Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 10 settembre 2013
lunedì 9 settembre 2013
CHI HA UTILIZZATO ARMI CHIMICHE IN SIRIA ? UNA POSSIBILE, INQUIETANTE “ALTRA VERITA’
Mentre il presidente americano Obama cerca di ottenere un voto dal Congresso che giustifichi politicamente dinanzi al popolo americano ed all'opinione pubblica mondiale l'azione militare contro la Siria, spunta un'ennesima "soffiata" in rete che, se confermata, aprirebbe scenari davvero singolari su chi potrebbe avere utilizzato armi chimiche lo scorso 21 agosto in Siria.
Tutto parte da una serie di e-mail che un hacker avrebbe intercettato e rese pubbliche on-line, secondo la nuova moda resa celebre da Wikileaks. Si tratta dello scambio di comunicazioni fra un ex-ufficiale americano, il col. Anthony J. MacDonald, da pochissime settimane ritiratosi dal servizio attivo, ed un funzionario civile del Ministero della Difesa statunitense.
Proprio nelle ore immediatamente successive al tragico affaire che in Siria ha portato alla morte di molti civili innocenti, il funzionario Usa, Eugene Furst, il 22 agosto scorso si congratula con il colonnello del suo "più recente successo", allegando per l'appunto il link all'articolo del Washington Post del 21 agosto che dà notizia appunto del terribile episodio che rischia oggi di provocare una nuova guerra in Medio Oriente.
Un'altro scambio di e-mail, forse ancora più inquietante, è poi quello tra la moglie del colonnello Usa, Jennifer, ed un'amica, Mary Shapiro, alla cui preoccupazione per quanto accaduto in Siria, la sig.ra MacDonald risponde così:
"Ciao Mary,
ho visto e mi sono spaventata molto. Ma Tony mi ha rassicurato. Mi ha detto che i ragazzi non sono stati colpiti, è stato fatto per le telecamere. Quindi non ti preoccupare, mia cara".
Il colonnello MacDonald è un ufficiale americano con una vasta esperienza operativa nel settore dell'intelligence militare, come si ricava dai brani del suo curriculum militare pubblicati in rete, avendo operato fra l'altro in Iraq con compiti di human intelligence, lo spionaggio classico, anche presso la base di Abu Graib, relazionandosi anche con servizi stranieri e supportando, sempre per compiti di intelligence, come vice-comandante di brigata, il comando del V Corpo americano, operativo sia nella guerra contro Saddam Hussein del 2003 che nell'occupazione successiva del paese mediorientale, nonché nel conflitto afghano, dal 2012 fino allo scorso giugno 2013. Poche settimane dopo, lo scorso luglio, MacDonald si sarebbe dimesso, per essere poi assunto nel giro di pochi giorni dalla TechWise, una società di contractors, costituita nel 1994 da Shawnee Huckstep, dalla quale sarebbe stato reclutato con compiti di consulente per l'addestramento, specializzato ovviamente nel settore dell'intelligence, nell'ambito di un progetto di addestramento per un "cliente militare" collocato negli Emirati Arabi Uniti, progetto approvato dal governo americano nell'ambito della sua politica mediorientale: si tratta, con ogni probabilità, dell'addestramento che gli Usa stanno fornendo al Consiglio di Cooperazione del Golfo, una mini-Nato che riunisce i regimi conservatori arabi di orientamento sunnita del Golfo Persico, che gli Stati Uniti armano da anni in funzione anti-iraniana. Il Consiglio di Cooperazione del Golfo, infatti, viene indicato nel sito della TechWise come uno delle sue principali referenze, vale a dire come un primario cliente della società.
Tutto questo sarebbe quindi parte di un contesto che merita approfondire: vi è infatti nella e-mail di Eugene Furst al col. MacDonald un riferimento che difficilmente potrebbe essere stato fabbricato ad hoc. Il funzionario scrive:
"Dobbiamo lavorare sia con il teatro per le sue esigenze sia con l'organizzazione che detiene il contratto per garantire di non avere né troppo pochi né troppi contractors".
Seguono le indicazioni, apparentemente criptiche:
"CITP - Rock Island Contract
CIAT - DIA Contract".
Proviamo a cercare di capire di cosa stanno parlando qui i due personaggi, in modo da poter collocare nel suo contesto i "complimenti" per il "successo" che il col. MacDonald avrebbe ottenuto il 21 agosto scorso in Siria in una non meglio precisata operazione.
Come ormai è ben noto, gli Usa da decenni utilizzano contractors (vale a dire personale esterno a contratto) per svolgere una serie di attività militari che vanno dal supporto logistico fino all'impiego in combattimento, al punto che questo settore è da tempo divenuto un business molto redditivo per una serie di aziende, in genere fondate da ex-militari, che acquisiscono contratti milionari, reclutando personale sia di nazionalità americana che estera.
I dati forniti ad aprile 2013 dal solo U.S. Centcom, il comando operativo statunitense responsabile per il teatro mediorientale, indicano un totale di oltre 133.000 contractors, dei quali oltre 107.000 impiegati in Afghanistan, 7.900 in Iraq e oltre 17.000 in non meglio specificate "altre collocazioni": sul totale, ben 42.000 sono cittadini Usa.
