L'intesa tra Trump e von der Leyen viene vista in modi diversi dai documenti diffusi da Ue e Usa. E anche se si prende in considerazione solo la dichiarazione della Commissione europea, a emergere è la posizione di debolezza di Bruxelles nei confronti di Washington.
L’Unione Europea ha finalmente raggiunto . O no? Il fatto è che c’è sui termini dell’accordo, compreso su importanti aspetti. e di per ora non ne abbiamo molti. C’è la dichiarazione di Ursula von der Leyen pubblicata sul sito della Commissione Europea e c’è il “Fact Sheet” pubblicato sul sito della Casa Bianca. E i due documenti non coincidono in diversi punti:
Il documento americano dice che l’Ue importerà prodotti energetici per 750 miliardi di dollari dagli Usa da qui al 2028; quello dell’Ue dice che gli acquisti diversificheranno le nostre fonti di approvvigionamento” e che “sostituiremo il gas e il petrolio russo con acquisti significativi di GNL, petrolio e combustibili nucleari statunitensi”.
Quello americano dice che l’Ue investirà negli Stati Uniti, in aggiunta ai 100 miliardi attuali da parte di imprese europee, 600 miliardi di dollari, sempre da qui al 2028. Di questo non c’è traccia nel documento Ue.
Quello americano dice che i dazi su acciaio e alluminio resteranno al 50%; quello europeo che “per ridurre le barriere tra di noi, i dazi saranno tagliati e un sistema di quote sarà introdotto”. L’incertezza è aumentata dal fatto che, nonostante entrambi i documenti indichino che ci sarà una lista di beni a dazi zero in vari settori, tale lista non è pubblica se non in termini molto generici e, probabilmente, non è stata ancora negoziata.
Insomma, se questo accordo doveva servire a eliminare l’incertezza e consentire alle imprese di pianificare la propria attività, siamo ancora lontani dall’obiettivo.