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domenica 19 ottobre 2025

Egitto: "il pozzo a gradini dei faraoni".

 

Nelle profondità delle sabbie dell'Egitto si trova una misteriosa meraviglia spesso chiamata "il pozzo a gradini dei faraoni": un'antica struttura sotterranea avvolta nella leggenda e nella genialità architettonica.
A differenza delle famose piramidi che si ergevano verso il cielo, questo monumento discendeva nella terra, simboleggiando un viaggio verso gli inferi e il regno degli dei.
Gli archeologi ritengono che il pozzo a gradini risalga all'Antico Regno d'Egitto e che sia stato probabilmente costruito durante il regno di un faraone meno noto che cercava di sfruttare sia l'acqua che il divino.
Scavata nel calcare, la scalinata a spirale scende attorno a un pozzo centrale che un tempo convogliava l'acqua sotterranea, una caratteristica rara nel paesaggio desertico della valle del Nilo.
Le iscrizioni geroglifiche lungo le pareti raffigurano sacerdoti che eseguono riti di purificazione, suggerendo che il pozzo svolgeva non solo scopi pratici ma anche sacri.
Alcuni studiosi paragonano il suo design ai successivi pozzi a gradini indiani, sollevando intriganti interrogativi sulle antiche influenze interculturali o su un parallelo genio ingegneristico.
Nel corso dei millenni, le sabbie mobili hanno seppellito il sito, preservandone le camere e le incisioni in condizioni straordinarie fino alla loro riscoperta da parte degli archeologi nel XX secolo.
Gli scavi hanno portato alla luce intricati sistemi di drenaggio e nicchie cerimoniali, il che suggerisce che potrebbe aver fatto parte di un complesso templare dedicato a Osiride, dio dell'aldilà.
Oggi, "Il pozzo a gradini dei faraoni" è un inquietante promemoria delle innovazioni dimenticate dell'Egitto, dove acqua, architettura e spiritualità si incontravano in perfetta armonia.

Le sue profondità silenziose continuano a suscitare meraviglia, invitandoci a guardare non solo verso l'alto, verso le piramidi, ma anche verso il basso, nel cuore nascosto dell'antico Egitto.

venerdì 3 ottobre 2025

Finalmente sappiamo come furono costruite le piramidi: svelato mistero dell’Antico Egitto. - Andrea Centini

 

Grazie a indagini satellitari e studi sul campo, gli archeologi hanno finalmente scoperto come gli antichi egizi riuscirono a trasportare i pesantissimi materiali per costruire le piramidi, site in un’estesa striscia desertica tra Giza e Lisht.

Nel 2017 fu reso pubblico un documento importantissimo che fece luce sulla costruzione delle maestose piramidi dell'antico Egitto. Un papiro, rinvenuto dagli archeologi nel porto di Wadi Al-Jarf, rivelò infatti che i giganteschi blocchi di pietra calcarea e granito utilizzati per realizzare l'enorme Piramide di Cheope – o Grande Piramide di Giza – furono spostati via fiume, attraverso zattere in legno fissate con delle corde. Gli antichi egizi, dunque, sfruttavano la rete fluviale per il trasporto dei pesantissimi materiali, evitando di trascinarli sulla sabbia del deserto sotto il sole cocente.

Nonostante questa significativa scoperta, fino ad oggi restava comunque in piedi un vero e proprio mistero, che ha appassionato a lungo gli esperti. La cosiddetta striscia delle piramidi con decine di costruzioni, una stretta fascia verticale che collega Giza e Lisht, è infatti ubicata al confine del deserto occidentale, che fa parte del grande Sahara. È una zona arida, dove non c'è alcun fiume da utilizzare per trasferire i blocchi di pietra. Il Nilo è lontano. Dunque, come hanno fatto gli antichi egizi a portare i blocchi via fiume, se qui non è presente alcun corso d'acqua? Questo enigma è particolarmente rilevante, tenendo presente che lungo questa striscia si trovano le piramidi di Giza, Chefren, Micerino e molti altri magnifici monumenti, preziosi per la storia dell'Egitto e tappa praticamente obbligata per i turisti che si recano nel Paese.