Fatta questa premessa, si comprendono facilmente i riferimenti citati: infatti il Rock Island Contract è lo Army Contracting Command di Rock Island (ACC-RI), che, come spiega il suo sito web, dispone di 550 dipendenti che gestiscono oltre 80 miliardi di contratti della difesa Usa, pari all'11% dei compiti annuali dell'esercito americano. Fra le attività cui sono destinati questi veri e propri "mercenari" del governo Usa, troviamo: "Enterprise Contracting (Ammunition, Chemical Demilitarization, Installations, and Information Technology); Field Support Contracting (Logistics Civil Augmentation Program (LOGCAP), Army Prepositioned Stocks (APS), Global Reachback Contracting, the Enhanced Army Global Logistics Enterprise Program (EAGLE), and Sustainment) and Contract Operations (Business Operations, Contracting Support, and Contract Pricing)".
La sigla CITP sta poi per Counter Insurgency Targeting Programme: si tratta di una delle componenti fondamentali dei programmi di contro-insurrezione, come vengono chiamate da anni le operazioni che gli Usa e le altre forze internazionali svolgono in Afghanistan per contrastare la guerriglia di quelle forze irregolari islamiste genericamente conosciute in Occidente come "talebani". Così un'altra società di contractors spiega cosa fanno gli esperti di CITP: "gli analisti CITP conducono ricerche e analisi, raccolgono, valutano, addestrano e integrano ogni tipo di fonte di intelligence, concentrandosi su aree riferibili alle priorità nazionali e di teatro statunitensi: analisi e individuazione di reti di contro-insurrezione, individuazione di IED (ordigni esplosivi improvvisati) e attacchi alle reti (Attack the Network, AtN)". Infine, l'altra sigla, CIAT, sta per "Counter Insurgency/IED Analytical Team", vale a dire un'altra branca delle stesse attività di contro-insurrezione, messe a contratto in questo caso dal servizio di spionaggio militare Usa, appunto la Defense Intelligence Agency (DIA).
Sembra quindi del tutto plausibile che il funzionario del ministero della difesa Usa discuta con il col. MacDonald della situazione dei contractors assegnati allo US CentCom per le specifiche attività legate in particolare all'intelligence nell'ambito delle operazioni di contro-insurrezione: in entrambe i casi sono infatti attività del tutto coerenti con il curriculum militare del col. MacDonald, quale esperto di spionaggio militare, da parecchi anni operanti nel contesto mediorientale.
Si tratta ora di capire se, tra le attività che questo tipo di specialisti stanno svolgendo in Medio Oriente per conto del governo Usa, anche se formalmente con contratti presso agenzie private, non ci siano anche attività di destabilizzazione dei paesi considerati nemici, come nel caso della Siria. Un'ipotesi che abbiamo spesso avanzato nelle pagine di clarissa.it e che sarebbe ora davvero confermata nella maniera più drammatica, se queste e-mail si dimostrassero autentiche.
L'insolita durezza con cui il governo russo, questa volta, ha duramente stigmatizzato le informazioni fornite dal ministro della difesa Usa John Kerry ("mente sapendo di mentire") avrebbe dovuto far riflettere quei governi, tra cui quello italiano, che sono servilmente corsi a sottoscrivere un documento di sostegno agli Usa contro l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano.
Ancora una volta, come nel caso dell'11 settembre 2011 e dell'attacco all'Iraq è quindi del tutto legittimo il sospetto che la verità che viene raccontata all'opinione pubblica mondiale dai mass-media sia stata anche questa volta spregiudicatamente fabbricata e manipolata: basare su questa non-verità l'ennesimo impiego della forza in Medio Oriente contro un paese arabo come la Siria, laico multiconfessionale e multietnico, sarebbe veramente un ennesimo errore, di incalcolabile portata per l'Occidente.
Come ormai è ben noto, gli Usa da decenni utilizzano contractors (vale a dire personale esterno a contratto) per svolgere una serie di attività militari che vanno dal supporto logistico fino all'impiego in combattimento, al punto che questo settore è da tempo divenuto un business molto redditivo per una serie di aziende, in genere fondate da ex-militari, che acquisiscono contratti milionari, reclutando personale sia di nazionalità americana che estera.
I dati forniti ad aprile 2013 dal solo U.S. Centcom, il comando operativo statunitense responsabile per il teatro mediorientale, indicano un totale di oltre 133.000 contractors, dei quali oltre 107.000 impiegati in Afghanistan, 7.900 in Iraq e oltre 17.000 in non meglio specificate "altre collocazioni": sul totale, ben 42.000 sono cittadini Usa.
Fatta questa premessa, si comprendono facilmente i riferimenti citati: infatti il Rock Island Contract è lo Army Contracting Command di Rock Island (ACC-RI), che, come spiega il suo sito web, dispone di 550 dipendenti che gestiscono oltre 80 miliardi di contratti della difesa Usa, pari all'11% dei compiti annuali dell'esercito americano. Fra le attività cui sono destinati questi veri e propri "mercenari" del governo Usa, troviamo: "Enterprise Contracting (Ammunition, Chemical Demilitarization, Installations, and Information Technology); Field Support Contracting (Logistics Civil Augmentation Program (LOGCAP), Army Prepositioned Stocks (APS), Global Reachback Contracting, the Enhanced Army Global Logistics Enterprise Program (EAGLE), and Sustainment) and Contract Operations (Business Operations, Contracting Support, and Contract Pricing)".
La sigla CITP sta poi per Counter Insurgency Targeting Programme: si tratta di una delle componenti fondamentali dei programmi di contro-insurrezione, come vengono chiamate da anni le operazioni che gli Usa e le altre forze internazionali svolgono in Afghanistan per contrastare la guerriglia di quelle forze irregolari islamiste genericamente conosciute in Occidente come "talebani". Così un'altra società di contractors spiega cosa fanno gli esperti di CITP: "gli analisti CITP conducono ricerche e analisi, raccolgono, valutano, addestrano e integrano ogni tipo di fonte di intelligence, concentrandosi su aree riferibili alle priorità nazionali e di teatro statunitensi: analisi e individuazione di reti di contro-insurrezione, individuazione di IED (ordigni esplosivi improvvisati) e attacchi alle reti (Attack the Network, AtN)". Infine, l'altra sigla, CIAT, sta per "Counter Insurgency/IED Analytical Team", vale a dire un'altra branca delle stesse attività di contro-insurrezione, messe a contratto in questo caso dal servizio di spionaggio militare Usa, appunto la Defense Intelligence Agency (DIA).
