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martedì 3 settembre 2024

Huaca del Sol - Perù

 

Ecco un tozzo di storia che ti lascerà a bocca aperta! Ci porta al calore del Perù, proprio alla Huaca del Sol, una piramide non come le altre. Costruita attorno al 100 d.C. dal popolo Moche, questa non è solo un'antica reliquia, è un titano di mattoni di adobe che una volta regnava come la più grande struttura precolombiana in adobe di tutte le Americhe. Un attimo di riflessione, ti prego.
Immagina quale genio, quale abilità monumentale ci vuole per creare un qualcosa del genere in un'epoca priva delle nostre moderne comodità. Una struttura fatta di mattoni di fango e argilla, diventando un tutt'uno con la terra circostante.
Guarda al di là dei segni di usura, delle fessure e delle crepe, e vedrai non solo storia, ma una prova dell'ingegnosità e della resilienza umana. Una struttura che non ha solo resistito al passare del tempo, ma che ci sfida a riconoscere e ammirare il genio delle antiche civiltà.
Sì, la Huaca del Sol è un monumento che merita più di un semplice sguardo. Rappresenta la straordinaria capacità dell'uomo di creare, di resistere, di lasciare un segno indimenticabile nel tessuto del tempo.
Pertanto, la prossima volta che ti sembrerà di aver raggiunto il limite delle tue capacità, ricorda la Huaca del Sol. Ricorda ciò di cui l'umanità è capace. Ricorda che, se siamo qui, è grazie a menti geniali che hanno superato ogni confine, ogni ostacolo. Perché alla fine, sappiamo che l'impossibile è soltanto una sfida per coloro che osano sognare.

domenica 25 agosto 2024

Storia Teotihuacan, mercurio liquido sotto alla piramide. - Elisabetta Intini

Un grafico mostra il tunnel che scorre sotto alla piramide. Ingrandisci Handout/Reuters

 

Il metallo rinvenuto in una camera sotterranea della piramide del Serpente Piumato potrebbe raffigurare un fiume ultraterreno. E condurre a una tomba regale.


Grandi quantità di mercurio liquido sono state rinvenute all'estremità di un tunnel sotterraneo nel cuore delle rovine precolombiane di Teotihuacan, in Messico.

Il metallo tossico, ritrovato in una camera sepolta a 18 metri di profondità sotto alla Piramide del Serpente Piumato, alla fine di un tunnel lungo 91 metri, potrebbe indicare la vicina presenza di una tomba importante, forse del re della misteriosa civiltà fiorita in Messico tra il 100 e il 700 d.C.


Un lungo lavoro. È quanto annunciato la scorsa settimana dal ricercatore e archeologo messicano Sergio Gómez, che ha lavorato agli scavi del tunnel negli ultimi 6 anni. Il condotto sotterraneo è stato riaperto nel 2003, dopo 1.800 anni dalla sua costruzione.

Gómez e colleghi hanno scoperto la presenza di tre camere sotterranee alla sua estremità più remota, insieme a un tesoro di decine di migliaia di oggetti artigianali come sculture in pietra, gioielli, conchiglie giganti e palle di gomma.


Fiume scintillante. Gli archeologi si sono detti "sorpresi" per la scoperta. Nessuno può sapere di preciso come e per quale motivo il mercurio sia finito lì, ma l'ipotesi è che potesse simboleggiare, con i suoi riflessi argentei e brillanti, un lago o un fiume infernale al pari dello Stige, ed essere considerato una sorta di via di accesso privilegiata per l'Aldilà.

Difficile da estrarre, tossico e costoso, il metallo è già stato trovato in passato in diversi siti Maya più a sud, e potrebbe aver avuto una valenza sacra per le civiltà precolombiane.


In cerca di una guida. La scia di mercurio potrebbe condurre gli archeologi sulle tracce dei resti di un sovrano, e aiutare a fare luce sul misterioso governo di Teotihuacan, una città di 200 mila abitanti di varie etnie, apparentemente priva di palazzi del potere e di raffigurazioni artistiche di figure reali, che non ha lasciato testimonianze scritte e che fu abbandonata ben prima dell'avvento degli Aztechi nel XIV secolo.

https://www.focus.it/cultura/storia/mercurio-liquido-sotto-a-piramide-di-teotihuacan

venerdì 19 luglio 2024

La rivelazione tra la piramide di Giza e la Sfinge. - Linda Rosada

 

La rivelazione tra la piramide di Giza e la Sfinge.
La Piramide di Quéfren e la Grande Sfinge sono due dei monumenti più emblematici dell'Altopiano di Giza in Egitto. L'imponente struttura piramidale è la seconda più grande al mondo, dopo la piramide di Cheops, e la grande Sfinge è una statua colossale trovata adiacente ad essa, suggerendo che entrambe le meraviglie fossero legate tra loro.
Il legame tra queste due strutture è stato una questione complessa e controversa, motivo per cui il dibattito su di esse continua da secoli. La teoria più accettata è che la grande Sfinge è stata costruita dal faraone Quéfren, figlio di Cheops, per essere la guardia del suo complesso funebre. Tuttavia, ci sono altre teorie secondo cui la sfinge è molto più antica e potrebbe essere stata costruita da una civiltà antecedente agli egiziani.
In un'altra teoria rilevante, i ricercatori sostengono che la sfinge potrebbe avere uno scopo più simbolico, come rappresentare il dio solare Ra o il faraone Quéfren stesso.

mercoledì 17 luglio 2024

La piramide di Zawyet El Aryan. - Linda Rosada

 

La piramide di Zawyet El Aryan: chiare prove di tecnologia aliena!!
Enormi blocchi di granito, di circa 30 tonnellate, sono stati utilizzati per costruire questo sito; le pareti sembrano essere state tagliate con una precisione impressionante.
"Quello che resta ora è una base quadrata dove sarebbe stato eretto il nucleo della piramide. Un sarcofago di granito rosa - simile a un carro armato - è stato scoperto in un fosso che taglia la struttura. Sebbene si sospetti l'esistenza di telecamere sotterranee, gli scavi non sono stati possibili perché la struttura si trova in un'area militare riservata. Questo posto è anche noto come piramide settentrionale "
Poche persone sanno che oltre al famoso trio di piramidi di Giza in Egitto ci sono altre due piramidi di cui restano solo le fondamenta.
Una di queste piramidi è la "Piramide settentrionale di Zawyet El Aryan", situata quasi 5 km a sud-ovest di Giza; l'altra, più piccola, è conosciuta come Piramide degli strati.
Molti archeologi credono che queste piramidi siano incompiute, ma alcuni teorici degli antichi astronauti suggeriscono che siano state distrutte molto tempo fa.

venerdì 2 febbraio 2024

La camera misteriosa della Piramide di Giza può contenere il trono del faraone forgiato da una meteora. - Deslok

La scoperta di un’enorme camera precedentemente sconosciuta nel profondo della grande piramide ha generato un’enorme quantità di entusiasmo tra gli appassionati di cultura dell’antico Egitto. Tuttavia, a causa di problemi logistici, i ricercatori non sono stati in grado di entrare nella camera per scoprire cosa, se non altro, si trova al suo interno.

I ricercatori credono che un trono di materiale estratto dalle meteore si trovi all’interno della Grande Piramide

Mentre sono in corso diversi progetti per affrontare questo problema, alcuni ricercatori si sono rivolti agli antichi testi religiosi e cronisti dell’Antico Egitto per cercare di dedurre ciò che potrebbero trovare quando finalmente riusciranno a penetrare nella tomba. Una delle teorie che sono state avanzate è che il tesoro nascosto all’interno della Grande Piramide sia sorprendente – un trono forgiato dalle meteore.

Giulio Magli, Direttore del Dipartimento di Matematica e Professore di Archeoastronomia del Politecnico di Milano, ha lavorato sodo per decifrare i Testi dele Piramidi. Questi testi sono una raccolta di scritti religiosi che sono stati scolpiti nelle pareti delle piramidi nel 2400 aC circa. Secondo Magli, è del tutto possibile che la camera segreta contenga il leggendario trono del faraone Khufu – o “Cheope”.

Si dice che il trono sia stato forgiato dal ferro e, come spiega Magli, “Sarebbe stato fuso il ferro, ma il ferro meteoritico, cioè caduto dal cielo sotto forma di meteorite, questo è citato nei Testi”.

Mentre questo potrebbe sembrare incredibile, ci sono prove che il popolo dell’Antico Egitto abbia creato alcuni oggetti ornamentali e cerimoniali usando il ferro estratto dalla meteora che era caduto dal cielo. Nel 2016, è stato scoperto che un pugnale di proprietà di Tutankhamon era certamente forgiato dai composti metallici estratti da un meteorite. Il ferro meteorico è facile da identificare per gli scienziati moderni a causa del suo contenuto insolitamente alto di nichel.