Gli esperti sospettavano che migliaia di anni fa, quando le piramidi furono realizzate (tra 4.700 e 3.700 anni fa), in questa zona desertica ci fosse eccome un fiume, oggi purtroppo estinto e ricoperto dalla sabbia. Ed è proprio questa la scoperta eccezionale che è stata appena fatta. Gli studiosi, infatti, a ridosso della striscia delle piramidi, hanno trovato le vestigia di un lungo corso d'acqua di ben 64 chilometri, un ramo del Nilo che fiancheggiava tutte le principali piramidi. A scoprirlo è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università della Carolina del Nord – Wilmington, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di diversi istituti. Fra quelli coinvolti il Dipartimento di Geologia dell'Università di Tanta, l'Istituto Nazionale di Ricerca di Astronomia e Geofisica (NRIAG) del Cairo e l'Università Macquarie.

continua su: https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/finalmente-sappiamo-come-furono-costruite-le-piramidi-svelato-mistero-dellantico-egitto/p3/

lunedì 16 giugno 2025

GLI ACQUEDOTTI PIÙ ANTICHI DEL MONDO.

 

Sotto le sabbie dell'altopiano di Giza, oltre la grandezza delle piramidi che torreggiano nel cielo, si trova un mondo sotterraneo poco conosciuto. Una rete di gallerie, camere, pozzi e passaggi scolpiti nella roccia, che alcuni ricercatori e speleologi hanno iniziato a chiamare “la metropolitana di Giza.
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Secondo numerose esplorazioni, questi tunnel si estendono per chilometri sotto l'altopiano, collegandosi tra loro e raggiungendo profondità impressionanti. In alcuni luoghi, come sotto la Piramide di Cheops, scendono a 28 metri sotto il livello del suolo, passando per pozzi verticali e camere laterali ancora parzialmente inesplorate. Uno dei più rinomati ricercatori della metropolitana egiziana, Andrew Collins, ha documentato la presenza di tunnel e caverne naturali sotto Giza già all'inizio degli anni 2000, in parte confermata da rilevazioni radar effettuate dalle successive spedizioni.
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Ma Giza non è l'unico sito. A pochi chilometri di distanza, Saqqara, sede della Piramide Step di Djoser, possiede una rete ancora più intricata di tunnel sotterranei. Qui, nei pressi del cosiddetto "Granaio di Giuseppe" - in realtà un enorme pozzo verticale profondo oltre 30 metri, la cui reale funzione rimane sconosciuta - si svolgono corridoi, nicchie, camere e scale scolpite nella roccia, molti dei quali inaccessibili al pubblico.
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Alcune ipotesi collegano queste reti sotterranee alla gestione dell'acqua in tempi antichi. Secondo alcuni studiosi, come il geologo Thomas Brophy, la fine del Periodo Umido Africano (circa 7.000-5.000 a.C.) portò alla progressiva desertificazione del Sahara, costringendo le popolazioni a trovare nuove strategie per sopravvivere in un ambiente sempre più arido.
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Fu proprio in questo periodo che questa rete di gallerie sotterranee potrebbe essere stata costruita - o almeno adattata. Alcuni ricercatori ipotizzano che antichi ingegneri idraulici, forse provenienti da regioni un tempo verdi dell'Africa nordoccidentale, abbiano progettato un sistema per la raccolta, lo stoccaggio e la distribuzione dell'acqua. In sostanza: protoacquedotti, destinati allo sfruttamento delle acque sotterranee o delle piogge residue.
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Il fatto che tutte le grandi piramidi abbiano un legame sotterraneo con il livello di questi tunnel sembra rinforzare questa ipotesi. In particolare, la Piramide di Cheops ha una struttura unica, con tre camere a differenti profondità collegate da lunghi condotti. Alcuni studiosi, come l'ingegnere Christopher Dunn, hanno suggerito che le piramidi agissero come una sorta di "pompa" per spostare l'acqua attraverso la rete dei tunnel sottostanti.
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E se le piramidi stesse facessero parte di un grande progetto idraulico sotterraneo, ereditato da una civiltà più antica? La teoria di un flusso migratorio da ovest, proveniente dall'arido Sahara, dai piedi del Monte Atlas in Marocco (terra chiamata Atlantide da Platone, dal nome della montagna) ha preso slancio negli ultimi anni grazie agli studi geologici del Sahara Occidentale. Secondo questo punto di vista, gli "esuli di Mount Atlas" hanno portato con sé conoscenze ingegneristiche avanzate, adattandole al nuovo contesto della valle del Nilo. Le piramidi, in questa prospettiva, potrebbero essere state concepite non come monumenti religiosi, ma come componenti visibili di un complesso sistema idraulico, una sorta di pompa ciclica in grado di muovere e distribuire acqua a grandi profondità.
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Al momento, non esistono prove definitive per confermare questa teoria. Tuttavia, il fatto che molti dei tunnel sotterranei rimangano off-limits, mal documentati o non completamente mappati lascia spazio a dubbi. I sondaggi Georadar condotti nel 1993 e poi nel 2010 hanno rilevato vuoti strutturali e camere inesplorate sia a Giza che a Saqqara. Perché non indagare più a fondo? Perché la funzione originaria di questi complessi sotterranei - alcuni risalenti a tempi ben prima dell'Antico Regno - non è mai stata pienamente chiarita?
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L'articolo continua nel libro
PRIMA DI NOI C'ERA QUALCUNO

