese coinvolte nella maxi evasione con altrettante persone, tra amministratori e titolari di partita Iva, coinvolte nell'inchiesta a vario titolo per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti.
Dall'indagini è emerso l'emissione per 40 milioni di euro di fatture false dal 2002 al 2011, di cui 9,6 milioni di euro già acquisite all'indagine attraverso i controlli incrociati effettuati presso i rispettivi clienti. E ancora 1,6 milioni di euro di Iva evasa, 2 milioni di euro di elementi positivi di reddito non dichiarati quale provento della frode fiscale. Sarebbe stata distrutta tutta la documentazione contabile di 6 aziende riconducibili a Sartori. La Guardia di Finanza ha proposto il sequestro per l'equivalente di quote di immobili e di disponibilità bancarie possedute da Sartori per garantire l'effettivo recupero del credito dovuto all'Erario ed allo Stato. (Ansa)

Spen Ding Reviù. - Massimo Gramellini




Diffidare delle parole inglesi che fioriscono sulla bocca degli italiani, please. C’è stato un tempo, e c’è ancora, in cui per estrometterti da una poltroncina di responsabilità e sostituirti con uno più affidabile, cioè più opaco e obbediente di te, tiravano in ballo problemi di «governance». Questa invece, nei ministeri e negli uffici, è l’estate della spending review. Tagli sanguinosi (bloody cuts) sembrerebbe espressione più sincera, ma suona male. Revisione della spesa è concetto sfumato e dall’esito aperto: una spesa è rivedibile anche al rialzo, volendo e soprattutto potendo. Il guaio è che non si può più. In questa crisi al buio chi non muore si rivede, ma solo al ribasso.

Spen Ding Reviù: la formula magica ha una sua morbidezza di vaselina, indispensabile quando la verità fa paura. Chi osa dire ai cittadini elettori che lo Stato Sociale novecentesco non è più sostenibile e che oltre agli sprechi bisognerà rivedere anche i diritti? Arriva il tempo delle scelte dure, persino etiche: è sano che uno studente fuoricorso non lavoratore si sovvenzioni da solo la propria pigrizia. Ma se la spending review asciuga ingiustizie, ne crea anche di nuove. La si usa indifferentemente per togliere un privilegio e per tagliare un precario. Una cosa è certa: gli italiani assistono a quest’ultima ossessione del potere con aria da esperti. Loro la spending review l’hanno già sperimentata in casa, rinunciando a quasi tutto il rinunciabile. Soltanto l’hanno chiamata in altro modo: tirare la cinghia. Se preferite: tighten your belt.



http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1215

Berlusconi ha speso 250 milioni in più: prosciugato dalle Olgettine. - Franco Bechis


Silvio spremuto dalle olgettine: 
ha speso 250 milioni in più

I conti del Cavaliere tremano: soldi in gran parte prelevati dai depositi di quattro holding Fininvest.

