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martedì 6 agosto 2024

Erosioni Sfinge, cause possibii. - Massimo Mastrorosa

 

Come vengono interpretati dall'archeologia i segni di erosione dovuti all'acqua della Sfinge?
La grande sfinge ha vistosi segni di erosione e la discussione tra archeologi è se essi siano dovuti alla sabbia oppure all'acqua, alla pioggia.
Se si tratta di tempeste di sabbia, comunissime nel deserto caldo, questo è normale e non cambia la datazione attuale della sfinge. Infatti se non fossero fatti i lavori di rimozione della sabbia in eccesso, normale manutenzione del sito archeologico più importante del mondo, la Grande Sfinge si ricoprirebbe di sabbia completamente in alcuni anni. E succedeva centinaia d'anni fa quando Giza non era esposta al pubblico nè spalata la sabbia. Questa è la versione ufficiale.
Ma l'andamento strano dei segni farebbe pensare all'erosione da acqua piovana. Ma siccome lì piove veramente poco e solo in certe stagioni significherebbe retrocedere l'esitenza della sfinge a un periodo pluviale interglaciale molto precedente all'attuale datazione della sfinx che corrisponde a una data scritta sulla stele davanti ad essa. In questo caso la targa testimonierebbe solo la data di avvenuti lavori di restauro ordinati dal faraone. Prestando fede a quest'ipotesi si parlerebbe addirittura di 8000 anni fa. Una data impressionante e misteriosa. La notte dei tempi. Ma che popolo avrebbe potuto costruirla allora? E possedere già le migliori tecniche degli Egizi oltre che avere accesso a una cava importante? Resta il fatto che buona parte del volto felino manca ed è stato distrutto quando ancora non esistevano fotografie. La Sfinge ha corpo leonino e faccia di faraone ma mancando parte dal viso. Forse rappresenta il muso felino della divinità di una religione animista precedente agli Egizi. Ma restano solo ipotesi.
Testimonianze nel ritrovamento di fossile Marino nell'area.
Inoltre in siti come la Sfinge, il tempio della Sfinge e i primi venti livelli delle Grandi Piramidi, le rocce sembrano portare i segni di un’erosione causata da una più profonda saturazione dell’acqua. Sulle pietre del tempio ci sono depositi sedimentari e alluvionali, tipici dei letti dei mari poco profondi e delle lagune. Il ritiro delle acque conferisce alle pietre un effetto spugnoso e fangoso.
Affinché l’echinoidea raggiunga gli otto centimetri (la dimensione del fossile), ci vogliono circa 15 anni. Inoltre l’accumulo di quella quantità dei depositi sedimentari e alluvionali e l’erosione mesolitorale nelle zone meno profonde richiedono secoli, suggerendo che l’area è rimasta sommersa per diverso tempo.

venerdì 2 agosto 2024

CHI HA SCOLPITO DAVVERO LA SFINGE?

 

Come si può vedere dalla foto del modello, la Sfinge è un colosso di pietra al centro di una “vasca” chiusa su tre lati, in particolare sul lato posteriore e sui due laterali. Da almeno 3.500 anni la zona attorno alla Sfinge è un arido deserto di sabbia. Visto che negli ultimi millenni la sabbia in Egitto viene spostata continuamente dal vento, in condizioni normali il vento trasporta la sabbia nella “vasca” della Sfinge, riempiendola completamente.

La sabbia ricopre quindi l’intera “vasca” fino all’altezza del collo della statua, la cui testa si trova grossomodo all’altezza del terreno circostante. In condizioni normali, quindi la testa della Sfinge resta l’unica parte visibile della statua. Fu infatti questa la condizione in cui venne trovata la Sfinge nel XIX secolo, completamente sepolta nella sabbia, ad eccezione della testa. Furono gli archeologi a dissotterrarla e a farcela vedere come la vediamo oggi.

Tenendo conto di questo aspetto, non è possibile che i costruttori della Sfinge abbiano deciso di scolpire questa statua sapendo che sarebbe stata ricoperta di sabbia. I costruttori sapevano per esperienze che, anche se avessero spalato via la sabbia, questa si sarebbe ripresentata puntualmente nel giro di poco tempo. Come spiegare questo apparente errore madornale?

La spiegazione più semplice e plausibile è che, evidentemente, quando venne scolpita la sfinge, la zona attorno alla roccia non era affatto ricoperta di sabbia come lo è oggi. Questo spiegherebbe in maniera semplice e ragionevole perché i costruttori non presero in considerazione la possibilità che la sabbia potesse invadere la “vasca” e sotterrare la Sfinge. La sabbia in quel tempo semplicemente non c’era! Quindi la sabbia non era un problema da prendere in considerazione.