Sembra quindi del tutto plausibile che il funzionario del ministero della difesa Usa discuta con il col. MacDonald della situazione dei contractors assegnati allo US CentCom per le specifiche attività legate in particolare all'intelligence nell'ambito delle operazioni di contro-insurrezione: in entrambe i casi sono infatti attività del tutto coerenti con il curriculum militare del col. MacDonald, quale esperto di spionaggio militare, da parecchi anni operanti nel contesto mediorientale.
Si tratta ora di capire se, tra le attività che questo tipo di specialisti stanno svolgendo in Medio Oriente per conto del governo Usa, anche se formalmente con contratti presso agenzie private, non ci siano anche attività di destabilizzazione dei paesi considerati nemici, come nel caso della Siria. Un'ipotesi che abbiamo spesso avanzato nelle pagine di clarissa.it e che sarebbe ora davvero confermata nella maniera più drammatica, se queste e-mail si dimostrassero autentiche.
L'insolita durezza con cui il governo russo, questa volta, ha duramente stigmatizzato le informazioni fornite dal ministro della difesa Usa John Kerry ("mente sapendo di mentire") avrebbe dovuto far riflettere quei governi, tra cui quello italiano, che sono servilmente corsi a sottoscrivere un documento di sostegno agli Usa contro l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano.
Ancora una volta, come nel caso dell'11 settembre 2011 e dell'attacco all'Iraq è quindi del tutto legittimo il sospetto che la verità che viene raccontata all'opinione pubblica mondiale dai mass-media sia stata anche questa volta spregiudicatamente fabbricata e manipolata: basare su questa non-verità l'ennesimo impiego della forza in Medio Oriente contro un paese arabo come la Siria, laico multiconfessionale e multietnico, sarebbe veramente un ennesimo errore, di incalcolabile portata per l'Occidente.
sabato 7 settembre 2013
Osho Rajneesh.....pericolosi per la società. Ogni tipo di società ha paura dell' uomo libero.
« Io non ho nessun insegnamento. Non sono un insegnante. Non do nessuna filosofia della vita, né alcuna disciplina, né programmi da seguire. Ho un approccio alla vita ben preciso, che condivido con i miei amici. E il mio approccio inizia con una deprogrammazione. Per quanto mi riguarda questa è la parola chiave. Essere iniziati alla mia amicizia significa essere iniziati a un processo di de-programmazione. Ogni essere umano viene programmato dalla nascita a essere cristiano, hindu, ebreo, mussulmano. Il bambino nasce innocente, ma immediatamente viene appesantito da migliaia di concetti, coi quali vive poi tutta la vita. In questo modo si vive una vita fasulla; non è autentica, non è onesta perché non ti appartiene.[…] Il mio lavoro fondamentale è questo: renderti un individuo, non un semplice ingranaggio dei sistema, non una particella della massa. Voglio darti un'integrità, una libertà dell'anima, in modo tale che tu non sia più vittima di alcuna schiavitù, detta cristianesimo, induismo, ebraismo: per la prima volta sarai semplicemente te stesso. A quel punto entrerà in gioco la tua ricerca della verità, la tua indagine nella verità. E ricorda, tutte le risposte che ti sono state date da altri non potranno mai salvarti. Solo la tua risposta, quella che troverai con le tue mani, con la tua ricerca, potrà liberarti dall'ignoranza, dall'infelicità, dall'angoscia. Io non ho insegnamenti. Offro solo espedienti, stratagemmi. Non sono un insegnante, sono un Maestro. Gli insegnanti offrono insegnamenti, i Maestri possiedono espedienti, stratagemmi, metodologie per trasformare la gente. »
https://www.facebook.com/photo.php?v=467337246687624&set=vb.293694004051950&type=2&theater
venerdì 6 settembre 2013
Fukushima. Disastro ambientale, l’acqua ribolle: è strage di balene.
Peggiorano le conseguenze al disastro di Fukushima. Il sito web cosmostv.org ha pubblicato i risultati di uno studio del governo giapponese.
" Gravi ripercussioni stanno investendo l'Oceano Pacifico dove si sono immersi migliaia di tonnellate di rifiuti radioattivi che sta causando una vera e propria tragedia ambientale. Il 'ribollire dell'acqua' ha provocato la morte di centinaia di balene, le cui carcasse si stanno continuamente arenando sulle coste nipponiche davanti alla centrale nucleare.
Una vera e propria strage di balene e delfini si sta consumando giorno dopo giorno. Difficile valutare un intervento di salvataggio che al momento sembra "impossibile", anche perchè questi rifiuti viaggeranno per tutto l’Oceanoseminando morte e dolore, anche tra gli abitanti delle Isole che sopravvivono con la pesca.
LA GUERRA DEI BUGIARDI AL CUBO. - Giulietto Chiesa
Con tutta probabilità il 2013 finirà in guerra. Il colpo contro Damasco viene presentato come "limitato", "breve", come un "avvertimento". In realtà è solo un trucco (questa è una storia di trucchi) per cominciare una guerra lunga. Quanto lunga? Infinita. Cioè fino alla fine. La nostra fine, quella di coloro che leggono queste righe.