Se non l'hanno rovinato, poco ci manca. L'anno nero delle Olgettine - il 2011- è stato un terremoto per la finanza personale di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha prelevato dai conti delle sue quattro holding che controllano Fininvest la bellezza di 127,7 milioni di euro, quasi prosciugandoli: alla fine restavano appena 16,9 milioni di euro contro i 144,7 dell’anno precedente e i 152,3 registrati al 30 settembre 2009. Ad essere prosciugati sono stati i conti correnti detenuti dalle quattro holding presso il Monte dei paschi di Siena. E per essere avvenuta una esigenza di spesa che non si era mai presentata in queste proporzioni negli ultimi dieci anni nelle quattro holding del Cavaliere, significa che non si poteva più attingere ai dividendi che le stesse quattro società avevano versato nel febbraio 2011 sul conto corrente 1/29 del Monte dei Paschi di Siena intestato a Silvio Berlusconi: 127,5 milioni di euro. 
Per sapere quanto l’ex premier ha speso l’anno scorso bisogna dunque sommare i dividendi ai prelievi dai conti correnti delle quattro holding, e in tutto fanno 255,3 milioni di euro. Una somma di proporzioni gigantesche, che non ha precedenti nemmeno nella storia di un uomo straricco come il Cavaliere. Dai conti correnti delle holding, tanto per fare un paragone, nel 2010 erano stati prelevati in tutto 7,6 milioni di euro. L’anno successivo ne sono serviti 120 milioni di più, e la spesa non potrà continuare a lungo perchè Berlusconi quelle somme non le può più avere a disposizione. Nel febbraio 2012 infatti le quattro holding gli anno distribuito appena 13,4 milioni di euro di dividendi, circa un decimo dell’anno precedente. Siccome i loro bilanci vivono dei dividendi pagati a sua volta dalla Fininvest, che non ne ha distribuiti né l’estate scorsa né quest’anno (per colpa del lodo Mondadori e della cifra pagata provvisoriamente a Carlo De Benedetti), per girare al Cavaliere quei 13,4 milioni di euro le holding hanno dovuto intaccare il patrimonio accumulato negli anni di vacche grasse e ridurre le proprie riserve straordinarie. 
Spendere 255 milioni di euro in un anno di crisi economica e con una prospettiva nera davanti sembra quasi una follia. Dove sono finiti quei soldi? Una parte è sicuramente ricostruita nel dettaglio con il processo Ruby Bunga-Bunga. Il conto corrente 1/29 del Monte dei Paschi è lo stesso utilizzato per le regalie alle cosiddette Olgettine. Possibile che lo stesso processo in corso abbia fatto lievitare sensibilmente le spese. Berlusconi ha infatti coperto di tasca sua le spese legali delle ragazze, e ha sicuramente rifuso loro i danni di immagine e professionali riportati con risarcimenti volontari e assai generosi. Mentre prima la contabilità era un po’ disordinata, ora ad esempio ogni mese parte un bonifico per pagare gli affitti delle abitazioni di tutte le ragazze coinvolte nel processo. Poi ci saranno state sicuramente spese extra e ordinarie continuate: dallo stesso suo conto corrente il Cavaliere ha prelevato anche i 20 milioni pagati per assicurarsi l’acquisto della villa di Marcello Dell’Utri sul lago di Como. Questa contabilità è stata sostanzialmente ricostruita dai vari magistrati che hanno aperto le inchieste sul Cavaliere: quelli di Milano che si occupano di Ruby e quelli di Palermo che prediligono Dell’Utri. Tutti avevano nel mirino il conto corrente alimentato dai 127,5 milioni di euro di dividendi, a tutti però è sfuggito che la somma più che raddoppiava grazie ai prelievi straordinari fatti dai conti correnti delle quattro holding per un totale di 127,7 milioni di euro che le lascia quasi a secco di valuta. Detratte le spese personali per le case (la maggiore parte però attinte dai conti delle immobiliari, la Idra e la Dueville), è proprio il processo Ruby il vero fatto che ha cambiato radicalmente la contabilità del Cavaliere. Naturalmente anche per lui che ne è imputato le spese legali debbono avere una rilevanza notevole, ma certo non bastano a spiegare quelle cifre così astronomiche. Di sicuro il trend non può durare a lungo, perchè le riserve straordinarie restate in pancia alle quattro holding che anche quest'anno non riceveranno alcun dividendo da parte di Fininvest ammontano ormai a circa 211 milioni di euro. Un altro anno così e Berlusconi da ex superriccone è destinato ad ottenere la pensione minima sociale. Anche la benzina per le Olgettine dunque è sul punto di finire...


http://www.liberoquotidiano.it/news/home/1067651/Berlusconi-ha-speso-250-milioni-in-piu--prosciugato-dalle-Olgettine--.html

Tristi verità.


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=506084672742200&set=a.230002013683802.78250.229987527018584&type=1&theater

Mai tanti disoccupati, record storico: 2,8mln.



Il tasso di disoccupazione a giugno è al 10,8%.

ROMA - Il tasso di disoccupazione a giugno é al 10,8%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su maggio e di 2,7 punti su base annua. E' il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati, stime provvisorie). Guardando le serie trimestrali è il più alto dal III trimestre 1999. Il numero dei disoccupati a giugno è di 2 milioni 792 mila. Lo rileva l'Istat (dati provvisori). Si tratta di un record storico, il livello più alto dall'inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e delle trimestrali (quarto trimestre 1992).

L'Istat inoltre fa sapere che a giugno gli occupati sono 22 milioni 970 mila, in calo dello 0,1% rispetto a maggio (-29 mila unità). La diminuzione, aggiunge l'Istituto, riguarda in particolare le donne. A confronto con giugno 2011 il numero di occupati mostra invece una lieve crescita (+11 mila unità). Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in diminuzione nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e stabile in termini tendenziali.
 
