mercoledì 14 marzo 2018

Morto Stephen Hawking, ha raccontato i buchi neri.



L'astrofisico di fama mondiale si è spento all'età di 76 anni nella sua abitazione a Cambridge.

L'astrofisico di fama mondiale Stephen Hawking è morto all'età di 76 anni. Lo afferma un portavoce della sua famiglia. Hawking è morto nella sua abitazione a Cambridge. "Siamo profondamente addolorati nell'annunciare che nostro padre è morto - affermano Lucy, Robert e Tim, i figli di Hawking -. E' stato un grande scienziato e un uomo straordinario il cui lavoro continuerà a vivere per anni. Il suo coraggio e la sua perseveranza, insieme al suo brillante humor, hanno ispirato molti nel mondo". Hawking soffriva di sclerosi laterale amiotrofica che lo ha costretto sulla sedia a rotelle per la maggior parte della sua vita da adulto: la malattia gli era stata infatti diagnosticata all'età di 21 anni.


Professore dell'Università di Cambridge, Hawking ha ridefinito la cosmologia proponendo l'idea che i buchi neri emettono radiazioni e poi evaporano. Lo scienziato ha infatti attuato la teoria quantistica ai buchi neri, che emettono radiazioni che li fanno poi evaporare. Questo processo aiuta a spiegare la nozione che i buchi neri sono esistiti a livello micro fin dal Big Bang e che più piccoli sono più velocemente evaporano. Il suo libro 'Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo', pubblicato nel 1988, gli ha assicurato fama mondiale, con 10 milioni di copie vendute in 40 diverse lingue.


martedì 13 marzo 2018

Auto della Consulta usata per shopping e trasferimenti della moglie, si dimette il giudice Zanon.



"Sono sereno e conto di poter dimostrare l’assoluta insussistenza del reato" il commento del giurista.


La Corte Costituzionale perde uno dei suoi giudici. Si è dimesso Nicolò Zanon, 56 anni, giurista torinese, Cavaliere di Gran Croce dell'ordine al merito della Repubblica Italiana, nominato da Giorgio Napolitano e considerato in quota centrodestra, perché indagato dalla Procura di Roma per peculato d'uso.
L'ipotesi di reato ruota attorno all'auto blu con autista cui Zanon ha diritto di "uso esclusivo", come ogni giudice della Consulta. E che Nicolò Zanon — contesta il Procuratore aggiunto Paolo Ielo, titolare dell'inchiesta — per due anni, dal novembre 2014 al marzo 2016, regolarmente per due settimane al mese, quando non era a Roma, avrebbe messo a completa disposizione delle necessità di sua moglie, la signora Marilisa D'Amico, anche lei legale e docente universitaria, ex consigliera comunale Pd a Milano.
"Sono sereno e conto di poter dimostrare l'assoluta insussistenza del reato che mi viene contestato. Tuttavia, per rispetto dell'etica istituzionale e della funzione che ricopro nonché per il rispetto che porto verso la Corte Costituzionale, ho ritenuto di presentare le mie dimissioni al presidente della Corte della Corte Giorgio Lattanzi" ha affermato Zanon.
Fonti investigative qualificate, scrive La Repubblica, riferiscono che il ragionamento del giudice costituzionale e Cavaliere di Gran Croce davanti al procuratore Ielo non sia andato molto al di là di una causidica puntualizzazione sull'aggettivo — "esclusivo" — che per regolamento disciplina l'assegnazione e l'uso della benedetta macchina blu. "Uso esclusivo" del bene — avrebbe argomentato Zanon — significherebbe che non se ne debba rendere conto a nessuno. Che della macchina, insomma, ognuno sarebbe legittimato a fare quel che gli pare. Come fosse un'auto aziendale. Ma si tratta di un'auto guidata da un autista e i buoni carburante sono pagati dalla Consulta.
Un incarico come il suo investe la persona di responsabilità e applicazione delle regole stabilite, non gli conferisce onnipotenza e protervia, come farglielo capire?
Oltretutto, la giustificazione espressa dal Zanon, che per l'uso "esclusivo" del bene si dovesse intendere un uso a discrezione del destinatario, tenuto conto che è a spese della collettività, mi sembra poco accettabile se formulata da un giudice che dovrebbe essere il garante dell'applicazione delle leggi. 

Compravendita senatori, indagine della Corte dei Conti sul danno di immagine causato da Berlusconi all’Italia.

