Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 28 aprile 2011
Il Cav. addebita ai pm pure il biotestamento. - di Alessandro Calvi
Dice Silvio Berlusconi che la legge sul fine vita lui proprio non l’avrebbe voluta. Però, poi, c’è da fare i conti con i magistrati - ancora loro - i quali «pretendono di scavalcare il Parlamento e usurparne le funzioni».
Berlusconi e l’attacco ai magistrati, Caselli: “E’ guerra totale alla legalità”. - di Gian Carlo Caselli
L’escalation è inarrestabile: si parte sostenendo che per fare il lavoro di magistrati bisogna essere malati di mente o che i magistrati (variazione leggiadra) sono un cancro da estirpare; si prosegue invocando una commissione d’inchiesta col compito di stabilire che la magistratura è un’associazione a delinquere con fini eversivi; poi si organizzano manifestazioni di piazza contro i giudici accusati di essere avversari politici; infine si tappezzano i muri di manifesti incivili con la scritta «fuori le Br dalle Procure» .
Strano: anche le Br avevano dichiarato una guerra unilaterale, stabilendo – dal mondo cupo della clandestinità – quali «nemici» meritassero di vivere storpiati dalle gambizzazioni e quali invece dovessero morire ammazzati. E molti sono i magistrati che la violenza terroristica ha ucciso. È evidente allora che parlare di Br nelle Procure, oltre che vergognoso, significa collocarsi fuori dagli standard delle democrazie occidentali, non diversamente da coloro che per tutelare i loro privilegi presentano la nostra giustizia come un campo di battaglia fra interessi contrapposti.
La guerra alle Procure registra da ultimo un furibondo attacco ai Pm di Palermo ed in particolare ad Antonio Ingroia in relazione al «caso Ciancimino», con la delicata richiesta di «tirar fuori l’articolo 289 codice penale (attentato ad organi costituzionali) che punisce con 10 anni di galera chi cospira contro lo Stato». So bene che Ingroia non gradisce difese d’ufficio. Sa difendersi da solo (l’ha fatto molto bene proprio in un’intervista al Corriere). Parlano per lui, in ogni caso, gli straordinari successi ottenuti nel corso di un impegno antimafia ormai più che ventennale.
Ma la raffica di assalti dei giorni scorsi non può passare sotto silenzio. Intendiamoci: il caso Ciancimino è obiettivamente controverso (come lo stesso Ingroia non si stanca di ricordare), per cui vi è spazio per critiche ed opinioni divergenti. Ma tutt’altra cosa è farne un pretesto per screditare ingiustamente e addirittura mettere sul banco degli imputati magistrati onesti e coraggiosi: secondo un copione già sperimentato ai tempi della distruzione del pool di Falcone, accusato di scorretti rapporti con i collaboratori di giustizia (indimenticabile la favola dei cannoli portati a Buscetta), con la conseguente, micidiale calunnia di svilire la ricerca della verità ad azione politica ispirata da una fazione ai danni di un’altra.
Ma Ingroia (non se n’abbia a male…) è un bersaglio piccolo. Il bersaglio grosso è spianare la strada alla sedicente riforma «epocale» della giustizia: quella che consegnerà alla maggioranza politica contingente (poco importa se verde, azzurra o rossa) il potere di aprire o chiudere il rubinetto delle indagini penali e di regolarne l’intensità. Può esserci argomento più suggestivo di una «cospirazione politico giudiziaria», di una «calunnia di stato» avallata da un notissimo magistrato? Alla lunga sotto le grottesche accuse di macchinazione apparirà l’insofferenza per il controllo di legalità. Ma intanto la tecnica di presentare come verità anche le tesi più assurde è partita: implacabile. E qualcosa purtroppo rischia di restare."
mercoledì 27 aprile 2011
Il 6 maggio l'Anm organizza la "notte per la Costituzione"
Nino Di Matteo, presidente Anm Palermo: "E' opinione diffusa in tutta la magistratura come questa riforma riduca il potere giudiziario servo di quello politico".
di Giuseppe Pipitone
Il sera del prossimo 6 maggio le luci del Palazzo di Giustizia di Palermorimarranno accese. La giunta distrettuale dell'Associazione Nazionale Magistrati ha infatti organizzato una manifestazione a difesa della Costituzione. La "notte per la Costituzione" prenderà il via dalle ore 20. In un periodo in cui gli articoli della carta costituzionale corrono il pericolo concreto di essere stravolti dall'attuale maggioranza di governo, i magistrati palermitani hanno voluto aprire le porte del tribunale ai cittadini e dibattere con lorofar sentire la loro voce. "E' una manifestazione che abbiamo organizzato perchè sentiamo il bisogno di spiegare e discutere con i cittadini degli attuali pericoli per la fondamentale tenuta della separazione dei poteri in Italia" spiega Antonino Di Matteo, sostituto procuratore alla Dda di Palermo e presidente distrettuale dell'Anm.