In realtà è la prosecuzione di una guerra che cominciò l'11 settembre 2001, ma furono in pochi ad accorgersene. E non se ne accorsero perché non avevano capito che l'Impero era entrato in una crisi ormai irreversibile, e che stava cercando di predisporre gli strumenti politici, militari, psicologici per cambiare il corso della storia, e prolungare a tutti i costi (nostri) il suo potere.
Siamo dunque in guerra da dodici anni, ma facciamo fatica a capire come mai le cose vanno sempre peggio e come mai gli eventi accelerano la loro caduta verso il basso.
È perché, di nuovo, non abbiamo capito bene quello che sta succedendo.
Kosovo, Afghanistan, Iraq, "primavere arabe", Libia, colpo di stato in Egitto, erano e sono mosse della stessa partita.
Quella siriana è l'ultima in ordine di tempo, ma non è l'ultima affatto.
Come sa ogni discreto giocatore di scacchi, non si può vincere nessuna partita se non si sa prevedere le mosse successive. Quella dopo sarà l'Iran. E ogni passo in avanti delle pedine sarà più grave del precedente, poiché l'Impero ha perso il controllo e la sua "cura" della crisi è peggio della malattia. Non funziona. E sapete perché? Perché Impero vuole dire crescita infinita. E la crescita infinita è invece "finita".
È finita "l'era dell'abbondanza" ed è cominciata "l'era dell' insufficienza". E, se si poteva convincere, costringere a comprare tutto il comprabile, con il fascino della bellezza e, appunto, dell'abbondanza, è molto difficile convincere la gente a tirare la cinghia. Ci vuole la violenza per ottenere questo risultato. Diciamo dunque che ci stanno facendo entrare nella fase pedagogica in cui dobbiamo imparare a subire la violenza.
Ma c'è grande confusione sotto il cielo. Questo nuovo avvitamento ha un che di stralunato. Anche i Padroni Universali pare siano sotto l'urgenza del tempo. Dunque pasticciano. Le guerre precedenti erano state preparate decisamente meglio. Questa sembra avviarsi nel mezzo di convulsioni gravi. Il Parlamento britannico si ribella e mette alle corde Cameron.
Obama è costretto a fare marcia indietro e a chiedere il parere del Congresso. Lo avrà, io penso, ma sarà utile ricordare che Obama prende una tale decisione contro la volontà di tutto lo staff del proprio Consiglio di Sicurezza. E sapete con quale argomento? Questo, in sintesi: potremmo attaccare senza l'avallo del Congresso, ma dobbiamo sapere che, dopo (la "mossa successiva" di cui ho parlato prima, ndr) quando dovremo andare contro l'Iran, cioè quando dovremo lanciare una nuova guerra di grandi proporzioni non limitata nel tempo e negli obiettivi, allora avremo bisogno di un'autorizzazione formale. Dunque è meglio chiederla anche ora. L'ha riferito il New York Times e io ho una grande fiducia nel New York Times quando annuncia la guerra.
Questa è stata la ragione del rinvio dell'attacco. Che sarà solo di qualche giorno. Le lobbies filoisraeliana e filosaudita che manovrano a Washington avranno facilmente ragione di ogni titubanza.
L'America, quando sono in gioco le sorti dell'Impero, non si divide.
Per ora.
E i sondaggi dicono tutti che il 60% degli americani è pronto a sostenere un attacco contro l'Iran. Dunque si proceda. Singolare, e curioso (ma poiché siamo in pieno delirio possiamo anche ridere un po'), gl'ispiratori principali di questa guerra, e della prossima, sono i fondamentalisti religiosi: i capi sionisti di Israele e i capi wahhabiti dell'Arabia Saudita. Entrambi decisi a stroncare la serpe sciita di Teheran.
Dunque la guerra imperiale è ora sotto l'egida di una specie di, congiunta, guerra di religione. Suggerisco di non sottovalutarne il significato, specie agli ottimisti (che abbondano sempre): quando Dio entra in questa sindrome, la legge di Murphy ("se le cose possono andare peggio, vuol dire che finiranno peggio") diventa inesorabile.
Il fatto è che gli Stati Uniti non hanno più una linea che sia la loro. Dell'Impero rappresentavano il braccio statuale armato. Ma come stato dovrebbero anche sottostare a certe regole. Almeno ad alcune. E qui viene il problema perché anche in Occidente cominciano a manifestarsi incrinature, che prima non c'erano. I Masters of The Universe vogliono andare allo scontro con il resto del mondo, perché sono consapevoli che ogni alternativa di pace e di cooperazione dev'essere esclusa, in quanto sancisce la fine dell'Impero.
Ma il resto del mondo non è virtuale: c'è la Cina, e anche la Russia. Ci sono sei miliardi d'individui che vogliono vivere e non solo sopravvivere.
E' qui che frana l'America, che non è più in grado di gestire le convulsioni.
Diciamo che stiamo osservando una crisi di egemonia. C'è una gran confusione. Ci sono diversi attori, ormai potenti, che parlano. Perfino la Bonino, ministro degli esteri di un paese inesistente, osa fare dei distinguo. Non s'era mai vista una cosa del genere.
Il Papa di Roma (lunga vita a Papa Luciani!) sembra un pezzo anomalo di una macchina che cammina a stento. Vede la terza guerra mondiale e, per giunta, lo dice senza neanche chiedere l'autorizzazione di Washington. A differenza del Beato Giovanni Paolo II, non ha da rendere conto del miliarduccio di dollari che ricevette per versarlo a Solidarność. E dunque parla. E digiuna: che disastro d'immagine per Obama. Che andrà in guerra, ma con l'Occidente spaccato, con al seguito solo il burattino Hollande, che è stato eletto con i voti di sinistra. Si procederà a vista, o la va o la spacca. Poi ci si affaccerà sui confini dell'Iran.