giovedì 22 maggio 2025

INTERESSANTE STORIA UNIVERSALE! LaSfinge

Sapevi che la Grande Sfinge di Giza in Egitto è la più grande statua monolitica mai scolpita da un unico blocco di pietra al mondo?
Questo edificio imponente misura 73,5 metri di lunghezza, 19,3 metri di larghezza e 20,22 metri di altezza, ed è stato scolpito direttamente da una gigantesca formazione di calcare sull'altopiano di Giza.
Misteriosa e imponente, la Sfinge ha affascinato le civiltà per millenni e ancora oggi suscita curiosità per il suo simbolismo e le tecniche costruttive.
È uno dei monumenti più iconici dell’antichità.
Ecco alcuni aspetti straordinari:
Costruzione monolitica: la Sfinge è stata scolpita da un’unica cresta calcarea, dimostrando l’avanzata maestria scultorea degli antichi Egizi.
Allineamento preciso: il monumento è perfettamente allineato con i punti cardinali, a testimonianza della profonda conoscenza astronomica dei costruttori e della loro abilità nel tradurla in architettura.
Durabilità e conservazione: nonostante secoli di erosione naturale e attività umana, la Sfinge ha resistito alla prova del tempo, a riprova dell’efficacia delle tecniche edilizie egizie.
Tecniche ingegneristiche innovative: la sua costruzione richiese metodi ingegneristici avanzati, incluso il trasporto e la disposizione dei materiali, nonché la gestione di un cantiere monumentale con strumenti rudimentali ma straordinariamente efficaci.
Ancora oggi, la Sfinge continua a custodire misteri legati alla sua origine, funzione e significato… e ad alimentare il fascino per una delle civiltà più affascinanti della storia.

martedì 18 marzo 2025

IL GRANDE GELO E LE CITTÀ SOTTERRANEE.

 