In un periodo compreso tra il 12.500 a.C. e il 3.500 a.C. il Sahara si è trasformato gradualmente dall’essere una zona verdeggiante piena di acqua. Evidentemente la Sfinge fu scolpita in quel periodo di tempo, quando la sabbia non era un problema. E questo rende evidente che la Sfinge non fu scolpita dagli egiziani che conosciamo noi, ma da una popolazione precedente.

L’articolo continua sul libro:
51 50 35 - L’inconfessabile verità sulle piramidi

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venerdì 19 luglio 2024

La rivelazione tra la piramide di Giza e la Sfinge. - Linda Rosada

 

La rivelazione tra la piramide di Giza e la Sfinge.
La Piramide di Quéfren e la Grande Sfinge sono due dei monumenti più emblematici dell'Altopiano di Giza in Egitto. L'imponente struttura piramidale è la seconda più grande al mondo, dopo la piramide di Cheops, e la grande Sfinge è una statua colossale trovata adiacente ad essa, suggerendo che entrambe le meraviglie fossero legate tra loro.
Il legame tra queste due strutture è stato una questione complessa e controversa, motivo per cui il dibattito su di esse continua da secoli. La teoria più accettata è che la grande Sfinge è stata costruita dal faraone Quéfren, figlio di Cheops, per essere la guardia del suo complesso funebre. Tuttavia, ci sono altre teorie secondo cui la sfinge è molto più antica e potrebbe essere stata costruita da una civiltà antecedente agli egiziani.
In un'altra teoria rilevante, i ricercatori sostengono che la sfinge potrebbe avere uno scopo più simbolico, come rappresentare il dio solare Ra o il faraone Quéfren stesso.

martedì 2 maggio 2023

SCOPERTA LA PRIMA RAFFIGURAZIONE DELLA SFINGE.

 

...Quella che vedete nella foto è la cosiddetta “Tavoletta di Narmer”, una lastra datata attorno al XXXI secolo a.C., contenente alcune delle più antiche iscrizioni geroglifiche rinvenute. Secondo la maggior parte degli egittologi rappresenterebbe l’unificazione del Basso Egitto con l’Alto Egitto effettuata da Narmer, un faraone dell’Alto Egitto, verso il 3.100 a.C. Nel riquadro in rosso si vede un falco, probabilmente il dio Horus, che “cattura” qualcuno o qualcosa, cucendogli un cavo per prigionieri al naso.

Cosa rappresenta questa scena? Per molto tempo il suo significato per gli archeologi è stato un rebus, visto che la testa umana che viene “catturata” da Horus non ha ne gambe ne braccia. L’unica spiegazione che si è saputa dare è che si trattava di un prigioniero con le mani e le gambe in acqua. Ma questa spiegazione non ha mai convinto, perché quando un corpo umano si trova immerso in acqua spunta solo la testa. Invece il “prigioniero” è ritratto in maniera “innaturale”, in quanto si vede tutta la schiena e il bacino, ma mancano braccia e gambe. Non può quindi rappresentare la testa di un prigioniero che spunta dal fiume Nilo. Cosa rappresenta allora?
Qui possiamo fare una prima riflessione. La scena mostra il dio Horus, il falco, che cattura qualcosa. Cosa può catturare un “dio”? La logica ci dice che sta catturando “un’altra divinità”, un dio straniero e avversario, e non un semplice mortale. Il “dio” catturato e raffigurato nella stele è la Sfinge di Giza.
Infatti, ora sappiamo che la “Sfinge originale”, situata a Giza, e quindi nel Basso Egitto, era una statua senza zampe anteriori e posteriori. Sappiamo che aveva il volto umano. Sappiamo anche che molto probabilmente aveva sul dorso una gigantesca pianta di papiro (probabilmente finta) a simboleggiare il Basso Egitto. Sappiamo anche che rappresentava un potente dio. E, come vedremo in seguito, abbiamo la certezza che la “prima Sfinge” esisteva prima di un periodo che va dal 2560 a.C. e il 3640 a.C. Quindi è estremamente probabile che esisteva prima del 3.100 a.C., il tempo di Narmer.
Quindi, nella tavola di Narmer, la Sfinge viene riprodotta simbolicamente nel momento in cui questa viene “conquistata” e “fatta prigioniera”, come mettendogli una corda al naso, dalle divinità dell’Alto Egitto, rappresentate da Horus. Tutto questo non solo conferma quanto scoperto dagli archeologi, vale a dire che la “prima Sfinge” non aveva le zampe né la coda. Ma ci dice anche che quella immensa statua esisteva già nel 3.100 a.C., quando il faraone dell’Alto Egitto, Narmer, conquistò il Basso Egitto, e creò in questo modo l’Egitto unito.
Narmer è stato il primo dei faraoni egizi. La scena che lo vede “catturare” la Sfinge ci indica che la sua costruzione è precedente agli egizi. Allora chi ha costruito questo gigantesco capolavoro, che è in piedi da diverse migliaia di anni?
L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA