giovedì 3 ottobre 2013

L'olio di palma fa male alla salute. Il CSS del Belgio ne sconsiglia il consumo. - marta Albè

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L'olio di palma fa male alla salute. La conferma arriva dal Belgio, dove il suo utilizzo è stato sconsigliato ufficialmente. Il Consiglio Superiore della Sanità belga si è pronunciato a suo sfavore, raccomandando di limitarne l'impiego e l'assunzione. Non si tratta di un obiettivo semplice, poiché l'olio di palma è il grasso vegetale più utilizzato dall'industria alimentare.
Sotto accusa è il suo elevato contenuto di specifici acidi grassi saturi in grado di provocare la formazione di pericolose placche sulle pareti delle arterie. L'industria alimentare lo utilizza per la produzione di margarine, creme spalmabili, merendine, crackers, biscotti, grissini e prodotti da forno dolci e salati in generale.
Lo preferisce ad altri oli poiché si tratta di un prodotto versatile e a basso costo. Alla produzione di olio di palma sono purtroppo legati gravi danni ambientali, a partire dalla deforestazione. Ora i suoi effetti negativi sulla salute vengono ribaditi. A differenza di altri oli, l'olio di palma non contiene soltanto i comuni grassi saturi, ma quantità elevate di grassi di tipo AGS-ath (C12, C14 e C16) che sono considerati dei veri e propri nemici per le arterie.
Ecco il motivo per cui il Consiglio Superiore della Sanità belga ha deciso di pronunciarsi contro l'olio di palma e di sconsigliarne l'utilizzo all'interno della catena produttiva alimentare. Suggerisce di utilizzare oli vegetali differenti, ricchi di grassi insaturi e poveri dei grassi saturi più pericolosi per le arterie.
Fino a questo momento, l'olio di palma era stato difeso da alcuni, per via del suo contenuto di vitamina E e di carotenoidi precursori della vitamina A. Secondo il Consiglio belga, le vitamine presenti nell'olio di palma non sono sufficienti a controbilanciare la sua ricchezza di acidi grassi AGS-ath. Viene sconsigliato, inoltre, il consumo e il ricorso ad altri alimenti e ingredienti ricchi di tali sostanze, come il burro e la panna, o gli oli vegetali idrogenati.
Il Consiglio suggerisce di scegliere alimenti preparati con olio d'oliva. Tra le alternative all'olio di palma, indica olio di lino, di mais e di girasole.
Purtroppo, la presenza di olio di palma negli alimenti confezionati non sempre è verificabile. L'ingrediente si nasconde di solito dietro le diciture "oli vegetali" e "grassi vegetali". Per etichette alimentari più trasparenti, dovremo pazientare fino all'anno prossimo. Da dicembre 2014, l'industria alimentare sarà obbligata ad indicare in etichetta l'origine e la tipologia degli oli utilizzati, secondo le nuove normative europee.
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Lo spettacolare tuffo della lava in mare [Foto]

Il coraggioso fotografo Kawkika Singoson, ha fatto degli scatti davvero eccezionali, riprendendo il momento in cui la lava del vulcano Pu’uO’o si riversava nell’Oceano delle isole Hawaii.
Il fotografo racconta: ‘‘Ho calcolato esattamente il rischio che ho corso per ogni singolo scatto”, e in effetti il suo coraggio è epico, e i suoi scatti incredibili.
Godeteveli tutti perchè non è una cosa di tutti i giorni vedere questa forza della natura!
Foto Exclusivepix/Iberpress

Farfalle e api bevono le lacrime della tartaruga. - Roberta Ragni

3. farfalle tartaruga

È una relazione davvero straordinaria quella tra farfalle e api della foresta amazzonica e tartarughe. La regione amazzonica è notoriamente carente di sodio a causa della sua grande distanza dal mare e perché la catena delle Ande blocca i minerali trasportati dal vento da Ovest.
Quindi, se tu fossi una farfalla o un'ape, dove potresti trovare una fonte facilmente disponibile di sale in Amazzonia? La risposta non è molto evidente, a meno che non si guarda le foto della gallery che ritraggono una tartaruga circondata da farfalle, che le puntano dritto dritto sugli occhi.
Lo scienziato Phil Torres, un laureato della Cornell University che svolge attività di ricerca presso il Centro di Ricerca Tambopata in Perù, racconta a LiveScience che le farfalle sono attratte dal sodio delle lacrime della tartaruga.

Le tartarughe, infatti, hanno una quantità sufficiente di sodio dalla loro dieta, perché non sono erbivore come le farfalle. Questa è l'unica regione in cui è stato osservato questo fenomeno.
Altre fonti di sale per le farfalle amazzoniche (che non sono così interessante e pittoresche) includono urina, pozze d'acqua e sudore umano. La tartaruga, però, non sembra feliccisma di donare le sue lacrime e cerca di scacciare gli insetti con i suoi lenti movimenti.

mercoledì 2 ottobre 2013

Albert Einstein



Non esistono grandi scoperte né reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice.

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Palermo, l’ex sindaco Cammarata passa all’Agenzia dei beni confiscati alla mafia. - Giuseppe Pipitone

Palermo, l’ex sindaco Cammarata passa all’Agenzia dei beni confiscati alla mafia


L'esponente del Pdl lascia il posto da docente di scuola superiore e viene assunto dall'ente che gestisce gli immobili sottratti alla criminalità. Nel curriculum, anche una condanna per essersi fatto curare la barca da un dipendente comunale. Protestano il movimento di Orlando e l'M5S. Il direttore Caruso: "Ha fatto domanda e l'ho accolta, operazione a costo zero".

Di tornare a fare il suo mestiere non ne ha evidentemente voglia. Sarà per questo che Diego Cammarata, fino al gennaio del 2012 sindaco pidiellino di Palermo, sta cercando in qualche modo di sottrarsi alla monotonia della sua professione originaria:  dopo dieci passati con la fascia di primo cittadino in spalla, tornare a fare il docente di diritto in una scuola superiore non deve essere proprio il massimo. L’ex sindaco meno amato d’Italia – come fu definito dati alla mano dalla speciale classifica del Sole 24 Ore – ha quindi preso carta e penna per chiedere di essere trasferito come dipendente pubblico a un altro ufficio: l’Agenzia per i Beni confiscati alle associazioni criminali.
L’ente è stato istituito nel 2010 per gestire le migliaia di immobili che vengono confiscati ogni anno alle mafie, e per cercare di restituirli alla collettività. L’ex sindaco prenderà servizio il 3 ottobre, evitando quindi di doversi recare in aula ogni giorno per fare lezione: al contrario si entrerà nella sede dell’ente in via Vann’Antò a Palermo, per coadiuvare il prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’agenzia. Una nuova occupazione quella di Cammarata che però non è stata per nulla digerita da molti. In prima linea il consigliere comunale Alberto Mangano, fedelissimo di Leoluca Orlando che ha seguito nel nuovo Movimento 139. “E’ l’ennesima umiliazione che il governo nazionale ci sta facendo subire – attacca il consigliere comunale – mentre il sindaco Orlando auspicava che l’agenzia adottasse misure più snelle per utilizzare i beni confiscati ai mafiosi e destinarli a fini sociali, adesso con la riapparizione dell’ex sindaco invisibile, tutto si complicherà ulteriormente”.
La definizione di “sindaco invisibile” fu coniata anni fa dal vignettista satirico Allegra, che raffigurava l’ex primo cittadino soltanto con un bicchiere di vino e una racchetta sospesi nel vuoto, a testimoniare la latitanza del primo cittadino dall’amministrazione attiva della città. Polemici anche gli esponenti palermitani del Movimento Cinque Stelle: “Questo governo di larghe intese – dice il deputato Riccardo Nuti – dimostra giornalmente che non c’è possibilità di lavorare per il bene comune. Nominare in un settore così delicato, sensibile ed importante una persona che ha distrutto per anni una città unica come Palermo dimostra che non c’è volontà di cambiare rotta”.
Ad accogliere la domanda di trasferimento di Cammarata è stato il direttore Caruso in persona. Che difende la bontà della sua scelta. “Ho accolto la domanda di Cammarata – ha detto – come avrei fatto per qualsiasi dipendente della pubblica amministrazione. Siamo in grave carenza di organico, come ho detto più volte. Qui nessuno vuole venire perché non ci sono incentivi economici o di carriera, quindi la domanda di Cammarata è stata ben accetta. Inoltre, tutti gli oneri sono a carico dell’amministrazione di provenienza, quindi per noi è un’operazione a costo zero”.
L’Agenzia per i beni confiscati ha in questo momento soltanto trenta dipendenti, a fronte di migliaia di immobili da gestire. Cammarata però non è esattamente un qualsiasi dipendente della pubblica amministrazione. Se non altro perché nell’aprile è stato condannato in primo grado a tre anni di reclusione per abuso d’ufficio e falso: un dipendente di una società comunale invece di recarsi al lavoro, gestiva la barca dello stesso Cammarata, in quel momento ancora sindaco. Dopo essersi dimesso da primo cittadino, l’esponente del Pdl provò già una volta a evitare il ritorno tra i banchi di scuola: venne infatti nominato consulente del Senato per la redazione di un disegno di legge sulla spending review.
“Può un ex primo cittadino commissariato per aver portato al dissesto finanziario la sua città essere chiamato come consulente al Senato per un disegno di legge sui tagli di spesa negli enti locali?” si chiese l’allora senatore dell’Idv Fabio Giambrone. Cammarata rispose pochi giorni dopo rinunciando all’incarico di consulente di Palazzo Madama. Un anno dopo ci riprova: questa volta occupandosi di antimafia. L’importante e non tornare tra cattedre e studenti.
 Twitter:@pipitone87

Ecomobilità, consorzio di imprenditori sardi produrrà l’auto ad aria compressa. - Elena Ciccarello

Airpod


Il veicolo, ideato dall’ingegnere francese Cyril Guy Nègre, si chiama AirPod e promette di percorrere 100 km con un euro ed emissioni zero. Dopo una serie di fallimenti legati al confort e alla sicurezza, il particolare tipo di tecnologia prova a rivoluzionare il mercato dell'auto.

Sarà prodotta in Sardegna, e precisamente a Bolotana (Nuoro), l’auto ad aria compressa ideata dall’ingegnere francese Cyril Guy Nègre. Si chiama AirPod e promette di percorrere 100 km con un euro ed emissioni zero. La produrrà per la prima volta in Europa un consorzio di imprenditori sardi, riuniti sotto l’insegna Air Mobility Consortium, che hanno acquistato la licenza dalla MDI, la compagnia fondata da Nègre con sede in Lussemburgo. Stando alle prime dichiarazioni la produzione impiegherà inizialmente circa 30 operai.
L’auto, definita dai suoi costruttori come la soluzione ecologica alla crisi, per i suoi ridottissimi consumi, è stata presentata al salone di Ginevra nel 2009. E’ un’auto leggerissima, costruita attorno ad un telaio in fibra di vetro, che si ricarica in pochi minuti (a differenza delle ore necessarie per una macchina elettrica) e si guida con un joystick. Ha emissioni molto limitate o pari a zero e una velocità massima di 80 Km/h. Prezzi contenuti (tra i 6mila e i 7mila euro) e un’autonomia di 120 km in modalità mono energy, ossia solo con aria compressa, e di 300 km con il motore dual energy, ossia con il riscaldamento dell’aria. A Cagliari l’hanno vista per la prima volta nel 2012, in anteprima nazionale, con la partecipazione del presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu e di Piergiorgio Massida, presidente dell’autorità portuale di Cagliari ed ex senatore Pdl, che sono tra i sostenitori dell’iniziativa industriale.
La storia della AirPod arriva da lontano ed è costellata da grandi entusiasmi come da clamorosi flop. Guy Nègre ha iniziato a parlare di auto ad aria compressa già negli anni Novanta, ma la produzione di modelli da mettere in commercio, più volte annunciata, è stata più volte rimandata. C’è un precedente. Nel 2001 Nègre presentò al Motorshow di Bologna “Eolo”, una vettura ad aria compressa che prometteva di rivoluzionare la circolazione cittadina ma che, nonostante gli entusiasmi e i primi investimenti industriali, non venne mai prodotta. La tecnologia ad aria compressa presenta infatti diversi problemi, come la creazione di ghiaccio all’interno del motore, conseguenza dell’acqua contenuta nell’aria. E altri sono legati alla sicurezza, alla resa e al confort complessivo. Eppure l’idea resta interessante, al punto che nel 2007 il colosso Tata Motor ha comprato dalla MDI l’esclusiva per l’utilizzo di questa tecnologia in India. L’ingegnere adesso ci riprova, in Europa, a partire dalla Sardegna.
foto da www.autonews.fr

Piemonte, al via la commissione antimafia. Con 33 consiglieri indagati. - Andrea Giambartolomei

Piemonte, al via la commissione antimafia. Con 33 consiglieri indagati

I componenti sono consiglieri regionali e quasi tutti sono sotto inchiesta per lo scandalo dei rimborsi ai partiti. A spingere per la creazione di questo organismo era stato il consigliere Pd Boeti, ex sindaco di Rivoli citato nell'indagine Minotauro per i contatti con un presunto boss della 'ndrangheta.

Deve promuovere la “cultura della legalità”, ma a farne parte ci sono molti indagati per reati contro la pubblica amministrazione. Ha cominciato la sua attività la Commissione antimafia della Regione Piemonte, approvata con un voto unanime a luglio. I suoi componenti sono 39 consiglieri regionali, molti dei quali sono sotto inchiesta per lo scandalo dei rimborsi ai gruppi politici. Solo sei sono gli eletti non coinvolti nell’indagine: c’era una chance per eleggere alla presidenza della commissione tre non indagati, eppure il consiglio regionale piemontese è stato capace di mancarla.
Il vertice A presiederla è Andrea Buquicchio (Idv), a cui i pm Giancarlo Avenati BassiAndrea BeconiEnrica Gabetta contestano spese per 55mila euro. Accanto a lui siederanno due vice, Daniele Cantore (Pdl) e Andrea Stara (Insieme per Bresso). Al primo i magistrati contestano rimborsi per 27mila euro, tra cui 12mila euro di ristoranti e 6mila per acquisti di lusso come tre cravatte di Marinella più orologi e set da scrivania acquistati in gioiellerie. Stara, facendo parte di un gruppo composto da un solo rappresentante (se stesso), è stato uno dei primi a ricevere l’avviso di garanzia dalla Procura di Torino per rimborsi da 57mila euro, tra cui gli acquisti di un tosaerba da 4mila euro, di una sega circolare e di un frigorifero.
I componenti Presidente e vicepresidenti sono in buona compagnia. Tutti i consiglieri del Pdl (ora scisso in tre gruppi, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Progett’azione) sono indagati per essersi spartiti 760mila euro circa. Tutti i consiglieri della Lega Nord – tranne Claudio Sacchetto, poi diventato assessore, ma incluso Roberto Cota – sono indagati per aver ottenuto 289mila e 500 euro. E così via anche i gruppi consiliari di minoranza (Udc, Pd, Idv, Sel, FdS, M5S e altri del misto). A salvarsi sono ben pochi e fanno tutti parte della commissione antimafia. C’è Sara Franchino, subentrata al posto di Michele Giovine (il consigliere dei Pensionati sospeso per la condanna relative alle firme false, pure lui indagato per rimborsi da 120mila euro) e cinque consiglieri del Pd: Mauro LausGianni OlivaGianna PenteneroRoberto Placido e Elio Rostagno.
Le attivitàLa commissione antimafia del consiglio regionale dovrà proporre norme per contrastare l’espansione delle mafie in Piemonte, soprattutto nell’attività pubblica. Nella sua attività la commissione antimafia dovrà anche interagire e cooperare con i magistrati, coi quali alcuni dei consiglieri indagati non hanno affatto collaborato nell’ambito dell’indagine sui rimborsi gonfiati: in tanti al momento dell’interrogatorio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nella nota del Consiglio regionale si legge pure che i consiglieri dovranno monitorare “gli eventi di infiltrazione criminosa segnalati dalle autorità competenti”. Compito difficile per alcuni politici che per anni non hanno visto le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico e amministrativo della loro regione.
A spingere per la creazione di questo organismo era stato il consigliere Pd Nino Boeti, ex sindaco di Rivoli citato nell’ordinanza di custodia cautelare dell’indagine Minotauro per i contatti con il presunto boss della ‘ndrangheta Salvatore De Masi. L’aveva proposta a luglio, dopo la dura requisitoria con cui il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli aveva criticato il comportamento dei politici a contatto con persone poco raccomandabili.