Ultima Thule, il corpo celeste più lontano mai visitato da una sonda spaziale. Crediti: Nasa/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute.
La camera a bordo della sonda della Nasa ha catturato dettagli topografici inediti, come il misterioso “collare” luminoso che avvolge la strozzatura tra i due lobi.
Dettagli incredibili in questa nuova immagine di Ultima Thule, o 2014 Mu69, scattata dalla sonda della Nasa New Horizons lo scorso Capodanno durante un flyby passato alla storia. Si tratta del corpo celeste più lontano mai visitato da un oggetto costruito dall’uomo (la sonda si trova a 6,64 miliardi di chilometri dalla Terra).
L’immagine è stata ottenuta dallo strumento Multicolor Visible Imaging Camera a una distanza di 6700 chilometri dall’oggetto primordiale della Fascia di Kuiper. Con una risoluzione di 135 metri per pixel, lo scatto originale è stato inviato sulla Terra e poi editato dai tecnici della Nasa prima di essere pubblicato online. Normalmente le immagini arrivano in un formato grezzo, che va poi modificato per essere apprezzato anche dai non addetti ai lavori. Nello specifico, il processo si chiama “deconvoluzione” e serve per migliorare la risoluzione, dare più contrasto a piccoli dettagli e ad amplificare la grana dell’immagine.
La camera di New Horizons ha catturato dettagli topografici inediti, compresa la linea giorno-notte (tecnicamente “terminatore“). Depressioni profonde e picchi non molto alti appaiono chiaramente in questo scatto. Una caratteristica interessante ma ancora misteriosa è il “collare” luminoso che avvolge la strozzatura tra i due lobi.
Gli scatti del prossimo mese saranno utili per spiegare questo e altri dettagli geologici.