Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 6 dicembre 2011
Le lacrime e le parole. - di Barbara Spinelli
Le lacrime del ministro Elsa Fornero nell'annunciare il blocco della rivalutazione delle pensioni (ansa)
TENDIAMO a dimenticare che in tutti i monoteismi, il cuore non è la sede di passioni o sentimenti sconnessi dalla ragione. Nelle tre Scritture, compresa la musulmana, il cuore è l'organo dove alloggiano la mente, la conoscenza, il distinguo.
Se il cuore di una persona trema, se quello del buon Samaritano addirittura si spacca alla vista del dolore altrui, vuol dire che alla radice delle emozioni forti, vere, c'è un sapere tecnico del mondo. Per questo il pianto del ministro Fornero, domenica quando Monti ha presentato alla stampa la manovra, ha qualcosa che scuote nel profondo.
VIDEO La Fornero si commuove 1
Perché dietro le lacrime e il non riuscire più a sillabare, c'è una persona che sa quello di cui parla: in pochi attimi, abbiamo visto come il tecnico abbia più cuore (sempre in senso biblico) di tanti politici che oggi faticano a rinnovarsi. Pascal avrebbe detto probabilmente: il ministro non ha solo lo spirito geometrico, che analizza scientificamente, ma anche lo spirito di finezza, che valuta le conseguenze esistenziali di calcoli razionalmente esatti. Balbettavano anche i profeti, per esprit de finesse.
VIDEORITRATTO Lady di ferro in una valle di lacrime2 di Laura Pertici
È significativo che il ministro si sia bloccato, domenica, su una precisa parola: sacrificio. La diciamo spesso, la pronunciano tanti politici, quasi non accorgendosi che il vocabolo non ha nulla di anodino ma è colmo di gravità, possiede una forza atavica e terribile, è il fondamento stesso delle civiltà: l'atto sacrificale può esser sanguinoso, nei miti o nelle tragedie greche, oppure quando la comunità s'incivilisce è il piccolo sacrificio di sé cui ciascuno consente per ottenere una convivenza solidale tra diversi.
Non saper proferire il verbo senza che il cuore ti si spacchi è come una rinascita, dopo un persistente disordine dei vocabolari. È come se il verbo si riprendesse lo spazio che era suo. Nella quarta sura del Corano è un peccato, "alterare le parole dai loro luoghi". Credo che l'incessante alterazione di concetti come sacrificio, riforma, bene comune, etica pubblica, abbia impedito al ministro del Lavoro - un segno dei tempi, quasi - di compitare una locuzione sistematicamente banalizzata, ridivenuta d'un colpo pietra incandescente. Riformare le pensioni e colpire privilegi travestiti da diritti è giusto, ma fa soffrire pur sempre.
Di qui forse la paralisi momentanea del verbo: al solo balenare della sacra parola, risorge la dimensione mitica del sacrificio, il terrore di vittimizzare qualcuno, la tragedia di dover - per salvare la pòlis - sgozzare il capro espiatorio, l'innocente.
Medicare le parole presuppone che si dica la verità ai cittadini, e anche questo sembra la missione che Monti dà a sé e ai partiti. Riportare nel loro luogo le parole significa molto più che usare correttamente i dizionari: significa rimettere al centro concetti come il tempo lungo, il bene comune, il patto fra generazioni.
Significa, non per ultimo: rendere evidente il doppio spazio - nazionale, europeo - che è oggi nostra cosmo-poli e più vasta res publica. Il presidente del Consiglio lo sa e con cura schiva il lessico localistico, pigro, in cui la politica s'è accomodata come in poltrona. Stupefacente è stato quando ha detto, il 17 novembre al Senato: "Se dovete fare una scelta - mi permetto di rivolgermi a tutti - ascoltate! non applaudite!".
