Domenico Scilipoti e Massimo Calearo hanno votato contro la sfiducia al governo nell’Aula della Camera. Contro la sfiducia ha votato anche Bruno Cesario. Alla votazione erano presenti in tutto 627 deputati, ma i votanti sono stati 625, in seguito all’astensione dei deputati della Svp. Quando il presidente Gianfranco Fini ha proclamato il risultato della votazione si è scatenato un applauso. Dai banchi di Pdl e Lega si è subito urlato in coro “dimissioni, dimissioni!”. A seduta sospesa si è sentito cantare l’Inno di Mameli. Contro la sfiducia e quindi a favore della maggioranza hanno votato i 235 deputati del Pdl; i 59 della Lega, 11 di Noi Sud (non ha votato Antonio Gaglione); Francesco Nucara, Francesco Pionati, Maurizio Grassano , Gianpiero Catone, Maria Grazia Siliquini, Catia Polidori, Domenico Scilipoti, Bruno Cesario e Massimo Calearo, A favore della sfiducia si sono espressi i 206 deputati del Pd; i 22 dell’Idv; i 35 dell’Udc; 31 di Fli (non ha partecipato al voto Silvano Moffa e come detto all’ultimo momento Siliquini e Polidori si sono schierate con il centrodestra); i 6 di Api; i 2 Liberaldemocratici; i 5 Mpa e Giorgio La Malfa, Giuseppe Giulietti, il rappresentante della Valle d’Aosta Rolando Nicco e Paolo Guzzanti. Astenuti infine i due esponenti della Svp. Come prassi non ha votato il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Dopo il voto alla Camera il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha riunito i vertici del partito a Montecitorio. Alla riunione sono presenti tra gli altri Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Beppe Fioroni, Dario Franceschini. Mentre Gianfranco Fini ha riunito Futuro e Libertà subito dopo la bocciatura della mozione di fiducia a Montecitorio. Nello studio del presidente della Camera, Bocchino; Briguglio; Granata; Napoli; Bellotti; Barbareschi; Germontani; Rosso e altri finiani.
I commenti dell’opposizione
Proprio il presidente della Camera Fini ha commentato l’esito del voto: “La vittoria numerica di Berlusconi è evidente quanto la nostra sconfitta, resa ancor più dolorosa dalla disinteressata folgorazione sulla Via di Damasco di tre esponenti di Futuro e Libertà. Che Berlusconi non possa dire di aver vinto anche in termini politici sarà chiaro in poche settimane”.
Critiche anche dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani: “E’ una vittoria di Pirro, abbiamo il governo Scilipoti-Razzi, si è verificata una vicenda totalmente scandalosa di compravendita di voti, che consegna al Paese un governo più debole e un’opposizione piu’ampia, e l’esecutivo e’ nella palese impossibilita’ di dare una rotta”. E sugli stessi toni si è espresso il segretario dell’Idv, Antonio Di Pietro: “Al di là del computo dei venduti, c’è una sconfitta politica del governo e dunque il premier deve prendere atto che la maggioranza politica non c’è più”. Dunque – ha proseguito Di Pietro - “il premier e’ a un bivio: restare dov’e’ con un governicchio per avere il lodo Alfano o andare dal presidente della Repubblica e avviare la crisi per verificare se c’e’ una maggioranza politica”. In caso contrario, “si va al voto e per noi prima ci si va e meglio è”.
Il futuro della maggioranza
Se il Pdl esulta alla notizia della fiducia conservata – il ministro Romani è andato persino ad abbracciare Giampiero Catone dicendogli “maggioranza risicata ma sufficiente per andare avanti” – l’alleato leghista comincia a fare sentire i propri mugugni. Già stamattina Umberto Bossi diceva: “Il voto è l’unico modo per portare igiene in questo casino”. E sulla stessa linea si è fatto sentire anche il ministro Maroni: ““Meglio vincere che perdere. Oggi abbiamo chiuso il primo tempo di una partita che però non si è conclusa. Se Berlusconi riuscirà ad allargare la maggioranza ai moderati, al fischio finale della partita – ha continuato - potremo continuare a governare. Se non riuscirà a farlo, bisognerà andare al voto”.