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giovedì 30 ottobre 2025

Scoperti tunnel segreti sotto le piramidi di Giza in Egitto collegati ad un mondo sotterraneo dimenticato. - Di Armando Mei, dailymail.co.uk

 

Sul confine nord-orientale dell’altopiano di Giza, ho scoperto tre pozzi perfettamente scavati nascosti sotto la sabbia.

Si trovano nel triangolo tra la Grande Sfinge, la Piramide di Cheope e la Piramide di Chefren, e potrebbero aprirsi su un mondo sotterraneo dimenticato da tempo.

Non si tratta di pozzi d’acqua. Non recano iscrizioni, non presentano segni di scavi casuali e la loro geometria è troppo precisa, le loro pareti troppo lisce, il loro design troppo studiato.

Questi pozzi potrebbero essere la chiave per accedere alla rete di camere nascoste di cui parlava il filosofo greco Erodoto, forse collegate al Nilo?

venerdì 3 ottobre 2025

Finalmente sappiamo come furono costruite le piramidi: svelato mistero dell’Antico Egitto. - Andrea Centini

 

Grazie a indagini satellitari e studi sul campo, gli archeologi hanno finalmente scoperto come gli antichi egizi riuscirono a trasportare i pesantissimi materiali per costruire le piramidi, site in un’estesa striscia desertica tra Giza e Lisht.

Nel 2017 fu reso pubblico un documento importantissimo che fece luce sulla costruzione delle maestose piramidi dell'antico Egitto. Un papiro, rinvenuto dagli archeologi nel porto di Wadi Al-Jarf, rivelò infatti che i giganteschi blocchi di pietra calcarea e granito utilizzati per realizzare l'enorme Piramide di Cheope – o Grande Piramide di Giza – furono spostati via fiume, attraverso zattere in legno fissate con delle corde. Gli antichi egizi, dunque, sfruttavano la rete fluviale per il trasporto dei pesantissimi materiali, evitando di trascinarli sulla sabbia del deserto sotto il sole cocente.

Nonostante questa significativa scoperta, fino ad oggi restava comunque in piedi un vero e proprio mistero, che ha appassionato a lungo gli esperti. La cosiddetta striscia delle piramidi con decine di costruzioni, una stretta fascia verticale che collega Giza e Lisht, è infatti ubicata al confine del deserto occidentale, che fa parte del grande Sahara. È una zona arida, dove non c'è alcun fiume da utilizzare per trasferire i blocchi di pietra. Il Nilo è lontano. Dunque, come hanno fatto gli antichi egizi a portare i blocchi via fiume, se qui non è presente alcun corso d'acqua? Questo enigma è particolarmente rilevante, tenendo presente che lungo questa striscia si trovano le piramidi di Giza, Chefren, Micerino e molti altri magnifici monumenti, preziosi per la storia dell'Egitto e tappa praticamente obbligata per i turisti che si recano nel Paese.

Gli esperti sospettavano che migliaia di anni fa, quando le piramidi furono realizzate (tra 4.700 e 3.700 anni fa), in questa zona desertica ci fosse eccome un fiume, oggi purtroppo estinto e ricoperto dalla sabbia. Ed è proprio questa la scoperta eccezionale che è stata appena fatta. Gli studiosi, infatti, a ridosso della striscia delle piramidi, hanno trovato le vestigia di un lungo corso d'acqua di ben 64 chilometri, un ramo del Nilo che fiancheggiava tutte le principali piramidi. A scoprirlo è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università della Carolina del Nord – Wilmington, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di diversi istituti. Fra quelli coinvolti il Dipartimento di Geologia dell'Università di Tanta, l'Istituto Nazionale di Ricerca di Astronomia e Geofisica (NRIAG) del Cairo e l'Università Macquarie.

continua su: https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/finalmente-sappiamo-come-furono-costruite-le-piramidi-svelato-mistero-dellantico-egitto/p3/

lunedì 16 giugno 2025

GLI ACQUEDOTTI PIÙ ANTICHI DEL MONDO.

 