L'applauso, il peana ipnotico (meno male che Silvio c'è), le grida da linciaggio: da decenni ci inondavano. Era la lingua delle tv commerciali, del mondo liscio che esse pubblicizzavano, confondendo réclame e realtà: illudendo la povera gente, rassicurando la fortunata o ricca. Erano grida di linciaggio perché anch'esse hanno come dispositivo centrale il sacrificio: ma sacrificio tribale, che esige il capro espiatorio su cui vien trasferita la colpa della collettività.
Erano capri gli immigrati, i fuggitivi che giungevano o morivano sui barconi. E anche, se si va più in profondità: erano i malati terminali che reclamano una morte senza interferenze dello Stato e di lobby religiose. La nostra scena pubblica è stata dominata, per decenni, dalla logica del sacrificio: solo che esso non coinvolgeva tutti, proprio perché nel lessico del potere svaniva l'idea di un bene disponibile per diversi interessi, credenze. Solo contava il diritto del più forte, che soppiantava la forza del diritto.
Ascoltare quello che effettivamente vien detto e fatto non ci apparteneva più. Anche il ministro Giarda si è presentato domenica come medico delle parole: "Son qui solo per correggere errori". Non ha esitato a correggere i colleghi, e ha avuto l'umiltà di dire: "Se avessimo più tempo, certo la nostra manovra sarebbe migliore".
Monti ha fatto capire che questa, "anche se siamo tecnici", è però politica piena: "L'esperienza è nuova per il sistema politico italiano. A noi piace esser cavie da questo punto di vista". Singolare frase, in un Paese dove a far da cavie sono di solito i cittadini. Ma frase coerente alla politica alta: dotata di una veduta lunga, indifferente alla popolarità breve.
Pensare i sacrifici non è semplice, perché gli italiani e gli europei da tempo si sacrificano, e tuttavia constatano disuguaglianze scandalose. Perché sacrificandosi deprimono oltre l'economia. Lo stesso Sarkozy, che campeggiò come Presidente che poteva abbassare le tasse ai ricchi visto che le cose andavano così bene, è oggi costretto ad ammettere che i francesi "stringono la cinghia da trent'anni".
Quel che è mancato, nel sacrificio cui i popoli hanno già consentito, è l'equità, l'abolizione della miseria, delle disuguaglianze. Forse - l'emozione dei potenti resta misteriosa - Elsa Fornero ha pianto perché le misure sono dure per chi ha pensioni grame. Se solo le pensioni sotto 936 euro saranno indicizzate all'inflazione, tante pensioni basse rattrappiranno come pelle di zigrino.
Si poteva fare diversamente forse, e non tutte le misure sono ardite. La lotta all'evasione fiscale iniziata dall'ultimo governo Prodi ricomincia, ma più blanda. La cruciale tracciabilità introdotta da Vincenzo Visco (1000 euro come soglia, da far scendere in due anni a 100) è fissata durevolmente a 1000. Oltre tale cifra è vietato accettare pagamenti in contanti, che sfuggono al fisco: una draconiana stretta anti-evasione è evitata. Né si può dire che tutto sia equo, e la crescita veramente garantita.
Il fatto è che si parla di decreto salva-Italia, ma si manca di chiarire come il decreto sia anche salva-Europa. Non è un'omissione irrilevante, perché il doppio compito spiega certe durezze del piano. Speriamo sia superata. Ogni azione italiana, infatti, è urgentissimo accompagnarla simultaneamente ad azioni in Europa: per smuovere anche lì incrostazioni, privilegi, dogmi.
Per dire che non si fa prima "ordine in casa" e poi l'Europa, come nella dottrina tedesca, ma che le due cose o le fai insieme, con un nuovo Trattato europeo più solidale e democratico, o ambedue naufragheranno.
http://www.repubblica.it/politica/2011/12/06/news/le_lacrime_e_le_parole-26154641/?ref=HREA-1
lunedì 5 dicembre 2011
Esami fantasma, indagato il fratello di Angelino Alfano. - di Davide Antonicelli.
