giovedì 31 maggio 2012

Terremoto, il ricatto degli imprenditori agli operai: o lavori con le scosse o vai in ferie. - Emiliano Luzzi

terremoto69 interna


I racconti dei lavoratori: "nelle aziende sono comparsi anche cartelli di avvertimento". E le vittime finite sotto le lamiere erano tutte precarie.

Vincenzina vuol bene alla fabbrica, canta in uno dei suoi pezzi formidabili Enzo Jannacci, quando smette i panni dello stralunato e folle. E di Vincenzine ce ne sono tante tra Mirandola, Medolla, Cavezzo e San Felice sul Panaro, borghi produttivi della Bassa modenese, il motore di una Emilia che fu rossa, ma è rimasta operaia. Ventiquattro ore dopo la scossa che ha sepolto i lavoratori, distrutto capannoni, viene da chiedersi perché fossero lì dentro a lavorare e non, come tante altre persone all’aperto, a preoccuparsi della loro pellaccia più che dei bilanci da fare, del premio produttivo da raggiungere, dello stipendio. Volontari in barba alle leggi della natura?
Manco per idea. In molte aziende, quelle piccole, da dieci, quindici dipendenti, le richieste le ha fatte il direttore generale, il padrone direttamente, il ragioniere dell’amministrazione. “Noi siamo qui”, ha detto il piccolo imprenditore di turno via telefono ai suoi dipendenti. Un “noi siamo qui” che in molti casi ha suonato come “meglio che rientriate, perché se non lavoriamo oggi è un problema mio, domani un problema vostro”. Lo raccontano al Fatto Quotidiano non una, ma diverse persone.
Tanti immigrati tunisini, ripresi anche in video. “Evitatemi di finire licenziato, proprio io che sono tornato a lavorare”, dice uno degli ospiti del campo allestito a Cavezzo. “Mi hanno costretto e sono rientrato”. Lo dice anche il marito di una donna che la mattina di lunedì 21 maggio è stata “gentilmente” invitata a rientrare. “E mia moglie è andata. Lavora in un’azienda del settore della meccanica da 20 anni. È tornata in ufficio. Si è salvata per miracolo, è stata l’ultima a uscire dalla porta d’emergenza. Il caso di mio zio – prosegue l’uomo – la dice ancor più lunga. Lo hanno chiamato i colleghi e spiegato che sul cancello della ditta c’era un cartello, che era meglio che passasse a leggerlo. Che cosa c’era scritto? Invito molto armonioso e gentile: c’è stato il terremoto, ma la vita continua. Chi vuole lavora, gli altri possono prendersi le ferie. Liberissimi di farlo”.
Ecco perché non c’era nessuno nelle case, ma c’erano molte persone a lavorare. Non è successo niente di diverso. Alla Haemotronic gli operai nella maggior parte dei casi sono assunti con contratto a tempo. In questo caso non c’è stata nessuna pressione per tornare, ma sotto le macerie sono morti i precari. L’azienda è un colosso della biomedica, i problemi non c’erano, ma avevano la certificazione per tornare al lavoro. Nessun rischio, nessun pericolo. Le pareti portanti hanno resistito, è il resto che è crollato.
D’altronde avere l’agibilità, anche in casi di massima emergenza, è un gioco da ragazzi . Basta un ingegnere pagato dall’azienda che dice se è possibile rientrare. “Non potevamo prevedere un’altra scossa, non era prevista, eravamo convinti di poter lavorare”, dice uno dei soci della Haemotronic tra le lacrime, Mattia Ravizza. E nessuno mette in dubbio la sua parola. C’era anche lui lì, dentro, ha rischiato come gli altri. E non è un eroe.
Ma quei lavoratori erano dove non dovevano essere. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Modena, Vito Zincani. E ha fatto capire dove andrà a parare la sua inchiesta. Strutture, progetti, direzione dei lavori. Ma soprattutto dovrà farsi spiegare perché a Medolla gli operai erano in fabbrica mentre il paese era quasi completamente evacuato. Chi ha dato l’agibilità, chi l’ha firmata? E perché tante di quelle carrozzerie che coprono così potenti motori del secondo comparto mondiale per la biomedica, dietro solo a Memphis per produzione, si sono sciolte come panetti di burro.
da Il Fatto Quotidiano del 31 maggio 2012

Società regionali: ecco compensi e nomi. - Giacinto Pipitone.