"E' opinione diffusa in tutta la magistratura italiana, senza differenze di ruolo o di formazione culturale - sottolinea sempre Di Matteo - come questa riforma riduca il potere giudiziario in condizione servile nei confronti di quello politico, mettendo a repentaglio l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. E' necessario che su questi importantissimi temi si cerchi il confronto con la cittadinanza".
http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=218
Luttwak Berlusconi non ha più credibilita politica 26 04 11
Associazione a delinquere e truffa: in manette il deputato Minardo (Mpa).
Il presidente della commissione Affari istituzionali dell'Ars è accusato di truffa e associazione a delinquere.
di Piera Farinella
L’ennesimo arresto all’Ars. Dopo il deputato del Pd Gaspare Vitrano, sorpreso con una mazzetta in tasca e poi trasferito ai domiciliari e il deputato del Pid Fausto Fagone, coinvolto nell’inchiesta Iblis e tutt’ora in cella, è la volta dell’autonomista Riccardo Minardo. Il deputato regionale dell’Mpa, presidente della I commissione dell'Ars Affari istituzionali ed ex parlamentare nazionale, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta su una presunta truffa legata a finanziamenti statali ed europei. Le accuse nei suoi confronti sono di associazione per delinquere, truffa aggravata e malversazione ai danni dello Stato.
L'inchiesta, condotta dalla Procura di Modica punta i riflettori sui finanziamenti al Copai, il Consorzio di sviluppo dell'area iblea e sull'acquisto di Palazzo Pandolfi, un antico edificio di Pozzallo (Ragusa) che doveva essere destinato aCentro Polivalente, di un altro antico palazzo nobiliare a Modica, Palazzo Lanteri, e della emittente Radio Onda Libera. Le indagini hanno coinvolto diverse persone e hanno consentito di accertare l’esistenza “di un’attività associativa criminosa”, utilizzata dagli indagati per la commissione di un numero imprecisato di delitti. Le indagini delegate dalla Procura di Modica alla Guardia di Finanza di Ragusa avrebbero fatto emergere la gestione privatistica del patrimonio del Copai, costituiti da fondi di provenienza pubblica.
Si tratterebbe di una frode messa in atto per percepire indebitamente denaro dallo Stato, dalla Regione siciliana e da altri enti pubblici, per arricchirsi personalmente. Il deputato dell’Mpa, oltre che di associazione per delinquere, truffa aggravata e malversazione ai danni dello Stato, è accusato anche di estorsione aggravata. Avrebbe costretto quattro imprenditori agricoli, dai quali era stato incaricato di istruire le loro istanze per accedere a dei fondi Por 2000/2006, a consegnare la somma di 112.784,24 euro con la minaccia di farli decadere dal finanziamento e di far restituire le somme già percepite a titolo di acconto.
A questo punto c'è chi propone di tornare alle urne. Il responsabile nazionale Organizzazione dei Comunistiitaliani e componente dell’esecutivo nazionale della Federazione della Sinistra Orazio Licandro afferma che "questi nuovi fatti dimostrano che la stagione a Palazzo dei Normanni si è esaurita” e che si "chiude all'insegna delle inchieste giudiziarie". E’ dello stesso avviso il deputato del Pd all’Ars, Giovanni Barbagallo, che afferma:"Le commissioni legislative all'Ars vanno rinnovate senza ulteriori ritardi, non solo perché due presidenti di commissione (Fagone e Minardo) sono stati arrestati, ma perché la rappresentanza dei gruppi parlamentari all'Ars è ampiamente mutata, sia con riferimento alla consistenza numerica, sia anche in relazione al numero dei gruppi stessi e alla loro equilibrata collocazione politica".
http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=227
Davanti alle coste siciliane arrivano le trivelle dei petrolieri.
La Transunion comincerà a sondare i fondali tra qualche giorno. In estate potrebbero iniziare le trivellazioni a 13 miglia da Pantelleria. L'Italia chiede il 4 per cento di royalty contro l'85 per cento della Libia e l'80 della Russia.
di DARIO PRESTIGIACOMO e LORENZO TONDO
La Transunion ha già annunciato ai comuni iblei che a fine aprile inizierà a sondare il fondale dello specchio d'acqua davanti a Pozzallo, a 27 chilometri dalla costa. L'Audax, invece, di sonde non ha più bisogno: in estate, si legge sul suo sito web, potrebbe cominciare a trivellare a 13 miglia da Pantelleria. Non molto lontano, nei dintorni delle Isole Egadi, anche la Northern Petroleum riscalda i motori delle sue piattaforme.
