Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 8 marzo 2024
8 marzo - Festa della donna.
Scoperto nel Delta un sarcofago di 62 tonnellate durante la costruzione di un ospedale. - mattiamancini
Un enorme sarcofago in quarzite di 62 tonnellate è stato scoperto durante uno scavo di emergenza nella città di Bahna, capoluogo del governatorato di al-Qalyubiyya nel Delta del Nilo. Nel sito scelto per la costruzione dell’ospedale universitario – un’area di 9000 m² dove sorgeva la vecchia sede della facoltà di Giurisprudenza – è infatti stata individuata una necropoli di Epoca Tarda e si è quindi reso necessario l’intervento degli archeologi del Supreme Council of Antiquities e dei restauratori del Grand Egyptian Museum.
Grazie alle iscrizioni geroglifiche incise sulla pietra, si è capito che la sepoltura appartenesse al Sovrintendente agli scribi sotto il regno di Psammetico I (664-610 a.C.) nella XXVI dinastia. Il pesante sarcofago e altri reperti, dopo alcuni lavori preliminari di pulizia e consolidamento, sono stati trasferiti dei depositi delle antichità di Qayubiyya, mentre proseguiranno le indagini archeologiche nell’area.
giovedì 7 marzo 2024
Dinosauri: sconvolgente rivelazione, ecco in quanto tempo si sono estinti. - Valerio Novara
Man mano che la luce del Sole si affievoliva, piante e animali morivano. Ecco come l’oscurità causata dall’asteroide che estinse i dinosauri spazzò via la vita sulla Terra.
Gli anni successivi all’impatto dell’asteroide che spazzò via i dinosauri non volatili furono tempi bui, letteralmente. Secondo una nuova ricerca la fuliggine dei violenti incendi riempì il cielo, bloccando la luce del Sole. Questo meccanismo contribuì in maniera significativa all’ondata di estinzioni che ne seguì. Ecco cosa accadde.
La più grande estinzione di massa della storia.
Il cataclisma che si verificò in seguito all’impatto dell’asteroide estinse molte forme di vita, 66 milioni di anni fa. Un impatto che portò anche cambiamenti ambientali che scatenarono estinzioni di massa, negli anni successivi. Uno dei fattori scatenanti potrebbe essere stato l’addensarsi di nubi di cenere e particelle nocive che si diffusero nell’atmosfera e che ci sarebbero rimaste per ben due anni. Questo fenomeno, oltre ad impedire la fotosintesi, portò all’intero collasso dell’ecosistema terrestre. E anche dopo il ritorno della luce solare, il declino non si fermò.
L’asteroide che colpì la Terra viaggiava circa a 43mila chilometri orari, misurava circa 12 chilometri di diametro e lasciò una cicatrice profonda, sul nostro pianeta, nota come cratere Chicxulub, che si trova nell’odierno Yucatán, in Messico. L’impatto spense almeno il 75% della vita sulla Terra, compresi tutti i dinosauri non volatili. Nuvole di roccia polverizzata oscurarono i cieli e l’acido solforico causò piogge acide e incendi. Una sorta di inverno nucleare post-apocalittico, con la differenza che a quei tempi non c’era l’uomo, né le armi di distruzione di massa.
Tanti fossili analizzati.
Gli scienziati hanno analizzato una lunga serie di fossili, scoprendo che il periodo di oscurità sarebbe durato fino a 150 giorni. Durante questo lasso di tempo, i livelli di estinzione avrebbero raggiunto il 65-81% e ci vollero altri 40 anni prima che le condizioni climatiche e ambientali iniziassero a riprendersi.
Eroe?
Per me è un'antitesi! Inconcepibile!
cetta
Le misteriose Bolle di Fermi. - Massimo Zito
Dieci anni fa, il telescopio spaziale per raggi gamma Fermi (Fermi Gamma-ray Large Area Space Telescope, Glast) della Nasa ha scoperto una coppia di giganteschi lobi di radiazione gamma, al centro della nostra galassia che si estendono per 50mila anni luce, 25mila anni luce sopra e 25mila anni luce sotto il disco galattico. Queste strutture sono state chiamate bolle di Fermi.