A cura di Hacktheatrix

https://www.hackthematrix.it/la-camera-misteriosa-della-piramide-giza-puo-contenere-trono-del-faraone-forgiato-meteora/?feed_id=169690&_unique_id=65b82010b4217

sabato 6 gennaio 2024

Shardana guerrieri di Nibiru . - Minerva Elidi Wolf

 

Questo antico oggetto della cultura iraniana di JIROFT, ha più di 5.000 anni, incredibilmente, sembra rappresentare una piramide a gradoni con antenna sulla cima e con dell'acqua sotto. E' possibile che questa antica cultura conoscesse lo ZED? Lo ZED o l'antenna, o TORRE che fu spostata dal luogo di origine e collocata all'interno della piramide. Va ricordato infatti, che questo misterioso manufatto, si trovava nella terra di Sumer. Sconosciuta la ragione per la quale venne spostato e portato in Egitto e incastonato nella piramide. ( Si presume che la ragione fu per salvaguardare l'ANTENNA dal Diluvio.) Lo ZED per gli Egizi era la colonna vertebrale del dio Osiride, e i livelli, che vanno da un minimo di tre ad un massimo di cinque, sembra rappresentino i momenti storici della discesa sulla Terra delle divinità, per molti, invece, rappresentano gli elementi naturali: acqua, fuoco, terra ed aria. Sembra che nel libro di Enoch, si accenni al pilastro di Osiride, infatti Enoch predice: " Verrà il giorno in cui la TORRE renderà ciò che le è stato affidato. La piramide salterà come un ariete e allora finirà la triste età del ferro.". Speriamo che l'età del ferro sia prossima alla fine...

giovedì 21 dicembre 2023

LA PIRAMIDE NASCOSTA. - Minerva Elidi Wolf

Nel mio libro esperimenti Anunnaki, ho volutamente inserito nella parte finale il libro shardana guerrieri di Nibiru, un libro dentro un libro. Spero sia di gradimento.

LA PIRAMIDE NASCOSTA
Come si può vedere dalla foto acclusa, l’entrata principale della Grande Piramide di Giza, detta erroneamente Piramide di Cheope, in realtà è nascosto sotto uno strato di pietre, e non è in linea con la forma della piramide.
Inoltre, alcuni dei cosiddetti “cunicoli di areazione” all’interno della Grande Piramide sono “ciechi”. Questo vuol dire che nascono e muoiono all’interno della piramide, senza mai raggiungere l’esterno.
Questi ed altri indizi (come, ad esempio, la presenza di diverse “camere reali” all’interno della Piramide non allineati tra loro) danno la ragionevole certezza che in realtà l’attuale Grande Piramide sia stata edificata su una piramide precedente, molto più antica.
Tenendo conto di queste indicazioni di massima, come si può vedere dalla foto acclusa, sembra che questa “Prima Piramide”, raffigurata con il colore arancione, avesse un lato di circa 160 metri, ed era alta circa 43 metri. Le facciate della “Prima Piramide” avevano una angolazione di circa 30 gradi. Con queste misure la “Prima Piramide” era incredibilmente simile alla Piramide della Luna, che si trova a San Juan Teotihuacan, in Messico. Infatti, questa piramide è alta 43 metri ed ha il lato ovest ampio 147 metri. Questa piramide messicana era associata alla figura femminile, alla fertilità e all’acqua. Inoltre, sembra che i costruttori riuscirono a portare in cima una roccia pesante ben 22 tonnellate, che rappresentava la Luna.
I lati Nord e Sud di questa “Prima Piramide” si trovavano ciascuno a circa 35 metri di distanza dai rispettivi lati Nord e Sud dell’attuale Grande Piramide (ovviamente verso l’interno). Considerando che il centro di questa piramide è spostato rispetto all’asse centrale della Grande Piramide, il lato Est si sarebbe trovato approssimativamente a circa 30 metri di distanza dal rispettivo lato Est della Grande Piramide, mentre il lato Ovest a circa 40 metri dal suo omologo della Grande Piramide. La base di questa “Prima Piramide” è grande esattamente quanto la roccia leggermente sopraelevata su cui poggia la Grande Piramide. Questa roccia sarebbe servita come “base di partenza” per la costruzione, diminuendo di molto il carico di lavoro.
La datazione al radiocarbonio di uno dei campioni di legno usato per riempire gli spazi tra le rocce esterne della Grande Piramide, ha restituito come data più antica il 3969 a.C. (Datazione media 3809 ± 160 a.C. - Dati forniti dal “Pyramids Carbon-dating Project” sotto la guida dell'egittologo Mark Lehner, insieme a Robert Wenke dell'Università di Washington). Quindi la parte esterna più antica della Grande Piramide ha almeno 6.000 anni. Ma allora, quanto è antica la “Prima Piramide” contenuta al suo interno? E chi l’ha costruita? 

https://www.facebook.com/photo?fbid=122127626744051537&set=a.1221000986780515377

giovedì 14 dicembre 2023

Indonesia, scoperta piramide che potrebbe avere 27mila anni. - Francesca Orazi

E’ stata scoperta una piramide sotto il sito preistorico di Gunung Padang, a Giava occidentale, in Indonesia. Le prime analisi rivelano che potrebbe essere stata costruita ben 27.000 anni fa, ed essere quindi la più antica del mondo.

Un articolo, pubblicato sulla rivista ‘Archaeological Prospection’ il 20 ottobre, ha aperto un acceso dibattito circa i resti di una piramide ritrovata in Indonesia, tanto che molti archeologi si sono subito dissociati dal contenuto. La collocazione temporale così antica è un dato non indifferente nel panorama archeologico mondiale. Se la piramide indonesiana avesse davvero 27.000 anni, ciò la renderebbe molto più antica della prima piramide egizia, la Piramide di Djoser, risalente a 4.600 anni fa e significherebbe anche che è precedente al più antico sito megalitico conosciuto, Gobekli Tepe in Turchia, costruito circa 11.000 anni fa. Danny Hilman Natawidjaja, geologo dell’Agenzia nazionale per la ricerca e l’innovazione di Bandung si è espresso a riguardo, manifestando le sue perplessità: “Non è facile costruire piramidi in quanto bisogna avere un’elevata abilità nella muratura”[…] “La natura ordinata, sagomata e massiccia di queste rocce, alcune delle quali pesano fino a 300 chilogrammi, esclude la probabilità di un trasporto su distanze significative”. […]”La geometria regolare e la composizione distinta di questo oggetto, nonché i suoi materiali non correlati alle rocce circostanti, indicano la sua origine antropica”. Tra il 2011 e il 2014, Natawidjaja e colleghi hanno studiato il sito utilizzando diverse tecniche di penetrazione del terreno per determinare cosa si trova sotto le terrazze e hanno identificato quattro strati che, secondo loro, rappresentano fasi distinte di costruzione. Lo strato più interno è un nucleo di lava indurita, che è stato ‘meticolosamente scolpito’, secondo il documento. Gli strati successivi di rocce, disposte come mattoni, sono stati costruiti sopra il piano più antico. Gli strati sono stati datati al carbonio, utilizzando il terreno depositato tra le rocce ottenuto da un nucleo scavato nella collina. Secondo il documento, la prima fase di costruzione è avvenuta tra 27.000 e 16.000 anni fa. Ulteriori aggiunte sono state apportate tra gli 8.000 e i 7.500 anni fa e lo strato finale, che comprende le terrazze a gradoni visibili, è stato messo in opera tra i 4.000 e i 3.100 anni fa.

A proposito dello studio pubblicato nell’articolo, Lutfi Yondri, archeologo del BRIN di Bandung, in Indonesia, ha affermato: “Lo studio ha dimostrato che le popolazioni della regione abitavano le grotte tra i 12.000 e i 6.000 anni fa, molto tempo dopo la presunta costruzione della piramide, e nessuno scavo di questo periodo ha rivelato prove di una sofisticata attività di muratura”. E, alle sue parole, si aggiunge Flint Dibble, archeologo dell’Università di Cardiff, nel Regno Unito: “Sono sorpreso che il documento sia stato pubblicato così com’è”. Secondo Dibble, sebbene l’articolo presenti “dati legittimi”, le sue conclusioni sul sito del rinvenimento e sulla sua età non sono giustificate. Gunung Padang comprende cinque terrazze di pietra a gradoni, con muri di contenimento e scale di collegamento, che si trovano in cima a un vulcano spento. Continua Dibble: “Non ci sono prove evidenti che gli strati sepolti siano stati costruiti dall’uomo e che non siano il risultato di agenti atmosferici naturali e del movimento delle rocce nel corso del tempo” […] “Il materiale che rotola giù da una collina è destinato, in media, a orientarsi”.