Alessandro Alfano, attuale Segretario generale della Camera di Commercio di Trapani, sarebbe accusato di frode informatica. Il fratello dell'ex guardasigilli del governo Berlusconi si è laureato in economia nel 2009, ma ora il suo titolo di studio sarebbe a rischio. I legali: "Confidiamo in un rapido accertamento".
C'è anche il fratello dell'ex guardasigilli e attuale segretario Pdl Angelino Alfano, il 36enne Alessandro, tra i 32 indagati nell'ambito dell'indagine della procura di Palermo sugli esami fantasma all'università del capoluogo siciliano.
C'è anche il fratello dell'ex guardasigilli e attuale segretario Pdl Angelino Alfano, il 36enne Alessandro, tra i 32 indagati nell'ambito dell'indagine della procura di Palermo sugli esami fantasma all'università del capoluogo siciliano.
L'accusa per l'attuale Segretario generale della Camera di Commercio di Trapani sarebbe di frode informatica, mentre gli altri 29 sono indagati per reati più gravi, quali concorso in falso, truffa e corruzione.
L'inizio dell'indagine risale al 2009 e parte da una denuncia del rettore Roberto Lagalla. Da un controllo di routine, prima della discussione della tesi di una laureanda in Economia, fu scoperto infatti che nel fascicolo riguardante studentessa mancavano i verbali e gli statini di alcuni esami che invece risultavano regolarmente registrati nel database del computer della segreteria. Da qui l'esposto alla magistratura, vengono sentiti testimoni, la polizia analizza e incrocia i verbali cartacei degli esami con le informazioni riportate sui computer, con la conseguente scoperta di altri casi. Gli inquirenti scoprono anche che da un terminale della facoltà di economia era possibile accedere anche ai sistemi di altre facoltà.
Sotto inchiesta finirono tre dipendenti, due dei quali furono sospesi e una terza invece licenziata, dopo aver confessato di aver registrato alcuni esami in realtà mai sostenuti.
Secondo l'accusa esisteva un vero e proprio tariffario: tre mila euro per un esame di economia, mille per uno di Scienze Politiche, mentre per la facoltà di ingegneria il pagamento poteva avvenire anche a rate.
La laurea di Alfano risale al 2009 e il suo titolo di studio ora potrebbe essere a rischio. I suoi legali Grazia Voloe Nino Caleca confidano "in un rapido accertamento della verità da parte della magistratura. Il nostro assistito ha effettuato regolarmente tutti gli esami, lo dimostreremo".
L'inizio dell'indagine risale al 2009 e parte da una denuncia del rettore Roberto Lagalla. Da un controllo di routine, prima della discussione della tesi di una laureanda in Economia, fu scoperto infatti che nel fascicolo riguardante studentessa mancavano i verbali e gli statini di alcuni esami che invece risultavano regolarmente registrati nel database del computer della segreteria. Da qui l'esposto alla magistratura, vengono sentiti testimoni, la polizia analizza e incrocia i verbali cartacei degli esami con le informazioni riportate sui computer, con la conseguente scoperta di altri casi. Gli inquirenti scoprono anche che da un terminale della facoltà di economia era possibile accedere anche ai sistemi di altre facoltà.
Sotto inchiesta finirono tre dipendenti, due dei quali furono sospesi e una terza invece licenziata, dopo aver confessato di aver registrato alcuni esami in realtà mai sostenuti.
Secondo l'accusa esisteva un vero e proprio tariffario: tre mila euro per un esame di economia, mille per uno di Scienze Politiche, mentre per la facoltà di ingegneria il pagamento poteva avvenire anche a rate.
La laurea di Alfano risale al 2009 e il suo titolo di studio ora potrebbe essere a rischio. I suoi legali Grazia Voloe Nino Caleca confidano "in un rapido accertamento della verità da parte della magistratura. Il nostro assistito ha effettuato regolarmente tutti gli esami, lo dimostreremo".