Sotto le sabbie dell'altopiano di Giza, oltre la grandezza delle piramidi che torreggiano nel cielo, si trova un mondo sotterraneo poco conosciuto. Una rete di gallerie, camere, pozzi e passaggi scolpiti nella roccia, che alcuni ricercatori e speleologi hanno iniziato a chiamare “la metropolitana di Giza.
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Secondo numerose esplorazioni, questi tunnel si estendono per chilometri sotto l'altopiano, collegandosi tra loro e raggiungendo profondità impressionanti. In alcuni luoghi, come sotto la Piramide di Cheops, scendono a 28 metri sotto il livello del suolo, passando per pozzi verticali e camere laterali ancora parzialmente inesplorate. Uno dei più rinomati ricercatori della metropolitana egiziana, Andrew Collins, ha documentato la presenza di tunnel e caverne naturali sotto Giza già all'inizio degli anni 2000, in parte confermata da rilevazioni radar effettuate dalle successive spedizioni.
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Ma Giza non è l'unico sito. A pochi chilometri di distanza, Saqqara, sede della Piramide Step di Djoser, possiede una rete ancora più intricata di tunnel sotterranei. Qui, nei pressi del cosiddetto "Granaio di Giuseppe" - in realtà un enorme pozzo verticale profondo oltre 30 metri, la cui reale funzione rimane sconosciuta - si svolgono corridoi, nicchie, camere e scale scolpite nella roccia, molti dei quali inaccessibili al pubblico.
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Alcune ipotesi collegano queste reti sotterranee alla gestione dell'acqua in tempi antichi. Secondo alcuni studiosi, come il geologo Thomas Brophy, la fine del Periodo Umido Africano (circa 7.000-5.000 a.C.) portò alla progressiva desertificazione del Sahara, costringendo le popolazioni a trovare nuove strategie per sopravvivere in un ambiente sempre più arido.
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Fu proprio in questo periodo che questa rete di gallerie sotterranee potrebbe essere stata costruita - o almeno adattata. Alcuni ricercatori ipotizzano che antichi ingegneri idraulici, forse provenienti da regioni un tempo verdi dell'Africa nordoccidentale, abbiano progettato un sistema per la raccolta, lo stoccaggio e la distribuzione dell'acqua. In sostanza: protoacquedotti, destinati allo sfruttamento delle acque sotterranee o delle piogge residue.
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Il fatto che tutte le grandi piramidi abbiano un legame sotterraneo con il livello di questi tunnel sembra rinforzare questa ipotesi. In particolare, la Piramide di Cheops ha una struttura unica, con tre camere a differenti profondità collegate da lunghi condotti. Alcuni studiosi, come l'ingegnere Christopher Dunn, hanno suggerito che le piramidi agissero come una sorta di "pompa" per spostare l'acqua attraverso la rete dei tunnel sottostanti.
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E se le piramidi stesse facessero parte di un grande progetto idraulico sotterraneo, ereditato da una civiltà più antica? La teoria di un flusso migratorio da ovest, proveniente dall'arido Sahara, dai piedi del Monte Atlas in Marocco (terra chiamata Atlantide da Platone, dal nome della montagna) ha preso slancio negli ultimi anni grazie agli studi geologici del Sahara Occidentale. Secondo questo punto di vista, gli "esuli di Mount Atlas" hanno portato con sé conoscenze ingegneristiche avanzate, adattandole al nuovo contesto della valle del Nilo. Le piramidi, in questa prospettiva, potrebbero essere state concepite non come monumenti religiosi, ma come componenti visibili di un complesso sistema idraulico, una sorta di pompa ciclica in grado di muovere e distribuire acqua a grandi profondità.
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Al momento, non esistono prove definitive per confermare questa teoria. Tuttavia, il fatto che molti dei tunnel sotterranei rimangano off-limits, mal documentati o non completamente mappati lascia spazio a dubbi. I sondaggi Georadar condotti nel 1993 e poi nel 2010 hanno rilevato vuoti strutturali e camere inesplorate sia a Giza che a Saqqara. Perché non indagare più a fondo? Perché la funzione originaria di questi complessi sotterranei - alcuni risalenti a tempi ben prima dell'Antico Regno - non è mai stata pienamente chiarita?
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L'articolo continua nel libro
PRIMA DI NOI C'ERA QUALCUNO

lunedì 19 agosto 2024

LE ANTICHE PIRAMIDI NUBIANE DIMENTICATE DI MEROE | SUDAN.

 

Sebbene siano meno famose delle grandi piramidi di Giza, in Egitto, e più piccole rispetto ai loro cugini egiziani, le piramidi nubiane non sono meno notevoli. Queste strutture furono costruite circa 2500 anni fa, molto tempo dopo che gli egiziani avevano smesso di seppellire i loro faraoni in enormi tombe, una pratica che li aveva quasi portati alla bancarotta. I re di Nubia, tuttavia, furono chiaramente affascinati da queste strutture gigantesche e cercarono di imitarle.
Il Regno di Kush fiorì per circa 900 anni, dall'800 a.C. fino al 280 d.C., esercitando il suo potere su un vasto territorio che si estendeva su gran parte del delta del Nilo fino a sud, a Khartum. Meroe fu la capitale nelle fasi finali dell'impero. Qui, nella loro città capitale, i nubiani costruirono circa 80 piramidi, ridotte nelle dimensioni, sopra le tombe di re e regine del regno kushita.
Queste piramidi variano in altezza dai 6 metri ai 30 metri e si ergono su basi piuttosto piccole, che raramente superano i 7,6 metri, conferendo ai lati delle piramidi angoli molto ripidi. Una delle piramidi più grandi, costruita per i sovrani di Kush, apparteneva a una donna, la regina Shanakdakheto (170-150 a.C.). I lati delle piramidi sono adornati con elementi decorativi delle culture dell'Egitto faraonico, della Grecia e di Roma.
In totale, i governanti di Kush costruirono più di 250 piramidi, più del doppio di quelle presenti in tutto l'Egitto. Queste piramidi sono distribuite in una piccola regione nel deserto del Sudan. Come gli antichi egiziani, i re di Nubia furono mummificati e sepolti, coperti di gioielli, in bare di legno prima di essere inumati.
Quasi tutte le piramidi furono saccheggiate secoli fa. Al momento della loro esplorazione da parte degli archeologi nei secoli XIX e XX, si scoprì che alcune piramidi contenevano resti di archi, faretre di frecce, finimenti per cavalli, casse di legno, mobili, ceramiche, vetri colorati, recipienti di metallo e molti altri manufatti che testimoniano l'esteso commercio meroitico con l'Egitto e il mondo ellenistico.