Anche Bill Farley, archeologo della Southern Connecticut State University di New Haven ha i suoi scetticismi sulla collocazione temporale del rinvenimento: “Il lavoro non fornisce prove dell’esistenza di una civiltà avanzata durante l’ultima era glaciale”. I campioni di terreno di Gunung Padang, risalenti a 27.000 anni fa, pur essendo accuratamente datati, non recano segni di attività umana, come carbone o frammenti di ossa. I dati archeologici mostrano che la transizione da società di cacciatori-raccoglitori a società complesse che occupavano grandi insediamenti è avvenuta dopo l’inizio dell’Olocene, 11.700 anni fa. La più antica città attualmente conosciuta è il sito di Catalhoyuk, risalente a 9.000 anni fa, nell’attuale Turchia. Intanto, la rivista ‘Archaeological Prospection’ e la sua casa editrice, Wiley, hanno avviato un’indagine sull’articolo. Eileen Ernenwein, geofisica archeologica presso la Tennessee State University di Johnson City, che è co-editore della rivista, ha dichiarato in un’e-mail a ‘Nature’: “I redattori, me compresa, e il gruppo etico di Wiley stanno attualmente indagando su questo articolo in conformità alle linee guida del Committee on Publication Ethics”.

Nell’attesa di nuovi sviluppi sul contenuto dell’articolo, il sito di Gunung Padang è stato presentato nel documentario di Netflix Ancient Apocalypse del 2022, condotto dallo scrittore britannico Graham Hancock, il quale promuove l’idea che una civiltà globale avanzata sia stata spazzata via 12.000 anni fa, al termine dell’ultima era glaciale. Gli autori riconoscono a Hancock il merito di aver corretto il loro lavoro.

https://www.quotidianoarte.com/2023/12/04/indonesia-scoperta-piramide-che-potrebbe-avere-27mila-anni/

sabato 29 luglio 2023

LE CIVILTA’ PRECEDENTI ALLE NOSTRE.

 

Quella che vedete in questa foto è la ricostruzione della più antica piramide del mondo, e si trova Gunung Padang, in Indonesia. Oggi la collinetta è piena di alberi, vegetazione e terriccio, per cui non è completamente visibile ad occhio nudo. Ma se venisse del tutto ripulita, apparirebbe come in foto. Le ultime ricerche, come vedete nella foto sottostante, suggeriscono che sotto la piramide esistano 3 camere vuote. Nessuno è ancora riuscito a penetrare al suo interno.
Quella che vedete più sotto è la città quasi sommersa di Nan Madol, che si trova nell’isola di Pohnpei, in mezzo al nulla, nell’Oceano Pacifico. Nessuno sa come siano riusciti a costruire questa città sull’acqua. Infatti, Nan Madol è stata costruita su 100 isolotti artificiali costruiti dall’uomo, con delle travi di pietra leggermente magnetica incrociati tra loro.
Analisi al radiocarbonio hanno rivelato che la parte più antica della piramide di Gunung Padang ha circa 23.000 anni. Allo stesso modo, Nan Madol è stata sommersa a causa dell’innalzamento dell’Oceano Pacifico. Ma tutti sono concordi nel dire che i mari iniziarono ad alzarsi oltre 10.000 anni fa, dopo il disgelo. Quindi Nan Madol, insieme a Göbekli Tepe, è un classico esempio di città dell’era della glaciazione.
Gunung Padang, Nan Madol, Göbekli Tepe, sono alcuni dei resti che stanno affiorando dalla terra e dal mare, che ci dicono che la civiltà umana è molto più antica di quanto si pensasse. Purtroppo, come al tempo di Galileo Galilei c’era gente che non voleva vedere nel suo telescopio, perché avrebbe dovuto ricredersi su molte cose insegnate, anche oggi ci sono alcuni fanatici che ostinatamene non vogliono credere all’evidenza. Vale a dire che oltre 20.000 anni fa la civiltà umana fioriva dall’Europa al Pacifico, ma poi qualcosa ci ha quasi spazzati via, e abbiamo dovuto ricominciare da capo.
L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

martedì 18 luglio 2023

UNA COINCIDENZA SORPRENDENTE.