Sotto l'ombra dell'inferno libico e quella di un possibile blackout energetico, la primavera delle trivelle sul mar Mediterraneo - esorcizzata dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che prometteva di difendere a spada tratta il Canale di Sicilia, costi quel che costi - è oramai alle porte.
Secondo i dati delle associazioni ambientaliste, sarebbero più di cento i permessi di ricerca di idrocarburi richiesti o vigenti nel Mediterraneo. Alcuni concessi a un tiro di schioppo da sabbie dorate e banchi corallini. Le piattaforme, che - secondo quanto riportato dai bollettini pubblicati sui siti delle compagnie petrolifere - potrebbero già entrare in azione tra poche settimane, confermano i timori manifestati negli ultimi mesi dagli ambientalisti: il decreto anti-trivella, firmato e fortemente voluto dal ministro Prestigiacomo, emanato lo scorso 26 agosto, non servirà a proteggere le acque del Mediterraneo.
La Northern Petroleum lo sa e lo scrive: "La legislazione italiana che vieta le trivellazioni off-shore entro le 12 miglia dalla costa - si legge nel comunicato - avrà un effetto irrilevante sugli assetti della compagnia". Così, in barba al no della Regione e a quello dei sindaci, la Northern fa sapere di poter estrarre dai suoi giacimenti ben 4 miliardi di barili che tradotti in quattrini significano 400 miliardi di euro nelle tasche dei petrolieri. Briciole o nulla per lo Stato italiano dove le royalty che le compagnie minerarie lasciano al territorio dove estraggono senza imporre franchigie arrivano a malapena al 4 per cento contro l'85 di Libia e Indonesia, l'80 di Russia e Norvegia, il 60 in Alaska, e il 50 per cento in Canada.
"Al di là dell'aspetto ecologico, per l'Italia le trivelle sono anche antieconomiche" spiega Mario Di Giovanna, portavoce di "Stoppa la Piattaforma". "Se ci adeguassimo agli standard delle royalty degli altri paesi, facendo i conti della serva, potremmo estinguere, solo con una minima parte del canale di Sicilia, il 25 per cento del debito pubblico italiano".
In Italia, la franchigia per le piattaforme off-shore è di circa 50.000 tonnellate di greggio l'anno, equivalenti a 300 mila barili di petrolio. Sotto questo tetto di estrazione, le società non sono tenute a pagare nemmeno l'esiguo 4 per cento di royalty. La piattaforma Gela 1, a 2 km dalle coste siciliane, dal 2002 al 2008 ha prodotto petrolio e gas sempre sotto la soglia di franchigia. La Prezioso e la Vega producono invece il doppio oltre il limite (circa 100/120 mila tonnellate), pagando la franchigia solo per la metà della loro produzione. Forti delle agevolazioni fiscali italiane, le società le decantano ai loro investitori. A pagina 7 del rapporto annuale della Cygam (società petrolifera con interessi nell'Adriatico) si parla del nostro paese come il "migliore per l'estrazione di petrolio off-shore", sottolineando la totale "assenza di restrizioni e limiti al rimpatrio dei profitti".
Intanto Atwood Eagle, la contestatissima trivella dell'Audax che dall'11 luglio scorso galleggiava a 13 miglia dalle coste di Pantelleria, dopo un temporaneo abbandono dell'area, tra qualche mese potrebbe riprendere i sondaggi, mentre Shell ha già detto di aspettarsi dal Canale di Sicilia 150mila barili al giorno. Qualche settimana fa la Transunion Petroleum Italia ha inviato ad alcuni comuni della zona iblea, tra cui Pozzallo, Modica e Ragusa, un'istanza di avvio della procedura di valutazione d'impatto ambientale relativa ad un'area con un'estensione di 697,4 km quadrati, situata nel Canale di Malta. Le autorità locali hanno tempo fino al 27 aprile per le dovute osservazioni.
Il decreto anti-petrolio potrebbe non salvare nemmeno il mare agrigentino, dove la Hunt Oil Company ha avanzato una richiesta di permesso a poche miglia dall'Isola Ferdinandea, una delle tante bocche vulcaniche di un massiccio complesso sottomarino: il regno di Empedocle, l'Etna marino, il gigante sommerso che fa ancora tremare i fondali.