Ma bisogna guardarsi dai sempliciotti che sognano una reazione militare immediata di Mosca, tanto meno di Pechino. Non ci sarà nessuna reazione militare. Mosca e Pechino rispondono e risponderanno asimmetricamente. Non sono sciocchi e vogliono aspettare seduti sulla riva del fiume. Lo scontro vero - che nessuno oggi può sapere quali dimensioni e forme assumerà, anche perché nessuno sa con precisione quali armi saranno messe in funzione - è ancora in preparazione e richiederà un certo periodo di tempo, molte verifiche sul campo, molto studio di mosse e contromosse reciproche.
Ma l'accelerazione si vede e si sente. Avete presente come si muove una valanga? Avete presente che tra il 1929 e il 1939 (inizio della seconda guerra mondiale) ci furono dieci anni? Avete presente che l'esplosione della finanza mondiale cominciò nel 2008? Aggiungete dieci anni e farà 2018.
Lo so che la storia non si ripete mai. Ma la stupidità umana (specie quella delle élites dirigenti) è una costante universale.
E, se osserviamo l'impazzimento generale che contraddistingue perfino i mentitori, i gatekeepers, dovremmo essere molto preoccupati. Perché si può mentire in modo credibile, raccattando argomenti dai rigattieri del buon senso. Ma qui siamo di fronte a portavoce che non solo si contraddicono, ma mentono senza argomenti. Bugiardi senza idee, che ripetono a pappagallo ciò che viene detto loro di comunicare.
Tutto il mainstream, dai Ferrara, ai Cazzullo, agli Zucconi, ai De Bortoli, ai Lerner, alle Botteri , danno per acquisito (cioè che Assad ha usato armi chimiche) senza nemmeno soffermarsi un istante sulle prove: che mancano inesorabilmente. E mancheranno anche dopo, sicché la menzogna è già lì, tutta nuda. Eppure non la vedono e la ripetono con sguardi ebeti, incuranti di ogni vergogna, forti dell'impunità che viene loro garantita, insieme agli stipendi che prendono a fine mese. Preoccupante perché già ci annuncia come strilleranno al primo bombardamento sull'Iran. Titolano già ora affibbiando a Bashar frasi che non ha detto, minacce che non ha proferito. Figuriamoci cosa diranno contro gli ayatollah!
Siamo in un acquitrino miasmatico pieno di flatulenze insopportabili che dimostrano lesioni cerebrali e intestinali ormai irrimediabili.Attenzione che questi ci stanno preparando la guerra in casa. E lo faranno fino a che non andremo a stanarli nei loro studi elettronici e non li costringeremo - com'è nostro diritto - a dirci perché hanno mentito sapendo di mentire. E poi li licenzieremo, perché fanno il mestiere senza autorizzazione deontologica.
Infatti abbiamo le prove - noi le abbiamo, le prove - che mentono. Perché basterebbe che andassero a leggere le notizie che pullulano nel web, verificabili, provate, certe, per scoprire che la guerra si fa per cause completamente diverse da quelle, presuntamente umanitarie, che loro invocano.
Ci sono, tra loro, quelli - come Giuliano Ferrara, ex agente informatore della CIA - che, con simpatica e totale improntitudine, ci comunicano perfino che le ragioni umanitarie sono un inutile orpello per indorare la brutalità degl'interessi dell'Impero. Meglio lui, nella sua tracotanza, che i giornalisti e direttori televisivi vigliacchi che, con le loro unte parole, svitano le spolette che uccideranno i civili siriani.
Dunque non ci resta che prepararci. Questo significa dire, chiaro e tondo, che la pace è l'unico modo per sopravvivere. Il che significa che dobbiamo costruire di nuovo un immenso movimento pacifista, italiano, europeo, mondiale. Dobbiamo preparare ogni forma di resistenza alla guerra. Questa è una parola d'ordine che raccoglie il consenso della stragrande maggioranza. Lo sappiamo. Qui si va con la corrente, non contro la corrente. Solo che bisogna remare in tanti.
E ancora una piccola notazione. L'avvitamento della crisi ha messo in ombra l'Europa e anche tante chiacchiere sull'euro e sulla sovranità monetaria. Si vede che l'accento è altrove. L'Europa, questa penosa Europa, non è il centro della crisi. La crisi - vista nella sua accezione immediata, quella che si sta bruciando nel panico di questi mesi - è finanziaria e mondiale, ma è anche energetica e mondiale, ma anche climatica e mondiale. È questo il contesto dentro cui, volenti o nolenti, saremo chiamati a batterci. È evidente che crisi finanziaria e militare non si elideranno vicendevolmente, ma si sommeranno in modo devastante, straripando in crisi politiche, in governi che cadranno, in fantocci che risorgeranno come zombie. Le Costituzioni saranno stracciate. Tutto ciò nell'arco di una manciata di mesi. È questione di attualità. Lo richiamo perché, ancora una volta, dobbiamo ricordare, anche a noi stessi, che avevamo ragione noi, che venivamo definiti catastrofisti. Ancora oggi mi sento ripetere, talvolta, che il nostro compito è "dare speranze". Certo la speranza è bella, ma penso sempre di più che, se lo facessimo, faremmo un errore grave. È più che mai il momento della verità, visto che siamo nell'era della menzogna.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12285
PRIMI PASSI, IN ATTESA DI UN' APOCALISSE? - Brandon Smith
Da anni ho accuratamente cercato di ipotizzare i passi più probabili che potrebbero portare al crollo degli Stati Uniti, e parte importante di questa analisi tratta della destabilizzazione economica causata dalla perdita di “status di valuta-di-riserva” mondiale del dollaro e del petrodollaro.
