Rappresentazione artistica di un esopianeta della classe delle super-terre. Crediti: ESO/M. Kornmesser
Grazie a oltre cento misure condotte con Harps-N, il “cacciatore di esopianeti” del Telescopio nazionale Galileo, un team guidato da Giuseppe Frustagli dell'Inaf di Brera ha ricostruito l’identikit di Hd 80653 b, un esopianeta con un’orbita molto vicina alla sua stella madre, distante da noi 355 anni luce. Le misurazioni del Tng sono state fondamentali per determinare con precisione la massa dell’esopianeta, stimata in almeno 5,6 volte quella della Terra.
Più di cento accuratissime misure condotte nell’arco di sei mesi dallo strumento Harps-N – il “cacciatore di esopianeti” installato sul Telescopio nazionale Galileo (Tng), alle Isole Canarie – hanno permesso di ricostruire, in tempi rapidi per questo tipo di indagini, l’identikit di Hd 80653 b: un particolare esopianeta dall’orbita molto vicina alla sua stella madre, un astro simile al Sole distante da noi 355 anni luce. Le misurazioni del Tng sono state fondamentali per determinare con precisione la massa di questo esopianeta, stimata in almeno 5,6 volte quella della Terra. Informazioni che si aggiungono a quelle inizialmente raccolte dalla missione spaziale Kepler della Nasa, dalle quali è stata avviata la campagna osservativa di Harps-N, guidata da astronomi dell’Inaf. Con i suoi strumenti, capaci di rilevare piccolissime variazioni di luce delle stelle potenzialmente dovute al transito di pianeti davanti al disco stellare, Kepler aveva infatti individuato la possibile presenza di un piccolo pianeta attorno ad Hd 80653, con un raggio stimato di una volta e mezzo quello terrestre e un periodo orbitale – il tempo impiegato per completare un’orbita completa attorno alla stella – di poco più di 17 ore.
Se si aggiunge il fatto che, dall’integrazione di tutte le informazioni raccolte, il pianeta dovrebbe essere di tipo roccioso, Hd 80653 b può essere elencato tra i pianeti a periodo ultra-corto: una particolare classe di esopianeti con periodi più brevi di un giorno terrestre e una composizione simile a quella della Terra. La loro origine non è ancora chiara, devono essere presi in considerazione diversi scenari di formazione. Il campione di tali pianeti è ancora scarso, e la maggior parte dei candidati individuati dalle missioni Kepler e K2 orbitano attorno a stelle troppo deboli per consentire di determinarne con precsione la velocità radiale.
A rendere ancora più affascinante questo sistema contribuisce il fatto che le misurazioni della velocità radiale di Harps-N suggeriscono fortemente la presenza di un compagno di Hd 80653 b ancora non rilevato e più lontano dalla stella. Un altro pianeta, dunque, che potrebbe avere un periodo orbitale decisamente maggiore.
«La scoperta e la caratterizzazione di Hd 80653 b possono portarci a una migliore comprensione di questa classe di esopianeti», dice a Media Inaf il primo autore dell’articolo che descrive il lavoro, Giuseppe Frustagli, dottorando all’Inaf di Brera. «Grazie all’integrazione dei dati di Kepler e di Harps-N, siamo stati in grado di conoscere le proprietà principali di questo pianeta e stimarne altre, come per esempio il valore massimo della temperatura. Dallo scenario che si è delineato, pensiamo che questo pianeta non si sia formato dove lo osserviamo oggi, ma più probabilmente sia migrato da un’altra regione più lontana dello spazio attorno alla sua stella. Questo ci aiuterà meglio a capire come nascono e si evolvono i sistemi planetari».