"PARLAMENTARI RIDOTTI IN MISERIA". BUFERA SULL'ONOREVOLE PEPE.
ROMA - "Con le nuove misure di Monti sui vitalizi i parlamentari saranno ridotti alla fame". È la frase choc pronunciata dall'onorevole Mario Pepe, gruppo misto "Repubblicani e azionisti", nel corso dell'intervista al programma radiofonico la Zanzara. "Tra nove giorni compio sessant'anni e prendo il vitalizio. Dopo tre legislature prendo tremila euro, tremila e qualche cosa", il primo pensiero dell'onorevole che prima aveva fatto la (lunghissima) lista dei gruppi parlamentari nei quali è passato: liberale, Pdl, responsabili, Popolo e Territorio.
"Se mi togliessero il vitalizio, sarei in difficoltà, perchè da 12 anni non faccio più il medico ma solo il parlamentare. Se mi togliessero il vitalizio percepirei una pensione di 1200 euro, che è una miseria", dice il parlamentare. Quando il conduttore Giuseppe Cruciani gli fa notare che sono in molti a prendere quella cifra, Pepe, senza vergogna, risponde: "E vabbè, e allora saremo tutti uguali nella miseria! Questa pensione è una miseria. Dobbiamo lavorare per migliorare le condizioni degli altri. Il vitalizio non è una pensione, ma una specie di "assegno di reinserimento".
"Chi svolge una funzione legislativa - è la tesi dell'onorevole - deve avere la massima serenità economica perchè deve legiferare nell'interesse dei cittadini. In questa battaglia mi sento erede dei padri costituenti". La discolpa del deputato è sempre più imbarazzante: "Lo sai quante volte ho fatto da testimone di nozze quest'anno, lo sai quanti regali ho portato? Io ho fatto il testimone di nozze a 21 matrimoni. Il deputato deve fare da ufficiale di collegamento coi cittadini. Io sono un deputato all'antica, quello che prendeva le preferenze del Partito Liberale. Se uno deve tenere i rapporti con gli elettori e sentire i loro bisogni, ha delle spese che non ha il professore di liceo".
http://www.leggo.it/articolo.php?id=151931
MANOVRA: COMMISSIONE UE, PASSO MOLTO SIGNIFICATIVO.
(AGI) - Roma, 5 dic. - La manovra approvata dal Governo Monti rappresenta "un passo molto significativo per rimettere in ordine le finanze pubbliche e sostenere la crescita economica, preservando l'equita' sociale e la correttezza attraverso misure su tasse, pensioni, riforma della pubblica amministrazione, liberalizzazioni e incentivi alle imprese".
Lo afferma in una nota il vicepresidente della commissione europea Olli Rehn, secondo cui "il basso potenziale di crescita dell'economia italiana non puo' essere corretto in una notte, ma le misure annunciate oggi", aggiunge, "aiuteranno a rimuovere alcuni colli di bottiglia alla crescita". Secondo Rehn e' comunque "cruciale mantenere il ritmo nelle riforme economiche e nel rinnovamento politico per assumere ulteriori decisioni che possano portare a una maggiore crescita e a maggiore e migliore occupazione in modo equo".
Rehn dice di voler aspettare il dettaglio della manovra prima di esprimere un giudizio compiuto, ma sin d'ora, afferma, e' possibile dire che "questo insieme di misure e' tempestivo e ambizioso in quanto da un segnale molto necessario di un nuovo approccio alla politica economica". Il pacchetto, osserva ancora il commissario, "dovrebbe aiutare l'Italia a raggiungere l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013". E questo, conclude, "e' essenziale per rafforzare la credibilita' dell'economia italiana ma anche per riguadagnare il controllo sull'altissimo debito e alleviarne il peso sulle generazioni future". (AGI) Gis
http://www.agi.it/economia/notizie/201112050014-ipp-rt10079-manovra_commissione_ue_passo_molto_significativo
Approvata la manovra, il comunicato integrale di Palazzo Chigi.