Il numero di disoccupati a giugno registra un boom, in rialzo su base annua del 37,5%, ovvero di 761 mila unità. Lo rileva l'Istat (dati provvisori e destagionalizzati), aggiungendo che su maggio la crescita è pari al 2,7% (73 mila unita).
Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a giugno è al 34,3%, in diminuzione di un punto percentuale su maggio. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e a stime provvisorie) aggiungendo che tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 608 mila. I giovani disoccupati rappresentano il 10,1% della popolazione di questa fascia d'età.
A giugno l'Istat registra un forte calo del numero di inattivi, ovvero di chi non ha un'occupazione e neppure la cerca: su base annua la diminuzione è di 752 mila unità (-5%), mentre su maggio il calo è pari a 52 mila unità (-0,4%). Quindi continua a salire la partecipazione al mercato del lavoro, ma spesso accade che la maggiore offerta si traduce in disoccupazione.

Monti: 'Fine del tunnel si avvicina'. No alla "rissa" su legge elettorale.




Roma - (Adnkronos) - Il premier in partenza per Parigi si mostra ottimista sull'uscita dalla crisi: "Molto importanti le decisioni che abbiamo preso nel Consiglio Europeo. Con Hollande parleremo della messa in sicurezza dell'euro, a volte scricchiolante". Poi una battuta: "Scendo in campo? Sempre più sordo a questa domanda...". E spiega: "Voto senza riforma è lo scenario peggiore"Obama: "L'euro resisterà ma sono necessarie azioni decisive"


Roma, 31 lug. (Adnkronos) - "E' un tunnel, ma stanno succedendo due cose: la fine del tunnel sta cominciando a illuminarsi e noi e il resto d'Europa ci stiamo avvicinando alla fine di questo tunnel". Lo dice il premier Mario Monti ai microfoni di Radio Anch'io, su Radio Uno, prima di partire per un tour europeo che lo porterà subito a Parigi, poi a Helsinki e Madrid.
"Sono state molto importanti - sottolinea il presidente del Consiglio - le decisioni che abbiamo preso nel Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno", decisioni che si sono rivelate "proficue, e adesso ne stiamo vedendo le conseguenze in termini di maggiore disponibilità sia delle istituzioni europee, sia dei singoli governi - compresi quelli tedeschi e quelli del nord - a fare tutti la loro parte, oltre a fare ciascuno i compiti a casa".
"Oggi - sottolinea poi il premier - l'incontro con Hollande si iscrive in questo quadro: vogliamo verificare i rispettivi punti di vista e vedere come insieme, Francia e Italia, possono contribuire a portare avanti questo processo, che è contemporaneamente di messa in sicurezza dell'euro, questa grandissima costruzione qualche volta un po' scricchiolante - riconosce Monti - e di deciso impulso alla crescita europea".
Il premier ha poi, seguendo la linea dettata dal Colle, ha spronato i partiti ad "evitare inutili risse" e a trovare un "accordo sulla riforma elettorale, prima che si torni a votare". "Lo scenario peggiore, che voglio subito esorcizzare - ha detto - sarebbe quello di elezioni a scadenza naturale, dunque non anticipate, ma a cui si arrivasse senza una riforma elettorale e con un clima di disordinata rissa tra i partiti". "La combinazione di questi due elementi - ha proseguito - darebbe ai cittadini italiani la sensazione, forse fondata, che la politica ha fatto un grande sforzo nel sostenere questo governo", costretto a "scelte impopolari, ma non ha fatto i compiti in casa propria, nel senso di riformare se stessa".
Il presidente del Consiglio individua anche un legame tra la riforma del cosiddetto Porcellum e lo spread. "I mercati internazionali - dice - sarebbero legittimati a nutrire scetticismo su cosa succedera' dopo questo governo". E ha liquidato con una battuta una sua eventuale discesa in campo nel 2013: "Sto dimuendo coscientemente la mia sensibilita' auditiva su questa domanda", ha detto.
Parlando della spending review, il premier ha precisato che “non si tratta di una nuova manovra economica”, e che i tagli non sono stati fatti in modo “lineare e cieco”.
La spending review, sulla quale oggi l'esecutivo ha posto la fiducia al Senato, "non e' una manovra, non sono tagli lineari fatti in modo cieco. Il governo ha fatto un'analisi di dettaglio, con il lavoro del commissario straordinario Enrico Bondi", stanando "grandi differenze nei costi sostenuti da singole amministrazioni per l'acquisto degli stessi prodotti", quindi "si sono potuti identificare gli eccessi di spesa per insufficiente attenzione ai costi".
"Il Senato ha lavorato molto intensamente - riconosce Monti, dopo aver snocciolato i numeri sui risparmi di spesa che la spendind review mettera' a segno - poi tocchera' alla Camera. Siamo riusciti a tenere il timone ben fermo, pur tenendo in debita considerazione" le osservazioni sul provvedimento giunte da Palazzo Madama.

Giovane Italia.



Il giornalista Gramellini coglie un particolare tutto italiano