Nino Scimemi, fedelissimo di Lombardo, è diventato il presidente dell’Italkali. Antonino Rizzotto, ex deputato di An e dell’Mpa, al vertice di Lavoro Sicilia e l’ex difensore civico di Palermo Antonino Tito alla guida di Siciliacque. E nei prossimi giorni i nuovi assessori rinnoveranno gli uffici di gabinetto da 18 membri.

PALERMO. In attesa di piazzare Gaetano Armao alla guida dell’Irfis e di nominare i 17 nuovi manager di Asp e ospedali che scadono a fine luglio nel pieno della campagna elettorale, l’ultimo incarico nel sottogoverno è stato assegnato ieri mattina: Nino Scimemi, fedelissimo di Raffaele Lombardo, è diventato il presidente dell’Italkali e avrà un compenso da 25 mila euro all’anno. Nel consiglio di amministrazione è stato confermato Filippo Caci, mentre il nome nuovo è Liborio D’Anna: a entrambi andranno 20 mila euro.
Nei prossimi giorni i nuovi assessori rinnoveranno gli uffici di gabinetto da 18 membri. Poi, nel corso dell’anno, verrà completato il riordino che porterà il numero delle partecipate a 14 (per altrettanti posto di vertice). Per ora invece le società partecipate restano 29. E nei giorni scorsi Lombardo vi ha piazzato altri due fedelissimi: Antonino Rizzotto, ex deputato di An e dell’Mpa, al vertice di Lavoro Sicilia e l’ex difensore civico di Palermo Antonino Tito alla guida di Siciliacque. Il primo avrà un compenso da 30 mila euro lordi, il secondo da 77 mila. In Siciliacque entra come consigliere anche il finiano Carmelo Cantone.
Confermati nei giorni scorsi i vertici dell’Ast: Dario Lo Bosco presidente con un compenso da 45 mila euro. Fra i consiglieri entra Rosario Carlino con compenso analogo. In base all’ultimo report dell’assessorato all’Economia, nel Cda dell’Ast c’erano Giulio Cusumano, Giuseppe Campagna, Lucio Augello e Giovanni Trigona: tutti con compensi da 45 mila euro. Conferma già arrivata anche per Mario Brancato al vertice dei Mercati Agroalimentari (compenso da 50 mila euro): i consiglieri sono Giovanni Malgioglio e Giuseppe Aliffi che percepiscono 30 mila euro all’anno.
L’assessorato all’Economia ha pubblicato i compensi percepiti nel 2011, tutti confermati anche per il 2012. Alla Beni culturali la presidente Elena Pizzo ha incassato 30 mila euro e 20 ciascuno sono andati ai consiglieri Adelaide Spatafora e Salvatore Sammartano. La Pizzo è anche un dirigente regionale, così come Anna Rosa Corsello che guida il dipartimento Lavoro e anche la Multiservizi con un compenso aggiuntivo di 40 mila euro all’anno: il suo vice, Serafino Nicoletti, incassa 30 mila euro.
Nicola Vernuccio è l’amministratore unico di Sicilia e Ricerca e percepisce 20 mila euro. Fra i compensi più alti nel 2011, quelli della dimissionaria presidentessa di Sviluppo Italia Sicilia, Cleo Li Calzi: 50 mila euro. Anche Emanuele Spampinato ha percepito 50 mila euro per guidare Sicilia e Servizi. Un altro fedelissimo di Lombardo, Marco Romano, ha percepito 30 mila euro per la guida del Parco scientifico e tecnologico. E, in attesa di essere inglobata da CineSicilia, la Qaurit ha garantito nel 2011 un compenso da 30 mila euro al presidente Marco Previti e 36 mila euro all’amministratore delegato Salvatore Bonanno. Per guidare la Sicilia Patrimonio immobiliare Salvatore Giglione ha incassato 30 mila euro e 22 mila euro sono andati ai consiglieri Simona Catellucci e Ignazio Basile.
Malgrado il Ponte non sia più all’ordine del giorno, il presidente della società Stretto di Messina, Maurizio Ballistreri, ha incassato nel 2011 30 mila euro. E anche le società in liquidazione continuano a fruttare discreti compensi: 25 mila euro sono andati a Salvatore Marino per avviare la liquidazione di Biosphera, 35 mila a Margherita Poselli per la chiusura di Sicilia e Innovazione, 25 mila a Baldassarre Quartararo per la InfoRac Map, 20 mila a Michele Battaglia per le Terme di Acireale e 40 mila a Carlo Turriciano per le Terme di Sciacca.

E, quando si perde il senso delle cose....