ROMA (Reuters) - Questo il testo integrale del comunicato di Palazzo Chigi sulla manovra approvata stasera.
Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 16,30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti.
Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Antonio Catricalà.
Il Consiglio dei Ministri, appositamente convocato, ha approvato un decreto legge che contiene un pacchetto di misure urgenti per assicurare la stabilità finanziaria, la crescita e l'equità.
L'intervento urgente si è reso necessario per affrontare una crisi finanziaria gravissima che ha investito in queste settimane l'area dell'euro e specificamente il debito sovrano, anche italiano. Il Governo ha deliberato un complesso pacchetto di interventi che tuttavia, pur nell'emergenza, danno il via a una fase di riforma strutturale dell'economia italiana e determinano una prima fase di significativa riduzione dei costi della politica. Tutte le componenti della società italiana devono partecipare allo sforzo per la salvezza e il rilancio del Paese.
L'insieme degli interventi ammonta a circa 20 miliardi di euro strutturali per il triennio 2012- 2014 con una forte componente permanente di risparmi conseguiti. La correzione lorda è di oltre 30 miliardi in quanto sono previsti interventi di spesa a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro per oltre 10 miliardi. All'interno del pacchetto è inclusa e consolidata in norme la correzione dei saldi pari a 4 miliardi previsti quale "clausola di salvaguardia" nella manovra di agosto 2011.
I risparmi conseguito in parte sono destinati a un considerevole pacchetto di interventi a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro. Attraverso la deducibilità integrale dell'IRAP-lavoro vengono favorite le imprese che assumono lavoratori e lavoratrici per un importo di 1,5 miliardi nel 2012, e 2 miliardi nel 2013 e nel 2014. Vengono previsti con l'IRAP interventi a favore di donne e giovani per 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni del periodo considerato.; con l'introduzione del meccanismo denominato ACE di favore fiscale alla raccolta di capitale di rischio, in modo da favorire la patrimonializzazione delle imprese, si interviene con un'azione di 1 miliardo di euro nel 2012, 1,5 nel 2013 e 3 nel 2014. Viene rifinanziato il trasferimento alle regioni per il traporto pubblico locale; viene finanziato un programma per accelerare la utilizzo dei fondi strutturali europei, che altrimenti l'Italia rischia di perdere; viene rifinanziato il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese con l'obiettivo di mettere a disposizione delle PMI garanzie per circa 20 miliardi di credito Vengono resi duraturi nel tempo tutti gli incentivi per le ristrutturazioni e per il risparmio energetico estendendoli alle aree colpite da calamità naturali.
E' stato deciso il completamento della riforma della previdenza con l'estensione dal primo gennaio 2012 a tutti del metodo contributivo per il calcolo delle pensioni per le anzianità future. Viene istituito un sistema flessibile per l'età di pensionamento, che viene elevata a 62 anni per le donne con una fascia di uscita flessibile incentivata fino a 70 anni, per gli uomini la fascia di flessibilità è tra 66 e 70 anni. Le regole per le lavoratrici del settore privato raggiungono l'equiparazione ai lavoratori nel 2018.
Malgrado la situazione estremamente difficile, è stata garantita l'indicizzazione piena delle pensioni minime e parziale per quelle fino a due volte il minimo in circostanze estremamente difficili.
Viene anticipata l'introduzione sperimentale dell'IMU.
Tale intervento accresce il contributo che viene chiesto al patrimonio e alla ricchezza allo sforzo per superare la crisi. A ciò si aggiunge l'intervento fiscale una tantum con una aliquota dell'1,5% a carico dei capitali rientrati in Italia con il cosiddetto "scudo fiscale". Si aggiungono altresì le imposte su taluni beni di lusso (auto di grossa cilindrata, barche, aerei).