 

Un antico proverbio arabo dice “L’uomo teme il tempo, ma il tempo teme le piramidi”.
Sono passati più di 4000 anni e queste magnifiche costruzioni sono ancora lì che, con loro maestosità, continuano ad affascinare l’intera comunità degli egittologi e ad attirare migliaia di visitatori da tutto il mondo. Lo scatto che postiamo oggi sintetizza la magia di questo incredibile luogo.
Un fatto davvero curioso sulla Piramide di Cheope, riconducibile a una pura coincidenza, è che i numeri della velocità della luce nel vuoto (299.792.458 m/s) sono gli stessi della latitudine geografica del monumento (29°58‘45.28“N = 29.9792458°N).

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martedì 2 ottobre 2012

Scoperto un villaggio megalitico. Stilo come Stonehenge. - Elia Fiorenza

Scoperto un villaggio megalitico. Stilo come Stonehenge

STILO (RC) - Inghiottita da una fitta vegetazione dalle parti di Ferdinandea, una sommità del gran bosco di Stilo, che fa da confine con le tre province di Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia, dorme di un sonno millenario. Il leggendario e dimenticato “villaggio megalitico”. Un susseguirsi di “statue giganti” irregolari con simboli particolari, alcuni dei quali, forse, cuneiformi. Protetto dal suo sottobosco impenetrabile, è di fatto isolato. In pochissimi possono affermare di averlo visto. Arrivarci è un’impresa ardua. Nella stagione fredda diventa impossibile. Gli unici momenti favorevoli sono l’inizio della primavera, quando la flora non è ancora esuberante e la fine dell’estate, quando cioè il terreno è più facilmente leggibile. Non esiste una mulattiera percorribile: rovi e alberi intrecciati a mo’ di labirinto sbarrano più volte l'ascesa sul ripido versante e non è raro sentire sibilare le vipere. È un posto fuori dal tempo e non alla portata della semplice curiosità dei camminatori feriali. Ma è questo l’aspetto più affascinante, che attira l’attenzione e la curiosità. Un mondo nel mondo. E ancor più sorprendente è il fatto che queste difficoltà non hanno fermato due giovani studiosi stilesi, Mario e Alfina Tassone. L’arduità del luogo non ha impedito la scoperta a questi due esperti subacquei, di fama internazionale, appassionati di storia locale e responsabili del Diving Center “Punta Stilo” (http://www.divingcenterpuntastilo.it), istituito circa vent’anni fa nella “Città del Sole” dell’illustre frate domenicano Tommaso Campanella. Qualche voce era giunta alle loro orecchie, ma ad incuriosirli sono state proprio le misteriose geometrie visibili tramite mappe, ricerche documentali e numeriche, programmi di immagini satellitari come Google Earth. E proprio tramite questi strumenti alla mano, Mario e Alfina hanno deciso di sfidare il bosco di Stilo con il dottor Giuseppe Oliva dell’Università della Calabria e con alcuni membri dell’associazione Misteryhunters tra cui i dottori Gioia Aurelio, Gerardo Coppola e Roberto Iera, avventurandosi tra boschi di castagno, lecci e faggi e rovi spinosi per poter mirare questo tesoro nascosto, al segreto dell’incontaminato bosco a cavallo tra le Serre e l’Aspromonte. Là, in cima, c’è la testimonianza probabilmente di un’antica presenza umana: un grande villaggio di pietre forse granitiche con evidenti tracce di quarzo, perfettamente evidenti. Esattamente sono tre le località tutte consecutive che devono essere oggetto di subitanei studi approfonditi. Lì vicino poi c’è anche una piattaforma di pietra semi sepolta con impressa una figura parallelepipeda, intensamente scolpita nella roccia. Una serie di simboli, incisi nelle pietra, potrebbe avvalorare la tesi di unità e continuità riguardo l’appartenenza a popolazioni simili o con una origine comune che li hanno realizzati. I simboli sono: la spirale, il rombo o losanga, i segni a coppella, il labirinto. In tutta le aree dove si conservano i resti dei complessi in pietra in genere, secondo alcuni studiosi, il terreno possiede degli “strani poteri”, in grado di influenzare il corso della vita delle piante, degli animali e degli uomini. Come, ad esempio, la crescita rapida e abbondante dei vegetali, la fecondità accertata di uomini e animali, una sorta di benessere psico-fisico delle persone a contatto con la pietra. Di sicuro, oltre ai primi uomini del neolitico, ed ai tagliatori di pietra (come si nota da tracce visibili), questo luogo potrebbe essere stato (o lo è ancora) punto di incontro di misteriosi raggruppamenti spirituali. «Non mi sento di dare una datazione o un’attribuzione a tutto ciò - spiega Mario Tassone -, ritengo sia necessaria un’attenzione particolare al sito da parte delle Università e della Soprintendenza. Ma l’idea che nel cuore del bosco si celi da decine di secoli un villaggio megalitico mi emoziona». 