...ecco che arriva la speranza.
Una giornata memorabile, una ricorrenza qualsiasi: il compleanno di un membro della "grande famiglia".
Tutti riuniti ad un tavolo a parlare del più e del meno, ma uniti.
Il padre, la madre, i figli, i loro compagni e compagne, i nipoti. E' questo lo stile di vita che dobbiamo tramandare.
Per tramandare ricordi e tradizioni, come hanno fatto con noi, e gliene siamo grati, i nostri genitori. 
Cetta.

mercoledì 30 maggio 2012

Canada, resti umani inviati per posta. - Guido Olimpo


La polizia porta via i reperti

Un piede mozzato in un pacco recapitato nella sede del partito conservatore a Ottawa. Resti umani anche a Montreal.


WASHINGTON - È una storia dell'orrore. In un paese tranquillo come il Canada. Con resti umani inviati per posta e un corpo mutilato rinvenuto in una valigia. Sono passate da poco le 12 di martedì quando un impiegato nella sede del partito conservatore a Ottawa apre un pacco arrivato da poco. Ed ha una sorpresa: appena solleva una delle «alette» della scatola scorge «qualcosa» coperto di sangue. Sembra un cuore, dice ai colleghi. Ma non lo è. Sarà la polizia a precisare che si tratta di un piede mozzato. Gli agenti compiono i rilievi, interrogano i presenti e controllano il pacco. Sulla scatola c'è solo l'indirizzo generico del partito, nessuna intestazione particolare.
IL CORPO NELLA VALIGIA - Un mistero. Che diventa ancora più complesso quando da Montreal segnalano il ritrovamento di una valigia. L'hanno abbandonata per strada, vicino ai sacchi della spazzatura e a vecchi mobili. All'interno c'è un corpo mutilato, senza testa. Esiste un legame con la vicenda di Ottawa? Forse, ma è presto per dirlo. Passano le ore, gli agenti cercano di fare un primo punto, di stabilire eventuali connessioni. Ma c'è altro lavoro in arrivo. Una chiamata urgente dall'Ufficio postale centrale di Ottawa: hanno trovato un pacchetto contenente una mano mozzata. A chi era indirizzato? Non al partito conservatore - precisano gli investigatori - ma ad un indirizzo che e' tenuto «coperto». Il riserbo di chi indaga non permette di sapere se nelle buste ci fosse qualche tipo di messaggio. Ed è ovvio che non si esclude che possano esserci in giro altri «reperti», per questo sono stati invitati i dipendenti delle poste alla massima attenzione.
LE INDAGINI - Inspiegabile per ora il movente di questa storiaccia. Ogni ipotesi è possibile. Dal gesto di un folle al segnale sanguinoso di un killer. Con il bizzarro coinvolgimento del partito conservatore, attualmente al potere. Il Canada, anche se ne all'estero se ne parla poco, ha problemi di criminalità concentrati in due aree. A Ovest, nella bellissima Vancouver, hanno preso piede gang legate al traffico della droga e spesso in affari con i cartellli messicani. A Est, invece, è in corso da anni una faida mafiosa che ha visto l'eliminazione di molti esponenti del clan Rizzuto. Le organizzazioni criminali italiane hanno messo radici e sono coinvolte in attività legali che fanno da paravento per quelle illecite. La costa occidentale tra Vancouver e l'americana Seattle fa invece da sfondo al caso dei piedi mozzati recuperati dal 2007 sulle spiagge della zona. Alcuni appartengono a persone che si sono tolte la vita ma per altri non ci sono spiegazioni sicure, anche se ogni tanto spuntano teorie non sempre convincenti. Si è ipotizzato che si tratti di resti di vittime di naufragi o di qualcuno eliminato dalla mafia (o da un omicida seriale). Oppure di uomini e donne periti nello tsunami asiatico. Ma nessuna di queste tesi ha comunque svelato il giallo.

martedì 29 maggio 2012

Ddl Corruzione. Il deputato Sisto (Pdl) ripresenta emendamento “cancella Ruby”.

francesco paolo sisto interna nuova


Orlando (Pd): "Così come non è passato la prima volta, non passerà neppure dopo quest'ennesimo tentativo". Il governo aveva già dato parere negativo con il ministro della Giustizia Severino. Silvio Berlusconi è proprio accusato di concussione nel processo sulle "cene eleganti" ad Arcore.

In una giornata in cui gli occhi dell’Italia sono puntati sul dramma dell’Emilia-Romagna, squassata da un nuovo terremoto anche oggi, torna per l’esame d’aula l’emendamento del Pdl Francesco Paolo Sisto al ddl corruzione che prevede che ci sia concussione solo se vi è passaggio di denaro o altra utilità patrimoniale. Oltre questa proposta alla Camera arriveranno anche altri emendamenti, una trentina, che tendono ad ammorbidire le pene per corrotti e corruttori. Il deputato del Pdl ha ripresentato la proposta battezzata anti Ruby, secondo la quale comportamenti indebiti che non abbiano ad oggetto un bene di rilevanza patrimoniale potrebbero dunque non essere più reato, almeno a titolo di concussione. Un reato di cui Silvio Berlusconi è accusato nel processo Ruby per aver telefonato la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 in Questura a Milano per permettere alla minorenne marocchina Karima El Marough, detta Ruby, di lasciare gli uffici dopo era stata accompagnata perché denunciata per furto. Con quella chiamata da Parigi l’allora presidente del Consiglio non ricevette nessun vantaggio patrimoniale, ma solo la liberazione della ragazza poi diventata il cuore dello scandalo delle serate ad alto tasso erotico nella sua residenza di Arcore.  Il 10 maggio scorso il governo, tramite il ministro della Giustizia Paola Severino, aveva dato parere negativo.
Un “emendamento – sottolinea Sisto che è un avvocato penalista – che non nasce affatto dal processo milanese ma che vuole evitare pene così gravi a fronte di comportamenti che non abbiano altrettanta gravità”. Il deputato fa l’esempio del sindaco che ha spinto il consigliere comunale incompatibile a dimettersi e ha così fatto subentrare un altro soggetto in sua vece e per questo è stato accusato di questo reato. Insomma nulla centrerebbe il leader del suo partito con questa iniziativa già contestata. 
Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Partito Democratico, in una nota afferma: “Quello di Sisto, mi pare l’ennesimo tentativo di boicottare l’approvazione del Ddl corruzione, vanificando l’impegno del ministro Severino e i passi avanti compiuti in Commissione. Sisto sa che su quell’ipotesi di emendamento abbiamo espresso una valutazione assolutamente negativa perché, al di la’ delle precise ed evidenti finalità che lo ispirano, finisce per restringere in modo inaccettabile la fattispecie della concussione. Così come non è passato la prima volta, non passerà neppure dopo quest’ennesimo tentativo”.
Nella trentina di emendamenti presentati al ddl anticorruzione, le proposte di modifica firmate da Francesco Paolo Sisto e Manlio Contento puntano a ridurre soprattutto le pene minime per diversi reati contro la pubblica amministrazione: dalla corruzione per l’esercizio della funzionè alla Corruzione tra privati. A questo proposito, i pidiellini puntano anche a ripristinare i tetti minimi e massimi di pena per la corruzione per l’esercizio della funzione a com’erano prima dell’emendamento del Pd approvato in Commissione Affari Costituzionali e Giustizia: riducendo le condanne da 4 a 8, rispettivamente a 3 e 7. Poi, ci sono alcune proposte di modifica che mirano a cancellare dei reati previsti dal testo Severino: l’Induzione indebita a dare o promettere utilità e il ‘Traffico di influenze illecite”. Per quanto concerne la Corruzione tra privati, Sisto propone di cancellare il secondo comma che parla della pena di reclusione fino a 1 anno e 6 mesi se il fatto è commesso da chi è sottoposto alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti indicati al primo comma e cioè gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori. I due parlamentari del Pdl chiedono quindi che il reato di Corruzione tra privati sia perseguibile solo a querela della persona offesa.

Ideologie omogenee...



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10150865673339537&set=a.141819929536.108197.135616969536&type=1&theater

Inchiesta Bpm: “Legge di Milanese per sisma in Abruzzo favoriva videopoker”.

marco milanese_interna nuova


Il parlamentare del Pdl è accusato di concorso in corruzione nell'indagine che ha portato in carcere Massimo Ponzellini. Avrebbe inserito una norma voluta dalla Atlantis di Corallo nel decreto sul terremoto del 2009, con il pretesto di reperire maggiori entrate fiscali da destinare agli aiuti. La replica: "Tutto falso e infondato".