sabato 10 agosto 2024

Piramidi - proporzioni, angoli,

 

Le piramidi non sono solo meraviglie architettoniche ma anche deposito di profonde conoscenze matematiche e geometriche che continuano ad intrigarci. Un aspetto affascinante è il modo in cui i rapporti 3/4 e 3/1 sembrano essere incorporati nel loro design e proporzioni.

3/4 e le proporzioni della piramide.

Studiando le piramidi, in particolare la Grande Piramide di Giza, scopriamo che il rapporto 3/4 può essere osservato in vari modi. Ad esempio, se si considera l'altezza della piramide e la lunghezza del lato della base, si potrebbe scoprire che la lunghezza laterale della base è collegata all'altezza della piramide in un rapporto di 3/4. La cosa interessante di questo rapporto è che quando si divide 3 per 4, si traduce in una divisione esatta senza decimali, indicando un design preciso e intenzionale. Questa relazione riflette un'armonia che ricorre in natura e matematica, dove i rapporti spesso rappresentano l'equilibrio tra i diversi elementi.

3/1 e gli angoli della piramide.

Allo stesso modo, il rapporto 3/1 si trova negli angoli della piramide e nell'altezza relativa ad alcune altre dimensioni. Il rapporto 3/1, ad esempio, può essere osservato nel rapporto tra l'altezza totale della piramide e l'altezza alla quale la superficie pendente interseca una linea orizzontale immaginata all'interno della struttura. Questa relazione può anche riflettere alcuni principi geometrici relativi alla distribuzione delle forze e alla stabilità della struttura.

Pi e i segreti delle piramidi.

Oltre a queste proporzioni, è anche degno di nota che il numero π (Pi) è spesso associato alla progettazione delle piramidi. Diversi ricercatori e teorici hanno sottolineato che se si divide il perimetro della piramide per la sua altezza, si ottiene un numero molto vicino a 2 π. Ciò suggerisce che gli antichi Egizi avrebbero potuto capire e utilizzare questo numero irrazionale molto prima che fosse formalmente definito, rendendo le piramidi possibili fonti per la nostra moderna comprensione di π.

Il simbolismo dei terzi.

L'esattezza e l'osservabilità dei rapporti 3/4 e 3/1 nelle piramidi suggeriscono che gli antichi Egizi avevano una profonda comprensione di queste proporzioni e del loro significato. I numeri tre e quattro, così come le loro combinazioni, hanno un significato simbolico in molte culture, e la loro precisa divisibilità potrebbe riflettere la consapevolezza di come queste relazioni funzionano sia in contesti pratici che spirituali.
Così, le piramidi non sono solo capolavori di ingegneria ma anche manifestazioni di profonda comprensione matematica e geometrica. I rapporti 3/4 e 3/1, insieme al misterioso numero π, sono esempi di come questi antichi monumenti possano essere visti come rappresentazioni codificate di verità universali, continuando a influenzare la nostra comprensione della matematica e dell'architettura ancora oggi.

lunedì 24 giugno 2024

IL MISTERO DI CHI C’ERA PRIMA DEGLI EGIZI.