Le bolle di Fermi sono struttre scoperte oltre dieci anni fa dal telescopio spaziale per raggi gamma Fermi (Fermi Gamma-ray Large Area Space Telescope, Glast) della Nasa. Sono una coppia di giganteschi lobi di radiazione gamma, al centro della nostra galassia che si estendono per 50mila anni luce, 25mila anni luce sopra e 25mila anni luce sotto il disco galattico.
Questi lobi a forma di clessidra sono stati chiamati Bolle di Fermi.
Quando furono scoperte le bolle di Fermi nessuno ne aveva capito l’origine, tuttavia in uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal due ricercatori cinesi dell’Osservatorio astronomico di Shanghai (Shao) dell’Accademia cinese delle scienze hanno proposto un nuovo modello che spiega sia l’origine delle bolle di Fermi che l’origine della struttura biconica a raggi X presente nel centro della Via Lattea, concludendo che sono lo stesso fenomeno, originato da onde d’urto generate da una coppia di getti provenienti da Sagittarius A*, il gigantesco buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia.
Le bolle sono due enormi lobi colmi di gas incandescente, raggi cosmici e campi magnetici. Sebbene invisibili a occhio nudo, sono molto luminose nello spettro dei raggi gamma, dove presentano bordi netti che coincidono con una struttura biconica evidente nella parte a raggi X dello spettro.
L’origine delle bolle di Fermi.
I ricercatori Guo Fulai e Zhang Ruiyu pensano che questa corrispondenza tra le due strutture possano avere la stessa origine. Inoltre, la struttura biconica a raggi X potrebbe essere spiegata dal guscio sottile dell’onda d’urto del gas incandescente, generata da un’esplosione di energia avvenuta 6 milioni di anni fa dal buco nero super massiccio centrale della nostra galassia, noto anche come Sagittario A * (o Sgr A *).
L’onda d’urto potrebbe essere iniziata quando il buco nero ha improvvisamente emesso due enormi getti di materia ionizzata in direzioni opposte lontano dal centro galattico a una velocità prossima a quella della luce
I ricercatori hanno spiegato che se i getti fossero stati abbastanza larghi e abbastanza potenti, avrebbero potuto creare due onde d’urto gemelle che spostandosi attraverso il gas su entrambi i lati del centro galattico lo avrebbero compresso e riscaldato, formando cosi le strutture a raggi X a forma di clessidra; i bordi delle onde d’urto, espandendosi nello spazio intergalattico per migliaia di anni luce in entrambe le direzioni, avrebbero originato le Bolle di Fermi. L’intero processo sarebbe durato circa un milione di anni.
Il modello di Fulai e Ruiyu indica che l’energia totale emessa dal buco nero super massiccio, durante la generazione dell’evento è paragonabile a quella rilasciata da circa 20mila supernove. La materia totale consumata da Sgr A* durante questo evento è circa 100 volte la massa del nostro Sole.
Guo fa notare che la struttura biconica a raggi X ha una base molto stretta, questo esclude che il fronte d’onda sia stato prodotto da formazione stellare. Al contrario, i getti collimati depositano rapidamente la maggior parte dell’energia a grandi distanze lungo la direzione del getto, portando naturalmente ad avere un fronte d’urto vicino al piano galattico molto stretto.
Secondo i due ricercatori cinesi, l’ipotesi delle onde d’urto spiega le temperature estremamente elevate delle bolle di Fermi e il fatto che i bordi inferiori delle bolle si sovrappongono perfettamente con le strutture a raggi X.
Secondo i due ricercatori, inoltre, se un evento, simile ma meno potente, di onde d’urto si fosse verificato qualche milione di anni dopo, potrebbe spiegare le strutture radio più piccole a forma di bolla osservate di recente nel centro galattico.
Secondo Guo, lo studio suggerisce con forza che circa cinque milioni di anni fa una coppia di potenti getti è stata emessa dal buco nero super massiccio per un periodo di un milione di anni e che questo rilascio abbia portato alla formazione delle gigantesche bolle di Fermi, che oggi ammiriamo.