Una legge approvata dal Parlamento per aiutare le popolazioni dell’Abruzzo colpite dal sisma sarebbe stata in realtà ‘disegnata’ su misura per arricchire i signori del gioco d’azzardo. Promotore, il deputato Pdl Marco Milanese, già coinvolto in altri guai giudiziari, ora di nuovo indagato dalla Procura di Milano per concorso in corruzione. E’ un risvolto che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare a carico di Massimo Ponzellini, attuale presidente di Impregilo ed ex numero uno di Bpm. Ponzellini è finito ai domiciliari perché avrebbe incassato quasi sei milioni per concedere i prestiti della Bpm alle imprese con cui aveva rapporti ‘privilegiati’.
Il capo d’accusa principale riguarda i 150 milioni erogati dalla banca milanese ad Atlantis, società specializzata in macchinette per videopoker e scommesse controllata da Francesco Corallo. Proprio alla società di Corallo fa riferimento la vicenda della legge ‘ad hoc’. A presentare Corallo a Ponzellini, secondo la procura, è Marco Milanese, all’epoca dei fatti sottosegretario all’Economia. Milanese è relatore del disegno di legge che poco dopo il terremoto in Abruzzo autorizza l’utilizzo nei locali pubblici di macchine per videopoker digitali di ultima generazione.
La norma venne presentata come un modo per agevolare le entrate fiscali allo scopo di aiutare le popolazioni abruzzesi, dato che lo Stato trattiene una quota significativa delle scommesse. Per i pm il testo della norma venne scritto direttamente nello studio Mag, una struttura privata specializzata nelle norme sui monopoli e sui giochi, che lavorava per l’Atlantis di Corallo. Per questa vicenda Milanese è indagato per corruzione. Proprio il legale rappresentante della Mag, Guido Marino, interrogato dai pm, collega “il superamento degli ostacoli politici” per fare approvare questa legge a “un determinante intervento dell’onorevole Milanese”.
La genesi della legge è raccontata nelle carte dell’inchiesta. Nel 2009 “era nota la necessità dello Stato di reperire risorse per la ricostruzione dell’Abruzzo dopo il terremoto”, spiega Marino, ma era noto che “il ministero dell’Economia cercasse fonti di finanziamento diverse da imposte ordinarie e probabilmente da reperire attraverso la disciplina dei Giochi”. Così Atlantis pensa che sia il momento di spingere per far approvare nuovi progetti in materia, in grado di portare ulteriori introiti (anche) allo Stato. La Mag si mette al lavoro sulle Vlt, le slot machine di ultima generazione, e consegna un piano dettagliato a Corallo e alla Atlantis. Secondo Marino, per avviare l’iter parlamentare Atlantis si rivolge inizialmente “all’onorevole Laboccetta” (Amedeo Labocetta del Pdl, ndr), ritengo per la sua carica nella Commissione Finanze”. Ma “in seguito si dice avesse cercato contatti più efficaci all’interno del ministero, trovandoli sempre per quanto appreso nell’ambiente nell’on. Milanese”. 
Le dichiarazioni dell’imprenditore, scrive il gip, arrivano pochi giorni dopo una perquisizione negli uffici della Mag, in seguito alla quale, si legge nell’ordinanza, i militari hanno “formulato l’ipotesi che allo stesso Marino fosse stato chiesto da Corallo Francesco di redigere un articolato normativo, sul presupposto di un già esistente accordo con Milanese per il suo recepimento nel cosiddetto decreto Abruzzo del 2009″.  
Dopo la diffusione dei contenuti dell’ordinanza, Marco Milanese ha respinto ogni accusa: “Quanto riportato dalle agenzie di stampa riguardo a un’ipotetica corruzione da parte di Francesco Corallo per interventi in suo favore è completamente falso e privo di ogni fondamento”, afferma. “Gli atti parlamentari dimostrano inequivocabilmente che non sono stato Sottosegretario all’Economia e alle Finanze, come scritto, che non sono stato relatore del ‘decreto Abruzzo’ con norme che riguardavano il gioco d’azzardo che sono stato relatore, invece, della legge 220/2012, cosiddetta legge di stabilità per il 2011, con la quale sono state introdotte misure severe e molto stringenti per le società concessionarie aventi sedi nei paradisi fiscali o non facilmente identificabili quanto alla composizione sociale”.
L’ex braccio destro del ministro dell’Economia Giulio Tremonti aggiunge: “Non ho mai presentato Corallo a Massimo Ponzellini. Non ho mai avuto nessuna utilità da Franceso Corallo sotto qualsiasi forma. Mi riservo azioni legali nei confronti di chiunque, per ignoranza o per finalità strumentali ad altri obiettivi, abbia associato il mio nome a fatti di natura delittuosa”.