Negli antichi testi di Zoroaster, si racconta un evento catastrofico che ha devastato la Terra: un'improvvisa e breve era glaciale, chiamata "i giorni di Malkush", durata circa tre anni. Prima che questo disastro avvenisse, una divinità, Ahura Mazda, ha offerto un mezzo di salvezza: costruire città sotterranee per proteggersi dal gelo. Potrebbe esserci un po' di verità in questa storia, che sembra uscire da un romanzo di fantascienza?
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Quello che vedete nella foto è Derinkuyu, una misteriosa città sotterranea situata nella regione della Cappadocia in Turchia. Secondo gli archeologi, il centro di questa città esisteva già 2.800 anni fa, almeno 8 secoli prima di Cristo. Stiamo parlando di un'intera città, scavata a 85 metri di profondità, capace di ospitare fino a 20.000 persone. Ma è probabile che anche le grotte naturali siano precedenti a quella data.
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Derinkuyu non è una semplice grotta: è una struttura complessa, con 18 livelli sotterranei, tra pozzi, cappelle, stalle, scuole e anche aree dedicate alla produzione di vino e olio. Alcune parti della città mostrano tracce di riutilizzo in epoca medievale, con l'aggiunta di strutture religiose cristiane, ma il nucleo originale risale a un'epoca molto più antica.
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La città fu "riscoperta" solo nel 1963, quando un uomo, durante i lavori di ristrutturazione della sua casa, trovò accidentalmente un tunnel che conduceva a questo mondo sotterraneo. Da allora, Derinkuyu è diventato uno dei più affascinanti esempi di antico ingegno umano.
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Derinkuyu non è un caso isolato. Poiché la tecnologia moderna ci permette di esplorare il mondo sotterraneo, stiamo scoprendo che le città sotterranee e le reti di tunnel sono un fenomeno diffuso in tutto il mondo:
Egitto: sotto l'altopiano di Giza, c'è un vasto sistema sotterraneo di caverne, gallerie artificiali e fiumi. Alcuni ricercatori, come il Dr. Selim Hassan, hanno documentato passaggi che si estendono per chilometri, suggerendo che gli antichi egizi (o forse una civiltà precedente) conoscevano tecniche avanzate di scavo.
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Guatemala: sotto il complesso piramidale Maya di Tikal, sono stati mappati 800 chilometri di gallerie, molti dei quali sono ancora inesplorati.
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Cina: nel 1992 sono state scoperte 24 grotte artificiali nella provincia di Zhejiang, scavate con incredibile precisione. Si stima che 36.000 metri cubi di pietra siano stati rimossi per costruirli.
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Europa: migliaia di tunnel dell'età della pietra, chiamati "Erdstall", si estendono in tutto il continente, lasciando gli archeologi perplessi sul loro scopo originario.
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Oggi sappiamo che circa 12.000 anni fa, la Terra fu colpita da un'improvvisa e intensa era glaciale, chiamata Dryas Giovane. Questo evento, durato circa 1.300 anni, ha provocato un drastico calo della temperatura e ha interrotto gli ecosistemi globali. Possibile che i "giorni di Malkush" raccontati da Zoroaster siano un ricordo distorto di questo cataclisma? E se è così, le città sotterranee come Derinkuyu sono state costruite per proteggersi dal gelo?
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Ma c'è di più: da cosa, o da chi, si proteggevano gli antichi quando scavavano queste città? Come potrebbero le persone che, teoricamente, non conoscevano il ferro o la ruota, creare opere così complesse? Anche con la tecnologia del ventunesimo secolo, costruire una città come Derinkuyu richiederebbe decenni di lavoro.
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Cosa ci nasconde il nostro passato? Possibile che le civiltà avanzate, ormai dimenticate, abbiano lasciato tracce del loro passaggio sotto i nostri piedi?
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L'articolo continua nel libro:
HOMO RELOADED - La storia nascosta degli ultimi 75.000 anni.

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sabato 15 febbraio 2025

Saqqara, “Tomba dei Due Fratelli.

 

Facciamo un salto indietro nel tempo fino alla V Dinastia (2949-2345 bce), luogo di sepoltura Saqqara, la cosiddetta “Tomba dei Due Fratelli”, Niankhkhnum e Khnumhotep. Sacerdoti nel tempio del sole di Nyuserra (2445-2421 bce) ad Abu Gurab, “confidenti del re” e “supervisori dei parrucchieri del re”, i due uomini furono sepolti insieme, in una delle mastabe più grandi della necropoli.

La natura di questa sepoltura resta dibattuta. All’interno infatti ci sono diverse rappresentazioni abbastanza singolari, in cui i due uomini sono abbracciati, mano nella mano e con i volti ravvicinati. Alcuni studiosi sostengono che si tratta della prima coppia omosessuale attestata nella storia, secondo altri i due uomini erano semplicemente fratelli o addirittura gemelli.

Un recente riesame delle decorazioni della tomba ha rivelato un numero significativo di immagini accoppiate in cui scene o elementi di un motivo si “specchiano” l’un l’altro, una prova, secondo questo studio, che si tratta di gemelli omozigoti. Inoltre, la presenza nelle decorazioni delle rispettive famiglie tende a far decadere l’ipotesi di una relazione omosessuale. Secondo alcuni studiosi, Niankhkhnum e Khnumhotep erano semplicemente amici per la pelle.

Curiosità: i due nomi uniti formano un gioco di parole molto curioso, “uniti nella vita e nella pace”.

Potete fare una visita virtuale della tomba a questo link 👉 http://bit.ly/3rUhb7q

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venerdì 14 febbraio 2025

Egitto, la tomba intatta di un sacerdote di 4.400 anni fa.

 

Una macchina del tempo sepolta nel deserto, a cinque metri di profondità, che ha conservato intatti per millenni, come in uno scrigno, i suoi tesori: la tomba di un sacerdote di nome Wahtye, vissuto nell'antico Egitto ai tempi delle Piramidi di Giza, è stata scoperta a Saqqara, un sito archeologico a sud del Cairo che in antichità serviva da necropoli per Menfi, capitale dell'Antico Regno.



La tomba risale a 4.400 anni fa e contiene decine di statue e rilievi a colori perfettamente conservati, iscrizioni dettagliate sul dignitario deceduto e sulla sua famiglia nonché scorci pittorici di vita quotidiana dell'epoca. Gli archeologi che l'hanno riportata alla luce con una serie di scavi iniziati a novembre e non ancora terminati hanno parlato di una scoperta "unica", come non se ne facevano almeno da un decennio.


Consigliere del re. 

Il pigmento in particolare cattura l'attenzione perché ricopre ancora totalmente sculture e decorazioni, come doveva essere in origine. Wahtye serviva il faraone Neferirkare Kakai, terzo re della Quinta Dinastia, una famiglia che governò l'Antico Egitto per meno di due secoli, dal 2.500 al 2.350 a.C. Il nome del deceduto si legge sui geroglifici che decorano la porta di ingresso della tomba, che declamano anche i suoi titoli onorifici: sacerdote per la purificazione reale, supervisore reale, ispettore della barca sacra (un battello rituale che si pensava accompagnasse i faraoni nell'Aldilà).



Spaccato dell'epoca. 

La galleria rettangolare a cui nessuno finora aveva avuto accesso, sfuggita ai tombaroli, misura 10 metri da nord a sud, quasi 3 da est a ovest e 3 in altezza. Rilievi a colori con Wahtye, sua moglie Weret Ptah e sua madre Merit Meen decorano le pareti, su cui si trovano anche scene di lavoro del periodo di attività dell'uomo, con persone intente a cacciare, navigare, compiere offerte religiose e produrre vasellame e altri oggetti funerari.


Altre sorprese. Grandi statue dipinte a colori del sacerdote e dei suoi familiari riempiono 18 nicchie sulle pareti della tomba, mentre altre 26 nicchie vicino al pavimento ospitano sculture di un'altra persona non ancora identificata in varie posizioni, in piedi o seduta a gambe incrociate come uno scriba. Nella tomba gli archeologi egiziani hanno individuato cinque camere sepolcrali, una delle quali è aperta e vuota: le altre sono ancora sigillate e potrebbero custodire il sarcofago del sacerdote insieme al suo corredo funebre. Gli scavi proseguiranno a gennaio.


https://www.focus.it/cultura/storia/egitto-tomba-intatta-sacerdote-saqqara#:~:text=Una%20macchina%20del%20tempo%20sepolta,a%20sud%20del%20Cairo%20che

mercoledì 29 gennaio 2025

Scioccante! Le scoperte nascoste sotto le piramidi d'Egitto sfidano tutta la storia conosciuta. - Dany Pelati

 

