L'elenco degli affittuari nelle mani di Barbara Ciabò. Pisapia: «Macchina del fango contro di me»
CIABO': VINCE LA TRASPARENZA - «E' una giornata importante per la vittoria della trasparenza», ha detto il presidente della commissione Casa e demanio del Comune di Milano, Barbara Ciabò, dopo aver ricevuto la busta. La Ciabò ha spiegato che «toccherà ora ai consiglieri della commissione decidere le modalità di accesso agli elenchi», sottolineando la funzione «di controllo e indirizzo» per la quale, se ci saranno irregolarità «non sta a noi prendere provvedimenti ma ai magistrati». Le liste fornite dal presidente del Pat, Emilio Trabucchi, saranno quindi esaminate dalla commissione, ma secondo Barbara Ciabò se dovesse emergere «che alcuni politici hanno utilizzato il loro ruolo per pagare di meno di quanto pagano i cittadini nelle case popolari, il loro comportamento potrebbe essere definito moralmente indegno e dovrebbero fare un passo indietro. Ma - ha aggiunto - non me l'aspetto». Per quanto riguarda, invece, le dimissioni di Trabucchi dalla presidenza, chieste tra gli altri dal gruppo consiliare del Pd, la presidente della Commissione ha chiarito che «bisogna prima vedere se ci sono irregolarità. Certo - ha aggiunto - dall'atteggiamento tenuto dal cda qualcosa di poco trasparente si suppone».
Le case del Trivulzio |
BUSTA SIGILLATA - Il presidente del Pio Albergo Trivulzio, Emilio Trabucchi, giovedì sera aveva portato in busta chiusa al presidente del Consiglio comunale, Manfredi Palmeri, l'elenco degli inquilini (leggi i primi nomi) con i dati degli immobili pubblici. «Oggi è una giornata importante - ha detto anche Manfredi Palmeri - perché abbiamo dimostrato che la privacy c'entra poco o nulla con i doveri di trasparenza nella gestione di beni pubblici. Un obbligo che non deve riguardare soltanto il Comune di Milano, ma anche enti, come il Pio Albergo Trivulzio, che gestiscono beni della comunità». Il presidente Palmeri ha garantito che la busta consegnata alla commissione, da lui ricevuta nella serata di ieri, è rimasta inviolata. «Per rispetto del Consiglio comunale - ha assicurato Palmeri, mostrando i sigilli del plico - non ho aperto questa busta e l'ho fatta sigillare alla presenza del segretario generale».
LA MORATTI: ANDARE A FONDO - Il sindaco di Milano Letizia Moratti è intervenuta venerdì mattina sulla vicenda: «Sono felice che il presidente del Trivulzio abbia deciso di consegnare gli elenchi al Consiglio Comunale, ma non basta - ha detto il primo cittadino a Radio 105 -: io chiederò quali sono i criteri con cui sono stati indetti i bandi, voglio essere sicura che nulla è stato dato se non attraverso i bandi, voglio essere sicura che ci saranno dei criteri di assegnazione che rispettano i criteri dei bandi e voglio che questi criteri siano resi noti». «Il Trivulzio ha una sua autonomia e quindi non si può intervenire se non indicando quali devono essere dei criteri che il Trivulzio deve avere. Io ho sempre chiesto e continuerò a chiedere la massima trasparenza» ha aggiunto la Moratti.
PISAPIA: MACCHINA DEL FANGO - «Spero che Saviano abbia torto e che il fango non entri tra le armi della campagna elettorale», ha scritto candidato sindaco del centrosinistra Giuliano Pisapia in un intervento pubblicato sul suo sito, dove dichiara pubblicamente che la sua compagna Cinzia Sasso abita in affitto in un appartamento di proprietà del Pio Albergo Trivulzio. La giornalista ha anche scritto una lettera al Corriere, spiegando di abitare da 22 anni, da sola, in quella casa, e di aver disdetto il contratto di locazione con il Pat già nel 2008, mentre Pisapia da oltre 30 anni vive in un altro appartamento, di proprietà, vicino al Tribunale. Su questo fatto, secondo Pisapia, «c'è stato un vortice di telefonate anonime, nel puro stile della macchina del fango». Per questo il candidato sindaco ha voluto raccontarlo dal suo sito, «prima che lo leggiate sui giornali: la mia compagna abita da molti anni, da prima che noi ci conoscessimo - ha scritto l'avvocato - in un appartamento di proprietà di un ente pubblico». Fatto che «non è un reato», «mentre certo è un problema - commenta Pisapia - l'incapacità degli enti che dispongono di un patrimonio immobiliare di gestire al meglio le proprie disponibilità. E state certi che contro quelle inefficenze io mi batterò». Pisapia trova che usare questa vicenda privata «per colpire me attraverso di lei» sia «un'ingiustizia insopportabile».