Per abolire i vitalizi ci è voluta la mezza rivoluzione del 4 marzo. I cittadini sono dovuti entrare nei palazzi e li hanno aboliti in qualche settimana dopo che per anni le caste raccontavano la balla che era impossibile farlo. Mantenuta la promessa era lecito aspettarsi che quella storiaccia dei vitalizi fosse finalmente conclusa. Ed invece no. Ed invece le caste hanno avuto l’incredibile sfacciataggine di fare ricorso. L’ennesima dimostrazione della cultura avida ed arrogante che ha corroso la democrazia italiana fino a devastarla. Il vitalizio è un furto legalizzato, uno dei privilegi più vergognosi anche perché mentre le caste si arricchivano a dismisura intascandosi soldi non dovuti, i cittadini scivolavano in povertà. E ci scivolavano perché quelle stesse caste governavano coi piedi pensando solo a se stesse, alle loro carriere, alle loro prebende. I vitalizi sono l’emblema non solo della malapolitica, ma anche della sua totale irresponsabilità e indifferenza rispetto alle cose fatte, ai risultati raggiunti. Un sacco di soldi. A vita. Come premio per aver rovinato il paese. Quando grazie al miracolo del 4 marzo i vitalizi sono stati aboliti, ci si sarebbe aspettati che le caste sconfitte sposassero la nuova fase politica delineata dalle urne. Ed invece no. Ed invece i cittadini sono ancora costretti a scendere in piazza per evitare che con qualche gioco sporco nei palazzi le caste ricomincino ad arricchirsi alla faccia dei poveri cristi che i soldi se li devono guadagnare fino all’ultimo euro. I cittadini sono costretti ancora a scendere in piazza perché le caste vogliono calpestare la volontà popolare ed imporre ancora una volta i propri meschini interessi sulla collettività. Un cinismo davvero impressionante. Se davvero le caste la spuntassero sui vitalizi, sarebbe per loro una vittoria simbolica e l’inizio di una vittoriosa restaurazione. La piazza contro i vitalizi non è quindi solo un grido di rabbia contro un indegno privilegio che uscito dalla porta rischia di rientrare dalla finestra, ma è un grido contro il tentativo politico del vecchio sistema partitocratico di fregarsene del 4 marzo e riprendere l’abbuffata interrotta. I vitalizi, l’impunità con la prescrizione, il referendum contro il taglio dei parlamentari, la distruzione mediatica e politica della forza che ha vinto le elezioni e osato intaccare i privilegi delle caste e dimostrare che un diverso modo di fare politica sia possibile. Tutti tasselli di un disegno restauratore che rischia di andare a buon fine se non ci sarà un’altra veemente reazione popolare. Molti cittadini sembrano essersi arresi, altri hanno abboccato ai camuffamenti con cui il vecchio sistema cerca di riciclarsi, altri attendono in disparte sfiduciati e confusi, altri han pensato bene di tradire. Cedimenti e divisioni che fanno solo il gioco delle caste e della loro restaurazione. La piazza contro i vitalizi serve anche a questo. A ricordare a tutti che dal 4 marzo in poi si son vinte tante battaglie ma la guerra per il cambiamento è ancora lunga. E non bisogna mollare.
https://infosannio.wordpress.com/2020/02/15/la-piazza-contro-i-vitalizi/?fbclid=IwAR0KBvXwxlOBWSO3oHzY6t4JKkPHnEU01O4XYKyPT-CNyK6yAjIa_YsnZLw