L'aumento dell'IVA è deliberato in 2 punti percentuali a decorrere dal primo settembre 2012, a copertura della clausola di salvaguardia e da attuare solo nel caso in cui sia necessario. In tal modo si evita che scatti la riduzione automatica di tutte le deduzioni e detrazioni fiscali in particolare sulla famiglia. La ridefinizione delle agevolazioni andrà a finanziarie il Fondo per la Famiglia istituito dal decreto approvato oggi.
Viene attuato un pacchetto antievasione che prevede il divieto di uso del contante per pagamenti superiori ai 1000 euro; i pagamenti telematici per la PA; una fiscalità di favore per le imprese individuali e artigiane che consenta l'emersione.
E' stato deliberato un insieme di liberalizzazioni per la vendita di farmaci, per i trasporti, e per gli orari degli eserciti commerciali; vengono potenziale le funzioni dell'Antitrust.
Il Governo ha avviato un'azione di selezione e di riordino dei programmi di spesa con l'abolizione di una serie di enti ritenuti non più utili.
In particolare, le Province vengono riportate alla funzione di organi di indirizzo e coordinamento. Vengono abolite le giunte, ridotti a 10 i consiglieri provinciali, e ridotte drasticamente le spese in funzioni già svolte da altri enti territoriali.
A seguito della nomina a Ministro senza portafoglio del prof. Filippo Patroni Griffi, il Presidente Monti ha comunicato al Consiglio la sua intenzione di conferirgli l'incarico per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Consiglio ha condiviso l'iniziativa.
Successivamente il Consiglio ha approvato, su proposta dei Ministri per gli affari europei, Enzo Moavero Milanesi, e del lavoro e delle politiche sociali, Enza Fornero, uno schema di decreto legislativo per l'attuazione della direttiva 2008/104, che disciplina la tutela dei lavoratori dipendenti dalle agenzie di lavoro interinale ("agenzie di somministrazione" secondo il decreto Biagi) per migliorare la qualità del lavoro svolto da questi impiegati presso imprese utilizzatrici. Sul testo verranno acquisiti i pareri della Conferenza unificata e delle Commissioni parlamentari.
Su proposta del Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, ed al fine di consentire il completamento delle operazioni di risanamento delle istituzioni locali in cui sono state riscontrate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, è stato prorogato lo scioglimento dei Consigli comunali di San Giuseppe Vesuviano (Napoli) e Gricignano d'Aversa (Caserta).
Sono stati anche prorogati stati d'emergenza già dichiarati nella città di Roma e nelle province di Sassari, Olbia e Tempio (strada statale SS-OL) per problemi legati al traffico ed alla mobilità, nonché nella Provincia de L'Aquila e nell'intera Regione Abruzzo per il terremoto del 6 aprile 2009.
Tenuto conto dell'imminente scadenza di alcune leggi regionali, il Consiglio le ha esaminate ai sensi dell'art.127 della Costituzione.
Il Consiglio è terminato alle ore 19,35.
(Redazione Roma, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224210, Reuters Messaging: giselda.vagnoni.reuters.com@reuters.net) Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
domenica 4 dicembre 2011
Thyssen, a 7 mesi dalla condanna ancora nessun risarcimento alle famiglie delle vittime. - di Andrea Giambartolomei
Si tratta dei pagamenti provvisionali, cioè gli anticipi sui rimborsi disposti dalla sentenza del 15 aprile scorso, con cui sono stati condannati l’ad Harald Espenhahn e altri cinque dirigenti dell’acciaieria tedesca. "Ho provato in tutte le maniere, sollecitando a voce i legali degli imputati, e anche per iscritto, ma ancora non è avvenuto niente – spiega l'avvocato Bonetto.