 

Analizzando la storia egizia, risulta evidente che la loro civiltà non partì completamente “da zero”. Alcuni dei massimi capolavori della civiltà egizia sono stati creati quando questo popolo era appena agli inizi del suo sviluppo. Risulta quindi piuttosto evidente che i “primi egizi” si sono appoggiati alla tecnologia di qualcuno vissuto nella stessa zona geografica prima di loro. Facciamo qualche esempio.
In base alla ricostruzione della storia fatta dagli egittologi, la “Piramide a gradoni di Djoser” è una sorta di “pietra di paragone” per tutte le piramidi che si trovano in Egitto. Questa è la prima piramide di cui si è ragionevolmente certi di conoscere il costruttore, il committente e il periodo di costruzione. Venne costruita per ordine del faraone Djoser, dietro progetto del suo famosissimo funzionario Imhotep, verso il 2.630 a.C. Su questa piramide, quindi, sono tutti abbastanza d’accordo.
Ne deduciamo che, ogni piramide che, in maniera ipotetica, si trovasse sul suolo egiziano ma che risulterebbe essere “precedente” alla “Piramide a gradoni di Djoser”, costruita verso il 2.630 a.C., non potrebbe essere considerata “egizia” nel senso che noi oggi diamo a questo termine. Sarebbe stata costruita da qualcuno che è venuto prima dei faraoni. I faraoni, quindi, si sarebbero solo limitati a “prenderne” possesso, facendola apparire come “roba loro”. Le cose sono andate così? Facciamo alcuni esempi basati sulle ultime scoperte della scienza.
Con una rilevazione effettuata con il metodo della “Luminescenza stimolata otticamente (OSL)”, compiuta dal Dipartimento di Archeometria dell´ Università dell’Egeo, in Grecia, è stato rilevato che la roccia calcarea del tempio di Qasr-el-Sagha può risalire addirittura al 5550 a. C. (datazione media: 4700 ± 850 a.C.). Questo tempio può essere fino a 3.000 anni precedente alla Piramide di Djoser.
Usando lo stesso metodo di datazione, si è scoperto che Il granito rosso utilizzato per coprire la base della facciata della Piccola Piramide (Piramide di Micerino), esaminato con questo moderno sistema di datazione restituisce come data più antica il 4.400 a.C. (Datazione media 3450 ± 950 a.C.). Quella roccia può essere sta posta anche 2.000 anni prima della costruzione della Piramide di Djoser. E parliamo dello strato esterno della piramide, che potrebbe essere stato restaurato in tempi successivi. Il sui ‘cuore’ può essere molto più antico.
Chi ha edificato quelle e altre costruzioni che noi chiamiamo comunemente ‘egizie’? Certo non gli ‘egizi’ che noi conosciamo…
L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

giovedì 13 giugno 2024

GEOLOGI VISSUTI OLTRE 5.000 ANNI FA? - David Attenborough Fans - Mogens Nygaard

 

La Grande Piramide di Giza ha un peso enorme, che sfiora o supera probabilmente 6.000.000 di tonnellate. È una cosa piuttosto facile da immaginare che, sotto un peso tale, il terreno sottostante possa avere dei cedimenti. Non sono molte le zone della Terra che sopportano un peso simile. Se, per esempio, questa piramide fosse stata costruita a Bangkok, il terreno alluvionale sottostante col tempo avrebbe ceduto, e la piramide sarebbe almeno in parte sprofondata in alcuni punti, danneggiandosi in maniera irreparabile. Invece, in migliaia di anni, e nonostante alcuni violentissimi terremoti verificatisi in passato nella zona, la Grande Piramide sembra non aver avuto alcun cedimento significativo.

Nei nostri giorni, ogni architetto include la variabile del “cedimento” nel suo progetto. Vengono fatti accurati studi geologici e calcoli statici, e viene considerata accettabile la possibilità che un edificio subisca un cedimento di 15 centimetri ogni 100 anni. Ebbene, fino ad ora la Grande Piramide, nonostante il suo incredibile peso, ha subito uno smottamento inferiore a 1,5 centimetri in almeno 5.000 anni! Un simile risultato, al limite del paranormale, non può essere dovuto al caso.

Chiunque abbia deciso il luogo esatto in cui costruire la Grande Piramide, sapeva esattamente quello che stava facendo. Come sapevano esattamente quello che facevano gli ingegneri che hanno livellato il terreno, con un margine di errore di 1 centimetro su 230 metri (come abbiamo visto nei capitoli precedenti). Quindi il sospetto che in quella zona abbiano lavorato geologi e ingegneri “coi fiocchi”, diventa molto pressante. Ma, normalmente, una civiltà di migliaia di anni fa, appena uscita dal neolitico non avrebbe dovuto avere questo tipo di conoscenza. Teoricamente, gli operai che hanno lavorato a Giza, costruirono tutto usando soltanto scalpellini di rame e tronchi di legno, non avendo praticamente nessuna nozione di geologia o di calcoli statici.

Secondo diversi studiosi moderni, la piana di Giza potrebbe essere l’unico luogo AL MONDO capace di sopportare il peso della Grande Piramide senza cedere. È stato un semplice caso che la Grande Piramide sia stata costruita proprio in quel punto? È possibile che con quei poveri mezzi gli uomini di migliaia di anni fa siano riusciti a fare meglio dell’uomo del XXI secolo? O c’è qualcosa che ancora non sappiamo su di loro?

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