Ho anche sempre detto chiaramente che l’avvento di questa crisi fiscale non si sarebbe verificato nel bel mezzo di un vuoto politico. Le banche centrali e le finanziarie internazionali che hanno creato il disastro in corso e ancora in crescita non hanno nessuna intenzione di permettere che la distruzione dell'economia americana, del dollaro, o dei mercati globali avvenga senza un evento di copertura progettato apposta per nascondere la loro colpevolezza. Deve succedere qualcosa di grande. Qualcosa di così grande che l’uomo medio si senta sopraffatto dalla paura e dalla confusione . Un trucco con tanto di fumo e di specchi magici che in modo crudo e impersonale lasci sconvolta tutta la popolazione della Terra, ipnotizzata e incapace di comprendere da dove provenga l’incubo che sta vivendo.
Le élite hanno bisogno di far succedere una Apocalisse.
Adesso mettiamoci la Siria ...
Era tanto che mettevamo in evidenza il rischio siriano, per il patto di mutua difesa stretto con l'Iran, i suoi forti legami con la Russia, la base navale russa al largo delle sue coste, le moderne armi russe custodite nei suoi arsenali, la prossimità fisica alle vulnerabili condotte petrolifere, tutti fattori che rendono questa nazione un catalizzatore perfetto per una catastrofe globale.
La guerra civile in Siria sta si già diffondendo nei paesi vicini come l'Iraq, la Giordania e il Libano, e se si guarda ai fatti oggettivamente, tutta la guerra è il risultato delle operazioni segrete degli Stati Uniti e dei suoi alleati.
Gli Stati Uniti hanno addestrato, armato e finanziato l'insurrezione usando al-Qaeda. Anche l'Arabia Saudita ha mandato soldi e armi. Israele ha aiutato i ribelli con i suoi raid aerei dentro i confini siriani (anche se questo significa che il governo israeliano sta essenzialmente aiutando i suoi presunti nemici mortali).
Oggi questa guerra NON ci sarebbe senza gli sforzi espressi dell'Occidente. Punto.
Chiunque provi a fare un breve esame della rivolta siriana, si troverebbe davanti una organizzazione di mostri. Miserabili spiriti vuoti e amorali i cui crimini sono stati accuratamente documentati, come le esecuzioni di massa di soldati inermi, come la tortura e la decapitazione di civili innocenti, come la mutilazione e il cannibalismo di corpi morti, e l' introduzione di una tirannia teologica su una popolazione terrorizzata. Gli Stati Uniti hanno creato e scatenato questi demoni e ora la Casa Bianca chiede a noi, al popolo, di sostenerla autorizzandola ad usare la forza delle armi.
Ma che vogliamo fare ... ?
Il punto di arrivo, secondo me, è quello di trasformare completamente i sistemi politici, economici e sociali del mondo. Il punto di arrivo è provocare una paura straziante, una paura che può essere utilizzata come motivazione per spingere verso quello che i globalisti chiamano, un "nuovo ordine mondiale". La Siria è il primo pezzo di un domino di una lunga catena di calamità; quella che la Rand Corporation a volte definisce la "chiave di volta". Mentre io scrivo, l'amministrazione Obama sta mettendo le forze navali e di terra in posizione di combattimento e ci chiede a gran voce, ma in modo dolorosamente patetico, che quel 90% del pubblico americano che si sta "sbagliando" si renda conto finalmente che un attacco alla Siria è necessario. Sembra che tutto l'establishment sia determinato ad innescare questa reazione a catena ed accelerare il crollo del mondo.
Quindi, se dovessero attaccare, che ci possiamo aspettare nei prossimi anni ?
Facciamo qualche ipotesi...
1. Molti alleati degli Stati Uniti si asterranno da una partecipazione immediata all’attacco contro la Siria. Obama continuerà unilateralmente ( o con l’appoggio di Israele e Arabia Saudita), facendo mettere ancora più enfasi sugli Stati Uniti come causa principale della crisi.
2. Obama tenterà di placare le proteste della popolazione limitando gli attacchi ai soli missili, anche se questi lanci saranno molto meno efficaci rispetto alle precedenti guerre in Iraq e Afghanistan.
3. Sarà decretata una no fly zone, ma la marina degli Stati Uniti cercherà di rimanere fuori dal raggio di copertura dei missili russi ad alta tecnologia, di cui dispone la Siria e questo allungherà i tempi di reazione alle Air Force siriane. Qui c'è da aspettarsi molte più vittime che in Iraq e in Afghanistan.
4. L'Iran manderà immediatamente truppe e armi a sostenere la Siria, che si trasformerà in uno sconcertante pantano dove si combatterà più per difendere le ideologie che per puri motivi politici o per difendere i confini. Le battaglie si estenderanno anche in altri paesi, segretamente e apertamente, proprio come in Vietnam.
5. Israele sarà probabilmente la prima nazione a inviare truppe di terra ufficiali in Siria ( e probabilmente anche l'Iran), motivando l'intervento con la mancanza di efficacia degli attacchi aerei USA. Le truppe americane arriveranno subito dopo.
6. L'Iran colpirà lo stretto di Hormuz, affondando qualche nave da carico per bloccare il passaggio e punterà i suoi missili oceanici contro qualsiasi imbarcazione che tenterà di rimuovere le macerie. Le esportazioni di petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz si fermeranno per mesi, provocando un taglio del 20% nella fornitura mondiale di petrolio, dall’oggi al domani.