A più di sette mesi dalla condanna e a quattro anni dalla tragedia di Torino, la ThyssenKrupp non ha ancora rimborsato gli ex operai e alcuni familiari delle vittime come imposto dai giudici. Si tratta dei pagamenti provvisionali, cioè gli anticipi sui rimborsi disposti dalla sentenza del 15 aprile scorso, con cui sono stati condannati l’ad Harald Espenhahn e altri cinque dirigenti dell’acciaieria tedesca. Oltre all’accusa di omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, i pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e FrancescaTraverso hanno recriminato al primo i reati di omicidio e incendio volontari con colpa cosciente; e per gli altri omicidio e incendio colposo.
Queste ipotesi della procura sono state riconosciute dai giudici della Corte d’assise di Torino, i quali hanno stabilito che gli imputati devono versare dai 50mila euro in su per gli ex lavoratori e tra i 30 e 40mila euro per i parenti dei deceduti. Gli avvocati degli ex operai, costituiti parte civile al processo, avevano anche chiesto che il pagamento fosse “immediatamente esecutivo” per via delle condizioni economiche precarie in cui si sono ritrovati dopo la chiusura anticipata dello stabilimento e per i gravi danni fisici e psicologici subiti per colpa della tragedia. La corte ha ammesso la legittimità delle richieste: in base alle testimonianza di cinque addetti di turno tra il 5 e il 6 dicembre 2007 – è scritto nelle motivazioni – emerge “il dramma sconvolgente da loro vissuto quella notte, da cui deriva la fondatezza (peraltro riscontrata dalle perizie mediche) del danno non patrimoniale, costituito dal danno morale e dal danno alla salute da loro lamentato e di cui chiedono il ristoro economico”. L’azienda e i condannati devono quindi pagare.
Gli importi della provvisionale potevano essere versati dal momento della decisione del tribunale (giorno da cui comincia il calcolo degli interessi) e sono diventati obbligatori dalla pubblicazione della sentenza, ma a 20 giorni dalle motivazioni non sono ancora avvenuti. Lo segnala l’avvocatoSergio Bonetto, rappresentante di nove operai costituitisi parti civile: “Ho provato in tutte le maniere, sollecitando a voce il pagamento agli avvocati degli imputati, e anche per iscritto, ma ancora non è avvenuto niente – spiega -. Se l’attesa continuasse potremmo avviare le procedure per l’invio di ufficiali giudiziari per i pignoramenti”. Antonio Boccuzzi, ex operaio sopravvissuto al rogo e ora deputato del Pd, afferma: “Stiamo tutti aspettando. La Thyssen avrebbe dovuto pagare immediatamente. Nessuno ha ricevuto un euro e non abbiamo notizie, se non voci su prossimi pagamenti”. Il problema è che molti suoi ex colleghi “sono ancora senza un lavoro e a maggior ragione è importante che i soldi siano versati”. Questo ritardo per lui è una conferma: “È l’atteggiamento dello stile Thyssen: anche dopo la sentenza Torino resta l’ultimo dei pensieri e dei doveri”.
I difensori degli imputati affermano che il ritardo è dovuto alla trattativa in corso tra la ThyssenKrupp, i dirigenti condannati e le parti civili: “Siamo obbligati a fare i pagamenti – premette l’avvocato Cesare Zaccone, difensore dell’azienda -. Si tratta di ritardi dovuti alle modalità di esecuzione, ma è anche un problema che riguarda le compagnie assicurative. I pagamenti devono avvenire al più presto”. Per Ezio Audisio, difensore di Espenhahn (condannato a 16 anni e sei mesi), Marco Pucci e Gerald Priegnitz (membri del board aziendale condannati a 13 anni e sei mesi), i tempi saranno rapidi: “Stiamo trattando con le controparti per pagare tutti i risarcimenti. Si sta ragionando sulle somme”, afferma. Quindi alla priorità dei pagamenti agli ex dipendenti e i parenti delle vittime, è stato previlegiato un altro aspetto, il risarcimento totale a tutte le parti civili, quindi anche agli enti locali e sindacati: “Entro lunedì forniremo loro una risposta e nei giorni successivi si procederà con le erogazioni”.