Un recente ritrovamento sotto le piramidi d'Egitto ha generato sconcerto nella comunità scientifica e archeologica. Durante una spedizione a novembre 2024, un team internazionale di archeologi, dotato della più avanzata tecnologia di scansione sotterranea, ha scoperto una vasta caverna nascosta a più di 30 metri di profondità. All'interno di questa caverna, sono state trovate strutture colossali che sfidano la nostra comprensione delle antiche civiltà.
La scoperta è avvenuta vicino alla Piramide di Menkaura, sull'altopiano di Giza. Durante una mappatura iniziale con tecnologia LIDAR, i ricercatori hanno rilevato anomalie che indicavano la presenza di cavità sotterranee mai esplorate. Scavando con attenzione e scendendo nello spazio nascosto, si sono imbattuti in una visione sconcertante: cinque figure scolpite in pietra dall'aspetto non umano, allineate in posizione di sorveglianza. Queste sculture, alte più di tre metri, mostrano tratti che non assomigliano a nessun disegno artistico dell'antico Egitto conosciuto. Le loro teste allungate, i corpi stilizzati e la consistenza erosa dal tempo evocano un'estetica che alcuni hanno definito "extraterrestre".
Le statue sono disposte in cerchio all'interno di una camera di circa 20 metri di diametro. Il pavimento del recinto sembra essere coperto da una miscela di sabbia e materiale che gli archeologi non sono ancora riusciti a identificare. La composizione chimica di questo materiale è in fase di analisi nei laboratori europei, poiché presenta proprietà magnetiche insolite.
Le pareti della caverna sono decorate con incisioni che sembrano contenere un linguaggio pittografico finora sconosciuto. I simboli, contrassegnati con una precisione straordinaria, non coincidono con la scrittura geroglifica egiziana o con nessun antico sistema di scrittura identificato in passato. Secondo la professoressa Amelia Krauss, esperta di archeologia antica, "questa lingua potrebbe rappresentare una forma di comunicazione di una civiltà parallela, finora sconosciuta. "
La scoperta ha scatenato un'ondata di speculazioni. Alcuni ricercatori suggeriscono che le sculture potrebbero essere rappresentazioni di divinità dimenticate, mentre altri credono che potrebbero essere una prova di contatto con una civiltà non terrestre. I difensori dell'ipotesi aliena sostengono che la perfezione delle figure e la loro strana morfologia indicano l'intervento di intelligenze superiori.
D'altro canto, c'è chi solleva teorie più cautelate. Secondo l'egittologo Dr. Hassan El-Rahim, "queste figure potrebbero appartenere a un culto sconosciuto all'interno dell'antica civiltà egiziana, con influenze culturali provenienti da aree non ancora esplorate. Tuttavia, il dottor El-Rahim ammette anche che le proporzioni e i dettagli delle statue sfidano qualsiasi spiegazione convenzionale.
Le indagini continuano, ma le domande continuano. Quale funzione svolgeva questa camera sotterranea? Come è stato possibile creare queste sculture in uno spazio così isolato e con tecniche apparentemente avanzate? Questa scoperta potrebbe alterare la nostra comprensione dell'antico Egitto e i suoi legami con altre culture o entità?
I prossimi mesi promettono di essere cruciali per svelare i segreti di questa scoperta. Nel frattempo, la scoperta sotto le piramidi non solo affascina gli scienziati, ma apre anche la porta a dibattiti sui confini della nostra storia conosciuta.

lunedì 16 dicembre 2024

Tomba di Senenmut.

 

Raffigurazioni astronomiche nella Tomba di Senenmut.
Questa impressionante immagine mostra le raffigurazioni astronomiche trovate nella tomba di Senenmut, un influente funzionario e architetto durante il regno del faraone Hatshepsut (XVIII dinastia) .
La tomba di Senenmut, situata a Deir el-Bahri vicino Luxor, presenta alcune delle prime rappresentazioni conosciute delle costellazioni egiziane e dei fenomeni celesti. L'opera d'arte dettagliata sul soffitto della sua tomba include:
Ammassi stellari e costellazioni: gli intricati schemi di stelle e costellazioni sono raffigurati meticolosamente, riflettendo la comprensione avanzata degli antichi egizi del cielo notturno . Queste costellazioni non erano solo importanti per la navigazione e il tempo, ma avevano anche significati religiosi e mitologici significativi.
Barche celesti: figure di dei e barche celesti che viaggiano attraverso il cielo, simboleggiando il viaggio del dio sole Ra attraverso l'oltretomba e i cieli. Questo viaggio è stato fondamentale per l'antico sistema di credenze egiziane, rappresentando il ciclo della vita, della morte e della rinascita .
Diagrammi astronomici: Diagrammi dettagliati che mostrano il movimento dei corpi celesti, come il sole, la luna e i pianeti. Queste raffigurazioni illustrano gli sforzi degli antichi egizi di tracciare e prevedere eventi astronomici, strettamente legati al loro calendario agricolo e alle feste religiose .
La tomba di Senenmut è una testimonianza della raffinatezza dell'antica astronomia egizia e della sua integrazione nella loro arte, religione e vita quotidiana. Il soffitto astronomico offre preziose intuizioni su come gli antichi Egizi vedevano e comprendono il cosmo, evidenziando le loro notevoli conquiste in questo campo.

lunedì 11 novembre 2024

Il tempio mortuario di Hatshepsut. - Giuseppe Kokos

 

Il tempio mortuario di Hatshepsut è uno dei templi più stupendi dell'antico Egitto, situato a Deir el-Bahari sulla riva occidentale del Nilo, vicino alla Valle dei Re in Alto Egitto. Commissionato dalla regina Hatshepsut, quinto faraone della XVIII dinastia e seconda faraone confermata nella storia, la sua costruzione iniziò nel 1479 a.C. e impiegò circa quindici anni per completarla.