7. La guerra civile egiziana, ora in corso, ma ignorata dai mainstream, esploderà per tutta la maggiore rabbia che provocherà la presenza degli Stati Uniti in Siria. Il Canale di Suez diventerà più pericoloso per gli esportatori di petrolio. Molti opteranno per passar da Capo Horn, impiegando due settimane in più per il trasporto e facendo aumentare il costo del petrolio.
8. In Arabia Saudita scoppieranno quelle rivolte insurrezionali che sono latenti da anni.
9. I prezzi della benzina andranno alle stelle. Credo che potranno aumentare dal 75 al 100 % entro due-tre mesi da qualsiasi intervento contro la Siria.
10. Viaggiare diventerà difficile, se non impossibile, per i costi troppo alti della benzina. Quel poco della nostra fiorente economia, che consentiva di spendere qualche dollaro per andare in vacanza, finirà. L'acquisto delle case crollerà ancora di più per i costi eccessivi che dovrà affrontare ogni famiglia per la mobilità.
11. La Russia minaccerà di ridurre o di interrompere tutte le esportazioni di gas naturale verso i paesi della UE se tenteranno di appoggiare gli Stati Uniti nell’aggressione contro la Siria. L'UE obbedirà per la sua dipendenza dall'energia russa.
12. La Russia posizionerà forze navali nel Mediterraneo per mettere pressione sugli Stati Uniti, anche se la possibilità che la Russia avvii un confronto diretto con gli Stati Uniti è limitato, soprattutto perché paesi come Russia e Cina non hanno bisogno di esibire la forza delle armi per sferrare un pugno micidiale.
13. La Cina e la Russia finalmente annunceranno la loro decisione di abbandonare completamente il dollaro come valuta di riserva mondiale. Un processo che è già iniziato dal 2005, e che le banche globali ben conoscono da anni.
14. Dato che la Cina è il primo esportatore e importatore mondiale, molte nazioni si accoderanno nel dumping del dollaro per gli scambi bilaterali. Il valore del dollaro imploderà. Se in colpirà di questo la Cina, la Russia e la guerra in Siria e le banche mondiali, tra cui la Federal Reserve non verranno riconosciute come i veri colpevoli.
15. La combinazione di prezzi dell'energia alti e svalutazione del dollaro colpirà fortemente i prezzi delle merci al dettaglio. I prezzi di tutti i beni potranno raddoppiare e molte merci di importazione cominceranno a sparire dagli scaffali.
16. I senzatetto cresceranno in modo esponenziale, come pure i tagli ai programmi sociali, tra cui i buoni pasto. Tuttavia, il benessere non scomparirà, sarà semplicemente "regolato" per soddisfare obiettivi diversi. I senzatetto saranno trattati come criminali, ma non si vedranno bande di emarginati senza lavoro, come durante la Grande Depressione. Nel corso di una crisi moderna le Agenzie statali e federali li terranno "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" con una politica a favore degli indigenti, che li costringerà a vivere accettando "una protezione" o altri sistemi burocratici per condizionarli fino ad accettare uno status di rifugiato, dipendente dagli scarti federali, e prigioniero in campi federali dove non creeranno problemi.
17. Gli attacchi terroristici (false flag o altro) si diffonderanno a macchia d'olio. Israele sarà altamente sensibile, negli Stati Uniti si potranno vedere una serie di attacchi, tra cui attacchi informatici sulle infrastrutture e sarà sempre colpa della Siria e dei suoi sostenitori, indipendentemente dalle prove. La Casa Bianca approverà leggi per avere più poteri autoritari, tra cui l’interruzione della validità del Patriot Act, del NDAA, ecc...
18. Ufficialmente non sarà dichiarata la legge marziale, ma sulle strade d'America la si sentirà aleggiare.
19. Falsi paradigmi invaderanno i mainstream e si cercherà di dividere i cittadini americani. Il conflitto verrà dipinto come guerra di musulmani contro cristiani, di neri contro bianchi, di poveri contro ricchi (ma, ovviamente non contro le élite super-ricche). Gli attivisti dei movimenti per la Libertà saranno chiamati "traditori" perché "minano la credibilità del governo" in un momento di crisi. I neo-conservatori daranno tutta la colpa a Barack Obama e i Neo- liberali diranno che i conservatori "dividono la gente". Gli attivisti dei movimenti ripeteranno che tutte e due le parti sono burattini della stessa cabala internazionale e li chiameranno “traditori" di nuovo e l'establishment cercherà di convincere gli americani a scaricare tutta la rabbia sul loro vicino.
20. L'apparato di Difesa Nazionale verrà radicalmente trasformato e si concentrerà esclusivamente contro i "nemici interni". Il potere della TSA sarà imposto sulle autostrade e sulle strade delle città, la polizia locale sarà completamente federalizzata e la Northcom schiererà i soldati dentro i confini degli Stati Uniti per far fronte alla pericolosa resistenza interna dei cittadini USA. Il Totalitarismo diventerà normale.
E noi che possiamo fare?
Comunque credo che il crollo non sarà totale. Il governo non includerà, anzi, diventerà sempre più dominante nei suoi atteggiamenti. Qualche ceto del paese manterrà i suoi privilegi, mentre altri cadranno a pezzi. Il FMI si muoverà per "aiutare" la sofferente economia americana legandola ai finanziamenti dei DSP ( diritti speciali di prelievo ). L'economia americana sarà assorbita dal FMI. Le garanzie costituzionali saranno completamente cancellate nel nome di “law and order”, con la promessa che la perdita dei diritti civili sarà "solo temporanea".