Queste ipotesi della procura sono state riconosciute dai giudici della Corte d’assise di Torino, i quali hanno stabilito che gli imputati devono versare dai 50mila euro in su per gli ex lavoratori e tra i 30 e 40mila euro per i parenti dei deceduti. Gli avvocati degli ex operai, costituiti parte civile al processo, avevano anche chiesto che il pagamento fosse “immediatamente esecutivo” per via delle condizioni economiche precarie in cui si sono ritrovati dopo la chiusura anticipata dello stabilimento e per i gravi danni fisici e psicologici subiti per colpa della tragedia. La corte ha ammesso la legittimità delle richieste: in base alle testimonianza di cinque addetti di turno tra il 5 e il 6 dicembre 2007 – è scritto nelle motivazioni – emerge “il dramma sconvolgente da loro vissuto quella notte, da cui deriva la fondatezza (peraltro riscontrata dalle perizie mediche) del danno non patrimoniale, costituito dal danno morale e dal danno alla salute da loro lamentato e di cui chiedono il ristoro economico”. L’azienda e i condannati devono quindi pagare.
Gli importi della provvisionale potevano essere versati dal momento della decisione del tribunale (giorno da cui comincia il calcolo degli interessi) e sono diventati obbligatori dalla pubblicazione della sentenza, ma a 20 giorni dalle motivazioni non sono ancora avvenuti. Lo segnala l’avvocatoSergio Bonetto, rappresentante di nove operai costituitisi parti civile: “Ho provato in tutte le maniere, sollecitando a voce il pagamento agli avvocati degli imputati, e anche per iscritto, ma ancora non è avvenuto niente – spiega -. Se l’attesa continuasse potremmo avviare le procedure per l’invio di ufficiali giudiziari per i pignoramenti”. Antonio Boccuzzi, ex operaio sopravvissuto al rogo e ora deputato del Pd, afferma: “Stiamo tutti aspettando. La Thyssen avrebbe dovuto pagare immediatamente. Nessuno ha ricevuto un euro e non abbiamo notizie, se non voci su prossimi pagamenti”. Il problema è che molti suoi ex colleghi “sono ancora senza un lavoro e a maggior ragione è importante che i soldi siano versati”. Questo ritardo per lui è una conferma: “È l’atteggiamento dello stile Thyssen: anche dopo la sentenza Torino resta l’ultimo dei pensieri e dei doveri”.
I difensori degli imputati affermano che il ritardo è dovuto alla trattativa in corso tra la ThyssenKrupp, i dirigenti condannati e le parti civili: “Siamo obbligati a fare i pagamenti – premette l’avvocato Cesare Zaccone, difensore dell’azienda -. Si tratta di ritardi dovuti alle modalità di esecuzione, ma è anche un problema che riguarda le compagnie assicurative. I pagamenti devono avvenire al più presto”. Per Ezio Audisio, difensore di Espenhahn (condannato a 16 anni e sei mesi), Marco Pucci e Gerald Priegnitz (membri del board aziendale condannati a 13 anni e sei mesi), i tempi saranno rapidi: “Stiamo trattando con le controparti per pagare tutti i risarcimenti. Si sta ragionando sulle somme”, afferma. Quindi alla priorità dei pagamenti agli ex dipendenti e i parenti delle vittime, è stato previlegiato un altro aspetto, il risarcimento totale a tutte le parti civili, quindi anche agli enti locali e sindacati: “Entro lunedì forniremo loro una risposta e nei giorni successivi si procederà con le erogazioni”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/03/thyssen-mesi-dalla-condanna-ancora-nessun-risarcimento-alle-famiglie-delle-vittime/175034/
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