Il regno di Hatshepsut è ricordato come uno dei periodi più prosperi e pacifici della storia dell'Egitto. Il tempio, dedicato sia al dio Amon che alla stessa Hatshepsut, presenta tre terrazze stratificate che si alzano 29,5 metri (97 piedi) e include piloni, corti, una sala ipostilo, una corte solare, una cappella e un santuario.

Lunghe rampe collegano le terrazze, che un tempo erano circondate da rigogliosi giardini con piante esotiche come incenso e mirra. Allineato con l'alba del solstizio d'inverno, il tempio incorpora un meccanismo unico per la scatola luminosa, che permette alla luce solare di viaggiare lungo l'asse centrale del tempio, illuminando prima il dio Amon-Ra, poi la figura inginocchiata di Thutmose III e infine il dio del Nilo Hapi. 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=8800783189982034&set=gm.3038330976322291&idorvanity=118855021603249

mercoledì 2 ottobre 2024

Il mistero della mummia di Bashiri.

 

Tra le sabbie eterne dell'archeologia egizia, c'è un artefatto avvolto da un alone di mistero: la mummia di Bashiri. A differenza di altre mummie studiate a fondo, questa reliquia straordinaria resiste alle mani curiose della scienza moderna, i suoi segreti protetti dalla sua estrema fragilità.
Ciò che rende la mummia di Bashiri davvero unica è l'incredibile maestria con cui sono stati realizzati i suoi fasciamenti in lino. Talmente finemente intrecciati e disposti con cura meticolosa, queste bende sono un vero capolavoro dell'arte tessile antica, scoraggiando persino i più esperti egittologi dal tentare di svolgerle. Non a caso, è stata soprannominata "l'intoccabile".
Nonostante le difficoltà, l'importanza della mummia di Bashiri è innegabile. La cura straordinaria e la precisione nel suo avvolgimento suggeriscono che la persona sepolta fosse di altissimo rango nella società egizia. L'arte complessa delle bende, simile alla maestosità delle piramidi, riflette il profondo rispetto e l'importanza di chi riposa all'interno. 🏺✨

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sabato 7 settembre 2024

Grande Tempio di Ramesse II ad Abu Simbel

 

Sai, il misterioso Egitto, terra dei Faraoni che ha tanto da raccontare... Leggende, miti e paradossi si intrecciano come le fila di un tessuto prezioso e raro. Un viaggio alla scoperta di un cosmo sconosciuto è sempre un'avventura emozionante!
Immagina di passeggiare lungo un corridoio lastricato di legno, fiancheggiato da gigantesche statue di pietra. Stai camminando nel Grande Tempio di Ramesse II ad Abu Simbel, una delle gemme più affascinanti del tesoro egiziano.
Il raggio di luce che filtra dall'ingresso gioca con la polvere sospesa nell'aria, creando un velo di mistero intorno alle statue silenziose. La maestosità di queste figure diventa quasi palpabile grazie al potere evocativo delle ombre che si adagiano sulle pareti.
Queste gigantesche figure in piedi, dai piedi uniti e le braccia incrociate sul petto, sembrano a guardia del tempio, a difesa dell'antico regno dei faraoni. Non si tratta di semplici figure decorative, ma di simboli potenti di divinità e regalità.
Osserva il soffitto decorato con scene mitologiche che, anche se rese indistinte dall'usura del tempo, raccontano ancora la storia del loro onnipotente creatore, Ramesse II.
Ci troviamo in un luogo che, attraverso le sue pietre millenarie e le sue storie nascoste, parla ancora con la stessa autorità di quando venne edificato. Un luogo dove la storia si rivela a tutti coloro che hanno il coraggio di cercarla.
Vieni a scoprire l'Egitto, ti assicuro che non rimarrai deluso!