Compravendita senatori, indagine della Corte dei Conti sul danno di immagine causato da Berlusconi all’Italia

L'indagine è partita dopo la fine del processo penale, che ha visto il leader di Forza Italia prescritto. In primo grado era stato condannato a tre anni per la corruzione dell'ex senatore Sergio De Gregorio, che prese 3 milioni per passare dall’Idv al centrodestra e far cadere Prodi. La magistratura contabile potrebbe chiedergli di risarcire lo Stato per le conseguenze, tra cui l'aumento dello spread.

Il “privato corruttore” Silvio Berlusconi – come lo ha definito la sentenza di appello che ha sancito la prescrizione del reato – rischia di dover risarcire di tasca propria lo Stato per il “danno di immagine” e gli effetti sullo spread. Lo scrivono Il Tempo e il sito di Repubblica, dando conto di un’indagine della Corte dei Conti del Lazio sui 3 milioni di euro versati nel 2006 dall’ex premier al senatore Sergio De Gregorio per farlo passare dall’Idv al centrodestra e far cadere il governo di Romano Prodi, che aveva vinto le elezioni ma a Palazzo Madama aveva una maggioranza debole.
L’indagine, scrive il quotidiano di Largo Fochetti, è partita dopo la fine del processo penale. Che ha visto Berlusconi prescritto in appello dopo che, in primo grado, era stato condannato a tre anni per corruzione in concorso con l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. I giudici di secondo grado avevano comunque sancito che l’ex premier “ha pacificamente agito come privato corruttore e non certo come parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni” in quanto “le dazioni di denaro effettuate da Berlusconi, tramite Lavitola, a De Gregorio sono state effettuate quale corrispettivo della messa a disposizione del senatore e, quindi, della sua rinuncia a determinarsi liberamente nelle attività parlamentari di sua competenza, e non certo come mero finanziamento al Movimento Italiani nel Mondo. Tant’è vero che il 24 gennaio 2008, votando la sfiducia alla maggioranza della quale solo quattro mesi prima faceva parte, De Gregorio contribuì a mettere la parola fine al secondo esecutivo guidato da Romano Prodi”.

La Corte dei Conti indaga sugli effetti di quella manovra sul differenziale di rendimento tra i Btp italiani e i corrispettivi tedeschi, che dopo la caduta di Prodi si allargò da 43 punti fino ai 522 del novembre 2011, alla fine del quarto governo Berlusconi. La magistratura contabile potrebbe chiedere al leader di Forza Italia di compensare il Paese per quel danno, scrive Repubblica, oltre a chiedere “fino al doppio del valore della tangente pagata o intascata” da un pubblico ufficiale o da un dipendente della pubblica amministrazione.
Nuovi guai per il collezionista di reati...
Non sa resistere, se intravede un possibile reato da commettere, lo commette!

Pino Aprile a Nemo: "Ecco perché il Sud è stato e sarà sempre una colonia del Nord".




sabato 10 marzo 2018

Bufala sul reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza, i Caf ribadiscono: "È vero, picco di richieste dopo la vittoria M5s"

Reddito di cittadinanza, i Caf ribadiscono: "E' vero, picco di richieste dopo la vittoria del m5s.

(Qui l'articolo di R.it)
http://bari.repubblica.it/cronaca/2018/03/09/news/reddito_di_cittadinanza_richiesta_moduli_parlano_i_caf-190871961/ 


Questa è bella!
La conferma i Caf la danno solo a R.it mentre la smentiscono ai tg?
La bufala, smentita con dovizia di particolari anche su skytg24, mette in evidenza un problema ben più grave del fatto in se stesso: hanno tacciato noi meridionali di essere ignoranti e scansafatiche!
Dovremmo querelarli per averci diffamati!
La bufala è stata messa in atto da chi non accetta la cocente sconfitta dovuta alla pessima amministrazione della cosa pubblica ed alla corruzione dilagante della politica.
Noi meridionali non siamo stupidi e ignoranti, come vorrebbe far credere una parte della politica che ci ha abbandonato.
Noi vogliamo solo avere, perchè è un nostro diritto sancito dalla Costituzione, lavoro e dignità.
Ciò che hanno diramato con la notizia in questione, è oltremodo offensivo nei confronti di noi meridionali tacciati d'essere ignoranti e scansafatiche, ed è per questo che abbiamo dato la nostra fiducia a chi ci da fiducia piuttosto che a chi ci denigra.
C.