Se gli Stati Uniti colpiranno la Siria, e si rifiuteranno di svincolarsi, è questo quello che potrà accadere. Quindi, la prossima domanda èche cosa possiamo fare?
( NdT : L’elenco che segue è stato sintetizzato per non somigliare troppo ad uno di quei MANUALI AMERICANI del tipo “12 cose per sopravvivere a qualsiasi catastrofe”)
1. Dato che con questa crisi i prezzi delle risorse energetiche diverranno esageratamente alti, ogni americano dovrebbe stoccare riserve di energia. Olio per i motori, benzina, gasolio, gas propano, ecc. e poi un generatore. “Compra ora, prima che sia troppo tardi.”
2. Energia solare. Un paio di pannelli da 100 watt, un inverter, un regolatore di carica e le batterie necessarie costano meno di $ 1000. Non bastano per tutta casa, ma almeno alimenteranno qualche elettrodomestico ecc…
3. Internet, come è oggi, non esisterà più. La Casa Bianca ripristinerà il preesistente sistema per le comunicazioni federali limitando l'uso di internet e se ci sarà un attacco informatico, comincerà con controlli federali su tutta la rete. Il web probabilmente continuerà ancora a funzionare, ma solo pochi siti e server di posta elettronica saranno classificati "sicuri" e questo creerà un ritardo nella rapidità e nell’ efficienza delle comunicazioni togliendo di mezzo i media alternativi.
4. Sbarrare porte e finestre con spranghe di sicurezza per scoraggiare dalle aggressioni e per non permettere a nessuno di entrare in casa senza permesso.
5. Imparare subito un mestiere utile. Se non si sa già riparare da soli tutto quello che ci serve, bisogna impararlo nei prossimi sei mesi. Il baratto diventerà il principale mezzo di pagamento se dovesse crollare il dollaro.
6. Quando crolla tutto nessuno è al sicuro, tutto potrebbe ridursi in cenere in poche ore. Procurati scorte anche in un altro luogo sicuro, per ogni evenienza.
7. Trovare subito almeno un paio di amici disposti a collaborare, ad assistersi reciprocamente e a difendersi, senza aspettare di cercarli quando le cose andranno male veramente.
8. Comprare scorte di cibo per sei mesi.
9. Creare un orto in giardino, comprare tanti semi e tanti manuali su come coltivare.
10. Se i vicini non vogliono collaborare, è meglio andarsene a vivere fuori, in una casa insieme a gente con cui ci si intende.
11. Addestramento tattico in tre mesi. Imparare a muoversi, a sparare, e a comunicare come squadra. Scopri i tuoi punti di forza e di debolezza oggi per non subire conseguenze domani.
12. Imparare a gestire la tensione mentale ed emotiva di qualcuno che voglia farti del male ed abituarsi all'idea, che qualcuno, a un certo punto, probabilmente vorrà farci fare qualcosa che non vogliamo fare. Restare freddi e mantenere solidi i propri principi, senza permettersi di sentirsi una vittima.
La tensione sarà palpabile.
Come ho detto molte volte, ci sarà da combattere. Non c'è scampo ma questa lotta dovrà essere combattuta con intelligenza, senza mai dimenticare chi è il vero nemico.
Se scoppierà una rivoluzione e Obama dovesse perdere il controllo, le stesse istituzioni potrebbero semplicemente far scattare un colpo di stato dei Neo-Con o dei militari per ammansire le masse e ingannare stupidi costituzionalisti facendo credere che in questo modo hanno salvato lo Stato.
Proporranno alle masse qualche soluzione inutile, come una nuova leadership, composta però sempre dalle solite vecchie mummie delle elite, metteranno le mani sulla costituzione, o parleranno di una secessione limitata (che comunque non faranno mai). Tutte queste false soluzioni avranno lo scopo di ingannare la gente e farle allentare la guardia, distraendola dalla voglia di chiedere giustizia contro le organizzazioni globali, o per fiaccare la resistenza di comunità, regioni e stati autosufficienti, che, se continuassero per quella strada, potrebbero dare un esempio e far comprendere l'inutilità di tutta l'aggressività dell’establishment.
Temete chi si propone a governarvi. I veri leader sono gli insegnanti, non gli oligarchi, e raramente questi accettano un compito senza pensarci bene. Non fidatevi mai di chi non dà seguito immediato, con azioni concrete, alle sue promesse. E, non dimenticate mai che non si combatte per abbattere un tiranno, ma si combatte per la libertà costituzionale. Le due cose devono andare insieme o non si arriverà mai a una vera vittoria.
Anche se in tempi come questi è difficile vederle: ci sono davvero cose buone a questo mondo. Ci sono gli ideali, le aspirazioni, le visioni e l’amore per cui vale la pena di mantenere alta la testa, di lottare e di morire.
Ci sarà un futuro degno per cui lottare, anche se arriverà alla fine di una lunga notte.
Ci sono i sogni nel cuore degli uomini che devono realizzarsi. Non dobbiamo combattere solo per quello che è oggi l'umanità, ma per quello che vogliamo che diventi domani.
La marea cambia, può anche sommergere tutto, può provocare un caos insostenibile fino a far sembrare che il mondo sia irriconoscibile. Oggi chi sta cercando di dominare il mondo crede di essere una costante unica, crede che non ci sia nessuna alternativa ma col tempo, la luce fioca della tirannia diventerà sempre più pallida fino ad essere offuscata dalla luce della libertà. Preparatevi, onorevoli dei Movimenti per la Libertà, il nostro lavoro è appena iniziato.
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