***

In quella che potrebbe rivelarsi essere una grande scoperta, Mario e Alfina Tassone con alcuni studenti e ricercatori dell’Unical hanno trovato, nel sito, una struttura simile a una piramide, di notevole dimensioni e di epoca sconosciuta. La costruzione presenta una fabbricazione uniforme in pietra e malta e nel centro della medesima, quasi collocata con un preciso significato, svetta una pietra forse granitica di forma e irregolare grandezza. Certamente i primi elementi raccolti, circa la costruzione della piramide, portano a ritenere che essa sia opera dell’uomo. Nella storia in genere oltre a essere simbolo della carboneria e della massoneria, la Piramide simboleggiava una scala, mezzo di tramite per la salita verso il cielo. La base della Piramide è un quadrato, che esprime il perfezionamento. Il 4 raddoppiato diventa 8, il numero della Conoscenza. Due quadrati formano un rettangolo, o quadrolungo, simbolo dello spazio organizzato, creato e sacralizzato. La simbologia del quadrato è ricca, ed esprime il principio della progressione. È la figura geometrica della perfezione. Esso corrisponde alla terra, alla stabilità, alla sostanza, all’immutabilità. Il Mistero Divino si esprime attraverso 3 + 1 = 4 (3 è Dio, 4 il Mondo). I quattro triangoli che partono dal quadrato di base della Piramide terminano con Uno, il piramidion (la sommità), ovvero il divino. Dio è Uno nella sostanza e tre nel mondo. Il simbolo quinario è basato sull’associazione del quadrato e del suo centro (4 + 1). Il centro è piramidion. Inoltre esprime le radiazioni solari raffigurate da un fascio triangolare di raggi provenienti dal sole. La Piramide concentra quindi il calore e la luce divina, canalizzandoli verso i corpi posti in essa (l’iniziato). «Chiedendo informazioni sul luogo ci venne indicato - affermano i due scopritori - che vi è una strada che si chiama “U Triangulu” al limite delle tre province. Non solo. Nell’area vi sono tre grandi massi di pietre che lo perimetrano: Pietra Spada; Pietra del Caricatore; Pietra del Boario».
«A questo punto ci siamo resi conto che questi siti potevano avere a che fare con il sito Megalitico di Nardodipace, da lì poco distante. L’allineamento di vari siti storici e preistorici, in linee dritte attraverso la campagna fu notato per la prima volta nel XIX secolo» continuano Mario e AlfinaTassone. «Ma fu il libro di Alfred Watins The Old Straight Track, pubblicato nel 1925 che fece conoscere questo fenomeno a un pubblico più vasto. Watkins - affermano - aveva scoperto una vasta rete di allineamenti che includeva terrapieni, menhir, monumenti circolari, circoli di pietre preistorici, chiese medioevali e simili. Egli chiamò questi allineamenti, che di solito corrono per parecchie miglia, “ley”». Da qui «Watkins presenta le prove dell’esistenza di ley in molte parti dell’Inghilterra e Galles. Da allora, altri ricercatori hanno di mostrato che gli allineamenti sono identificabili in tutta la Gran Bretagna e l’Irlanda. In verità, esistono indicazioni di fenomeni analoghi in altre parti del mondo, come per esempio le famose linee di Nazca in Perù e gli allineamenti in direzione di Pueblo Alto nel Chaco Canyon in New Mexico». La scoperta adesso solleverà una serie di domande, come ad esempio quelle riguardanti il modo in cui queste enormi pietre siano state portate fino in quel luogo sperduto chi le abbia portate e lo scopo della costruzione di queste strutture che certamente poco sanno di fenomeno naturale. Inoltre, se la datazione fosse corretta, allora esso sarebbe antico quanto la civiltà neolitica? E poi perché finora nessuno dei ricercatori ha mai trovato o menzionato questa civiltà? Mario e Alfina Tassone, che continuano incessantemente i loro certosini studi, chiedono ora di trovare risposte a queste domande.


http://portale.calabriaora.it/Dettaglio.asp?id=7920